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Autore: Flofly    27/08/2021    0 recensioni
*COMPLETA*SEGUITO DE IL CALICE DELLA VITA. Dopo gli eventi del quarto anno Draco, Hermione, Ron, Pansy ed Harry sono costretti a tornare al passato per recuperare uno degli Horcrux di Voldemort e poter finalmente dire addio ad un incubo. Catapultati nell'Hogwarts ai tempi delle sorelle Black e della famiglia Malfoy, si troveranno ad affrontare non solo la pazzia dei neonati Mangiamorte ma anche oscuri segreti di famiglia. Dramione, Lucissa, OOCC. . Attenzione: tematiche delicate, violenza, linguaggio volgare,accenni a maltrattamenti di minori.Cronologia alterata rispetto al CANON: I malandrini frequentano Hogwarts negli stessi anni di Lucius, Narcissa, Andromeda e Bellatrix
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Sorelle Black | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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I mesi erano passati fin troppo velocemente dopo il caos della terza prova e per Harry era stata la prima volta in cui aveva un posto da chiamare casa fuori da Hogwarts . Sirius, ormai un uomo libero, era diventato ufficialmente il suo tutore e avevano passato gli ultimi mesi divisi tra opere di ristrutturazione, o meglio demolizione autorizzata di Grimmauld Place, e lunghe giornate alla Tana dai Weasley.

Tutto era sembrato perfetto. Tutto, ad eccezione di due cose. Primo, nonostante avesse visto Voldemort cadere in terra, la cicatrice spesso gli bruciava ancora, e questo non era mai un buon segno. Secondo, e forse anche più grave, Hermione ancora non aveva riacquistato le sue capacità cognitive e continuava a vedersi con quella serpe albina di Draco Malfoy. Andromeda e Sirius lo avevano rassicurato, ma lui si sentiva inquieto ogni volta che sapeva che la sua migliore amica si recava in quello che era sicuramente un luogo raccapricciante quanto i suoi proprietari, Malfoy Manor. Per fortuna, finita l’estate erano tornati ad Hogwarts, dove per lo meno era impegnata tra lezioni e compiti in classe.E soprattutto dove c’era la McGranitt e il suo occhio di falco.  Inoltre, nonostante la splendida estate trascorsa era stato comunque felice di tornare alla Scuola di Magia e Stregoneria, ritrovare gli altri compagni, addirittura riprendere le lezioni. Ad eccezione di quelle di pozioni, ovviamente.

Le settimane erano passate velocemente e ora, tornato a casa per la prima volta per Natale, si sentiva finalmente felice. Sapere c’era qualcuno ad aspettarlo con gioia lo faceva sorridere come mai prima d’ora.

Anche durante quelle vacanze invernali aveva cercato invano l’appoggio di Molly e Ginny per far finalmente ragionare la solitamente intelligente grifondoro, ma la prima si era limitato a liquidarlo con un “le passerà” e la seconda invece lo aveva minacciato di buttarlo giù dalla scopa da Quidditch se si fosse intromesso ancora. Hermione sembrava felice e lui e Ron dovevano accettarlo. Piuttosto, pensasse ad allenarsi un po’ di più perché stava decisamente mettendo su peso grazie ai manicaretti della Tana e agli alcolici di Sirius. E i pranzi e le cene di Natale erano ormai dietro l’angolo. Detto fatto lo aveva trascinato in volo per ore. Insulti a parte era stato fantastico. E poi non era grasso quello, erano muscoli.

Stava impacchettando il regalo che aveva comprato per il suo padrino quando sentì un gran frastuono al piano di sotto. Era segno che era arrivata Andromeda.

Scese trotterellando la scalinata riccamente intagliata, chiedendosi distrattamente quando avrebbe potuto farla a pezzi, mentre molti quadri continuavano ad urlare contro i cugini Black, traditori del loro stesso sangue. La solita solfa. Ne avevano rimossi molti ma alcuni dei ritratti dei padroni di casa opponevano una strenua resistenza e nonostante i tentativi non erano ancora riusciti a staccarli né a dargli fuoco.

