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Autore: Mitsuki no Kaze    08/08/2021    1 recensioni
[Modern + Reincarnation AU - ZhonVen + Multishipping - Possibile aumento di rating]
Dal testo:
"Sta lì, fermo, a rimirare la scultura. Rappresenta un fanciullo con le mani a coppa davanti al viso, come se tenesse nei palmi giunti un uccellino e lo stesse spronando a volare.
Zhongli lo osserva per ore.
[...]
La sua espressione si distende e torna a occhieggiare la fotografia rappresentante l'iconografia del suddetto dio. È un uomo seduto in una sorta di trono, il volto celato da un cappuccio e in un mano aperta, sul palmo regge un cubo."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Venti, Zhongli
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
 

– Non mi aspettavo volessi organizzare un altro appuntamento così presto – ridacchia Venti dal sedile del passeggero.
– Mi sento ancora in colpa per non averti risposto dopo la prima sera – risponde Zhongli al volante. – Mi piace la tua compagnia e voglio dimostrartelo... prendendo l’iniziativa – aggiunge un po’ titubante, sperando di ricordare esattamente le parole di Ningguang quando le aveva proposto la sua idea.
Nota con la coda dell’occhio che il sorriso del giovane al suo fianco si fa più largo e gli sembra quasi che sia arrossito.
– Allora dove mi stai portando di bello? Sembra qualcosa di particolare an– chiede occhieggiando la strada fuori dal finestrino, forse cercando un locale che può riconoscere.
– È una sorpresa – risponde l’uomo e sente nello stomaco un gorgoglio di orgoglio.
– Oooh – modula Venti. – Stai davvero diventando intraprendente, potrebbe piacermi questa cosa! –
E questa volta è il turno di Zhongli di arrossire.
Parcheggia l’auto nei pressi del locale, dovranno comunque fare qualche metro a piedi ma non sembra che a Venti dispiaccia.
Al momento di attraversare la strada, gli poggia una mano sulla schiena, come ad accompagnarlo lungo la carreggiata. Un gesto forse banale ma che gli è venuto spontaneo, come tenerlo vicino a sé potesse in qualche modo proteggerlo.
Davanti all’insegna del locale, Venti è molto più che sorpreso.
L’insegna del Cat’s Tail, il cat café di Mondstadt, sembra farsi beffe di lui – aveva davvero sperato in un appuntamento tranquillo con Zhongli? Illuso.
L’uomo vede che sta lì impalato davanti al locale e occhieggia nella sua direzione.
- Ti piace? – che chiede con un sorrisetto timido sul volto, gli occhi colmi di aspettativa.
Lui ridacchia per dissimulare il suo vero stato d’animo.
- Come mai hai pensato proprio a un cat café? –
Il suo sorriso si fa ancora più sicuro.
- Per come parli di Paimon mi sembra proprio che ti piacciano i gatti. –
E Venti non ha il cuore di infrangere i suoi sogni e mandare a monte un altro appuntamento.
- Ti dispiace entrare prima tu e prendere il tavolo? Io faccio una telefonata e arrivo – gli dice continuando a sorridere, indicando con un cenno del capo l’ingresso.
Zhongli si limita ad annuire, anche se la sua espressione è leggermente mutata. Riesce al leggere un minimo di sospetto, forse teme che stia contattando Kaeya e Diluc per venire a salvarlo. Non appena il moro entra nel locale e gli dà le spalle, Venti fruga in maniera quasi rabbiosa nello zaino.
Ne estrae un blister di pillole e lo bacia, ringraziandolo della sua presenza. Fortunatamente le aveva tenute lì di scorta quando era andato dai gemelli.
Ne inghiotte una e temporeggia ancora un po’ sul marciapiede, gettando occhiate nervose all’orologio. All’antistaminico servono tra i quindici e i trenta minuti per iniziare a fare effetto, ma quelle maledette lancette non ne vogliono sapere di girare.
Si volta un attimo verso il locale e vede Zhongli al tavolo che picchetta un dito sul tavolo e si guarda intorno. Poi si porta una mano alla testa e un suo piede comincia a battere ritmicamente a terra.
Venti guarda per l’ultima volta l’orologio, impreca ed entra nel Cat’s Tail. Si farà bastare dieci minuti.
~

Qualcosa è andato sorto. Zhongli ha perfettamente capito che la storia della telefonata è una scusa bella e buona ma non sa come gestire la situazione.
Le due volte precedenti erano state dei disastri per motivi diversi e sperava con tutte le sue forze che il terzo appuntamento sarebbe stato quello buono.
Aveva fatto del suo meglio per far andare bene le cose: scegliere un locale che con buone probabilità piacesse a Venti, decidere di vedersi nel pomeriggio per rendere la cosa meno formale e in generale dimostrarsi interessato.
Ningguang aveva insistito proprio su quello. “Ti piace? Ti interessa? Allora dimostraglielo.”
Aveva deciso di invitarlo di nuovo e aveva in mente di chiedergli di raccontagli qualcosa di sé, per poterlo conoscere meglio.
Ma era evidente che Venti stesse prendendo tempo. Lo vedeva fuori dal locale, dalla vetrina, che non ha in mano il telefono ma sta cercando qualcosa nello zaino. Non riesce a vedere cosa ha estratto e questo lo mette ancora di più in agitazione.
Forse si è proprio sbagliato a pensare che a Venti potesse piacere un cat cafè, che è un luogo di ritrovo per adolescenti. Forse ha frainteso il suo essere giovanile e adesso crede che lo consideri infantile.
Un leggero mal di testa comincia a premergli sulle tempie e porta una mano al capo come se potesse alleviare il dolore.
Non sta più guardando la vetrina - vuole evitare di vedere la sagoma del giovane allontanarsi a gambe levate o defilandosi discretamente -, quando sente le porte scorrevoli muoversi e Venti gli si para davanti, prendendo posto dall’altro lato del tavolo.
Non è scappato.
~
Deve fare in modo di non prendere gatti in braccio. Ce la può fare. Per il momento ha solo gli occhi po’ umidi e il naso gli pizzica, segno che l’antistaminico sta facendo effetto. Può farcela.
Avrebbe tanto voluto ordinare una cioccolata corretta al rum – l’alcool lo aiuta sempre a superare i momenti difficili – ma farebbe a pugni con la medicina, quindi si accontenta di una con i marshmallow. Zhongli davanti a lui ha optato per un tè Jie.

Lo aveva visto molto demoralizzato quando era ancora fuori ad aspettare il tempo di azione della pillola, adesso sembra più sollevato. Azzarda a dire che ha gli occhi lucidi ma gli sembra un po’ strano. Era davvero così preoccupato della sua reazione di pochi minuti prima?
Stanno recuperando un minimo di tranquillità, l’appuntamento salvato dal quasi deragliamento riprende la sua prosecuzione a bassa, ma sicura, velocità.
Zhongli recupera sicurezza e gli chiede se ha sempre vissuto a Mondstadt e lui è ben felice di parlare di sé e lo accontenta senza troppe remore. È giusto che si inizino a conoscere meglio, se vogliono vedere dove li porterà quella relazione, e per farlo devono cominciare ad aprirsi, a raccontarsi fatti più personali.
Conversano serenamente in attesa delle loro ordinazioni, Venti tira solo un po’ su con il naso, quando le porte del locale si aprono di nuovo e un chiacchiericcio femminile fa il suo ingresso nel cat café.
Il musicista riconosce le voci e rabbrividisce.
– Ma guarda che micetto in aspettato troviamo qui! – esclama una voce melodiosa.
Il giovane non può fare altro che voltarsi e affrontare quell’altro problema.
Davanti al loro tavolo ci sono due sue amiche, Jean e Lisa, ma avrebbe decisamente preferito non incontrarle quel giorno, in quel luogo mentre è in compagnia di Zhongli.
Lisa, che ha parlato poco prima, non aggiunge una parola. Si limita a fissarlo, nel suo tallieur viola e bianco, con sguardo pettegolo.
– Che ci fai qui, Venti? – chiede Jean e lui percepisce una nota di preoccupazione nella sua voce, perché lei sa della sua allergia.
– Appuntamento – risponde a denti stretti, indicando prima con il capo Zhongli poi il resto del locale, una chiara richiesta di allontanarsi e lasciarli soli.
Richiesta che Lisa ha perfettamente colto ma che non ha intenzione di soddisfare.
– Vedo che sei in compagnia di un gran bel gattone, complimenti – commenta rivolgendo la sua attenzione all’uomo.
Zhongli a quel punto china il capo e si presenta.
– Piacere di conoscervi, signore. –
Jean sorride di rimando, Lisa ghigna.
– Già, è il mio micio, giù le zampe – ribatte Venti piccato.
La donna questa volta ride e allunga un braccio attorno alla vita dell’altra, facendola arrossire.
– Non ti preoccupare gattino, ho già la mia micetta a cui badare. Buon divertimento. –
E dopo un occhiolino di Lisa, girano sui tacchi e si allontanano.
~
 Dopo quel particolare incontro con le amiche di Venti il pomeriggio procede senza intoppi. Arrivano le loro ordinazioni e la conversazione si sposta su antichi strumenti di Liyue che Zhongli non vede l’ora di mostrare a Venti. Si rende conto troppo tardi di essersi lanciato in un lungo e probabilmente noioso monologo in cui gli spiegava la differenza tra Erhu, Jinghu e Sihu e quando lo realizza si ammutolisce.
– Scusa, probabilmente non ti interessa – mormora mortificato.
– Sì, invece - gli sorride. – Sei molto appassionato quando parli di queste cose, è bello ascoltarti. –
Zhongli si sente arrossire e nota che Venti ha gli occhi lucidi e tira su con il naso, forse davvero è riuscito ad emozionarlo parlando dei violini tradizionali cinesi?
Pur sollevato da non aver infastidito il giovane davanti a lui, ha comunque dimenticato laregola numero uno di Ningguang, quindi doveva rimediare.
– Non vuoi prendere in braccio un gatto? O andarci a giocare? –
Venti quasi si strozza con la cioccolata che sta bevendo e comincia tossire in maniera piuttosto violenta, sembra quasi non riesca a respirare.
– Stai bene? – gli chiede preoccupato.
Il musicista annaspa un po’, poi riprende a respirare meglio ma non benissimo.
– Sto bene, mi è andata la cioccolata di traverso. –
Vede che ha qualche lacrima impigliata tra le ciglia e istintivamente prende il suo fazzoletto dalla tasca.
– Aspetta, avvicinati – si sporge sul tavolo, poggiando una mano sulla guancia destra di Venti e gli asciuga delicatamente il viso.
I loro volti sono vicinissimi e se ne accorge quando il respiro affannato del giovane gli solletica il naso.
Le sue iridi sono fisse nelle proprie e mentre gli stava tamponando gli occhi era rimasto immobile.
Ora si sporge anche lui nella sua direzione, riducendo il minimo spazio che li separa.

