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Autore: Saruwatari_Asuka    10/08/2021    1 recensioni
"L’urlo disumano straccia il silenzio di piombo calato sull’intera sezione A della Yuuei.
Un grido che a sentirlo altrimenti avrebbe fatto accorrere una frotta di Eroi, poliziotti, giornalisti e semplici curiosi.
Bakugō Katsuki serra il pugno.
Prova il bisogno fisico di far andare in frantumi qualcosa. Qualunque cosa.
E la frustrazione devastante di non poterlo fare.
Ma c’è di peggio.
Bakugō Katsuki nel corpo di Yaoyorozu.
Se esiste un Dio, e inizia a dubitarne seriamente a questo punto, sarebbe bene gli tiri addosso un meteorite all’istante.
Perché non potrà garantire delle sue reazioni da qui in avanti."
{Storia a 4 mani. Asuka e Anya_Tara.}
{KiriMina; ShinOji; KamiJirou; TodoMomo; Kacchako; MidoMelissa}
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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38. ...O forse no?

 

 

 

Prima delle lezioni,Midoriya, appena visto tutti i compagni di classe finalmente al loro posto, non aveva neanche finito la colazione. Appena Aizawa aveva lasciato la sala, lui era corso via.

Doveva vedere All Might e adesso è lì, davanti al suo ufficio, sperando che Melissa non sia lì.

Non che non volesse vederla prima della sua partenza, tutt’altro, non vede l’ora di vederla e gli dispiace l’idea di doverla salutare proprio adesso, ma ha bisogno di parlare con All Might di quello che è successo.

E lei non sa dell’One for All.

Quando entra nell’ufficio, però, lei è lì. È seduta sul divanetto e beve il tè, parlando con lui.

Midoriya diventa subito rosso come un peperone, “B-b-buongiorno, Melissa-san!”

“Deku-san!” esclama anche lei, “Ti stavo aspettando! Sono così felice che tu sia passato di qui, temevo di dover aspettare la fine delle lezioni per vederti!”

“Ah. A-anche io sono felice e…”

“Ho saputo che tutto sta tornando normale! Sono felice che non ci sia bisogno di nuovo di qualche macchinario, visto che io e Hatsume stavamo andando alla cieca! A questo punto, in effetti, presto tornerò a casa…” mormora Melissa dopo un po’ “E vorrei…insomma, dopo le lezioni, ti va di passare il pomeriggio con me, Midoriya?”

“Ma…ma certo che sì! Sì sì certo! Volentieri, M-Melissa-san!”

“E’ fantastico! Allora vado subito a finire di preparare i bagagli. Così dopo sarò libera! Zio Might, noi ci vediamo dopo, giusto?”

“Sì, certo, Melissa. Ho lezione solo per le prime due ore, oggi.”

“Perfetto!”

 Melissa lascia la stanza come un uragano, non così felice di dover tornare a casa, ma euforica all’idea di avere per tutto il pomeriggio Midoriya per sé.

Sa già che non faranno molto, forse parleranno e basta. Lei spera di scoccargli un altro bacio, prima di partire.

 

Una volta soli, comunque, Midoriya si volta verso All Might che gli fa cenno di sedersi.

Sa bene di cosa vuole parlare, ha visto Aizawa quella mattina e sembrava furioso, quindi l’ha fermato e hanno parlato brevemente. Gli è bastato per capire.

Per questo, quando passa la tazza di tè a Midoriya gli rivolge un gran sorriso.

“Ho saputo che è tornato tutto normale, giovane Midoriya! Devi essere felice!”

“Sì, lo sono,” annuisce Midoriya, con un sospiro, “E’ solo che…”

“Che?”

“Beh, non capisco. Il predecessore aveva detto che tutto dipendeva da chi si era scambiato, e non da me, giusto? Eppure la situazione non è migliorata. Anzi, volendo è peggiorata. Penso che ci siano problemi anche fra Shinsou-kun e Ojiro-kun, quindi non vedo come possano aver chiarito con Kaminari-kun. Senza contare Kacchan,” sospira, “E quello che ha fatto a Ojiro-kun. E sono proprio i loro corpi ad essersi scambiati. Capisco meglio Momo e  Ashido. Ma non ha senso.”

“In effetti, è strano. Ma tu sei certo di sapere le dinamiche fra loro? Forse i problemi di cui dovresti tener conto sono quelli del primo scambio, calcolando che il secondo è stato indotto da Melissa e Hatsume-san.”