Prima di saltare come al solito gli ultimi gradini fu costretto ad inchiodare. Nel salone non c’era solo Andromeda. Fu molto felice di rivedere Lupin e Tonks, ormai una coppia affiatatissima nonostante la differenza di età e di cui non poteva che gioire. Era estremamente contento di vedere la zazzera rossa di Ron uscire dalla cucina con un piatto di torta al cioccolato in mano, seguito da Hermione che gli ricordava che il suo modo di mangiare lo avrebbe portato al diabete giovanile. Lo fu decisamente meno quando, ancora prima di vederla seduta sul divano a sfogliare pigramente un libro che aveva trovato sul tavolino da caffè, sentì il profumo di quella maledetta psicopatica di Pansy Parkinson. E ovviamente il suo umore precipitò in un pozzo di disperazione quando notò il giovane imbronciato seduto accanto a lei, in maglione e pantaloni scuri. Quegli assurdi capelli erano purtroppo inconfondibili. Il maledetto Draco Malfoy era venuto a profanare anche il suo secondo posto sacro, dopo averlo fatto mesi prima con il dormitorio dei grifondoro.

Per fortuna che c’era Sirius. Il mago infatti era di fronte al serpeverde, braccia incrociate e sguardo inquisitorio.

“E quindi tu sei il figlio di Narcissa” - chiese senza staccare lo sguardo.

Il biondo alzò gli occhi al cielo. “E’ almeno la quarta volta che mi vedi e ogni volta mi fai la stessa domanda. Sei solo rincoglionito o pensi che chiedendomelo ogni volta prima o poi cambierò risposta? Dimmelo, cosi facciamo prima” - sbuffò.

“No è che voglio essere sicuro che tu sia quel demente che si è avvelenato pensando di uccidere Voldemort. Bella famiglia, a proposito” - sghignazzò mentre Andromeda interveniva colpendolo sulla testa con un giornale arrotolato.

“A cuccia, cugino. E piantala di dargli il tormento. Non è stata di certo la mossa più furba del mondo ma è anche grazie a quello che Voldemort e Nagini si sono indeboliti e abbiamo potuto attaccarlo” - continuò colpendolo ripetutamente, mentre Sirius cercava inutilmente di parare i colpi.

“E poi comunque meglio del tuo figlioccio sfregiato che in tutto ciò era appiccato ad una cazzo di lapide” - sibilò di risposta il ragazzo, soddisfatto del trattamento che la zia stava riservando a quel grifondoro borioso.

Harry decise che era il momento di rendere nota la sua presenza.

“Almeno io poi ho fatto qualcosa invece di stare fermo come un sacco di patate a dissanguarmi. Sei un essere inutile Malfoy. E soprattutto qualcuno mi vuole spiegare cosa ci fanno due Serpeverde in questa casa? Dovremmo mettere un cartello all’ingresso per evitare situazioni come queste”.

Hermione gli si avvicinò sorridendo per dargli un bacio sulla guancia. E un pugno piuttosto forte sul braccio.

“Diamine Harry, potresti crescere per una volta? “. Rimbrottò la giovane strega, mentre Ron lo abbracciava forte. Perché nessuno capiva che non ci si poteva fidare di quelle serpi in abiti costosi?

“Credimi, neanche noi vorremmo essere qui, Potty. Io avrei migliaia di cose più interessanti da fare. Limarmi le unghie ad esempio” - celiò Pansy , mentre si rimirava lo smalto impeccabile.

“Veramente siamo in tre , mio caro.” - cinguettò Andromeda che aveva finalmente smesso di colpire il cugino, mentre quello continuava a guardarla in cagnesco- “E come avrai capito la situazione è piuttosto complicata.”

Il bambino sopravvissuto sospirò forte. Perché non riusciva mai ad avere un momento di tranquillità?

“Secondo me porti sfiga, sfregiato.” - Draco sembrò intuire i suoi pensieri. E come al solito intervenne a sproposito, meritandosi una gomitata da Hermione che nel frattempo gli si era seduta in grembo -” Ahia Granger, e che cazzo, ho solo detto la verità”

“Ricordami chi ti ha salvato il culo l’ultima volta, Malfoy”- ringhiò Harry

“Beh tu non di certo...”. mugugnò l’altro in risposta, il resto della frase rimasto nel vuoto per via dell’occhiata di fuoco che gli amati occhi color miele della sua ragazza gli stavano rivolgendo. Era sicuro che se avesse continuato avrebbe tirato fuori la bacchetta e lo avrebbe pietrificato. Decise quindi per un diplomatico quanto esaustivo sguardo di puro odio verso lo sfregiato.

