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Autore: _Layel_    24/08/2021    3 recensioni
Aveva imparato che esistevano le anime gemelle guardando le soap opere che davano in TV. Sapeva che ogni tanto, a seconda di quanto vicini si fosse, si ricevevano delle visioni che mostravano la vita della propria anima gemella. Per ora gli era successo solo tre volte. La prima volta era stata quando la sua anima gemella aveva manifestato il suo Quirk. Keigo aveva solo visto una forte luce e i sorrisi di quelli che dovevano essere i suoi genitori. Le visioni successive erano state meno allegre.
[Soulmates!AU | DabiHawks]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattro: La Missione

 

Quel diamine di-

 

Un manichino cadde a terra con un buco incandescente nel petto. 

 

-pollo testardo-

 

Un altro manichino iniziò a sciogliersi sul pavimento. 

 

-ficcanaso-

 

Il terzo manichino venne scagliato nell'angolo della stanza con l'impronta di una suola sulla testa.

 

-e permaloso. 

 

Gli ultimi due manichini vennero avvolti in un inferno di fiamme. 

 

"Stupido idiota."

 

Dabi stava ansimando nel centro della sala d'addestramento 8 e se non fosse evaporato avrebbe avuto la fronte madida di sudore. 

 

"Ricordati che finché non arriveranno gli strumenti di supporto non devi oltrepassare la temperatura limite." Disse la donna che lo controllava, la voce distorta dal microfono. Dabi non poteva vederla in faccia ma sapeva che doveva avere la stessa espressione annoiata con cui addestrava Hawks. 

 

"Lo so! Piantala di ripeterlo!"

 

"Continui però ad arrivare troppo vicino al limite. Se continuerai saremo costretti ad abbassarlo."

 

Dabi strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche. "D'accordo." Disse tra i denti. 

 

Aveva sottovalutato quanto sarebbe stato difficile uscire dalla Commissione una volta che ci fosse entrato. C'era qualcuno che controllava quando e come mangiava, quanto dormiva, che programmi guardava in televisione. Però non era così male. Poteva richiedere premi. Poteva usare il suo quirk. 

 

Non era a casa. 

 

Alzò la testa e assunse la posizione da combattimento. Erano arrivati nuovi bersagli. 

 

+

 

Il tetto era il posto meno controllato di tutto l'edificio. Probabilmente perché l'unica via di fuga che non fossero le scale era una caduta di trentasette piani. 

 

Il tempo faceva schifo, nuvole grigie schiacciavano la città e un forte vento gli buttava i capelli in faccia. L'orribile odore della tinta si era affievolito di poco. Si sarebbe abituato. 

 

Lo spiazzo era completamente vuoto eccetto per qualche piccione che aveva fatto il nido sull'impianto di areazione. Dabi si chiese se sarebbe riuscito a colpirli da quella distanza. Si stava preparando a rilasciare un ondata di fiamme quando sentì il familiare click della porta. 

 

"Dabi." Lo salutò Hawks. Dabi gli dava le spalle quindi non poteva vedere la sua espressione ma dal tono di voce sembrava tutt'altro che contento di vederlo. 

 

"Che vuoi?" 

 

"Ci vogliono di sotto, devono parlarci."

 

"Sì certo. E com'è che non ci sei già andato, uccellino?" 

 

"Mi hanno mandato a chiamarti. A proposito, io ho fatto la mia parte, se non vieni non è colpa mia."

 

Quando sentì la porta chiudersi non si girò per vedere se era veramente solo. Una smorfia distorse i suoi lineamenti e le fiamme gli toccarono la punta delle dita. State fermi begli uccellini. 

 

+

 

"É una missione adatta alle vostre capacità e con una minima possibilità di fallimento. Su i dossier che vi sono stati consegnati troverete tutte le informazioni in nostro possesso sulla banda di criminali. Alle nove in punto dovrete trovarvi al capannone 1A sul molo. Entro le dodici dovrete rientrare. Domande?"

 

"Possiamo ammazzarli?" 

 

"No."

 

"Posso andare da solo?" 

 

"No, Hawks, questa è una missione di coppia. Avrete bisogno del rispettivo supporto." 

 

L'ultima frase si guadagnò due identici sbuffi esasperati che portarono a uno scambio di occhiatacce. 

