Se solo tu fossi
qui… quel demone ti avrebbe staccato la testa!
Venti
più venti uguale tempesta
-
Svegliatevi, creature della notte! – urlò improvvisamente Skye,
saltando per l’unica stanza libera che avevano trovato, e che divideva
sia con Johan che con Hladgunnr, che stavano dormendo
tranquilli, fino a cinque minuti prima.
-
Stai zitto, razza d’idiota! Non è neppure l’alba! E io non sono una creatura della notte, quindi, adesso
lasciaci dormire! – esclamò il primo, con la voce impastata di
sonno e gli occhi semichiusi.
Il
giovane cacciatore sbuffò. Avrebbe detto loro che con il suo
“creature della notte” intendeva i cinque
vampiri che con passo felpato si aggiravano intorno alla locanda, confabulando
sinistramente, se non si fossero addormentati prima. Aguzzò la vista.
Chissà che volevano, ma soprattutto, chissà perché se ne stavano fuori all’aperto quando la locanda, aperta a
qualsiasi ora, poteva accoglierli con un bel fuocherello caldo e un bicchiere
di buon vino invecchiato.
Oh
beh, peggio per loro. A lui la cosa non doveva interessare.
Cioè,
se quei vampiri avevano una qualche ragione per starsene fuori al freddo buon
per loro.
Perché sono
così maledettamente curioso? Si
domandò infine, sgattaiolando fuori dalla
camera, silenzioso come un gatto.
Il
piano inferiore era ancora proprio come lo avevano lasciato, tavolo distrutto e
zuppa versata a terra compresi. Probabilmente sarebbe
stato ancora in quello stato al loro ritorno.
Il
bardo vestito di rosse era seduto con aria offesa e le gambe incrociate su un
tavolo, gli strumenti in bella mostra davanti a lui e nessuno che gli rivolgeva
anche il minimo sguardo. Doveva essere piuttosto depresso.
La
parte buona della sua anima gli diceva di andargli vicino e scambiare qualche
parola con lui… l’altra di andarsi a bere qualcosa al bancone e
magari a farsi una chiacchierata con l’oste. Secondo voi quale
ascoltò?
-
Ehilà, mi daresti qualcosa di decente da bere? – sorrise Skye,
appoggiando i gomiti al tavolaccio di legno che fungeva da bancone, facendo ben
attenzione ad evitare le chiazze di unto.
Il
locandiere rispose con un grugnito, posandogli davanti un boccale di birra, che
fu costretto dalle sue truci occhiate a pagare con una moneta d’argento.
Un furto, d’accordo, ma loro avevano distrutto la buona metà del
suo locale in meno di dieci minuti…
-
Ha pagato il bardo? Dall’espressione che si ritrova direi proprio di
no… - cercò di rompere il silenzio lui.
- Cosa? Certo che l’ho pagato, eccome.
Trecento monete d’oro… - ringhiò,
passando uno straccio quasi più lurido del bancone su di un piatto. Skye
si ripromise di non magiare più niente in quel luogo.
-
Trecento? Ma non ne aveva offerte cento soltanto? –
-
Cento che avevo offerto io e duecento per il disturbo! – esclamò
furioso, allontanandosi da lui. Gli bruciava essersi fatto fregare in quel modo
da un ragazzino vestito di rosso. Probabilmente si era dimenticato che tutti i
bardi, menestrelli, cantastorie o trovatori che si facessero chiamare erano
anche eccellenti ladri, truffatori e tagliaborse. Però
quello doveva essere notevole. Ci avrebbe fatto volentieri una chiacchierata.
Abbandonando
il bicchiere, un po’ disgustato dall’igiene, si avvicinò al
giovane rossovestito.
-
Salve, sei il bardo? -
-
No, è un errore, sto vendendo strumenti porta a porta, mio
signore… -
- Sei molto sarcastico, mi ricordi un amico… -
sospirò, pensando ad uno dei due che ancora dormiva sonoramente al piano
di sopra. – Hai viaggiato molto, vero? –
-
Da cosa l’hai capito? Forse non sei del tutto rimbambito… -
-
Il mio nome è Skye e tu? –
-
Skarlett… -
-
Skarlett… ma non è un nome un po’ da… femmina…?
