Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    20/08/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11-7: Abraxas [2-2]

 


"Un soldato deve seguire gli ordini che gli vengono dati."
"Un soldato deve proteggere la sua gente a ogni costo."
"Per un soldato, dare la propria vita per la sua patria è un onore."


Queste regole mi furono inculcate fin da quando ho memoria. La mia famiglia mi spinse a seguire la strada militare come fece mio padre, e suo padre prima di lui. Praticamente, una tradizione di famiglia tramandata da padre in figlio. Mia sorella, infatti, non fu obbligata a intraprendere la mia stessa strada... Furono solo i maschi a farlo.

Queste regole erano all'apparenza perfettamente in accordo l'una con l'altra... 

Non mi feci mai questa domanda, ma... Cosa avrei dovuto fare quando seguire una di quelle regole mi avrebbe portato a infrangere le altre due, indifferentemente da quale fosse la mia scelta?

Una possibilità assurda, quasi irrealizzabile... Non lo pensai mai, prima di quel momento.
Forse, se l'avessi fatto, non avrei avuto così tanti rimorsi.



Nonostante fosse stata la mia famiglia a scegliere il mio futuro, non mi dispiacque. Accettai di buon grado di farlo: dopotutto, se non avessi voluto, mi sarebbe bastato dirlo e mi avrebbero permesso di fare qualsiasi altra cosa. Pur essendo una specie di tradizione, non obbligarono mai nessuno a prendere quella strada. Semplicemente, quella non era altro se non la prima opzione che offrivano ai maschi della famiglia.


Fu mio padre il primo ad allenarmi, e non ci andò leggero. Più volte rischiò di rompermi qualche osso, ma cominciai a tenere il passo dopo poche settimane.
Si assicurò di darmi l'educazione migliore possibile, per quel tempo, allenandomi nel mentre anche nell'arte della spada e delle arti magiche.

Quando mi raccomandò per entrare nell'esercito, appena compiei diciotto anni, mi misero subito alla prova per vedere le mie abilità.
Grazie ai miei intensi allenamenti, venni riconosciuto fin da subito per essere tra le migliori matricole che videro negli ultimi trent'anni.

Non passò molto tempo prima che il mio nome fosse conosciuto in tutta Avalon: Abraxas Heinrich. 
Nel nostro dialetto, "Abraxas" altro non era che l'unione di due parole, che, nella lingua Avaloniana, potevano essere tradotte approssimativamente in "Eroe del Popolo".


Ahah... La mia famiglia ripose molte speranze in me.



Dodici anni dopo conclusi finalmente il mio percorso di formazione, quindi fui mandato a servire come soldato in una piccola regione nel Nord di Avalon, sotto il controllo di un giovane landlord.
Quando arrivai, fu quel nobile in persona a darmi il benvenuto.

Era basso di statura, molto loquace e raffinato, accompagnato da una sfilza di servitori per la maggior parte donne. 
Mi diede il benvenuto con un enorme banchetto, e fu proprio in quel momento che mi offrì di diventare la sua personale guardia del corpo. Sarebbe stato un lavoro facile e privo di pericoli, mi disse, dopotutto non era solito lasciare il palazzo. 

Ovviamente accettai senza pensarci neanche troppo. Sapeva perfettamente chi fossi: il mio nome arrivò perfino alle sue orecchie, e fu proprio per quello che scelse me per ricoprire quel ruolo, per rendere ancora più importante il suo nome... La cosa, però, non mi diede assolutamente fastidio, dopotutto non ci girò mai intorno.



Trascorsi anni dentro quelle mura, dovendo restare al fianco di un nobile spaventato perfino dalla sua ombra che non usciva dal palazzo anche solo per paura di prendersi un raffreddore... Per questo motivo, non fui in grado d'interagire con nessuno se non le persone che venivano a far visita al palazzo e i nostri servitori.


Ci misi poco tempo a scoprire quale fosse la vera natura di quel nobile.
Un uomo egocentrico, avaro e pervertito che usava le sue servitrici per soddisfare qualunque suo capriccio e perversione.

Domandai più e più volte a svariate servitrici perché lo lasciassero fare... E tutte mi risposero pressoché la stessa cosa.

"La nostra famiglia gli deve soldi, e siamo poveri. Se non facciamo come vuole, ci rinchiuderà in una cella a marcire."



Quel genere di comportamento non fui in grado di accettarlo, ma non potei far nulla a riguardo. 
"Un debito è pur sempre un debito", mi dissi: quelle persone accettarono i suoi prestiti pur sapendo di non essere in grado di ripagarli.