 

+

 

Alle 9:01 Hawks e Dabi erano appollaiati sui tubi di ferro che tenevano su il capannone abbandonato 1A. Dabi sentiva il respiro di Hawks nell'orecchio, innaturalmente forte nel silenzio che li circondava. 

 

Il silenzio venne interrotto dallo sfregare di metallo su pietra. Dalla porta entrarono quattro persone che erano il ritratto del 'poco raccomandabile'. Dabi guardò Hawks. I villain dovevano essere solo tre. Hawks si strinse le spalle. In fondo quanto poteva cambiare? 

 

Decisero a gesti che Dabi avrebbe preso i due a destra mentre Hawks si sarebbe occupato dei due a sinistra. Contarono fino a tre prima di saltare giù dal tubo. Dabi sfruttò la sorpresa per colpire il villain più vicino a lui nello stomaco, facendolo piegare in due. Evitò un pugno e con uno scatto del dito fece andare a fuoco i pantaloni del suo avversario. Questi impiegò le sue quattro mani per cercare di spegnerli.

 

Dabi si preparò ad affrontare l'altro villain ma vide solo il grigio arrugginito del capannone. Lanciò un'occhiata a Hawks che aveva già sistemato uno dei due e si stava occupando del secondo. 

 

Una nebbia verdastra gli comparve davanti agli occhi. Fece per scattare di lato ma la nebbia si solidificò in una mano. Questa si strinse attorno al suo collo e Dabi prese fuoco senza neanche pensare. La mano si ritrasse e Dabi corse dalla parte opposta. Davanti a lui un uomo con la pelle verde e frecce gialle sulle braccia stava emergendo dalla nuvola di nebbia. No, era la nuvola di nebbia. Dabi gli lanciò contro un'ondata di fuoco. Il villain tornò nebbia e il suo attacco andò a vuoto. Merda.

 

"Gli eroi sono così disperati da mandarci contro un paio di bambini, ma non per questo ho intenzione di mostrare pietà!" Esclamò l'uomo-nebbia. Un secondo dopo Dabi sentì la nebbia che lo avvolgeva e gli entrava forzatamente nel naso e nella bocca. Non riusciva a respirare. Graffiò l'aria. Si scaldò fino a sentire la propria pelle sfrigolare. Inutile. 

Il suo quirk era inutile e non riusciva a respirare. Hawks. Aiuto, Hawks, aiuto. Non ce la faccio da solo

 

La sua vista si fece nera e si ritrovò in un bosco con un bambino alato che gli si inginocchiava accanto. Con lui era al sicuro, perché lui era la sua anima gemella. 

 

Dabi cadde a terra e la forza con cui l'aria rientrò nei suoi polmoni gli fece venire un attacco di tosse. Si sollevò sui gomiti e cercò di capire cosa fosse successo. Una mano gli accarezzò con cautela la schiena e Dabi scoppiò a ridere. 

 

"Cosa c'è di divertente?" Hawks aveva le sopracciglia alzate e uno sguardo preoccupato. Dabi rise di più.

 

"Dovevo quasi morire per accorgermene."

 

"Hai battuto la testa?" 

 

Dabi si alzò in piedi e guardò l'orario sul cellulare. 

 

"Se ci sbrighiamo possiamo tornare per le dieci." Si incamminò verso l'uscita, facendo un gestaccio all'uomo-nebbia che era appeso al muro da un numero esagerato di piume. 

 

"Come hai fatto?" Chiese, facendo un gesto verso il villain. 

 

"Non può usare il suo quirk sulle parti ferite. Aveva una mano ustionata e non la trasformava."

 

Dabi si diede dello stupido per non averlo notato. Camminò tenendo lo sguardo fisso sulle vette dei palazzi e le mani in tasca. "Grazie." 

 

Hawks girò la testa tanto di scatto che Dabi si chiese se non fosse anche in parte gufo. I suoi occhi gli perforavano il capo ma Dabi si mantenne concentrato sul cielo. 

 

"Credo proprio che tu abbia preso una botta in testa." Si guardarono e poi entrambi sorrisero. 

 

"Idiota."

 

+

 

"Ci avreste potuto ammazzare!" Urlò Dabi mentre sbatteva una mano sulla scrivania della vice presidente. Gli occhi azzurri della donna seguirono il tragitto di una matita che rotolò giù dalla scrivania. 