–
-
Meglio un nome da femmina avere che un comportamento da femmina tenere… -
-
Strozzare un bardo, che tu sappia, è reato? –
-
Certo, certo, ho controllato! –
-
odio questa cosa del parlare in rima… -
- E pensi forse che per me sia piacevole? Mala causa è
una maledizione assai disdicevole! –
-
Si, si, molto interessante – sbadigliò Skye
– Ma volevo chiederti se nei tuoi viaggi hai incontrato una
ragazza di nome Didi… alta, carina, capelli castani, occhi uguale…
-
-
Quanti occhi, tu hai detto, amico, collega o forse reietto? –
-
Quest’ultima rima faceva schifo… ma che razza di domanda è, ne aveva due, era umana! U-M-A-N-A! –
- Di Umane carine il nostro mondo è pieno, ne troverai
un’altra in un baleno…-
- Ma io cerco proprio lei… avanti, si chiamava
Didi… e… -
- Che cosa a lei ti legò? Puoi dirlo o forse no?
–
-
E’ una lunga storia… -
-
Il tempo non ci manca e piena abbiam la pancia
–
- Che cosa significa quest’ultima frase, scusa? No, non mi importa… e va bene, hai vinto, ti racconterò
di come ho conosciuto Didi… però ti sto facendo un favore e se
racconti qualcosa a qualcuno ti strozzo! –
-
No, non ti devi preoccupare, muto come una tomba saprò
restare –
-
Bene, allora cominciamo – ovvio è che si era
completamente dimenticato dei cinque vampiri.
- E’ mio! –
- No, è mio! –
- Guarda un serpente! –
- Che schifo,
dove? –
- Scema, scema! – esclamò
il bambino, agguantando il foglio sporco di terra e strappato in più punti, per poi correre via.
- Imbroglione, ridammelo… -
-
Che bambino delizioso anche se un po’… -
-
Non- interrompermi! –
-
Chiedo scusa e perdono, ma il tuo carattere non è certo un bel
dono… -
- Skye, ridammi
- No, l’hai persa di vista e
adesso è mia! –
- Da quando
esiste questa regola?-
- Da adesso Vjek! –
I due bambini si guardarono con aria di
sfida, immersi fino alle caviglie nel denso fango che si formava per le strade
di Marozia dopo una pioggia piuttosto forte come quella della notte precedente.
Perché litigavano? Per la “mappa”quel semplice foglio di carta rinvenuto
da Vjek e poi passato in mano a Skye.
Corsero per qualche minuto in cerchio,
con il più piccolo che con le lunghe gambe esili sfuggiva sempre al
più grande. Sfortunatamente Skye inciampò, finendo lungo disteso
nel fango. La mappa gli sfuggì di mano per finire proprio ai piedi di un
paio di severe dame che accompagnavano una ragazzina dall’aria nobile a
fare una passeggiata…
- Che
cos’è? – domandò lei, incuriosita, chinandosi per
raccogliere il foglio di carta.
- Non lo tocchi,
signorina, potrebbe portare malattie! – esclamò una, preoccupata.
- Ehi, lasciala subito, quella è
mia! – si intromise il bambino.
- No, è mia, razza di ladro!
– Vjek gli tirò un piccolo pugno in testa.
- Allontanatevi subito, razza di
maleducati! Non infastidite la signorina! –
- Ciao, mi ridaresti la mia mappa?
–
- Skye, quella è la mia mappa!
–
- Tu chi sei? – domandò
invece la ragazzina, stringendo al petto il foglio ruvido.
- Skye e lui è Vjek. Adesso mi
ridai la mappa? –
- Signorina, non dovrebbe conversare
con… -
- Io sono Adjen, ma tutti mi chiamano
Didi. Facciamo così, io ti do il mio fazzoletto e mi tengo la mappa.
Così, quando e se ci rincontreremo ci riscambieremo questi pegni
d’amore… -
- Signorina! –
Skye sbuffò sonoramente. –
D’accordo, d’accordo! –
- Bene, allora addio mio cavaliere!
– sorrise, allontanandosi con un sorriso malizioso.
- Ma sei scemo,
quel foglio ci avrebbe potuto far diventare ricchi! – esclamò
l’altro.
