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Autore: bic    31/08/2009    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sirius Black non fosse stato accusato di un crimine che non aveva commesso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Dursley, I Malandrini, Mangiamorte, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Korat And Black Chronicles'
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monypotter: Silente ne sa una più di Merlino e conosce i suoi ex alunni molto meglio di quanto loro stessi credano.

Tranquilla, Remus è la coscienza di Sirius, quindi alla fine sarà lui ad avere la meglio.

Grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti o tra quelle seguite

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Nota d’autore:

Lo so, vi ho fatto attendere un po', è che tra una cosa e l'altra questo capitolo di collegamento proprio non usciva, ma finalmente eccoci qui, per cui senza indugio vi lascio procedere nella lettura.

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Vita dai Dursley

La giovane raccolse i suoi beni sparsi per la casa e li stipò in uno zaino in meno di due ore, gettò uno sguardo in giro per la stanza: ci aveva vissuto solo pochi mesi, eppure era stato un pezzo importante della sua vita lì aveva finalmente incominciato ad essere sé stessa.

"Al diavolo i sentimentalismi" si disse chiudendosi la porta alle spalle.

Raggiunse il negozio di Madama McClan ed inventò la classica scusa della mamma malata che tanto l'aveva aiutata con il vecchio Lumacorno quando era a scuola.

Si Materializzò in un vicolo il cui indirizzo le era stato dato da Silente, intorno a lei si estendeva un'interminabile distesa di villette unifamiliari tutte corredate di garage e giardinetto antistante con l'erba millimetricamente tagliata.

Mira rabbrividì, certi umani sapevano inquietarla più dei peggiori Serpeverde.

Si diresse verso la fine della strada, poco prima che sfociasse nel giardino pubblico su cui una giostra girevole, uno scivolo e due altalene nuove di zecca, sembravano mostrare che l'amministrazione pubblica spendeva bene il denaro dei contribuenti anche in quel periodo di crisi.

Si voltò verso l'edificio meno curato che si trovava in quella strada e si rese conto che rispetto alle case del quartiere in cui aveva trascorso la sua infanzia quella sarebbe sembrata una villa da mille e una notte.

Suonò il campanello e sulla porta si affacciò un donna dall'età indefinibile, avrebbe potuto avere dai quaranta ai sessant'anni, insieme a lei  un gatto dal pelo rossiccio si affacciò per annusare l'intrusa.

- Tu devi essere la signorina Korat. Silente mi ha detto che saresti arrivata in giornata. Hai fatto presto, ma come tempi potremmo starci.

Le disse porgendole il giornale.

- È di stamattina.

Mira lesse l'annuncio circondato a penna:

"Cercasi giovane con esperienza nella cura dei bambini per impiego a tempo pieno. Presentarsi all'indirizzo: Privet Drive n°4. Si richiede piena disponibilità, orari flessibili, non sono previsti giorni liberi."

- E credono che con un annuncio simile si presenterà qualcuno?

La donna sorrise: - Almeno ti fai subito un'idea della gente per cui ti troverai a lavorare. A proposito, io sono Arabella, di sopra c'è una stanza pronta per te, sono contenta di avere qualcuno con cui condividere la casa, mi sentivo parecchio sola. Quindi conoscendo le intenzioni dei Dursley mi sono premunita di mettere anche io un annuncio.

Mira osservò la pagina seguente del giornale: "Offresi stanza ammobiliata con bagno a  signorina tranquilla e di sani principi telefonare ore pasti... "

- Ovviamente tu mi hai chiamato stamattina e ci siamo già messe d'accordo, i Dursley non devono sapere che ci conosciamo già. Il padrino di Harry ha avuto la malaugurata idea di presentarsi ai Dursley come mio nipote, per cui per mantenere la tua copertura loro devono essere certi che tu non mi abbia mai vista né conosciuta prima.

Mira apparve basita, ma non fece commenti di sorta.