Per sua fortuna, la cugina interruppe il battibecco:

“Tre serpeverde, cinque grifondoro e come al solito l’unica in grado di ragionare è di Tassorosso. Ovvero, io. E ora per favore sedetevi e state zitti per dieci minuti” - disse incrociando le braccia sul petto, bacchetta pronta, e fissandoli uno per uno.

“Ma tu sei proprio sicuro di volerla sposare? Perché io te lo dico per esperienza, mi sa tanto che ha ereditato la pazzia dei Black” - mormorò Sirius all’orecchio di Remus, che invece sorrise.

“Oh, noi sai quanto sia vero Paddy. Ma che posso farci se la amo?” - ridacchiò a bassa voce.

O almeno loro due credevano di essere stati molto discreti. Purtroppo non abbastanza e se ne accorsero quando uno schiantesimo li colpi entrambi.

“Ho detto zitti”-sibilò Tonks. Andromeda ghignò, accomodandosi. Decisamente era figlia sua.

Quando la situazione si fu normalizzata e tutti i presenti ridotti al silenzio si lanciavano sguardi di fuoco, la giovane auror riprese il suo discorso.

“Bene, ora che non sembra di essere allo zoo cerchiamo di fare chiarezza. Avrete di certo notato che Silente in questi mesi dalla ripresa dell’anno scolastico è stato spesso assente. Forse vi avranno detto che è per via dell’inchiesta sulla morte di Diggory. “

Il gelò calò nella sala nel ripensare al corpo senza vita del giovane tassorosso. Sapevano tutti che da allora Amos Diggory era caduto in una profonda depressione che niente sembrava alleviare. Harry aveva anche provato a parargli, ma l’uomo gli aveva riversato addosso tutto il suo dolore, accusandolo di aver provocato la morte del figlio. Che fosse direttamente o indirettamente poco gli importava. Il suo ragazzo era morto mentre tutti loro continuavano a vivere come se nulla fosse accaduto.  Il bambino sopravvissuto deglutì, mentre Ron ed Hermione gli stringevano ciascuno una mano, nel tentativo di confortarlo. Per fortuna che aveva quella nuova famiglia, quella che si era scelto e che non lo avrebbe mai abbandonato.

“Il Preside è piuttosto preoccupato del fatto che, sebbene lo abbiamo visto cadere in terra, il corpo di Voldemort non sia mai stato ritrovato. Quello che Hermione ha trovato sull’importanza di Nagini per la sopravvivenza dello spirito di quel maledetto lo ha fatto riflettere. E se avesse fatto lo stesso con altri oggetti? Per quello si è messo alla ricerca di questi manufatti. Si chiamano Horcrux per essere precisi. Abbiamo scoperto che sicuramente uno è stato il diario del giovane Riddle, che avete già distrutto. Il secondo, probabilmente anche il più potente, era quel dannato serpente. Silente ne ha trovati e distrutti altri due, e siamo a quattro. Abbiamo individuato il quinto e ci stiamo lavorando. Probabilmente in totale sono sette, un numero magico potentissimo.”

“Ok, abbiamo fatto le addizioni. E quindi? Io ancora non ho capito perché mi state rovinando le vacanze di Natale trascinandomi a questa riunione di sfig…”- iniziò a lamentarsi il giovane serpeverde, riuscendo a mordersi la lingua un attimo prima di venire colpito in contemporanea dalla sua ragazza e da sua zia.

E che permalosi, però!

“Se avessi il buongusto di farmi finire, forse, e dico forse, potresti capirlo. Anche se ho seri dubbi sulla tua intelligenza, visto di chi sei figlio. Da parte di padre intendo, ovviamente.” - ghignò Tonks, riprendendo pacifica il suo racconto. “Pare che per il sesto sia stato furbo e lo abbia spedito indietro nel tempo, in modo che non possa essere trovato facilmente.

“Si può mandare un oggetto indietro nel tempo e lasciarlo li? Non altera la linea spazio temporale?” _ chiese Hermione, improvvisamente interessata. Era tutto cosi affasciante, tralasciando il fatto che fosse un ancora di salvezza per un pazzo assassino con manie di grandezza.