- Oh, dai, tanto domani la rivedo, abiterà qui da qualche parte… -
Ma mi
sbagliavo…
-
Non capisco il termine di questa favola sconclusionata, dov’era alfine la
fanciulla nata? –
-
Non ne ho idea, non l’ho mai più rivista.
Per questo la cerco. Quella mappa è molto importante… e mi
renderà tanto ricco quanto bello! –
-
Allora con ogni probabilità, il tesoro solo una moneta di bronzo
sarà… -
-
Molto molto spiritoso Skarlett… -
incrociò le braccia al petto. – Piuttosto tu, come hai fatto ad
essere così bravo con l’evocazione? L’ultima volta che ho
controllato era parecchio complicato… -
-
Oh, ancora lo è, controllare quei mostri non
è affatto facile, è il perché. –
-
Sai, noi stiamo andando a caccia di un Intruso… tu hai tanti soldi e sei
bravo a combattere… ti va di unirti a noi? –
-
Combattere con voi? Essere compagni noi? –
sorrise, divertito. – ne sarei onorato e sono
anche un po’ emozionato! –
-
Oh, non ti preoccupare… vedrai che Johan e Fraye saranno d’accordo
con me! Tutti i grandi eroi dovrebbero essere accompagnati da menestrelli o
bardi… altrimenti chi racconterebbe le loro imprese? –
-
Tu hai fatto cosa, Skye? –
-
Niente… a parte aggiungere un componente al
nostro gruppo… -
-
E ti sembra un “niente”?? –
- Jo- jo, se urli così ti verrà
l’ulcera… -
-
NON STO URLANDO! –
-
Giusto, Jasiel non ti sente, non lo si può
ancora definire urlare… -
-
Quel menestrello… -
-
Skarlett… -
-
Si, Skarlett… ma non è un nome da femmina? –
-
Esatto, ma non farglielo pesare troppo…. –
-
Potrebbe essere un nemico! -
- E da quando i nemici assumono pazzi che parlano in rima?
–
- Anche tu ammetti che è pazzo! –
-
Nel senso buono… -
-
Esiste un senso buono nella parola “pazzo”? -
-
… si? –
Hladgunnr
si avvicina con aria fosca e passo rapidi ai due litiganti. Dietro a lei, con
un’espressione stranamente soddisfatta, viene il bardo vestito di rosso.
-
Salve amici, io e la valente guerriera parlato abbiamo,
ma il percorso insieme decidere dobbiamo! –
-
Non riesco a capirlo! Per ogni frase devo rimettere a posto tutto! Non puoi
parlare in modo normale? –
-
Questo è il mio normal modo, signora, ma che
io sono afflitto da una maledizione lei ignora… -
-
Non ti C-A-P-I-S-C-O! – fece
-
Non è importante capirci… andiamo, e, Skarlett, benvenuto nel
gruppo… tanto immagino che non accetterai di
rimanere qui, vero? – sospirò Johan.
Lui
scosse il capo, con un sorriso.
-
Allora si parte, compagni d’arte? –
Tutti
annuirono, dirigendosi verso la porta. Solo Skye si fermò per un attimo,
prima di uscire.
-
Eppure ero certo di dovervi dire qualcosa… -
Grassie
dei commenti! Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie! Anche
loro vi ringraziano!
Skye: Abbiamo un nome, uffa!
E quale
sarebbe?
Skye: Come se non lo sapessi…
Come
se è il nome o il cognome?
Skye: Un’altra battuta del genere e potrei seriamente pensare
all’ipotesi del suicidio…
Skarlett: Amico mio, così colto non ti facevo, io!
E’
una sorpresa per molti!
Kannuki Graaaaaazie! Concordo con te… W le fic originali!
Però dimmi la verità… sei una
veggente!
Shaida Black Un immenso grazie anche a te! Sono troppo felice! E io che pensavo che questa fic fosse troppo
“strana” per piacere a qualcuno…
Skye: Si, si, come se ci fregasse qualcosa di quello che
blateri…
Non
fare così solo perché ha detto che sei
il migliore…
Skye: Però è la verità…
Johan: Si, come no…
Skye: Bell’amico del cavolo…