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Autore: NargilliRosa    28/08/2021    1 recensioni
What if? comedy musical durante il IV anno (alternativo)
“È un incarico molto delicato e importante. Chi di voi se la sente?”
“Ehm, ehm”.
Il Ministro della Magia sorrise. Sì, Dolores Umbridge era proprio la persona adatta per ricoprire quel ruolo.

[Dolastor, Druna, Nensy, accenni Piton/Minerva]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Luna, Minerva/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Forse non ha capito la gravità di quello che ho detto: la Brown e Weasley hanno in mente un piano sovversivo e anche la Lovegood e Malfoy sono coinvolti!”

Era la terza volta che Pansy ripeteva in modo diverso quell'informazione, ma la reazione della professoressa Umbridge rimaneva invariata: batteva le palpebre e sorrideva poco convinta, mentre girava distrattamente il cucchiaino nella sua tazza da tè.

“Mia cara, quante zollette di zucchero hai detto? Oh, senza zucchero, davvero? Comunque… Hem hem penso che la tua mente ti stia giocando dei brutti scherzi. Draco e la Lovegood sono i personaggi di punta del teatro e… Brown e Weasley chi sarebbero mai?”

Pansy tentò invano per l’ennesima volta di far sentire le proprie ragioni; tutto ciò che ottenne però fu un'altra tazza di tè – e due biscotti a forma di gatto. Inquietanti.

“Per la barba di Merlino, dannazione!” imprecò una volta uscita dall'ufficio. “Non mi ha voluto dar retta! Eppure io lo dico: qui c'è qualcosa che non quadra, vogliono far saltare il musical e nessuno mi crede!”

Neville fece un passo avanti un po’ incerto. “Io... Io ti credo, Pansy”.

Nonostante fosse ben conscia della sua presenza, la ragazza si ritrovò quasi a trasalire nel sentirlo parlare. Gli scoccò un’occhiata stupita e poi scoppiò a ridere.

“Sai che ti dico? Non è male averti tra i piedi, Paciock”.

~

“Volete fermare la Umbridge e il musical?”

“Sì, certo, Alastor, ma…”

“Mi rendo conto che questo non è esattamente quello che vorreste, ma è insomma il massimo che si può avere. È sempre fare un po’ di casino e poi…”

“Non approvo fare casino. Per quanto mi riguarda, vorrei semplicemente il totale silenzio offerto dai miei sotterranei”.

“Beh, quindi nessuno dei due vuole darmi una mano?”

Alastor si allontanò seccato: per quanti alleati trovasse, altri rifiutavano la sua proposta. Perlomeno, però, si rivolgeva solo a coloro che non avrebbero mai spifferato nulla alla Principessa del Teatro.

Severus e Minerva, per esempio, se ne andavano a braccetto a rintanarsi insieme nel silenzio dei sotterranei… “Stupidi romantici da strapazzo” borbottò Alastor tra sé. Rompevano con le loro rimostranze sul musical e la Umbridge dall’inizio dell’anno e adesso che lui proponeva di fare effettivamente qualcosa si tiravano indietro – vigliacchi.

~

Draco era a disagio. Non era una novità: da quando il professor Moody aveva tentato di arruolare lui e Luna nel suo ridicolo piano, sobbalzava ogni volta che lo sguardo della Umbridge si posava su di lui durante le prove. Temeva costantemente che gli leggesse in volto la colpevolezza, nonostante lui non fosse affatto colpevole. L’idea era del professore, lui non c’entrava nulla, non aveva nemmeno accettato… eppure, per qualche inspiegabile motivo, non era nemmeno andato a fare la spia. Non aveva detto nulla, aveva a stento promesso di rifletterci quando Luna aveva dichiarato che avrebbe rispettato la sua scelta.

Era ridicolo. Si sentiva diviso: da una parte l’istinto gli gridava di correre dalla Umbridge e denunciare il complotto ai suoi danni e osservare ghignando il corso della giustizia, dall’altra il solo pensiero dell’assurdo finale stabilito dalla donna gli toglieva ogni voglia di sorridere. Un Malfoy si schiera dalla parte del più forte, del vincente, non si ribella senza un tornaconto assicurato. Allora perché ogni volta che si era trovato a portata d’orecchio della Umbridge le parole gli erano morte in gola, e perché intimamente si sentiva già colpevole?