Andromeda annuì e rispose al posto della figlia:” Tecnicamente si, anche perché probabilmente è un oggetto che comunque è stato consegnato nel passato e nascosto. Quando Voldemort è stato per tornare in vita e per assicurarsi una via di fuga, probabilmente lo ha fatto tirare fuori dal nascondiglio e rimandato nel passato, al momento in cui l’ha consegnato. In questo modo si è creato un cerchio temporale che gli garantisce la sicurezza. Un oggetto del presente che non può essere distrutto perché fisicamente non è più qui, ma che per avere efficacia deve essere distrutto nel passato dopo che l’incantesimo è già stato fatto.” - spiegò. Anche se in realtà era più complicato spiegarlo che il concetto in sé.

“In poche parole, bisogna tornare indietro e distruggerlo poco dopo che Voldermort abbia imprigionato al suo interno una parte della sua anima. Non prima perché sarebbe inutile, non dopo perché più passa il tempo, più la protezione intorno all'oggetto diventa potente. E una volta nelle mani di Belllatrix sarà impossibile recuperarlo, sappiamo per certo che lo coprirà di incantesimi nascondenti.” - continuò la giovane Auror.

Lupin si rese conto della confusione che aleggiava sul viso dei ragazzi. O da quella che sembrava una smorfia di disgusto sul volto di due in particolare.

“Siamo riusciti a risalire all’oggetto in questione. Una collana che Voldemort ha regalato come dono per il fidanzamento di Bellatrix e Rodolphus.”

Si sentì fissare da dieci paia di occhi sbigottiti.

“E come dovremmo fare, di grazia?”-chiese gelido il biondo – “ E , soprattutto, perché? Cioè capisco Potty e l’amico Lenticchia che hanno le loro manie di autolesionismo e di salvezza del mondo. Ma noi che c’entriamo?”

“Io non lascio i miei migliori amici da soli, Malfoy!” - ringhiò Hermione. Merlino, ma perché doveva essere cosi intrinsecamente serpeverde il ragazzo che amava? E, soprattutto, perché aveva dovuto innamorarsi proprio di quel cretino?

“Ti facevo più cavaliere, Draco. Almeno questo. In ogni caso vi dovrete infiltrare a Serpeverde, quindi capirai bene che non possiamo mandare tre grifondoro da soli allo sbaraglio. Sebbene siano il golden trio, non durerebbero due giorni senza farsi scoprire”

“In che senso infiltrare scusa? E poi non se ne parla, noi abbiamo il party di sua madre domani” - rimbeccò Pansy indicando l’amico con la testa. Era l’evento sociale dell’anno e la sua occasione per presentare il suo progetto editoriale. Di certo non se lo sarebbe fatto sfuggire per dar retta ad un gruppo di decerebrati con la sindrome dell’eroe.

Sirius sbuffò- “Ah certo, perché il Gala di Natale di mia cugina è più importante di salvare il mondo.”

“Ovvio” - rispose senza scomporsi la mora osservando l’uomo davanti a lei. Era davvero bello, i lunghi capelli neri e gli occhi ardenti dei Black. Non faticava a credere alle storie che giravano sul suo conto. Si diceva che fosse stato con la metà della popolazione femminile di Hogwarts, qualche professoressa inclusa. Peccato che nella sua testa puzzasse sempre di cane bagnato.

“Non preoccuparti Parkinson, non perderai il tuo prezioso e noioso ballo degli snob sotto l’albero.  Tornerete indietro di qualche anno e un paio di mesi, diciamo che inizierete il primo settembre del settimo anno di Bellatrix. Avrete tre mesi.  A mezzanotte del 22 dicembre di quello stesso anno dovrete trovarvi tutti e cinque davanti questa casa. Li si aprirà un varco temporale che vi riporterà esattamente a questo momento.”

“Cosa vuol dire che dobbiamo infiltrarci  a Serpeverde?”- chiese sbigottito Ron- “ Nessuno della mia famiglia è mai stato smistato in quella casa di maniaci omicidi psicopatici e con la puzza sotto al naso. E non intendo iniziare io”

“O forse qualcuno lo ha fatto ed è stato fatto a pezzi e nascosto. Chissà che non si possa riprendere la tradizione con te, Ron caro” - gli sibilò la Parkinson. Poi rivolgendosi ai membri dell’Ordine “Questa è una follia, perché non ci andate voi a giocare alle spie nel passato”.

“A quei tempi io ero al quinto anno, Remus e Sirius al primo. Non ci possono essere due versioni della stessa persona nello stesso momento, si creerebbe una distorsione troppo grande. E Nymphadora non può occuparsi da sola di tutto. Senza contare che dei ragazzini della vostra età sicuramente possono entrare più in confidenza con dei loro coetanei che degli adulti”- rispose pacata Andromeda mentre la figlia si mordeva la lingua per evitare di scattare e chiedere alla madre di non chiamarla con il suo nome intero. Per Merlino, che noiosa che era!