Midoriya ci pensa un attimo. Forse, effettivamente, All Might non ha tutti i torni.

Lo scambio inziale è avvenuto solo per colpa sua. Ma successivamente chi non è tornato normale era chi si portava ancora gli strascichi di quello che era successo precedentemente.

Ovvero Momo, Kacchan e Ojiro con Kaminari a causa di Shinsou.

Non capisce Ashido che c’entri, in tutto questo, ma di sicuro Momo e Bakugou, da quando Momo è finita nel suo corpo, si sono molto avvicinati. Dopo per altro che lui è stato nel corpo di lei, creando non pochi problemi al povero Todoroki.

E proprio la sera dopo l’incidente con il corpo di Ojiro, tutti sono tornati normali.

Non può essere una coincidenza.

Ma Ojiro e Kaminari, allora? Non che a lui risulti che i due abbiano litigato. Forse, i problemi con Shinsou che ha notato persino uno come lui sono nati proprio dal fatto che i due si sono riavvicinati? Qualsiasi cosa fosse successa, che lui non sa.

O forse il discorso è molto più semplice di così.

Bakugou aveva problemi con tutti, e questo scambio invece gli ha permesso di avvicinarsi, che lui lo volesse ammettere o meno, a più di una persona.

E poi, ci sono Kaminari e Jirou, che non ammettevano i loro sentimenti e che adesso stanno insieme. Grazie a Ojiro.

Lui è tornato nel suo corpo a causa del quirk, che è il suo.

Jirou deve aver fatto pace molto più in fretta con se stessa e con quello che prova di quanto l’abbia fatto Kaminari.

Ecco perché sono tornati solo loro due, e non tutti.

E il secondo scambio ha complicato le cose, ma i problemi sono rimasti gli stessi.

Quindi è ovvio pensare che avvicinandosi tanto a Momo da allenarsi con lei, Bakugou abbia risolto una parte della sua asocialità.

E allontanando Shinsou –forse, forse hanno solo discusso, forse se l’è sognato, non ha chiesto informazioni, in verità, non gli sembrava il caso- Ojiro è riuscito a mettersi il cuore in pace anche con Kaminari.

E Kaminari stesso ormai sta con Jirou, e di sicuro ora è sereno.

E Ashido? Lei è l’unica che proprio non si spiega, che è finita in mezzo forse puramente per caso. Che forse non sia potuta tornare nel suo corpo per colpa sua, visto che è con lui che si è scambiata all’inizio? E quindi, supponendo questo,  il fatto che lei sia tornata normale è dovuto al fatto che lui sta cercando di allenarsi, cercando di non creare più problemi.

Visto da questo punto di vista, può immaginare che le cose siano andate effettivamente così, anche se in verità non lo sa e non lo saprà mai. Come potrebbe? Non è nella testa di nessuno di loro e non conosce i loro dilemmi personali.

“Forse hai ragione, All Might. Immagino comunque che l’unica cosa che conti sia che tutto è tornato normale.”

“Esatto, giovane Midoriya. Tutto è bene quel che finisce bene. E cerchiamo di evitare che il giovane Bakugou lo scopra.”

Midoriya, solo a quell’idea, rabbrividisce, “Kacchan mi ucciderebbe.”

“Rimarrà un segreto fra me e te.”

“S-sì. Assolutamente.”

 

--

 

A lezione quella mattina Bakugou non è in classe.

E sembra strano a tutti, perché ha partecipato nel corpo di qualcun altro, adesso che è finalmente tornato nel suo è assurdo che si sia dato alla macchia, perdendo preziose ore di lezione.

Quindi, esattamente cosa sta succedendo?

Kirishima, il più vicino a Bakugou da sempre dopo Midoriya, non sa nulla. E nemmeno Midoriya stesso.

Quando Aizawa entra in aula, però, è palese che qualcosa sappia. Guarda il banco di Bakugou, sospira, e poi fa l’appello saltando il suo nome, senza chiedere dove sia.

È chiaro a tutti che Aizawa sappia.

E se Aizawa sa, non sono buone notizie. Non lo sono affatto.

È per questo che Kirishima si fa prendere quasi dal panico, e a nulla servono le parole di conforto o le manine di Mina strette nelle sue.

Persino Ojiro è un po’ a disagio, mentre di tanto in tanto si gira a fissare il banco di Bakugou. Che c’entri lui? Ha la sensazione di sì, o più che altro quel gesso che lo rende così impacciato nei movimenti.

