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Autore: _Layel_    07/08/2021    2 recensioni
Aveva imparato che esistevano le anime gemelle guardando le soap opere che davano in TV. Sapeva che ogni tanto, a seconda di quanto vicini si fosse, si ricevevano delle visioni che mostravano la vita della propria anima gemella. Per ora gli era successo solo tre volte. La prima volta era stata quando la sua anima gemella aveva manifestato il suo Quirk. Keigo aveva solo visto una forte luce e i sorrisi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Le visioni successive erano state meno allegre.
[Soulmates!AU | DabiHawks]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due: Il Nome


Quando aveva aperto gli occhi era stato investito dal bianco. La prima cosa che pensó fu "paradiso" e la seconda fu "di certo non io". 


Quindi era in ospedale. 


Scattò a sedere e il dolore fu talmente forte che per qualche secondo la sua visione divenne nera. 


Ricadde sul cuscino e chiuse gli occhi. Non aveva visto nessuno ma questo non voleva dire nulla. Suo padre non l'avrebbe di certo aspettato in ospedale e sua madre era probabilmente a casa con i suoi fratelli. Doveva trovare un modo per andarsene in fretta. Non sapeva se sarebbe riuscito a usare di nuovo il suo quirk, poteva contare solo sulla propria forza fisica, che al momento sembrava minore di zero. 


Aprí e chiuse una mano. La pelle tirava in modo insolito e se allungava troppo le dita i suoi nervi protestavano. Se la portò al viso e osservò la luce che rifletteva sui piccoli punti chirurgici che collegavano la pelle sana con quella ustionata. Se non avesse avuto lo stomaco completamente vuoto avrebbe vomitato. 


"Hey, ho portato i CD della seconda stagione di Hero Raising-" Il ragazzo biondo si interruppe quando incontrò lo sguardo di Tou- il suo sguardo. 


Non fece in tempo a sbattere le palpebre che si ritrovò un peso sullo stomaco e piume rosse in bocca. 


"Sei vivo!" 


"Non lo rimarrò per molto se non ti levi." 


Il ragazzo si sollevò e si sedette sul letto. Aveva uno stupido sorriso in faccia. Gli faceva venire voglia di sorridere a sua volta. 


"Ci conosciamo?" 


Un cinguettio indignato lasciò l'altro. Ah ovvio, era un pollo. 


"Sono la tua-" Si interruppe e agitó le ali. "...sono la persona che ti ha salvato." Il sorriso tornò e il pollo gli tese una mano. 


"Chiamami Hawks."


Non gli prese la mano e Hawks dopo poco la lasciò cadere. Si schiarí la gola e si passò la mano tra i capelli biondi. "Tu… tu sei?" 


"Non sai chi sono?" Alzò un sopracciglio. Non ci credeva. Doveva sapere chi era.


"Un piromane?" 


All'occhiataccia il pollo smise di ridere. 


"Ti ho trovato in un bosco mezzo morto. Mi hai chiesto di non portarti da 'loro'," Hawks fece le virgolette con le dita, "Non sapevo chi erano quindi ti ho portato a casa mia." 


"Hai un ospedale completamente attrezzato in casa?" Aveva alzato entrambe le sopracciglia ed era grato che non se le fosse bruciate. 


Il pennuto scrollò le spalle, facendo cadere un paio di piume sulle coperte bianche. Sembravano gocce di sangue. "I miei tutori verranno a trovarti presto. Non preoccuparti. Nessuno ti troverà qui." 


Prima di uscire Hawks gli lasciò i CD sul tavolino vicino al letto. 


+


Nei giorni successivi ricevette altre visite da Hawks. Guardavano una delle tante serie di cui Hawks era appassionato e mangiavano cose che in un vero ospedale non sarebbero mai state permesse.


"Perché diamine mangi quella roba?" Fece un cenno con la testa al cestino di pollo fritto che Hawks stringeva al petto come se si aspettasse che scomparisse da un momento all'altro. 


"Scusa? E tu cosa staresti mangiando?" Aveva la bocca piena e lui ci mise un po' per capire cosa avesse detto. 


"Ma io non sono un pollo."


Hawks gonfiò le piume delle sue ali in un gesto che non credeva fosse consapevole. "Falco." 


"Pollo." 


In risposta ricevette un grugnito esasperato. Hawks sembrò concentrarsi sull'episodio che trasmetteva la piccola TV in un angolo della stanza, ma il suo sguardo era distante.


"I miei non mi facevano mai mangiare queste cose, dicevano che non avevano soldi da butt- che costavano troppo…"


"Non sono care."


"No."


Si sistemò nel letto, resistendo all'impulso di grattarsi i punti in cui la pelle stava guarendo. Guardò Hawks e gli diede una leggera pacca sulla testa. Hawks si voltò con un'espressione mezza stupita e mezza interrogativa. 


"Neanche i miei." Lui scrollò le spalle. "I genitori sono degli stronzi."


Hawks fece un piccolo sorriso e finirono di vedere l'episodio. 


+


Dopo una settimana un'infermiera iniziò a cambiare le bende che ricoprivano le parti più sensibili dal suo corpo di mattina. Lui sospettava che prima lo facesse quando dormiva. Non era mai riuscito a coglierla sul fatto, però. 


Apparentemente le sue ferite stavano migliorando. Sempre più bende venivano rimosse e non sostituite e il numero di antidolorifici che gli facevano prendere diminuiva in modo costante. Ormai riusciva a rimanere cosciente per un giorno intero. L'infermiera lo informó che tra una settimana avrebbe potuto alzarsi dal letto e iniziare la riabilitazione. 


Lui non vedeva l'ora di potersi rimettere in piedi e andarsene da quel posto. 


+


Dopo due settimane dalla prima visita di Hawks due uomini in giacca e cravatta entrarono nella sua stanza. 


Uno di quelli prese la sedia che era al lato del letto, quella su cui di solito si sedeva Hawks, e la posizionò ai piedi del letto. Un vecchietto che camminava aiutato da un bastone venne fatto entrare nella stanza e si sedette sulla sedia. 


Si guardarono negli occhi per alcuni istanti. Lui non aveva mai visto questo tizio, era quasi certo che non lavorasse per suo padre. 


"Kento Asayama. È un piacere averti con noi." 


Lui sgranò gli occhi. Conosceva quel nome. La maggior parte delle volte che suo padre lo aveva nominato, era stato con irritazione e fastidio. C'era anche della soggezione nel suo tono e lui aveva l'abitudine ad appassionarsi a ciò che provocava timore a suo padre. 


Quest'uomo era il Presidente della Commissione degli Eroi per la Pubblica Sicurezza. 


Asayama sorrise alla sua reazione e passò il suo bastone all'uomo sulla sua destra. 


"Bene, Touya Todoroki, tu sai chi sono io e io so chi sei tu. Non dovremo sprecare tempo in ridondanti spiegazioni." Annuì come se stesse parlando da solo. 


"Non mi chiami in quel modo!" Si alzò a sedere con tanta forza che il tubo della flebo quasi gli si staccò dal braccio. 


"Oh?" Il vecchietto inclinó la testa, "E come dovrei chiamarti?" 


"Come le pare, ma non in quel modo. Quello non è il mio nome." Strinse le lenzuola con le mani, sforzandosi di mantenere il controllo e di non mandarle a fuoco. L'allarme anti-incendio era molto fastidioso. 


"Molto, molto bene." Asayama annuì di nuovo tra sé. "Ci stai risparmiando un bel po' di lavoro."


"Cosa intende?" 


"Sono qui per farti una proposta, ragazzo. Suppongo tu sappia in che condizione ti trovi."


Assottigliò la sguardo e annuì. 


"C'è grande potenziale in te e sarebbe un peccato sprecarlo, non trovi? Ti proponiamo di partecipare a un addestramento focalizzato sulla tua tipologia di quirk e, dopo il diploma, ti garantiamo un posto come agente alle nostre dipendenze." Il vecchio si alzò e, recuperato il bastone, si avvicinò zoppicante al letto. 


Lui sapeva di non avere molte alternative. Se non avesse accettato lo avrebbero rimandato da suo-


"E mio… Endeavor?" Mantenne la voce ferma e si sarebbe dato una pacca sulla spalla se solo l'avesse potuta sentire. 


"L'eroe numero due è in lutto per la perdita del figlio maggiore. Una tragedia." Un lampo di divertimento passò negli occhi del Presidente e il ragazzo quasi rabbrividí. 


"... accetto." Una volta diventato più forte sarebbe potuto scappare. 


Ricevette un cenno col capo in risposta. Prima di uscire dalla porta il Presidente si fermò e senza voltarsi gli disse. 


"Vedremo di risolvere la faccenda del tuo nome."


+


"Dabi…?" Hawks rise tanto forte da minacciare il corretto funzionamento suo udito. 


"Invidioso perché il mio nome non sembra quello di uno spogliarellista?" 


Hawks si mise a sedere sul letto, con il sorriso che riservava ai suoi tutori piantato in faccia. "Vuoi prenotare uno show privato?" 


"Cretino."


Dabi gli diede un calcio, ignorando il pigolio indignato che ricevette dal proprietario della gamba. 


"... quindi hai accettato." 


"Diciamo di sì." Non gli chiese come faceva a saperlo. Se qualcosa succedeva alla Commissione, Hawks lo sapeva. Valeva ovviamente anche il contrario. 


"Farò l'addestramento. Per il dopo si vedrà." 


Se gli avesse regalato due milioni Hawks non sarebbe potuto essere più felice. 


"Preparati a farti battere." 


"Non ci contare, uccellino."




_______

Note: Helloo, ecco il continuo di questa AU partorita alle 2 di notte xD

Non so bene quanto sarà lunga, anche perchè era nata come oneshot ma ho tante idea carine in mente!

Un super grazie alla mia pen-pal che mi sostiene attraverso questi scleri <3<3



   
 
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