 

"Ogni rischio era stato accuratamente calcolato. Come potete sperare di migliorare se non incontrate degli ostacoli da superare?" 

 

"Calcolato un cazzo. Siamo quasi morti." 

 

"Linguaggio. Non lo avete fatto. La missione è stata un successo e, non interrompermi, non sarà l'ultima. A presto, Dabi." Rispose con un tono di voce che gli fece venire un brivido lungo la schiena. Dabi non si mosse. 

 

"Mi tiro fuori."

 

"Conosci la strada."

 

Dabi osservò il viso della donna in cerca di qualcosa che potesse indicare che stava scherzando. Non trovò niente. Beh, era stato semplice. 

 

"Spero… " Disse la vice presidente quando la mano di Dabi stava per toccare il pomello della porta. 

 

"... che porterai a tuo padre i nostri saluti." 

 

Afferrò la maniglia tanto forte che gli sbiancarono le nocche. "Cosa?" Disse in un sibilo appena udibile. 

 

La bastarda sorrise. "Sarai entusiasta all'idea di poter finalmente tornare a casa." 

 

Il pomello iniziò a deformarsi e a prendere la forma delle sue dita. Se Endeavor avesse saputo che era ancora vivo lo avrebbe trascinato di nuovo in quella casa. Avrebbe dovuto sopportare la vista di quell'altro. Avrebbe dovuto rivedere sua sorella e sua mamma e non era pronto per loro sguardo pieno di pietà. Probabilmente non avrebbe più visto Hawks. Lasciò andare la maniglia che gocciolò sul pavimento. 

 

"Quando sarà la prossima missione?" 

 

+

 

Era seduto con la schiena appoggiata al muro e le gambe distese sul pavimento. Il tetto era diventato il loro posto per riposarsi tra un allenamento e l'altro. Hawks era coricato sullo stomaco e stava facendo finta di leggere dal libro d'inglese che era sulle ginocchia di Dabi. 

 

"Quindi rimarrai qui." Era un'affermazione ma era ovvio che Hawks si aspettava una risposta. Dabi annuì. Non aveva voglia di parlarne. 

 

"Meno male, se no da chi avrei copiato matematica?" Hawks rise e Dabi sollevò un sopracciglio prima di sorridere a sua volta. 

 

"Prenderesti tutti zero." 

 

"Hey! Non sono così negato!" Hawks mise il broncio e Dabi sentì qualcosa di caldo che gli si espandeva nel petto. Senza pensarci troppo, allungò una mano e scompigliò i capelli di Hawks. Erano un ammasso spettinato, perciò non poteva dire che erano soffici al tatto, ma gli lasciarono uno strano formicolio sulla mano. 

 

"Mhm, beh… mi- mi hanno detto che potremo scegliere la scuola superiore! Totale libertà! Ci sono da evitare però le scuole troppo famose, la UA per esempio è off-limits." Hawks sembrava molto concentrato a leggere il libro, peccato che era al contrario. 

 

"Non ci sarei andato comunque. Pensavo a qualcosa che si concentrasse di più sulla scienza." Dabi aveva il forte impulso si rimettere la mano tra le ciocche bionde. La infilò in tasca. 

 

Hawks arricciò il naso. "Per me basta che si debba studiare poco."

 

Dabi sorrise fino a quando sentì i punti tirare. Rimasero in silenzio. Si sentiva il turbare degli uccelli che avevano fatto il nido lassù e il distante rumore del traffico cittadino. L'aria sapeva di primavera. Hawks aveva la testa appoggiata sulle braccia e gli occhi chiusi. 

 

"Hey."

 

Hawks rispose con un mugugno e aprì un solo occhio. Con quella luce sembrava completamente dorato. 

 

"Scusa."

 

Gli si aprirono entrambi gli occhi e gli angoli della sua bocca si curvarono all'insù. 

 

"Va bene. Ma dovrai comunque pulire lo spogliatoio per il resto della settimana." 

 

Dabi gli diede una spinta e cercò di accigliarsi ma riuscì appena a nascondere il divertimento. Avrebbe volentieri fatto tutti i turni di pulizia se significava poter continuare a ridere insieme. 

 

 

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Note: Eccolo qui! Questa settimana non sarò a casa quindi il prossimo capitolo uscirà mercoledì prossimo. Commentate se vi è piaciuta :3

   
 
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