Arabella si perse in pettegolezzi vari per qualche minuto, infine la congedò.

La ragazza si diresse con passo svelto verso il numero quattro, quando suonò venne ad aprirle la porta una donna sull'orlo di una crisi di nervi.

Dal piano superiore proveniva un lamento continuo e dall'altra stanza strilli acuti si alternavano ad urla laceranti.

- Mi chiamo Mirzam Korat, ho letto l'annuncio.

Petunia osservò la nuova venuta con uno sguardo di sollievo ben differente da quello acuto, penetrante ed infastidito che le avrebbe rivolto in qualsiasi altra occasione.

- La accompagno al piano di sopra, quel piccolo demonio non ha smesso un attimo di piangere da stamattina. E pensare che lo ho anche cambiato e gli ho dato un biberon di latte, è proprio un ingrato, come lo era sua madre.

Mira si morse la lingua, se voleva mantenere quel lavoro avrebbe fatto meglio a fare buon viso a cattivo gioco.

La stanza in cui entrò era sgradevole, le pareti di un verde oliva decisamente squallido, lo scarso mobilio vecchio e fatiscente.

**********

Passarono diverse settimane, le giornate si facevano via, via più corte e le temperature si abbassavano sempre di più. Una mattina, quando aprì la finestra per arieggiare la propria stanza, Mira non si stupì nel vedere una leggera spolverata di neve.

Nei negozi e nei centri commerciali le zucche di Halloween erano state sostituite dalle decorazioni natalizie.

A casa Dursley, Petunia stava elencando su un foglio i vari regali da acquistare per il suo Didino, nel frattempo Mira stava ultimando la sistemazione della stanza di Harry.

E sì, c'erano voluti quasi due mesi, ma finalmente aveva reso quell'antro un posto piacevole in cui trascorrere il tempo.

Per non urtare i sentimenti di Petunia e degli altri Dursley aveva accuratamente evitato di utilizzare decorazioni che non fossero del tutto innocue. Le pareti della stanza erano bianche: ci aveva impiegato quattro giorni a scrostare quel verde marcio, poi, vista la sua predilezione per i felini, aveva dipinto un bel gatto Silvestro posizionato con sguardo concupiscente sotto la gabbietta di Titti. Proprio di fronte al lettino di Harry.

Aveva anche rinnovato il mobilio, per quanto le era possibile: in un centro commerciale aveva trovato un magazzino svedese in cui si vendevano mobili da montare. Colta da improvviso ardore costruttivo, aveva acquistato un lettino, a cui avrebbe potuto togliere le sbarre non appena Harry fosse stato un pochino più grande, un armadio guardaroba ed un fasciatoio.

Ci aveva impiegato circa tre settimane ad ultimare la costruzione della stanza che tuttavia sembrava decisamente più solida di quanto avesse potuto immaginare.

Ringraziando il cielo Harry era un bambino splendido e, quando il cielo plumbeo incombeva ed il sesto senso di Mira le sconsigliava di avventurarsi in qualche passeggiata, la osservava lavorare alacremente per buona parte della giornata. Mira aveva notato che più a lungo riusciva a tenere Harry lontano dalle grinfie di Petunia, ma soprattutto di Dudley, meglio era. I Dursley non solo non nascondevano il proprio disprezzo per il bambino, ma ogni volta che era possibile lo palesavano apertamente. Capitava assai di rado che Vernon e Petunia Dursley accennassero alla sua presenza e non si azzardavano mai a chiamare Mira, pertanto la ragazza fu alquanto stupita quel pomeriggio, quando, di punto in bianco, Vernon Dursley sbraitò:- Signorina Korat! Scenda!

Il modo autoritario che utilizzava nei suoi confronti non poteva che farle venire il nervoso, ma aveva imparato a frenare la lingua quando si trovava di fronte al Signor Dursley per evitare la minaccia di un licenziamento.

Ancora ricordava l'unico diverbio che avevano avuto.

Era successo il suo secondo giorno di lavoro. Aveva appena messo a letto Harry ed era scesa di sotto per comunicare ai signori Dursley che il bambino dormiva tranquillamente e per domandare loro se fosse possibile apportare delle migliorie alla stanza del piccolo.

Vernon Dursley l'aveva osservata con sguardo sprezzante: - Abbiamo dato a quel bambino un letto, un tetto e cibo in abbondanza. Ha addirittura una persona che si occupa di lui a tempo pieno. Non vedo cosa gli dovremmo ancora.

Mira esasperata da quell'atteggiamento rispose: - Se per voi occuparvi di un piccolo che ha perso tutto l'amore della sua famiglia è un sacrificio così grande perché avete accettato di accoglierlo?

- Bada a come parli, ragazzina! Non ci metto niente a licenziarti in tronco.

Mira normalmente riusciva a controllare i suoi poteri magici senza difficoltà, ma in quel caso fece uno sforzo immane per non prendere la bacchetta e trasformare quell'essere spregevole in un rospo rugoso.

- Signor Dursley - disse poi controllando la voce il più possibile Vernon tuttavia si rese conto che in quegli occhi ardeva un fuoco che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro; rabbrividì pensando a cosa avrebbe potuto fare una persona con tale sguardo a qualcuno che le metteva i bastoni fra le ruote.

- Ho lasciato il mio lavoro di sarta per potermi dedicare alla cura dei bambini, lavorare con Harry mi è parsa una possibilità esaltante, benché ritengo impossibile che ci sia qualcun altro a parte me disposto a farsi vessare come voi state facendo per uno stipendio da fame, eppure non ho avuto scrupoli ad accettare quando ho visto che a quel bambino serviva solo un po' d'affetto, perché voi non siete in grado di darglielo, troppo presi dal vostro Dudley.

- Non si permetta di dire cose simili del mio Didino, non osi paragonarlo a quel, quel... - Petunia era sbottata, ma aveva dovuto mordersi la lingua, mica poteva raccontare a quella ragazza cos'erano sua sorella e suo cognato, sarebbe fuggita a gambe levate, avrebbe forse segnalato la cosa alle autorità, sarebbero stati internati in manicomio, e poi cosa ne sarebbe stato di Dudley?

Vernon osservava Petunia con preoccupazione. Poi Mira intervenne: - Ho capito che a voi non interessa minimamente ciò che capita a vostro nipote, né dove vive, per cui se mi occupassi io di sistemare la sua stanza per voi non sarebbe un problema, vero?

Vernon sbuffò, alzò le spalle e disse: - Come usa il suo denaro sono solo affari suoi, io non ho intenzione di spendere un solo centesimo per quel bambino.

Da quel giorno erano passate diverse settimane, lei era riuscita ad ottenere ciò che desiderava anche se aveva dovuto spendere metà dei suoi risparmi e Vernon si era reso conto che Mira era una persona da non sottovalutare. Avevano fatto in modo di non incontrarsi e di salutarsi con una cortesia forzata nei rari momenti di vita comune.

Petunia, invece si era resa conto del fatto che Mira fosse totalmente indispensabile, per cui la trattava con freddezza, ma mai sgarbatamente. Aveva avuto il terrore che il padrino di Harry venisse a sapere che avevano affidato il bambino ad una sconosciuta totale; per cui aveva fatto in modo di conoscere il più possibile della sua vita: in pratica le aveva fatto un terzo grado degno del migliore controspionaggio CIA a cui Mira si era sottoposta con riluttanza, ma senza mentire; diciamo che aveva omesso la parte relativa ai suoi studi, la presenza di tre o quattro fratelli, aveva giustificato come meglio poteva il suo strambo nome ed infine aveva spiegato perché viveva con la signora Figg che, da quando era stata denominata da Sirius come propria parente, era considerata da Petunia alla stregua della più vile feccia.

