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Autore: Ahimadala    05/08/2021    0 recensioni
"Sí, so cosa starete pensando. É il solito cliché: i due ragazzi belli e impossibili che scommettono su chi riuscirà a portarsi a letto per primo la ragazzina timidina ed indifesa e blablabla.
Ma, mio caro popolo di Hogwarts, cosa direste se quei due ragazzi fossero proprio il Re e la Regina delle serpi?
E se la loro vittima fosse tutt'altro che timida ed indifesa?
Ho acceso la vostra curiosità?"
xoxo
Gossip Girl
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pansy stava prendendo questa stupida sfida fin troppo seriamente.
Davvero, quella ragazza non conosceva limiti. 

L'aveva osservata, dal campo, avvicinarsi ad Hermione sugli  spalti. Questo significava che aveva avuto l'audacia- la pura audacia- di infilarsi nella tribuna dei grifondoro nel bel mezzo di grifondoro-serpeverde. Il tutto con un'inutilissima sciarpa verde e argento libera intorno al collo e la camicetta ovviamente sbottonata.

Il gesto gli sembrava talmente stupido e avventato che, forse, un piccolo posto tra i grifondoro se lo sarebbe effettivamente meritato.
Tuttavia era di Pansy Parkinson che si parlava, colei che avrebbe potuto tranquillamente essere la figlia illegittima di Salazar Serpeverde per astuzia e mentalità calcolatrice.
Davvero era capace di spingersi a tanto?
Era proprio vero che non le importava più nulla di ciò che chiunque pensasse di lei.

L'unica cosa che il biondo non si spiegava era l'ossessione che Pansy sembrava avere per umiliarlo e sminuirlo in ogni occasione possibile. Come se il fatto di aver deciso che non gli piacessero più gli uomini dopo esser stata con lui non fosse abbastanza per il suo ormai fragile ego. 

Questa era la sua occasione per riscattarsi: se Hermione avesse preferito lui forse qualche ferita del suo ego si sarebbe rimarginata. 

Se la ragazza in questione non fosse stata proprio Hermione Granger, colei che era stata sfortunatamente torturata dalla sua stessa zia, avrebbe osato dire di aver un vantaggio rispetto a Pansy: alla Granger erano sempre piaciuti gli uomini. Mai, nel corso degli anni, era stata vista in compagnia di una ragazza in senso romantico. Nè tantomeno, tra le varie voci che erano sempre circolate sul suo conto, ve ne era mai stata una che accennasse al fatto che potesse esser interessata a persone del suo stesso sesso.

Purtroppo però, considerando il suo passato con la grifona, era quasi certo che i suoi punti a sfavore annullassero il semplice vantaggio offerto da ciò che aveva tra le gambe. Senza considerare il fatto che più persone di quanto avesse mai potuto immaginare avevano fatto coming out dopo la fine della guerra, perciò...

Prese un respiro profondo, osservando la grifona fare il suo ingresso in biblioteca e, senza neanche accorgersi della sua presenza, andare a sedersi in un tavolo in fondo, vicino alla finestra. Posizionò la propria borsa sul tavolo, tirando fuori da essa più libri di quanti ne potesse fisicamente - e legalmente- contenere.

Interessante.

Dopodichè Hermione si allontanò dal tavolo, avvicinandosi allo scaffale che conteneva i volumi di narrattiva babbana. Afferrò un piccolo libro dalla copertina logora: Draco non riuscí a riconoscerne il titolo da lontano, ma giurò sulla sua camera blindata alla gringotts che non avrebbe lasciato la biblioteca senza scoprire di che libro si trattasse.

Continuò per diverso tempo ad osservare Hermione.

Aveva studiato per un po', iniziando, come aveva fatto anche lui, a scrivere il compito di pozioni che Lumacorno avea assegnato solo quella mattina. Dopodichè aveva messo tutto da parte e aveva iniziato a leggere il piccolo libro babbano prelevato dallo scaffale in fondo, immergendosi totalmente in esso. 

Ed era stato in quel momento che Draco aveva definitivamente abbandonato la pergamena davanti a sè. 

Qualsasi cosa stesse leggendo, Hermione ne sembrava totalmente e completamente affascinata.
L'angolo delle sue labbra si inclinava verso l'alto di tanto in tanto e le sue guance si tingevano di colore.
Altre volte, invece, aggrottava le sopracciglia e si mordicchiava il labbro inferiore con aria pensierosa. 

Quando finalmente la grifona sollevò gli occhi dal libro il sole stava ormai calando oltre le finestre e le sue iridi marroni incontrarono per un momento quelle di Draco. 

Il giovane abbassò presto lo sguardo, imprecando mentalmente un secondo dopo.
Si era accorta che la stava fissando?
Sembrava completamente un imbecille o, ancora peggio, uno stalker?

Senza offrire al biondo alcun indizio che potesse placare o aumentate le sue paranoie, la grifona si alzò, depositando il piccolo libro nello scaffale dal quale lo aveva preso e avviandosi verso l'uscita senza più rivolgere lo sguardo nella sua direzione. 