Inoltre, a quel tempo, non era raro per un nobile comportarsi in quel modo. E non era neppure contro la legge.
Per quanto fosse moralmente scorretto e disgustoso, non potei fare nulla per aiutare quelle persone.


Seguire le regole. Seguire gli ordini.
Era quello ciò che dovevo fare. Il resto, non aveva importanza.


Fu durante gli anni in quel palazzo che incontrai la donna che sarebbe diventata mia moglie.
Era una servitrice del palazzo, anche lei doveva denaro al nobile... Non era esattamente bella, ma fu proprio quello che la salvò dalle sue perversioni.

Per ripagare il suo debito, le venne affidato il compito di assistere al giardino del palazzo insieme ad altri quattro giardinieri. Sfortunatamente il giardino era troppo grande e, nonostante fossero in cinque, il lavoro risultava comunque molto pesante.


La mia vita al palazzo fu per la gran parte piuttosto noiosa e ripetitiva, ma fu proprio questa semplicità che mi permise il lusso di sposarmi. Dopotutto, se fossi stato occupato con le faccende militari, nel migliore dei casi avrei potuto solamente mantenere un fidanzamento. A quel tempo le regole erano molto differenti da quelle di ora.

Non essere in grado di sfruttare le mie capacità mi fece innervosire, ma accettai rapidamente che anche una vita normale non fosse poi così male... Specialmente quando nacque mia figlia.


Ma ben presto le cose avrebbero preso una piega inaspettata che avrebbe distrutto ogni cosa intorno a me senza lasciare traccia.


Un giorno quel nobile mi disse di scendere in città. Quella richiesta mi colse alla sprovvista, ma mi disse che le persone che era solito mandare erano occupati con un altro cliente, quindi gli serviva che andasse qualcun altro a recuperare i soldi per lui.
Accettai quella richiesta, anche se solamente per poter vedere con i miei occhi la città che si trovava i piedi del palazzo sopra la collina che vidi solamente di sfuggita il giorno che arrivai li.


Ciò che vidi mi lasciò completamente senza parole.
Le strade sporche, le case ormai crollavano a pezzi, le persone comuni obbligate a dormire all'aperto come barboni a chiedere l'elemosina a ogni nobile che passava puntualmente venendo derisi e ignorati.
Molti rovistavano nella spazzatura, sperando di trovare gli scarti che qualche nobile aveva gettato via.

Furono scene orribili che mai riuscirò a togliermi dalla testa... Mi domandai cosa stesse facendo quel nobile, perché le persone comuni vivessero così male.
Quando raggiunsi la casa delle persone che dovevano pagare il debito, notai che non avessero più neanche una porta d'ingresso. 

Li chiamai per nome, e fu una giovane ragazza a presentarsi davanti a me.
Era alta, per la sua età. Era sporca in volto, i suoi abiti stracciati e aveva un pezzo di pane duro in mano.

Aveva capelli biondo sporco, e occhi verdi.
Mi domandò chi fossi, quindi io le risposi che fossi li per recuperare i soldi che dovevano al nobile.

La ragazza cadde in ginocchio, cominciando a piangere.

"Non li abbiamo!"
Esclamò.

"Mio padre non si è ancora ripreso dalla sua malattia, e io non posso ancora cercarmi un lavoro! Dateci ancora un po' di tempo!"



Segui. Le. Regole.


Ripetei le parole che il nobile mi disse di dirle, in caso non avessero avuto i soldi per pagare il debito.

"Puoi trasferirti al palazzo insieme a tuo padre e lavorare come giardiniera fino a quando non sarai riuscita a pagare il tuo debito."
"Ovviamente, pasti e alloggio saranno detratti dai vostri pagamenti."



Mi sentii uno schifo a ripetere quelle parole.
Sapevo perfettamente cosa avrebbe fatto quel nobile, con lei, non appena fosse arrivata li.
Nonostante tutto, era una ragazza molto bella... Avrebbe sicuramente attirato la sua attenzione.

 
Cosa... Avrei dovuto fare?
Pagare il suo debito con i miei soldi? Possedevo un grosso quantitativo di denaro, ma non avrei mai potuto pagare i debiti di tutti. 

Continuai a farmi domande, a dubitare su cosa fosse la cosa giusta da fare.
Avrei dovuto fermarlo? Avrei dovuto lasciar perdere?

Furono quelle persone a indebitarsi... I suoi metodi erano orrendi, ma non illegali.
Ciononostante, non riuscii ad accettarlo.


Qualche mese dopo, mi ritrovai a passare davanti al suo ufficio durante una delle mie camminate mattutine.
Mi affacciai nella stanza, e non vidi nessuno. Vidi, però, dei documenti sopra una scrivania. Incuriosito, mi guardai intorno per assicurarmi che non ci fosse nessuno, poi entrai nell'ufficio per vedere cosa fossero.