“Si concentri, signor Malfoy! Ha recitato la parte con mezzo secondo di ritardo, non è da lei, ehm ehm devo ammettere di essere preoccupata. Negli ultimi giorni sembra distratto”.

“Mi perdoni, professoressa” recitò in automatico, abbassando lo sguardo per nascondere l’irritazione.

“Nervoso, Malfoy? Non ti preoccupare, sei bravissimo a inchinarti supplicando”.

Draco alzò la testa di scatto, punto sul vivo.

“Ehm ehm, gentile a incoraggiarlo ma ha altro di cui preoccuparsi, signor Potter. Riprendiamo” intervenne la Umbridge, richiamando tutti all’ordine. Alzò la bacchetta per far ripartire la musica.

Fissando torvo l’idiota-che-è-sopravvissuto, Draco decise che per nessun motivo al mondo gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo inchinarsi di fronte a tutta Hogwarts. Avrebbe parlato con Luna subito dopo le prove; suo padre, ne era certo, avrebbe compreso che le sue azioni erano mirate a evitare un’inaccettabile umiliazione. Se ne convinse.

Non notò lo sguardo compiaciuto di Malocchio, che osservava le prove in disparte.

~

Dolores si trovava sola nell’aula, una copia del copione in mano e un’espressione accigliata in volto.

Le prove non stavano andando nella maniera eccellente che lei pretendeva: perfino Draco Malfoy, la sua punta di diamante, stava perdendo qualche colpo. Il finale, poi, era la parte che avevano provato meno! Ce l’avrebbe fatta Moody-Valjean a inginocchiarsi con la gamba di legno oppure avrebbe dovuto concedergli la grazia di implorare perdono in piedi? Con un sospiro, decise di rileggere integralmente gli ultimi due fogli del copione, anche se li conosceva praticamente a memoria: Javert che arresta Valjean e Marius appena usciti dalla fogna di Parigi, Valjean che comprende come il potere della legge sia superiore a qualsiasi cosa, entrambi i fuorilegge che si inginocchiano (oppure Valjean no? – aggiunse come appunto), la piccola Cosette che implora per risparmiare loro almeno la pena di morte e, infine, il sipario che cade dopo l'ultima solenne canzone dell’eroe Javert: “Il trionfo della giustizia”. Dolores stava quasi per intonare le prime parole della canzone, quando la porta dell'aula si spalancò rivelando il suo aiutante.

“Professor Moody! Hem che ci fa qui?”

Lui ridacchiò, mentre avanzava con il suo solito riconoscibile passo. “Io cercavo lei, perciò la vera domanda: cosa ci fa lei qui, professoressa Umbridge? Troppo presa dal lavoro?”

“A dire il vero, sì” replicò, leggermente piccata. “Ci tengo a vedere questo spettacolo realizzato ehm nel migliore dei modi, che il messaggio del finale penetri nelle menti dei più giovani e ehm di tutti e poi...”

“Oh, non preoccuparti, Bamboluccia, sarà uno spettacolo con i fiocchi”.

Dolores batté gli occhi un paio di volte, sorpresa non tanto per l’improvviso tono famigliare di lui (o per il successivo occhiolino) ma soprattutto per la sicurezza stessa che mostrava.

“Adesso crede nello spettacolo? Non pensa più sia una marea di scempiaggini?”

“Sono abbastanza certo di non aver usato quelle parole, forse un casino di stronzate. Comunque sì, diciamo che ho cambiato idea: lo spettacolo e il finale saranno perfetti”.

Mentre Dolores Umbridge veniva lasciata ai suoi appunti (e alla confusione di quell’apparente ravvedimento del collega), Alastor Moody tornò a caracollare nel corridoio con ben altri piani nella mente. Gli esercizi di dissimulazione musicale di Lavanda Brown e Ronald Weasley stavano andando a meraviglia (o almeno quasi): lo spettacolo sarebbe stato davvero perfetto.

   
 
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