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recensioni:
monypotter:
Silente ne sa una più di Merlino e conosce i suoi ex alunni molto meglio di
quanto loro stessi credano.
Tranquilla,
Remus è la coscienza di Sirius, quindi alla fine sarà lui ad avere la meglio.
Grazie
a chi ha inserito la storia tra i preferiti o tra quelle seguite
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Nota d’autore:
Lo so, vi ho fatto attendere un po', è che tra una cosa e
l'altra questo capitolo di collegamento proprio non usciva, ma finalmente
eccoci qui, per cui senza indugio vi lascio procedere nella lettura.
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Vita
dai Dursley
La
giovane raccolse i suoi beni sparsi per la casa e li stipò in uno zaino in meno
di due ore, gettò uno sguardo in giro per la stanza: ci aveva vissuto solo
pochi mesi, eppure era stato un pezzo importante della sua vita lì aveva
finalmente incominciato ad essere sé stessa.
"Al
diavolo i sentimentalismi" si disse chiudendosi la porta alle spalle.
Raggiunse
il negozio di Madama McClan ed inventò la classica
scusa della mamma malata che tanto l'aveva aiutata con il vecchio Lumacorno quando era a scuola.
Si
Materializzò in un vicolo il cui indirizzo le era stato dato da Silente,
intorno a lei si estendeva un'interminabile distesa di villette unifamiliari
tutte corredate di garage e giardinetto antistante con l'erba millimetricamente tagliata.
Mira
rabbrividì, certi umani sapevano inquietarla più dei peggiori Serpeverde.
Si
diresse verso la fine della strada, poco prima che sfociasse nel giardino
pubblico su cui una giostra girevole, uno scivolo e due altalene nuove di
zecca, sembravano mostrare che l'amministrazione pubblica spendeva bene il
denaro dei contribuenti anche in quel periodo di crisi.
Si
voltò verso l'edificio meno curato che si trovava in quella strada e si rese
conto che rispetto alle case del quartiere in cui aveva trascorso la sua
infanzia quella sarebbe sembrata una villa da mille e una notte.
Suonò
il campanello e sulla porta si affacciò un donna dall'età indefinibile, avrebbe
potuto avere dai quaranta ai sessant'anni, insieme a lei un gatto dal
pelo rossiccio si affacciò per annusare l'intrusa.
-
Tu devi essere la signorina Korat. Silente mi ha
detto che saresti arrivata in giornata. Hai fatto presto, ma come tempi
potremmo starci.
Le
disse porgendole il giornale.
-
È di stamattina.
Mira
lesse l'annuncio circondato a penna:
"Cercasi giovane con esperienza nella cura dei
bambini per impiego a tempo pieno. Presentarsi all'indirizzo: Privet Drive n°4. Si richiede piena disponibilità, orari
flessibili, non sono previsti giorni liberi."
-
E credono che con un annuncio simile si presenterà qualcuno?
La
donna sorrise: - Almeno ti fai subito un'idea della gente per cui ti troverai a
lavorare. A proposito, io sono Arabella, di sopra c'è una stanza pronta per te,
sono contenta di avere qualcuno con cui condividere la casa, mi sentivo
parecchio sola. Quindi conoscendo le intenzioni dei Dursley mi sono premunita
di mettere anche io un annuncio.
Mira
osservò la pagina seguente del giornale: "Offresi stanza ammobiliata con bagno a signorina tranquilla
e di sani principi telefonare ore pasti... "
-
Ovviamente tu mi hai chiamato stamattina e ci siamo già messe d'accordo, i
Dursley non devono sapere che ci conosciamo già. Il padrino di Harry ha avuto
la malaugurata idea di presentarsi ai Dursley come mio nipote, per cui per
mantenere la tua copertura loro devono essere certi che tu non mi abbia mai
vista né conosciuta prima.
Mira
apparve basita, ma non fece commenti di sorta.
Arabella
si perse in pettegolezzi vari per qualche minuto, infine la congedò.