Era raro, per quel nobile occuparsi di documentazioni... Per questo attirò la mia attenzione.
Quei documenti non erano altro che una notizia dell'aumento delle tasse per la popolazione, firmata dal nobile in persona.

Per gli altri nobili, non ci sarebbe stato alcun problema... Ma i cittadini comuni non sarebbero mai riusciti a pagare una somma tanto elevata.
La cosa stava andando fuori controllo... E non riuscii ad accettarlo.

Dopo che quelle notizie vennero appese nelle strade della città, la popolazione cominciò a ribellarsi e a far sentire la sua voce.
Cominciarono a radunarsi davanti ai cancelli del palazzo, rivoltandosi per le tasse troppo alte che, esattamente come pensai, non potessero pagare.

Al nobile non importò: ordino ai suoi soldati, me incluso, di far allontanare quella "gentaglia" e di usare la forza se necessario.


Fu in quel momento che cominciai effettivamente a chiedermi cosa avessi dovuto fare.
Sembravo l'unico a farmi quelle domande.


Se avessi continuato a seguire gli ordini, non avrei potuto proteggere la mia gente.
Se avessi protetto i cittadini, non avrei potuto seguire gli ordini.


Realizzai nel peggiore dei modi che le regole che fino a quel momento pensai andassero d'amore e d'accordo in realtà fossero l'una l'opposto dell'altra.
Non riuscii a decidere quale delle due fosse la scelta corretta.

Tra le due, decisi che proteggere la mia gente fosse la più importante.
Il giorno dopo confrontai il nobile, dicendogli che la gente comune non fosse in grado di pagare tasse tanto elevate... Ma a lui non importò.

"Tu devi solo seguire i miei ordini, non sei pagato per pensare con la tua stupida testa." 
Mi disse.

"Se non possono pagare, allora dovranno trovare un modo per farlo."


Quelle parole... Non le accettai.

Seguire gli ordini o proteggere il popolo...
Lasciarli soffrire, o liberarli dal loro oppressore...


Scelsi le seconde opzioni.
Sguainai la mia lama e la rivolsi vero il nobile che mi prese come sua guardia del corpo. 
Bastò un solo colpo, un taglio netto, e la testa del tiranno cadde.


A quel tempo pensai che fosse la scelta giusta...



Per il popolo, io divenni un eroe. L'eroe che li liberò dal mostro che abusò di loro per decenni.
Per i nobili e i militari, quello fu un crimine imperdonabile.

M'incolparono di alto tradimento e omicidio di un nobile, quindi fui condannato alla pena capitale... Davanti al popolo che decisi di proteggere.

Sarei dovuto essere giustiziato per impiccagione. Ma non fu quello il mio destino.


Quella stessa notte la città venne presa d'assalto da un gruppo di banditi che distrussero ogni cosa nel loro cammino. Ci colsero alla sprovvista, sfruttando i turni notturni a loro vantaggio, come se già li conoscessero.
E infatti, era così.

Quel nobile... Anche lui aveva dei debiti.
Le forze militari della nostra regione erano piuttosto deboli, e quel nobile viveva nella costante paura di essere invaso e perdere ogni cosa che possedeva.
Per questo pagò un grosso gruppo di mercenari, chiedendo loro di pattugliare i confini.


Poiché i cittadini non possedevano abbastanza denaro per permettere a quel nobile di pagare i mercenari, fu obbligato ad alzare le tasse per estorcere più denaro dai nobili.
Volere della sorte, il giorno che mi sbarazzai di lui fu proprio il giorno che avrebbe dovuto consegnare il pagamento.


Non ricevendo il denaro che venne loro promesso, i mercenari marciarono verso la nostra città e la rasero al suolo in una sola notte. Per quanto io ne sappia, non ci sono stati superstiti.

Se avessi seguito gli ordini... Se non mi fossi fatto controllare dalle mie emozioni e dai miei dubbi... Non sarebbe morto nessuno.
Cosa avrei dovuto fare? Per quale motivo la scelta che credevo fosse quella giusta mi ha portato al risultato peggiore? Non riuscii ad accettarlo.

Morire sapendo di essere stato la causa principale dietro la distruzione di ciò che avrei dovuto proteggere... Come avrei potuto mai sopportare una tale colpa?


Non fui in grado di seguire gli ordini che mi vennero dati.
Non fui in grado di proteggere la mia gente.
E la mia morte non fu in alcun modo un onore.

_____________________________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 11-7, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI