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Autore: Lita_85    23/08/2021    3 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Me ne stavo ancora lì, in quel divano in pelle nera con le braccia conserte mentre alla TV davano la solita replica di casa Vianello. La domenica l'avevo trascorsa così, come il segaiolo del quarto piano, con la variante che io non avevo i giornalini porno. La mia mise era la stessa maglia grigia e pantaloni della tuta neri. Nella mia mente solo un pensiero: L'amore per Anita.

Se qualcuno mi avesse detto cosa mi sarebbe capitato non gli avrei creduto e gli avrei riso sicuramente in faccia. Nella mia vita da donnaiolo non mi era mancato niente, a parte questo sentimento che adesso mi logorava l'anima. 

Ero felice nella mia infelicità. Sicuro, che il grande Dario Mancini non sarebbe finito come Mirko. Quello struggimento, quello scendere a compromessi, quel morire dentro ogni volta che si litiga, non faceva per me. L'avevo sempre detto a Mirko, l'amore non mi avrebbe sfiorato. Ma poi, mi ero perso nei suoi occhi blu-verdi, e non avevo più capito più nulla. Non avevo preventivato nulla, non avevo fatto piani a riguardo, ma era successo, mi ero innamorato di lei. Strinsi con forza uno dei cuscini che giacevano sul divano cercando di scendere a patti con me stesso. Non avrei più fatto cazzate. Avrei cercato di starle lontano, avrei cercato di farle capire che non ero il ragazzo giusto per lei. Era semplice, dovevo evitarla. Evitare i suoi meravigliosi occhi, evitare la sua pelle candida come la neve, evitare le sue labbra carnose tutte da baciare. Era semplice.


All'improvviso i miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello. Guardai stranito verso il portoncino, e  convinto più che mai che fosse nuovamente Saverio il rompiballe, aprii la porta senza neanche guardare dallo spioncino. Quello che si presentò davanti a miei occhi mi lasciò senza parole. L'oggetto dei miei desideri era davanti me, con una bellezza disarmante. Indossava un mega camicione di jeans stretto in vita da una cintura marrone come le scarpe che portava, capelli lisci sulle spalle e tra le mani stringeva due bicchieri di Starbucks. 

« Ciao... », disse flebile guardandomi con i suoi occhi stupendi blu-verdi.

« Ciao... » risposi come un idiota sfiorando la parte esterna della porta

« Ho pensato... che magari, ti andava quel famoso latte... Ma se hai impegni... »

« Nessun impegno... Prego accomodati... », risposi spostandomi per agevolarle l'ingresso per poi chiudere la porta al suo passaggio.

Mi avvicinai a lei facendole cenno di togliere il cappotto blu che indossava. Abbassai il cappotto sfiorandole le spalle per poi poggiare l'indumento sul divano indirizzandola verso la cucina. Lei appoggiò il vassoio contenente il latte, e si sedette sull'isola che si trovava al centro della cucina. 

Mi avvicinai allo sportello che era posizionato di fronte a lei e aprendolo afferrai due pacchi di biscotti differenti.

« Stelline o faccine felici? », chiesi sorridendo a mia volta come uno stupido. Quella sua visita a sorpresa aveva messo KO quei due neuroni che funzionavano ancora.

« Direi stelline... », rispose sorridendo uscendo dal contenitore il latte con delle bustine di zucchero.« Certo che sei ben organizzato per essere un ragazzo! »

« Devi sapere che mi piace fare la spesa! Mia nonna mi mandava spesso al supermercato all'angolo oppure molte volte mi ritrovavo a comprare la cena per tutti... », affermai avvicinandomi all'isola con il pacco in mano.

« Mi piacciono i ragazzi che non si fanno problemi per certe cose, tipo la spesa... Il mio ex non ne voleva sapere di fare la spesa, o qualsiasi cosa che impiegasse il suo tempo in modo diverso da come lui aveva preventivato... »

« In parole povere uno stronzo! »

« Già, non potevi trovare appellativo migliore! Per uno che ti ha lasciato senza problemi... »

« Beh, forse perché non ce ne sono di migliori... E poi non ti meritava... » continuai sorridendo e sedendomi vicino a lei versai io contenuto dei sacchetto dentro un piccolo contenitore.

« Hai proprio ragione... In effetti gli sta proprio a pennello... Comunque grazie per il tuo sostegno... », rispose lei sorridendo facendo accendere quegli occhi che tanto mi erano mancati nella giornata appena trascorsa.

« Mia nonna diceva sempre " Certa gente e meglio perderla che trovarla! " » 
« Già, anche se qualche idiota rimane sempre e diventa anche nostro amico  », disse ridendo portando il latte alle labbra.

« Se ti riferisci a Saverio, posso dirti che non è solo quello che vedi... Lui è incredibile!  »

« Ah ho visto il suo essere incredibile!  », affermò facendo cadere un biscotto dentro il bicchiere.

« Per me è sempre stato fonte di ispirazione! Ma non nel senso che pensi tu!  », dissi subito grattandomi la testa.

« Menomale! », replicò tornando a bere il suo latte macchiato.

« È sempre stato un tipo caparbio, non si è mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, e forse anche per questo ha scelto giurisprudenza, oltre che per farsi i cazzi degli altri, si intende! »

L'ultima frase provocò una risata sincera reciproca causando l'uscita involontaria del latte che aveva in bocca. Mi precipitai verso di lei con dei tovaglioli guardandola divertito. Mi faceva impazzire, mi faceva impazzire anche questo suo essere goffa e la sua risata facile. 

« Ti aiuto io... », dissi sorridendo tamponandogli le labbra. Quelle labbra carnose che suscitavano in me solo pensieri peccaminosi.

Falling apart - Michel schulte

Ci guardammo per un tempo indefinito,  in un silenzio scandito dal ticchettio dell'orologio da parete. I suoi occhi, più belli che mai, mi osservavano quasi chiedendo qualcosa che il mio cuore aveva già capito. Il mio pollice sostava ancora all'estremità della sua bocca, immobile, in attesa di un suo cenno, di un segnale celestiale. I suo respiro, sempre più veloce, richiamava il mio come in una sinfonia perfetta, facendo partire all'impazzata quel cuore che non aspettava altro che sfiorarla. Mi avvicinai a lei titubante, non sapevo se volesse il mio contatto dopo quello che avevo combinato la sera prima. Avevo paura di ferirla ancora, ferire il mio angelo. Mi fermai a metà strada, cercandola con gli occhi, il quale si chiusero dando quella conferma che cercavo. Appoggiai le mie labbra sulle sue delicatamente, spostando la mia mano verso la sua nuca accarezzandola, adoravo sentire i suoi capelli sotto i miei polpastrelli. Quei piccoli baci che amavo darle, piano piano lasciarono spazio ad un bacio vero e proprio. La sua mano iniziò a strisciare sul mio braccio fino a stringere l'avambraccio provocandomi un brivido lungo la schiena. Lo stringeva forte come a non volermi fare scappare un'altra volta. Preso dalla foga del momento ci spostammo verso il frigorifero sbattendoci. Cercai di attutire il colpo portando la mia mano sinistra dietro il suo capo. Lei mi guardò con i suoi meravigliosi occhi, prima di avvicinarsi a me accarezzandomi il collo con le sue labbra lasciandoci tanti piccoli baci che mi mandarono subito all'altro mondo. D'istinto appoggiai tutte le mani allo sportello del frigorifero beandomi delle sue attenzioni, ansimando ad ogni suo tocco. Volevo morire il quel preciso momento. Volevo farlo, quando tornò in mente la sera prima, ed un barlume di lucidità si fece spazio dentro di me e appoggiando la mia fronte alla sua dissi .

« Anita... Io... non... », 

« Dario... è quello che voglio... Adesso... », disse afferrandomi la nuca ritrovandomi nuovamente sulle sue labbra. 

Quelle parole entrarono dentro le mie orecchie tramortendomi all'istante. Anch'io la volevo, la desideravo più di ogni altra cosa.Tornai a baciarla afferrandola per le guance in un turbine di emozioni. Scesi immediatamente sulla sua piccola cintura che le stringeva la vita slaciandola velocemente, mentre le nostre lingue continuavano a cercarsi bramose, per poi aprire il camicione velocemente tramite gli automatici. Rimasi a guardarla estasiato. Indossava un reggiseno a balconcino bianco ricamato abbinato ad un paio di slip dello stesso modello, il tutto corredato da delle autoreggenti color carne. Quel mio stato catatonico fu notato subito da lei che riportandomi verso di lei tramite la mia maglietta continuò a baciarmi vorace senza sosta. Le mie mani scivolavano sul suo corpo candido fino ad arrivare al sedere stringendolo tra le mie mani per poi alzarla di peso. Volevo fare l'amore con lei in camera da letto, quel posto che non aveva conosciuto donna. A discapito di quello che pensava Saverio, non avevo mai portato nessuna a casa mia. Mai nessuna, solo lei. Camminavo per le vie di casa mia alla cieca, non volevo staccarmi da lei, non volevo staccarmi neanche per un secondo dalle sue labbra. La mia corsa si fermò, fortunatamente, davanti al mio letto matrimoniale dove decisi di farla scivolare mettendola giù. Lei, continuò a guardarmi sorridendomi e avvicinando le sue mani al mio viso, tolse gli occhiali dal mio naso appoggiandoli dietro di lei. Adoravo  quando lo faceva. Era come se mi spogliasse l'anima, come se i miei occhi la vedessero per la prima volta. Poi, continuando con le sue movenze decise, alzò la mia maglia da sotto, portandola fin sopra la mia testa, per poi lanciarla lontano. Le sue mani si appoggiarono sul mio torso come le sue labbra lasciandoci tanti piccoli baci tracciando un percorso immaginario. Infilai la mano tra i suoi morbidi capelli accarezzandola, ero completamente preso da lei, stavo impazzendo. Ansimavo mentre la vedevo scendere verso i pantaloni. Sentii le sue mani mentre lì portava giù, e con una mossa leggera mi ritrovai nudo davanti a lei. 

« Cazzo... » sputai, mentre lei risaliva non perdendo di vista i miei occhi. I suoi brillavano meravigliosi arrivati al mio cospetto. 

« Sssssh... seguimi... », disse prima di sedersi sul materasso, per poi indietreggiare con con i gomiti verso il mio cuscino.

La seguii come un idiota senza aggiungere parola. I suoi occhi blu-verdi mi attendevano come il resto del suo corpo. Potevo sentirlo, potevo vedere il suo respiro aumentare ad ogni mio passo. Gattonai verso di lei infilandomi tra le sue gambe ricominciando ad ansimare, mi sentivo come se fosse la mia prima volta, la mia prima volta in assoluto. La baciai come a voler cercare ancora quella certezza, quella certezza che avevo perso la sera prima. Le mie labbra si strinsero tra le sue come se tutto quello mi stesse procurando un dolce dolore. 

« Lo voglio... Non mi importa del domani... Ti voglio adesso... » sussurrò,  come se avesse sentito i miei pensieri. 


Le sue iridi si illuminarono di una luce celestiale bloccando il mio cuore. In quel momento, in quel preciso momento intriso di passione e dolcezza allungai la mia mano verso il comodino dove tenevo i profilattici prendendone uno. Il suo sguardo non mi abbandonava un attimo, sussultando durante tutta la procedura.    Una volta infilato, mi avvicinai alle sue cosce baciandone l'interno non lasciando mai i suoi occhi che scalpitavano come il suo respiro ogni volta che le mie labbra toccavano la sua pelle. Strinsi tra le mani i suoi slip facendole scivolare al di là delle sue gambe, per poi andebtrarmi nuovamente tra le sue gambe. Il mio corpo che era pervaso da tremolii incontrollabili. Avevo paura. Paura di farle nuovamente male, paura del domani, e paura di quello che provavo per lei. Chiusi gli occhi nella speranza di trovare il coraggio di andare avanti, quando sentii la sua mano sul mio viso. Li riaprì immediata ritrovandomi di nuovo i suoi occhi ad aspettarmi. Alzò un po' il capo per eliminare quel poco di spazio che ci separava baciandomi trascinandomi con lei. Fui investito dalla sua passione e dai suoi occhi che mi osservavano. Entrai in lei gemendo forte poggiando la mia fronte alla sua. Le sue mani che si trovavano sulla mia nuca si spostarono sulla mia schiena accarezzandola facendo pressione con i polpastrelli. Adagiai il mio viso nell'incavo del suo collo baciandola e spingendo con andatura lenta. Lei, appoggiata con il viso al mio orecchio mordeva il mio collo tra un gemito e l'altro facendomi perdere quel poco di lucidità mentale che mi era rimasta. I nostri nomi volteggiavano per tutta la stanza rincorrendosi come in una corsa frenetica. La chiamai come impazzito, mi ero letteralmente perso in lei. Mi ero perso nonostante avessi cercato di non farlo. Nonostante mi fossi ripromesso di non combinare cazzate, nonostante tutte le raccomandazioni mentali e i piani precisi. Tutto era andato a puttane. Tutto cambiava quando lei era con me, quando lei trovava me. 


Note: Capitolo Ventisette. Buonasera miei cari/e, bentrovati! Capitolo veramente tosto! Ho passato pomeriggi interi per redigerlo e spero che ne è valsa la pena! Come avete potuto capire Dario ha paura ( come sempre 🤣)ma questa volta le cose si mettono davvero male per lui. È consapevole che deve smetterla di vederla, ma sá anche che l'ama più di se stesso. Anita, ha fatto intendere che non le interessa il domani, e che vuole viversi il momento, ma cosa succederà quando tutti e due saranno a mente fredda e lucida? Dario continuerà la sua battaglia? Anita sarà ancora convinta di quello che ha detto a Dario? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ❤️
   
 
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