Draco vicino a lei si era chiuso in un ostinato mutismo, come faceva sempre quando sapeva di aver perso. Era ovvio che quei tre dementi, purtroppo la sua amata sanguesporco inclusa, si sarebbero fatti convincere ad imbarcarsi in quella missione idiota e suicida. Bastava allettarli con l’idea di star facendo la cosa giusta. E non avrebbe potuto permettersi di lasciare Hermione da sola, sapeva bene quanto la sua casa di appartenenza potesse essere crudele ed elitaria. Lui era stato cresciuto con l’idea di entrare a Serpeverde e aveva sempre saputo come si sarebbe dovuto comportare. Quei tre sarebbero finiti affogati nel lago alla seconda sera. Ma il pensiero che gli si stava formando nella mente non gli piaceva per niente.

Aspettò, era certo che presto sarebbero arrivati al punto della questione. Noto ai più come “Il momento in cui capimmo che era una grandissima stronzata”.

“E non possiamo usare una giratempo? Non sarebbe più facile” - intervenne Hermione, toccando la sua che teneva al collo. La McGranitt gliela aveva data all’inizio dell’anno scolastico, per permetterle di seguire più lezioni possibili. Non aveva potuto dirlo a nessuno, però, neanche a Draco.

Remus scosse la testa “E’ troppo complicato calcolare i giri che bisogna fare per arrivare esattamente a quel momento. E poi se la perdeste o ve la rubassero rimarreste per sempre intrappolati. E siete troppi per un solo viaggio, sarebbe inutilmente pericoloso. Silente ci ha assicurato che si aprirà un varco temporale, proprio qui, questa sera stessa. Vi porterà direttamente alla cerimonia di smistatamento. Sarete degli studenti trasferiti da Accademie magiche straniere, abbiamo preparato un breve profilo e un’identità per ciascuno di voi. Potete usarla o inventarne una che vi si addica, purché siate coerenti. Hermione, tu puoi usare il tuo cognome, tanto non c’è mai stato nessun Granger ad Hogwarts.”. spiegò

“E se non volessimo farlo?” - chiese Ron- “Cioè, mi va bene rischiare la vita per salvare il mondo. Ci sto. Ma non chiedetemi di fingere di essere amico di un serpeverde, per favore. Mi viene l’orticaria al solo pensarci”.

“E’ reciproco, lenticchia, non preoccuparti”- gli sibilò la Parkinson, torcendosi le mani- “ Ma il pezzente ha ragione… e se non volessimo farlo?”-

“Allora vi prenderete la responsabilità di quello che succederà se Voldemort dovesse tornare in vita. E se a te non interessa di quello che accadrà ai babbani e nati babbani o alla tua famiglia, Pansy, pensa a quello che farà il Signore Oscuro per vendicarsi di chi lo ha tradito” - rispose gelida la strega alla sua sinistra, ancora prima che la figlia potesse intervenire.

A quel pensiero Pansy ammutolì, mentre un brivido saliva sulla schiena degli studenti di Hogwarts. Sarebbe stata una carneficina, e non sarebbe di certo durata poco.

“Quindi ammesso di riuscire a convincere il Cappello Parlante cosa accadrà dopo?” si interrogò Harry. Neanche a lui sconfinferava troppo l’idea di finire tra gli inquilini dei sotterranei, che odiava cordialmente, e da cui era già sfuggito una volta. Ma sarebbe stato ad Hogwarts durante il primo anno di suo padre. Avrebbe potuto vederlo, parlarci. Forse anche diventarci amico. Beh certo, forse non proprio amico, se fosse finito tra le serpi verde argento. Però lo avrebbe conosciuto. Era già qualcosa.

“Oh non preoccuparti, la magia del Cappello è molto potente e sono sicuro che Silente avrà pensato anche a lui. Sarete studenti del quinto anno, cosi come adesso. Avrete tre mesi per entrare nella cerchia di Bellatrix e Rodolphus e garantirvi la loro fiducia. Appena Voldemort consegnerà la collana, voi la ruberete e distruggerete”- replicò Remus calmo.

“Una cosa facile facile, direi” - bofonchiò Ron, ancora poco convinto. Ma lo sguardo negli occhi dell’amico non gli lasciava molta speranza.

“Quinto anno hai detto?” - Draco si era risvegliato dal suo torpore.

Andromeda annui: “Si, Bellatrix era al settimo, come ho detto, insieme ai tuoi zii. Io al quinto, Narcissa al terzo, se è quello che ti stai chiedendo.”

Draco scosse la testa- “Mi stai forse dicendo che devo stare in classe con mio padre adoloscente? E diventarci anche amico, magari. Senti, io credo che a malapena gli stia simpatico in questo di tempo, dove sa che sono suo figlio.”

Andromeda ridacchiò: “Ah, non preoccuparti, potresti avere delle grandi sorprese. E a proposito, ricordati che se combini casini potresti non nascere proprio. E soprattutto nipote, dobbiamo fare qualcosa per il tuo aspetto”

“Il mio aspetto non ha niente che non vada” - rispose imbronciato il ragazzo, incrociando ancora una volta le braccia sul petto.

“Quindi secondo te nessuno si accorgerà che assomigli in modo impressionante a quella serpe maligna di tuo padre? “- ghignò Sirius, pregustandosi il divertimento.

Draco non rispose limitandosi a sbuffare quando sua zia gli passò una mano tra i capelli: “Basterà scurire un po’ questi e la somiglianza già sarà meno immediata. Noteranno dei tratti simili, ma ha già gli occhi più azzurri di Narcissa che grigi e ci vorrà poco a rendere prominente questo lato. Per il resto al massimo potranno pensare in qualche figlio bastardo di Abraxas. Ma almeno sarà un pensiero che non avranno appena ti vedranno”.

A quel nome il ragazzo rabbrividì, mentre la mano di Hermione posata sul suo avambraccio lo stringeva forte. Già non solo sarebbe finito in una Hogwarts con i suoi genitori e zii ancora studenti. Soprattutto era un tempo in cui suo nonno era ancora vivo.

Avrebbe potuto rifiutarsi e andarsene. Ma le parole di Andromeda lo avevano colpito. Cosa era disposto a fare per proteggere la sua famiglia e la ragazza che diceva così tanto di amare? Non era spirito di sacrificio, era puro egoismo. Ancora una volta nella sua vita si trovava ad essere il ragazzo che non poteva scegliere liberamente. O forse quello che prendeva tutte le decisioni sbagliate per tutte le ragioni giuste.

“E cosa dovrei fare, di grazia? Tingermi di nero e fare finta di essere mezzo Black? Ah no, scusa lo sono mezzo Black. E perché lenticchia può tenersi i suoi orridi capelli rossi e io no?” -chiese cercando di mantenere un contegno e non dare la soddisfazione a quello stronzo del padrino di Potter, nonché suo cugino di secondo grado, di vederlo così scosso.

“Perché non c’è nessun Weasley in quegli anni a Hogwarts. E soprattutto perché nessuno della sua famiglia è malfidato quanto quelli della tua. Niente di così tragico comunque. In questi casi bisogna sempre ricordare di non eccedere. Basterà scurirli un po’, diciamo fino ad un castano chiaro. Ti posso far vedere l’incantesimo che dovrai fare ogni sera, oppure posso procurarti della tinta babbana”- lo prese in giro Tonks. Facile per lei cambiare aspetto, visto che era una mutaforma.

“No grazie, vada per l’incantesimo. Di roba Babbana da mettermi addosso mi basta la Granger” - bofonchiò , meritandosi una sberla da parte della suddetta  nata babbana che provocò uno scoppio di sorrisini e ghigni da parte degli altri grifondoro presenti nella stanza.

Un leggero tocco di bacchetta e i capelli chiarissimi e inconfondibili di Draco Malfoy si allungarono e assunsero una sfumatura nocciola, molto lontana da quella platino abituale, gli occhi persero il riverbero color acciaio per intensificare la sfumatura blu. Hermione gli scostò una ciocca dalla fronte, divertita : “ Non sembri neanche tu. Un po’ mi dispiace, mi piacciono i tuoi capelli”.

“Già, per una volta non sembri un cazzo di furetto albino” - rimbrottò Harry.

“Fottiti Potter”- rimbeccò subito il serpeverde.

Prima che potessero iniziare una nuova lite Andromeda intervenne di nuovo.

“Harry, anche con te dobbiamo fare qualche cambiamento. Assomigli molto a James, lo sai. Sirius si confonde sempre”- gli disse con una dolcezza che  nascondeva quanto in realtà fosse divertita da tutto ciò.

Il grifondoro sbiancò, mentre Draco soddisfatto lo guardava pregustandosi la scena.

“Sia mai la volta che riesci ad essere pettinato, Potter”- ghignò.

Il grifondoro si morse la lingua, mentre il l’ex biondo riceveva un’ennesima gomitata dalla ragazza alla sua sinistra.

“Come li preferisci: biondo scuro o rossi come Ron? Potreste passare per cugini”- ridacchiò Andromeda in un vano tentativo di restare seria.

Harry e Ron si scambiarono un’occhiata. C’era bisogno di chiederlo?

“Rossi ovviamente! Mi piacerebbe molto essere uno dei fratelli di Ron. Più Charlie che Percy, a dire il vero. E poi mia madre aveva i capelli rossi no?”- sorrise

“Che cazzo di gusti, Potter.”- borbottarono in contemporanea i giovani serpeverde presenti, mentre la folta chioma scura della giovane speranza del mondo dei maghi si accorciava e assumeva una sfumatura rossastra. Gli occhi persero il loro tono color giada per assumere una sfumatura verde sottobosco.

Sirius e Remus erano soddisfatti. Il loro figlioccio non ne era uscito snaturato, si vedeva ancora una somiglianza con James e Lily ma non era una cosa eclatante. Più un leggero sentore. Erano sicuri che ciò avrebbe tranquillizzato Harry.

“Ti manca un maglione bucato e saresti perfetto, Potty”- cinguettò Draco, ovviamente ben intento a non perdere l’occasione.

“Piantala. Piuttosto, gli anelli. Togliteli”- ordinò Andromeda rivolgendosi al nipote e sedando sul nascere la rissa.

Draco per un attimo esitò, guardandosi la mano dove rilucevano l’anello a forma di serpente e il blasone con incise le iniziali MB, Malfoy e Black, che portava dal suo quattordicesimo compleanno. Se il primo fu relativamente facile da sfilare, sul secondo esitò un po’. Quando lo tolse gli sembrò di essere nudo e senza protezione. Era come se quell’anello gli avesse salvato la vita, ma non sapeva bene come.

Andromeda gli sorrise e gli fece una carezza, prima di allungargli una lettera.

“Andrà tutto bene.  Dai questa alla me del passato. Vedrai che vi aiuterà. E ti farà piacere conoscere Nicholas e Arael, vedrai”

Draco alzò le spalle. “ Mah, se lo dici tu. Senti e invece come togliamo l’aria di nata babbana alla qui presente signorina Granger? E anche a san Potter se è per questo. SI vede lontano chilometri che è cresciuto a babbanolandia. Per Weasley neanche mi esprimo, ma vestito cosi secondo me non lo fanno neanche avvicinare alla sala comune”

Il bambino sopravvissuto era già pronto a saltare al collo dell’ex biondo quando Remus lo acciuffò per il cappuccio della felpa.

“Seppure detto in maniera estremamente sgradevole, Malfoy ha ragione. Sono certa che Hermione saprà cavarsela alla grande. Ma per i vestiti, non preoccupatevi abbiamo già preparato dei bauli per voi. Intanto potreste cambiarvi” - cercò di farlo ragionare, facendo apparire dei nuovi vestiti della loro taglia.

Poco dopo i tre riapparvero ancora mugugnando. I jeans e le felpe erano spariti. Ron ed Harry avevano dei pantaloni sportivi ma di taglio più classico, il primo con un maglione morbido di cotone mentre per il secondo avevano previsto una camicia avvitata e una giacca blu scuro. Classici senza tempo. Fin troppo per i loro gusti. Si sentivano ridicoli. Draco e Pansy rimasero invece a bocca aperta di fronte alla trasformazione di Hermione.  Lo stile sportivo era stato sostituito da vestitino smanicato a trapezio verde bosco che le arrivava a metà coscia e degli stivali alti scamosciati.  Andromeda si avvicinò e le mise al polso un braccialetto di diamanti purissimi.