Una volta che sentí la porta richiudersi, rimasto praticamente solo ad eccezione della bibliotecaria, il ragazzo si avvicinò allo scaffale, alla ricerca del libro che aveva catturato così tanto l'attenzione di Hermione. 

Diversi titoli, di cui non aveva mai sentito parlare, catturarono la sua attenzione, e per poco non rischiò di distrarsi dal suo obiettivo principale.
Riconobbe la copertina. 

Il grande Gatsby.

Senza farsi notare, mise il libro nella sua borsa. 

Aveva un piano. 

Avrebbe conquistato Hermione nell'unico modo in cui poteva farlo, sfruttando qualcosa in cui nessuno avrebbe potuto eguagliarla se non lui: la passione per i libri. 

***

Il giorno seguente, non appena le lezioni finirono, Draco si catapultò quasi correndo in biblioteca. Si sistemò nel tavolo accanto al quale Hermione era seduta il giorno prima, afferrando il libro dalla borsa e fingendo di star leggendo. 

I suoi occhi saettavano continuamente dalla pagina alla porta, senza assorbire realmente alcuna parola. 

Sarebbe entrata da un momento all'altro, lo sapeva.

Il suo piano era di infastidirla e incuriosirla al tempo stesso. Conoscendola, sarebbe stata lei ad avvicinarsi a lui. 

Appena dieci minuti dopo essersi sistemato, la porta della biblitoeca si spalancò e con la coda dell'occhio scorse la fitta chioma della grifona entrare nel suo santuario.

Come aveva fatto il giorno precedente, sistemò la propria borsa sul tavolo, tirò fuori da essa i libri che le sarebbero serviti per svolgere i compiti assegnati nelle lezioni della mattina e poi si avviò verso lo scaffale che ospitava i libri di narrativa babbana. 

Tutto secondo i piani. 

Draco si sforzò di mantenere il proprio sguardo fisso sulla pagina, inziando a leggere le prime righe del romanzo. 

Dopo qualche secondo udí i passi della grifona alle sue spalle. Osò alzare apenna lo sguardo dalla pagina, cogliendo l'esatto momento in cui si rese conto che era stato proprio lui a sottrarle il suo adorato libro. 

Con molta poca grazia, la grifona si risedette nel tavolo accanto a quello del biondo, assicurandosi di produrre il maggior rumore possibile.
Inizialmente strisciò la sedia contro il pavimento, procurandosi lo sguardo torvo di Madama Pince, dopodiché aprí un grosso volume di pozioni assicurandosi che la copertina rigida si scontrasse violentemente contro il legno del tavolo. 

Draco dovette trattenere un sorriso di soddisfazione. 

Trascorse la restante parte del pomeriggio immmerso nella lettura. Doveva ammettere che il libro era stato una piacevole sorpresa... Forse, dopotutto, lui ed Hermione avevano più cose in comune di quanto pensasse. 

Quando scorse da oltre le finestre l'arancione del tramonto e vide diversi ragazzi lasciare la biblioteca, capí che era quasi ora di cena.
Aveva letto per oltre due ore consecutive. 

Cercò Hermione con la coda dell'occhio, non trovandola. Si voltò: le sue cose erano ancora sul tavolo, ma lei non era lì. 

"Mmh-mmh"

Riindirizzò il proprio sguardo davanti a sé, risolvendo il quesito su dove fosse la grifona: in piedi di fronte a lui. 

"Granger" disse, chiudendo il libro tra le proprie mani in modo da non perdere il segno. 

"Non sapevo fossi interessato alla letteratura babbana". Il tono di voce della grifona era palesemente irritato, ma c'era qualcosa nel modo in cui lo guardava che gli provocó un brivido. 

"Ho appena iniziato, infatti, e mi trovo molto affascinato".

Hermione strinse le labbra in una linea sottile, mascherando la sua irritazione con un falso sorriso a labbra serrate. "Mi fa piacere, Malfoy. Anche io stavo leggendo quel libro infatti..."

Draco sollevò un sopracciglio, attendendo che continuasse. 

"Mi chiedevo se, quando hai finito per oggi, potessi lasciarlo a me. Mi mancavano solo gli ultimi due capitoli per concluderlo e..."

"Nessun problema" concluse Draco, chiudendo il libro tra le sue mani e porgendolo alla ragazza davanti a sé. "Finiscilo pure... C'erano altri titoli che avevano catturato la mia attenzione, lo continuerò dopo" si alzò, afferrando la propria borsa e rivolgendo lo sguardo verso la sezione di narrativa babbana. 

Hermione non si era mossa. Reggeva il libro tra le mani e fissava il serpeverde davanti a sé come se fosse un cane a tre teste.

"Anzi, Granger... Visto che ti trovi qui, hai qualche titolo da consigliarmi?" domandò Draco con nonchalance, sorridendo internamente quando vide la grifona inciampare per girare intorno al tavolo e dirigersi verso la sezione di narrativa babbana.