Ne ha maggior conferma quando torna in dormitorio, da solo, perché il resto della classe è in palestra per l’ultima ora di allenamento ma lui, tanto, per quel giorno, deve rinunciarvi. Sperando che Recovery torni il giorno successivo, ovviamente.

Quindi saltella con le stampelle fino alla sua stanza, usando ovviamente l’ascensore, ma fuori dalla porta c’è Bakugou.

Di tutti quelli che si sarebbe aspettato.

Eppure, per un qualche motivo si mette subito sulla difensiva.

“Che vuoi?” esclama, forse un pelo troppo eccessivo, “Levati. Faccio già fatica senza che mi stai in mezzo alla strada.”

Bakugou si scosta.

Si. Scosta.

Ojiro quasi non cade per la sorpresa. E Bakugou addirittura lo afferra quando lo vede traballare.

Lo aiuta.

“Ti…ti senti bene, Bakugou? Non…non mi dici che non devo darti ordini?”

Bakugou gli molla subito il braccio e infila le mani nelle tasche dei pantaloni. “Non devi darmi ordini a cazzo, infatti.”

“Ah. Ecco.”

“Però ero in mezzo.”

Ojiro sente il bisogno di sedersi, “Ossignore, allora è grave. Forse Recovery deve venire prima da te.”

“Non dire cazzate.”

“Ma…”

“Senti non rompermi i coglioni e fammi parlare che perdo il filo.”

Ojiro annuisce. Ora lo riconosce un po’ di più.

Anche se gli sembra comunque strano, ecco.

“Non volevo usare il tuo cazzo di corpo come se fosse il mio. Ad essere onesti, ho avuto la sensazione che anche tu fossi piuttosto sfrustrato, ed è vero che non so usare quella cazzo di coda di merda, ma ci sono stato attento. Non pensavo che potesse succedere quello che è successo. Non volevo fare altro che un po’ di ginnastica per bene, e mi sembra che il tuo corpo ci sia abituato eccome. Come facevo a sapere che sarebbe successo il delirio!? E non ho nemmeno avuto tempo per dirlo a nessuno, cazzo, perché è successo tutto tardi e troppo in fretta! E che diamine! Quindi…”

“Stai cercando di scusarti?”

“Non interrompermi!”

“…s-scusa.”

“Non sono così coglione da farmi influenzare da maschio e femmina! Delle cose che non sono mie ho rispetto a prescindere! Pensavo solo che potesse essere più semplice in un corpo simile al mio che a uno con quel peso del cacchio sul davanti e…e tutto il resto,” finisce in un brontolio, ma è ovvio si stia riferendo al ciclo, “E poi se non lo facevamo Yaoyorozu sarebbe comunque esplosa in classe, o chissà dove, magari si sarebbe fatta più male ancora da sola. Conosco il mio corpo.”

Bakugou a quel punto tace. E anche Ojiro, che cerca di raccimolare tutto quello che ha scoperto.

In effetti, dal suo non esattamente lineare punto di vista, Bakugou non ha fatto niente di male. Ha cercato di aiutare Momo. E se stesso, anche, ma quello è normale, in fondo.

“Avresti dovuto chiedermelo. Avrei detto di sì.”

“E quindi non sarebbe cambiato un cazzo, no?”

“Sì, invece. Sarebbe cambiato che non avresti fatto la parte dell’irrispettoso di turno. Che ti avrei coperto, e non sarei stato così arrabbiato. Non sarei sceso a colazione, mi sarei inventato una scusa e Aizawa non mi avrebbe visto. Ti ha messo in  punizione, vero? È per questo che non eri a lezione?”

“Mh.”

“Va bene. Se stavi cercando di chiedermi scusa, ti perdono, Bakugou. A patto che tu me lo dica.”

“E’ quello che ho fatto.”

“No. Ci hai girato intorno. Non è chiedere scusa, quello, diamine! Anche se volevi aiutare Momo, mi hai massacrato. Era il mio corpo e non me l’hai nemmeno chiesto!”

“Ma se hai appena detto che avresti detto di sì!”

“Ma non me l’hai chiesto, cazzo!”

Bakugou per un attimo tace. È la prima volta che lo sente usare certe parole. Per un attimo ghigna.

Poi sospira. Cazzo, è dannatamente difficile. Neanche a quel coglione di nerd ha mai chiesto scusa, ancora.