Venti ha chiuso gli occhi.
Sa cosa sta per succedere, lo sente nello stomaco che si sta attorcigliando, nel cuore che batte furiosamente nel petto.
Non sa come comportarsi ma sente che abbassare le palpebre è la cosa giusta da fare e lo fa, senza pensarci troppo.
L’ultima cosa che vede è un gatto che salta in grembo a Venti.
Starnutisce, prima ancora di sentire il gatto sulle gambe.
~
Starnutisce quasi contro il petto di Zhongli.
Poteva andare peggio. Poteva farlo contro la sua faccia, ma fortunatamente ha istintivamente abbassato la testa.
Un attimo dopo il naso comincia prudergli, lo sente bruciare, segno che una nuova raffica di sternuti sta per arrivare.
Deve. Uscire. Da. Lì.
Scatta in piedi, il gatto gli cade dalle gambe e scappa via miagolando offeso.
Si avvia a grandi falcate verso la porta scorrevole ed esce fuori, respirando a pieni polmoni l’aria della città. Per quando piena di smog gli sembra aria pura di montagna, a confronto di quella del cat café dove si sentiva soffocare.
Non sa quanto tempo sta sul marciapiede, sa solo che ha svuotato mezzo pacchetto di fazzoletti quando gli starnuti si calmano e Zhongli lo raggiunge.
– Ti senti male? - gli chiede.
È pallidissimo in volto e Venti si rende conto di averlo piantato in asso al tavolo.
– Io… sto meglio ora – risponde, tirando ancora su con il naso. – Scusa se sono scappato così, ma non potevo più stare lì dentro. –
– Scusami tu, ho esagerato con la storia del fazzoletto – risponde a sua volta.
Il musicista riesce a vedere gli ingranaggi nella testa di Zhongli che lo hanno portato alla risposta sbagliata e gli stanno facendo accumulare sensi di colpa.
– Non è colpa tua – lo tranquillizza. – Sono solo allergico ai gatti. –
Zhongli sgrana gli occhi. Poi si volta verso il cat café, poi ancora torna a guardare Venti.
– Perché non me lo hai detto subito? –
Il musicista abbassa lo sguardo.
– Perché non volevo che questo appuntamento fosse un disastro come gli altri due – spiega mogio mogio. – Ho preso un antistaminico prima di entrare e alla fine stavo resistendo, se non fosse stato per quel gatto che mi è saltato in braccio proprio sul più bello – conclude gonfiando le guance.
Zhongli sorride e arrossisce. Il fatto che abbia utilizzato l’espressione sul più bello per definire il loro quasi-bacio lo imbarazza un po’ ma contemporaneamente nutre il suo ego.
E poi è davvero felice di sapere che anche Venti stia facendo il possibile - forse anche troppo - per far funzionare le cose tra di loro.

 
Angolo Autrice: Visto che ero prossima alle tre settimane di assenza, ho deciso di aggiornare la fanfic :) Anche perché domani parto per le vacanze quindi avrei protratto l'assenza per parecchio :'D in questo capitolo la mia vittima è Venti e mi diverto fin troppo a giocare con questi piccoli inconvenienti xD Siamo verso la chiusura di questo primo arco narrativo, spero vi stia piacendo e non annoioando troppo :')
Grazie per la lettura e spero vogliate lasciarmi un parere 
🧡
Un bacione e a presto!
~ Sel


 
   
 
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