Hermione camminò davanti a lui, e fu solo quando si voltò per afferrare un libro dallo scaffale e porgeglielo che Draco si rese conto che le sue guance avevano assunto una leggera colorazione rosata.

Fissò il titolo del libro. Il ritratto di Dorian Gray.

"Credo potrebbe piacerti questo".

Il biondo si infilò il libro in borsa, facendole l'occhiolino. "Grazie Granger" concluse, allontanandosi verso l'uscita e abbandonandola in un limbo di stupore e incredulità.

Se c'era una cosa di cui era certo, adesso, era che una piccola parte dei pensieri di Hermione sarebbe stata dedicata a lui per i giorni seguenti. 

Aveva suscitato la sua curiosità. 

Il prossimo passo sarebbe stato ottenere il suo interesse.

***

Hermione infilzava di tanto in tanto il suo pasticcio di patate, fin troppo sovrappensiero per concentrarsi sulla conversazione che stava avendo luogo al tavolo di grifondoro. 

Fu solo quando sentí nuovamente nominare Gossip Girl che si focalizzò su ciò di cui si stava parlando.
Per la terza sera consecutiva quando le porte della sala grande si spalancarono per accogliere le civette che trasportavano la posta, il solito stormo al quale ormai tutti si erano abituati non si presentò. 

"Evidentemente, chiunque lei fosse, avrà finito i soldi di papino" replicò Ron con la bocca piena di pollo arrosto.

"Ronnie, sei ancora convinto che si tratti di una di Hogwarts?" chiese Lavanda, naturalmente avvinghiata al suo braccio. 

Hermione abbassò lo sguardo sul suo piatto, allontanandolo. Quel poco di appetito che le restava era ufficialmente andato.

"Calí sostiene che si tratti della Skeeter, una trovata pubblicitaria o qualcosa del genere".

La testa di Hermione scattò in alto verso la spiecevole coppia. "La Skeeter?"

Il volto perplesso e a tratti impaurito della bionda annuí. "Lo stile di scrittura é abbastanza simile. E dopo la guerra non ha riavuto il suo posto in Witch Weekly, perciò..." fece spallucce, rigirandosi una ciocca di ricci dorati tra le dita con la mano ancora libera.

Hermione aggrottò le sopracciglia, riflettendo. In effetti avrebbe senso, soprattutto considerando che tale Gossip Girl sembrava avercela con lei più che con gli altri... E la Skeeter, beh, aveva una valida ragione per portarle rancore.

Sorrise al ricordo...

"Uh guarda questa foto, Harry" urlò Ginny aprendo una lettera. "É di George, é in Romania a trovare Charlie".

La rossa si appoggiò alla spalla del  ragazzo, che si irrigidí al suo tocco.
Anche se cercavano di non darlo a vedere, era chiaro agli occhi di chi li conoscesse che le cose erano un po' rigide tra di loro ultimamente.

Hermione credeva di sapere quale fosse il problema di Harry. Forse avrebbe dovuto parlargli, si stava comportando in maniera ridicola. 

Per alleggerire un po' la tensione e l'imbarazzo che erano calati sul tavolo alla fredda risposta del ragazzo che è sopravvissuto, Hermione si intromise nella conversazione. 

"E quando rientrerà George?" domandò alla rossa. 

Ginny le rivolse un sorriso amaro, ringraziandola con gli occhi per l'interruzione.
"Credo entro due o tre giorni, ma chi può dirlo".

Nonostante la breve distrazione dal flusso dei suoi pensieri, l'attenzione di Hermione fu nuovamente strappata con forza da ciò che succedeva intorno a lei.
I suoi occhi caddero, come attratti da una forza esterna, sul tavolo di serpeverde.

Draco Malfoy stava leggendo il libro che lei gli aveva consigliato. 

Durante la cena.
Al tavolo di serpeverde.

Draco Malfoy. 

Una strana sensazione invase il suo stomaco, e si chiese perché improvvisamente facesse così caldo nella sala grande. 

Come se avesse ascoltato i suoi pensieri, in quel preciso istante il biondo sollevò lo sguardo dal libro aperto davanti a sé e, senza la minima esitazione, i suoi occhi trovarono immediatamente quelli della grifona dal capo opposto della sala grande.

E poi sorrise. 

Ma non era uno dei sorrisi ai quali era abituata. Non c'era malizia, né tantomeno un sadico divertimento nel suo volto o nel suo sguardo. 

Non sapeva cosa fosse di quel sorriso che fece accellare freneticamente il suo battito. Né sapeva spiegare perché il suo cervello smise momentaneamente di funzionare e la sua bocca si seccò.

Tutto ciò che sapeva era che non avrebbe portato nulla di buono.



Come promesso, cercherò di aggiornare con costanza settimanale. 
Di tanto in tanto seminerò per i capitoli degli indizi su chi possa essere a mandar questi gufi... Ovviamente ognuno dei ragazzi inizia a formulare le loro teoria.

Avete qualche idea?

A presto ❤️

   
 
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