Fanculo.

“Mi dispiace.”

E di solito non basterebbe. Insomma, difficile dire che non sia una presa per il culo.

Ma Bakugou non chiede scusa nemmeno per finta.

Se lo ha fatto, è sincere. Ojiro crede di conoscerlo almeno un poco, ormai.

Sorride, “Perdonato. Ma la prossima volta ricordati che anche se credi di saper usare una cosa che non è tua devi comunque chiedere al legittimo proprietario!”

“Non farmi la cazzo di romanzina anche tu, scimmione del cazzo!”

“Ma sono le basi dell’educazione!” sospira Ojiro, scuotendo il capo.

È più difficile del previsto avere a che fare con Bakugou, da quando tutto questo è successo, eppure allo stesso tempo più semplice. Perché è vero che è molto più nervoso, e risponde peggio che mai, ma ha imparato ad ascoltare.

Si è dimostrato più educato e rispettoso del previsto, a voler essere onesti.

Anche se in un modo molto alla Bakugou.

“Tanto ormai è tardi,” borbotta Bakugou mentre lo supera per avviarsi verso le scale.

Ojiro incline appena il capo, ci mette un po’ a girarsi e quando lo fa Bakugou è già sceso di due scalini. “Tardi per cosa? Bakugou?” lì per lì non gli risponde, ma si ferma. Aspetta che lo raggiunga con la lentezza che lo caratterizza adesso.

Ma non si gira. “Sono espulso.”

“Cosa?!”

 

Kirishima fa le scale a due a due, ma quando arriva nella stanza di Ojiro e bussa non risponde nessuno.

Ha provato anche nella stanza di Bakugou, ma ovviamente anche se era dentro lui non ha risposto affatto. Immaginava non l’avrebbe fatto.

Ha parlato con Aizawa, e lui non ha rivelato assolutamente niente, anche se ha insistito.

È stato Ojiro a scrivergli, invece, dicendogli che Bakugou gli ha detto che Aizawa l’aveva cacciato. Per questo sperava di trovarlo in camera, ma non c’è.

Non può  crederci che Bakugou sia stato esplulso.

È assurdo.

È sempre stato uno studente problematico, più di altri di certo, ma non merita l’espulsione per quello che è successo.

Non se lo merita.

“Shinsou!”  sbotta quando lo vede, quasi in panico, “Dov’è Ojiro? L’ho cercato dappertutto ma non lo trovo da nessuna parte, accidenti!”

“E perché dovrei saperlo io?”

“Eh? E scusa e chi se non…oh,” Kirishima prende il cellulare, legge in fretta il messaggio, annuisce a sè stesso, “E’ da Todoroki,” gli dice come se credesse fosse giusto dirglielo, poi corre via.

E lo lascia lì. Shinsou rimane a lungo interdetto.

Perchè Ojiro è da Todoroki? Non che sia più un suo problema, a conti fatti, perché non lo è più. Lo sa.

Ma perché da Todoroki?

Il modo in cui si stanno comportando è così sospetto! O forse è lui che vede cose che non esistono?

Eppure, ai suoi occhi ci sono eccome.

Dovrebbe preoccuparsi di che cosa sta succedendo, perchè sembra ci sia un po’di trambusto e lui non ha diritto, lo sa, non ha più alcun diritto su Ojiro. Ed è colpa sua.

Ma gli fa comunque rabbia.

 

In camera di Todoroki Kirishima arriva di corsa.

La porta è aperta, evidentemente lo stavano aspettando, quindi entra trafelato.

Non si chiede nemmeno perché Todoroki sia lì e non con Momo. O perché Ojiro sia lì, poggiato al muro e la gamba gessata ben tesa.

“Ragazzi! Che cosa vuol dire il messaggio che mi hai mandato?!”

Ojiro sospira, “Sei stato da Bakugou?”

“Non mi ha fatto entrare. Ma c’era, perchè sentivo rumori.”

“Prima Bakugou è stato da me. Mentre vi allenavate. Mi ha chiesto scusa. Beh, a modo suo,” spiega Ojiro.

Questa volta è Todoroki ad annuire, “Bakugou non l’ha fatto con cattive intenzioni.”

“Lo so,” sorride Ojiro, “L’ho capito. Aizawa-sensei no, però, perché mi ha detto che l’ha espulso.”

Kirishima si lascia cadere sulle ginocchia, le mani fra i capelli, molto vicino alla disperazione.