La
ragazza si diresse con passo svelto verso il numero quattro, quando suonò venne
ad aprirle la porta una donna sull'orlo di una crisi di nervi.
Dal
piano superiore proveniva un lamento continuo e dall'altra stanza strilli acuti
si alternavano ad urla laceranti.
-
Mi chiamo Mirzam Korat, ho
letto l'annuncio.
Petunia
osservò la nuova venuta con uno sguardo di sollievo ben differente da quello
acuto, penetrante ed infastidito che le avrebbe rivolto in qualsiasi altra
occasione.
-
La accompagno al piano di sopra, quel piccolo demonio non ha smesso un attimo
di piangere da stamattina. E pensare che lo ho anche cambiato e gli ho dato un
biberon di latte, è proprio un ingrato, come lo era sua madre.
Mira
si morse la lingua, se voleva mantenere quel lavoro avrebbe fatto meglio a fare
buon viso a cattivo gioco.
La
stanza in cui entrò era sgradevole, le pareti di un verde oliva decisamente
squallido, lo scarso mobilio vecchio e fatiscente.
**********
Passarono
diverse settimane, le giornate si facevano via, via più corte e le temperature
si abbassavano sempre di più. Una mattina, quando aprì la finestra per
arieggiare la propria stanza, Mira non si stupì nel vedere una leggera
spolverata di neve.
Nei
negozi e nei centri commerciali le zucche di Halloween erano state sostituite
dalle decorazioni natalizie.
A
casa Dursley, Petunia stava elencando su un foglio i vari regali da acquistare
per il suo Didino, nel frattempo Mira stava ultimando
la sistemazione della stanza di Harry.
E
sì, c'erano voluti quasi due mesi, ma finalmente aveva reso quell'antro un
posto piacevole in cui trascorrere il tempo.
Per
non urtare i sentimenti di Petunia e degli altri Dursley aveva accuratamente
evitato di utilizzare decorazioni che non fossero del tutto innocue. Le pareti
della stanza erano bianche: ci aveva impiegato quattro giorni a scrostare quel
verde marcio, poi, vista la sua predilezione per i felini, aveva dipinto un bel
gatto Silvestro posizionato con sguardo concupiscente sotto la gabbietta di
Titti. Proprio di fronte al lettino di Harry.
Aveva
anche rinnovato il mobilio, per quanto le era possibile: in un centro
commerciale aveva trovato un magazzino svedese in cui si vendevano mobili da
montare. Colta da improvviso ardore costruttivo, aveva acquistato un
lettino, a cui avrebbe potuto togliere le sbarre non appena Harry fosse stato
un pochino più grande, un armadio guardaroba ed un fasciatoio.
Ci
aveva impiegato circa tre settimane ad ultimare la costruzione della stanza che
tuttavia sembrava decisamente più solida di quanto avesse potuto immaginare.
Ringraziando
il cielo Harry era un bambino splendido e, quando il cielo plumbeo incombeva ed
il sesto senso di Mira le sconsigliava di avventurarsi in qualche passeggiata,
la osservava lavorare alacremente per buona parte della giornata. Mira aveva
notato che più a lungo riusciva a tenere Harry lontano dalle grinfie di
Petunia, ma soprattutto di Dudley, meglio era. I Dursley non solo non
nascondevano il proprio disprezzo per il bambino, ma ogni volta che era
possibile lo palesavano apertamente. Capitava assai di rado che Vernon e
Petunia Dursley accennassero alla sua presenza e non si azzardavano mai a
chiamare Mira, pertanto la ragazza fu alquanto stupita quel pomeriggio, quando,
di punto in bianco, Vernon Dursley sbraitò:- Signorina Korat!
Scenda!
Il
modo autoritario che utilizzava nei suoi confronti non poteva che farle
venire il nervoso, ma aveva imparato a frenare la lingua quando si trovava di
fronte al Signor Dursley per evitare la minaccia di un licenziamento.
Ancora
ricordava l'unico diverbio che avevano avuto.
Era successo il suo secondo giorno di lavoro. Aveva
appena messo a letto Harry ed era scesa di sotto per comunicare ai signori
Dursley che il bambino dormiva tranquillamente e per domandare loro se fosse
possibile apportare delle migliorie alla stanza del piccolo.
Vernon Dursley l'aveva osservata con sguardo
sprezzante: - Abbiamo dato a quel bambino un letto, un tetto e cibo in
abbondanza. Ha addirittura una persona che si occupa di lui a tempo pieno. Non
vedo cosa gli dovremmo ancora.
Mira esasperata da quell'atteggiamento rispose: - Se
per voi occuparvi di un piccolo che ha perso tutto l'amore della sua famiglia è
un sacrificio così grande perché avete accettato di accoglierlo?
-
Bada a come parli, ragazzina! Non ci metto
niente a licenziarti in tronco.
Mira normalmente riusciva a controllare i suoi poteri
magici senza difficoltà, ma in quel caso fece uno sforzo immane per non
prendere la bacchetta e trasformare quell'essere spregevole in un rospo rugoso.
- Signor Dursley - disse poi controllando la voce il
più possibile Vernon tuttavia si rese conto che in quegli occhi ardeva un fuoco
che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro; rabbrividì pensando a
cosa avrebbe potuto fare una persona con tale sguardo a qualcuno che le metteva
i bastoni fra le ruote.
- Ho lasciato il mio lavoro di sarta per potermi
dedicare alla cura dei bambini, lavorare con Harry mi è parsa una possibilità
esaltante, benché ritengo impossibile che ci sia qualcun altro a parte me
disposto a farsi vessare come voi state facendo per uno stipendio da fame,
eppure non ho avuto scrupoli ad accettare quando ho visto che a quel bambino
serviva solo un po' d'affetto, perché voi non siete in grado di darglielo,
troppo presi dal vostro Dudley.
- Non si permetta di dire cose simili del mio Didino, non osi paragonarlo a quel, quel... - Petunia era
sbottata, ma aveva dovuto mordersi la lingua, mica poteva raccontare a quella
ragazza cos'erano sua sorella e suo cognato, sarebbe fuggita a gambe levate,
avrebbe forse segnalato la cosa alle autorità, sarebbero stati internati in
manicomio, e poi cosa ne sarebbe stato di Dudley?
Vernon osservava Petunia con preoccupazione. Poi Mira
intervenne: - Ho capito che a voi non interessa minimamente ciò che capita a
vostro nipote, né dove vive, per cui se mi occupassi io di sistemare la sua
stanza per voi non sarebbe un problema, vero?
Vernon sbuffò, alzò le spalle e disse: - Come usa il
suo denaro sono solo affari suoi, io non ho intenzione di spendere un solo
centesimo per quel bambino.
Da
quel giorno erano passate diverse settimane, lei era riuscita ad ottenere ciò
che desiderava anche se aveva dovuto spendere metà dei suoi risparmi
e Vernon si era reso conto che Mira era una persona da non sottovalutare.
Avevano fatto in modo di non incontrarsi e di salutarsi con una cortesia
forzata nei rari momenti di vita comune.
Petunia,
invece si era resa conto del fatto che Mira fosse totalmente indispensabile,
per cui la trattava con freddezza, ma mai sgarbatamente. Aveva avuto il terrore
che il padrino di Harry venisse a sapere che avevano affidato il bambino ad una
sconosciuta totale; per cui aveva fatto in modo di conoscere il più possibile
della sua vita: in pratica le aveva fatto un terzo grado degno del migliore
controspionaggio CIA a cui Mira si era sottoposta con riluttanza, ma senza
mentire; diciamo che aveva omesso la parte relativa ai suoi studi, la presenza
di tre o quattro fratelli, aveva giustificato come meglio poteva il suo strambo
nome ed infine aveva spiegato perché viveva con la signora Figg che, da quando
era stata denominata da Sirius come propria parente, era considerata da Petunia
alla stregua della più vile feccia.
Ritornando
al presente, comunque, Mira sobbalzò quando si sentì chiamare dal piano di
sotto.
-
Signorina Korat, volevo comunicarle che durante le
feste lei sarà in servizio, noi partiremo per andare a trovare mia sorella Marge in campagna, Harry non è stato invitato, pertanto se
ne occuperà lei. So che vive con la Signora Figg, credo che non avrà problemi
ad ospitare anche il bambino.
Mira
rimase a bocca aperta quel tronfio pallone gonfiato non solo non le permetteva
di prendersi una meritata vacanza, ma sbatteva pure fuori casa il piccolo
Harry.
In
un attimo, però le passò per la mente l'idea di passare le vacanze da Arabella,
potersi comportare tutto il giorno come una normale strega (cosa che non le era
permessa nemmeno a casa dei suoi genitori) andare a fare shopping per il Natale
portando Harry in giro con il passeggino nuovo. Ovviamente non sarebbe potuta
andare a passeggio per il mondo magico con il piccolo perché chiunque avrebbe
potuto facilmente riconoscerlo, ma il fatto di essere priva di orari le
trasmetteva una certa euforia.
Ciò
nonostante accettò di malavoglia: aveva seriamente sperato di poter tornare a
casa almeno il giorno di Natale per festeggiare con la sua famiglia.
-
Noi partiremo il 23 e saremo di ritorno il 2 di gennaio. - riprese Vernon
ignorando l'afflizione della ragazza.
Mentre
tornava verso casa di Arabella la ragazza pensò ai suoi precedenti programmi
per la notte della Vigilia, non avrebbe di certo desiderato stare a casa a fare
la calza con Arabella, aveva progettato di andare a Diagon Alley e fare un po'
di vita sociale, magari ci sarebbe anche scappata una notte brava con qualche
ex compagno di scuola non ancora accasato. La sua ultima breve e fugace
relazione risaliva ormai a due mesi prima e fino a prova contraria non aveva
ancora vent'anni, mica poteva rinchiudersi in clausura con Arabella aspettando
che un bell'uomo bussasse alla sua porta.
Mira
entrò a casa della Signora Figg come un ciclone: - Vernon Dursley è un XXXXX,
XXXXXX, XXXXX, XXXXX !
-
Mira! Non usare questo linguaggio o ti lavo la bocca con il sapone! - Arabella
Figg in quanto ad imprecazioni non aveva mezze misure, non voleva che si
alzasse la voce sotto il suo tetto e, da quando Mira era andata ad abitare in
casa sua, aveva dovuto rinunciare a buona parte della sua tranquillità.
Quella
ragazza era un tornado in miniatura, aveva un carattere impossibile, Arabella
si chiedeva come avesse fatto a conservare il lavoro così a lungo.
-
Calmati e spiegami per favore. - Mira riassunse in quattro parole la
faccenda compresa la mancata possibilità di passare una notte brava.
-
Mira, calmati, nessuno ti impedisce di uscire, vai, divertiti, mi occupo io di
Harry. Ti chiedo solo di non fare troppo tardi e di non portare nessun ragazzo
in casa.
Mira
sospirò, e quando mai aveva portato un ragazzo in casa? Ogni volta che era
uscita era rientrata prima del previsto terrorizzata dalla possibilità che
Harry potesse avere un incubo.
Durante
la settimana seguente Mira si era occupata di sistemare tutto ciò di cui Harry
avrebbe potuto aver bisogno nella sua stanza e così il 23 dicembre, vedendo il
cielo sereno uscì di casa per una passeggiata, avvertì i signori Dursley che
non avrebbe tardato, ma quando tornò trovò la porta sprangata e vide che
l'automobile non era più nel vialetto.
Sorrise
tra sé, con un "Alohomora"
aprì l'uscio, recuperò gli ultimi abiti di Harry e poi richiuse la porta pronta
a trascorrere le vacanze di Natale lontana dalla sua famiglia per la prima
volta.
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Spero che sia di vostro gradimento
baci a tutti