Ritornando al presente, comunque, Mira sobbalzò quando si sentì chiamare dal piano di sotto.

- Signorina Korat, volevo comunicarle che durante le feste lei sarà in servizio, noi partiremo per andare a trovare mia sorella Marge in campagna, Harry non è stato invitato, pertanto se ne occuperà lei. So che vive con la Signora Figg, credo che non avrà problemi ad ospitare anche il bambino.

Mira rimase a bocca aperta quel tronfio pallone gonfiato non solo non le permetteva di prendersi una meritata vacanza, ma sbatteva pure fuori casa il piccolo Harry.

In un attimo, però le passò per la mente l'idea di passare le vacanze da Arabella, potersi comportare tutto il giorno come una normale strega (cosa che non le era permessa nemmeno a casa dei suoi genitori) andare a fare shopping per il Natale portando Harry in giro con il passeggino nuovo. Ovviamente non sarebbe potuta andare a passeggio per il mondo magico con il piccolo perché chiunque avrebbe potuto facilmente riconoscerlo, ma il fatto di essere priva di orari le trasmetteva una certa euforia.

Ciò nonostante accettò di malavoglia: aveva seriamente sperato di poter tornare a casa almeno il giorno di Natale per festeggiare con la sua famiglia.

- Noi partiremo il 23 e saremo di ritorno il 2 di gennaio. - riprese Vernon ignorando l'afflizione della ragazza.

Mentre tornava verso casa di Arabella la ragazza pensò ai suoi precedenti programmi per la notte della Vigilia, non avrebbe di certo desiderato stare a casa a fare la calza con Arabella, aveva progettato di andare a Diagon Alley e fare un po' di vita sociale, magari ci sarebbe anche scappata una notte brava con qualche ex compagno di scuola non ancora accasato. La sua ultima breve e fugace relazione risaliva ormai a due mesi prima e fino a prova contraria non aveva ancora vent'anni, mica poteva rinchiudersi in clausura con Arabella aspettando che un bell'uomo bussasse alla sua porta.

Mira entrò a casa della Signora Figg come un ciclone: - Vernon Dursley è un XXXXX, XXXXXX, XXXXX, XXXXX !

- Mira! Non usare questo linguaggio o ti lavo la bocca con il sapone! - Arabella Figg in quanto ad imprecazioni non aveva mezze misure, non voleva che si alzasse la voce sotto il suo tetto e, da quando Mira era andata ad abitare in casa sua, aveva dovuto rinunciare a buona parte della sua tranquillità.

Quella ragazza era un tornado in miniatura, aveva un carattere impossibile, Arabella si chiedeva come avesse fatto a conservare il lavoro così a lungo.

- Calmati e spiegami per favore. -  Mira riassunse in quattro parole la faccenda compresa la mancata possibilità di passare una notte brava.

- Mira, calmati, nessuno ti impedisce di uscire, vai, divertiti, mi occupo io di Harry. Ti chiedo solo di non fare troppo tardi e di non portare nessun ragazzo in casa.

Mira sospirò, e quando mai aveva portato un ragazzo in casa? Ogni volta che era uscita era rientrata prima del previsto terrorizzata dalla possibilità che Harry potesse avere un incubo. 

Durante la settimana seguente Mira si era occupata di sistemare tutto ciò di cui Harry avrebbe potuto aver bisogno nella sua stanza e così il 23 dicembre, vedendo il cielo sereno uscì di casa per una passeggiata, avvertì i signori Dursley che non avrebbe tardato, ma quando tornò trovò la porta sprangata e vide che l'automobile non era più nel vialetto.

Sorrise tra sé, con un "Alohomora" aprì l'uscio, recuperò gli ultimi abiti di Harry e poi richiuse la porta pronta a trascorrere le vacanze di Natale lontana dalla sua famiglia per la prima volta.

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Spero che sia di vostro gradimento

baci a tutti

 

 

  
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