“Non se lo merita! Non sarà il migliore del mondo, lo so, però…”

“Sta migliorando pian pianino,” ridacchia Ojiro, “Comunque, volevo andare a parlare con il professor Aizawa. Visto che è stato cacciato per me, forse se mi invento qualcosa potrebbe chiamare idea.”

“Non credo che Aizawa potrebbe cambiare idea.”

“Perché no! Sarebbe ragionevole pensare che ha esagerato un po’!”

“Aizawa è famoso per espellere la gente,” fa Todoroki, “Ricordate il primo anno?”

“Sì ma poi vengono spesso reintegrate,” nota anche Kirishima, “No? O non esisterebbero le classi successive alla nostra.”

“Comunque sia, io ci vado domani, dopo essere stato da Recovery,” afferma Ojiro, “Magari se mi vede intero gli migliora l’umore.”

“Vengo anche io! È il mio migliore amico!”

“Vorrei venire anche io,” mormora Todoroki.

Ojiro ridacchio, “Sono venuto qui apposta! Anche per chiederti se potevi dirlo a Momo.”

“Sì. Ci penso io.”

“Quindi avete chiarito?”gli chiede Mashirao, aprendosi in un gran sorriso quando Todoroki annuisce.

“Abbiamo parlato. È stato più semplice…di quanto pensassi.”

“Mi fa piacere!”

 

--

 

Todoroki era stato da Momo l’attimo dopo aver lasciato la stanza di Ojiro, quella mattina, prima delle lezioni.

Quando è arrivato, ha incrociato appena Uraraka e la sua cera non gli è sembrata della migliori, sembrava particolarmente giù di tono, ma ha fatto finta di nulla ed è andato comunque a bussare alla sua fidanzata.

L’ha trovata che stava ancora leggendo il messaggio che le aveva mandato la sera prima con l’aiuto di Bakugou e che non poteva aver letto prima perché dopo lo scambio avvenuto di notte non aveva con sé il suo cellulare.

“E’ vero quello…che mi hai scritto?”

Todoroki fa mente locale, ricorda bene tutte le parole dettate da Bakugou e trascritte da lui. Annuisce subito, “Ogni singola parola.”

“Oh Shoto, io…” Momo sospira pesantemente, “Capisco il motivo per cui mi hai sgridata, ieri. Mi dispiace così tanto, per Ojiro-kun! Ma…”

“Ma?”

“Ma io non sapevo che cosa fare! Ero così arrabbiata, e frustrate, e triste, E il corpo di Bakugou sembrava così…così…”

“Così?”

Momo lo guarda. Sospira, “Beh…Teso. Quanto me. E non riuscivo a sopportarlo.”

Todoroki annuisce, “Credo che sia colpa mia se stavi così. Mi dispiace molto, Momo. Il fatto è che io…che nemmeno io sapevo bene come comportarmi, in quella situazione. Prima, dovevo proteggerti. Poi…poi…”

“Poi era Bakugou quello che aveva bisogno di aiuto, vero?”

Todoroki tace. Potrebbe dire che la verità era che non sapeva come gestire la sua ragazza proprio nel corpo del ragazzo a cui si era avvicinato tanto e in fretta, a causa di quella situazione. Stava iniziando a conoscerlo e vedere Momo dentro di lui l’aveva destabilizzato.

“Forse è stato quello. Io non sono bravo in queste cose, lo sai. A parlare con gli altri e a interagire e…e questa situazione mi ha messo in crisi. So che era così anche per te, ma eri in mani migliori con Uraraka, io credo. Però adesso sei tornata, e…e mi manchi.”

Momo si asciuga gli occhi, annuisce, si allunga a prendergli la mano e la stringe. È stata così stupida a dubitare di lui. Uraraka aveva ragione, glielo ha detto in tutti i modi. Avrebbe dovuto ascoltarla.

“Saresti venuto anche se non fossimo tornati ognuno nei propri corpi, vero Shoto?”

“Ma certo che sì. Stavolta sì.”

“Meno male,” singhiozza lei, “Sono così felice.”

“Possiamo…stare un po’insieme? Non abbiamo molto tempo prima delle lezioni ma…dopo. Alla pausa pranzo?”

“Ne sarei…ne sarei felice, Shoto,” sussurra lei, avvicinandosi a lui di un passo. Shoto tentenna appena, la guarda stretta nelle spalle e in lacrime. E alla fine l’abbraccia, carezzandole i capelli.

   
 
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