“Ho chiesto a Narcissa di darmi uno dei suoi gioielli, anche se ovviamente non sa il motivo. Fidati, basterà questo per farti accettare dalle altre ragazze di Serpeverde. Questo bracciale è una dichiarazione di ricchezza a cui nessuno potrà replicare. Ed essendo piuttosto recente non dovrai preoccuparti che qualcuno possa riconoscerlo. Però assicurati di riportarlo o mia sorella mi ucciderà”- le sorrise la donna.

Hermione annuì. Non era di certo il tipo di ragazza da emozionarsi o desiderare gioielli, di certo avrebbe preferito dei libri antichi. Eppure doveva riconoscere che portare al braccio qualcosa del valore di una piccola casa le dava una certa sicurezza, ora che doveva infilarsi in un posto dove l’unico metro di paragone era la ricchezza, la bellezza e la purezza del sangue.

“Due su tre Granger” - le ridacchiò Draco all’orecchio, quasi ad intuire i suoi pensieri.

L’aria dentro casa era cambiata. Una strana elettricità sembrava pervadere l’intero ambiente, una forza antica e profonda sembrava richiamarli. Il portale si era aperto.

“E’ ora di andare, ragazzi. Mi raccomando abbiate cura di voi. E soprattutto siate puntuali all’appuntamento del 22 dicembre. E ricordatevi che non potete rivelare niente del futuro. Non potete cambiare niente, anche se lo vorrete con tutti voi stessi. Parlo con te soprattutto. Non fare casini. So che vorresti che James e Lily fossero vivi, ma se avverti tuo padre di cosa accadrà non sai quali saranno le conseguenze in questo presente. Potresti incasinare tutto”-li salutò Sirius abbracciando il figlioccio e i suoi migliori amici. Si tenne ben lontano invece dai due serpeverde.

Scambiando un’ultima occhiata con il suo padrino Harry fu il primo a saltare nel cerchio blu che si era aperto alle loro spalle, seguito a ruota da Ron. Draco ed Hermione andarono insieme, mano nella mano. L’ultima e con gran malavoglia fu la volta di Pansy che saltò maledicendo Blaise e la sua maledetta vacanza nei mari del sud. Al ritorno l’avrebbe ucciso con le sue mani per averli lasciati soli con quei tre.

Poco dopo il portale si richiuse, lasciando gli adulti ad interrogarsi se avessero fatto la cosa giusta

“Forse avremmo dovuto dargli più tempo per prepararsi” - mormorò Remus. Non era certo che quel branco di ragazzini ce l’avrebbero fatta. Forse era una missione troppo difficile anche per la speranza del mondo dei maghi. Eppure al momento era l’unica soluzione che sembrava possibile.

“Non preoccuparti, tesoro. Quei tre hanno già fatto molto di peggio. E poi ci sarà la mamma ad aiutarli no?”- lo consolò Tonks.

“Ed è esattamente questo che mi preoccupa” - si lasciò sfuggire Sirius, prima di venir schiantato ancora una volta dalla cugina.

Dannate Black, tutte pazze come al solito. Neanche decenni di matrimonio con un natobabbano ed essere ripudiate dalla famiglia sembravano bastare a migliorare il loro carattere.


+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++< A partire dal 7 dicembre l'aggiornamento passa a due capitoli a settimana, il martedi e il venerdi. Note: La storia inizia qualche mese dopo la fine del quarto anno di Draco ed Hermione, alla fine della storia "Il calice della Vita". Tra le due si può leggere la serie di raccolte "Essere padri , Essere Figli", che raccoglie una serie di instantanee del rapporto tra Lucius e Draco. Se non si fosse capito sono ossessionata dai Malfoy e dai Black.
La cronologia dell'originale non è rispettata. Nel canon Lily  e i malandrini sono nello stesso anno, mentre in questa storia Lily Evans entrerà ad Hogwarts solo l'anno successivo a James. Anche Lucius e Narcissa in teoria dovrebbero passarsi un anno al massimo, qui invece hanno tre anni di differenza e sono più vicini di età ai genitori di Harry rispetto a quanto previsto dalla Rowlings.
Cosi come ne "Il calice della vita" mi piace prendere scene appartenenti ai libri o ai film originali ed inserirle in un contesto diverso. In questa storia non ci saranno Easter Eggs o citazioni più o meno nascoste, ma verranno affrontate tematiche delicate e angoscianti. 
Ovviamente qualsiasi commento, anche negativo è ben accetto. La storia è un work in progress quindi suggerimenti, correzioni, etc fatevi avanti. Detto ciò... Buona lettura!
   
 
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