Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: BALERION1    28/08/2021    1 recensioni
“E arrivato?” chiese lei.
Lui annui, poi aggiunse “Portalo qui.”.
“Sei sicuro che sarà all’altezza? Abbiamo usato espedienti più efficaci, che hanno fallito. Ed ora questo.”.
“Ho qui tutto ciò che mi occorre. Ed ho appena richiesto di avere…… il meglio.”. Rimarcò l’ultima frase, mentre tirava fuori la sfera incompleta per compiacerne di averla in suo possesso.
Uscì in volo dalla barriera del castello e si diresse dove le fu detto che l’avrebbe trovato. Nel mentre continuava a pensare cosa avrebbe potuto fare per loro. Era stato dipinto come un professionista, a detta del padrone “il meglio del meglio”. Tuttavia, lei non si capacitava di comprendere la logica e utilità di questa decisione.
Ci volle poco per arrivare, il punto in cui si era materializzato non era lontano. Quando fu abbastanza vicina da intravederlo, notò un curioso particolare: era tutto ROSSO.
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Infine dopo un'eternità, sono tornato con questa folle idea che avevo in mente da tanto tempo, spero di ricevere tanto interesse, gradimento, commento e di strapparvi qualche risata.😉
Genere: Avventura, Azione, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Naraku
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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CAPITOLO 5: La notte porta rosso consiglio
 
Sorse un sole rosso. Segno che era stato versato del sangue.
Il campo era sgombro e dello stadio rimanevano solo macerie e terreno bruciato. Poi un cumulo di pietre e terra iniziò a tremare. Una mano riuscì ad emergere, disseppellendo anche il resto del braccio fino alla spalla, rivelandosi troncata dal resto del corpo. Zampettando con le dita come un insetto, l’arto amputato cominciò a muoversi e trascinarsi alla ceca. Tastando il terreno con le dita, in qualche modo riusciva ad orientarsi e districarsi tra i detriti. Finché non raggiunse la testa mozzata di Deadpool, che poi aprì gli occhi… {E NO, E! Non ci provare! Vengo a prenderti a casa come Robert Englund!}.
In quel momento, la mano con il guanto artigliato balza in avanti…. Esce dallo schermo del mio PC! .... Prova ad afferrarmi! …. MI PRENDE, MI PRENDE! AIUTO!!!
 
STACCO PUBBLICITARIO
{Scusate tanto, ma quando ci vuole, ci vuole. Ricominciamo. Battimani. 👏👏}.
 
Era sera, e Inuyasha si riprendeva dalla sfida. Anche se l’incontro era terminato con esito positivo, aveva preso una bella batosta. Tant’è che, accertatosi di aver vinto, crollò a terra esausto. Solo con l’aiuto di Kagome gli fu possibile rispedire il colpo avversario con le poche forze rimastegli, distruggendo anche mezzo stadio. Per quanto riguardava Deadpool, non era rimasta traccia, si presume sia stato disintegrato e, di conseguenza, niente informazioni sul suo coinvolgimento con Naraku.
Non volendo lasciare solo il loro compagno, il gruppo avevano deciso di cenare nel loro alloggio, avendo così anche modo di meditare assieme sul recente avvenimento. Poi arrivò il momento di controllare le fasciature, cominciando dalla fronte, dove un pugno robotico ben assestato gli aveva lasciato un grosso livido. Se ne occupò Kagome, alzò la benda per guardare, quando fu interrotta dal rumore di uno schiaffo secco. Voltandosi vide Sango adirata e Miroku con l’impronta della mano ben stampata in faccia. Era fin troppo evidente: il monaco aveva allungato le mani per l’ennesima volta.
“Maiale!”.
“Ma che ho fatto?”.
“Mi prendi per una stupida?! Credevi che non me ne fossi accorta che stavi toccando?!”.
“Io non ho fatto niente sta volta, giuro.”.
La ragazza non gli credeva, come poteva? Era fin troppo evidente, per quanto lui sembrava sinceramente sorpreso, e in genere tendeva a non fare il dispiaciuto. La sua attenzione si spostò poi su Kirara che ringhiava. Poi sentì strattonare la manica sinistra del kimono e voltandosi….
“Scusa, è stata colpa mia.” parlò la testa di Deadpool distesa sul pavimento.
Sango balzò in piedi inorridita, rendendosi poi conto del braccio del mercenario ancora aggrappato alla manica, che se lo scrollò di dosso.
Al che rimasero stupiti nel vedere che Deadpool non era morto, ma ancor di più erano inorriditi nel vederlo in quelle condizioni. Inuyasha, seppur ancora dolente, si mise in piedi con Tessaiga alla mano.
“COSA?! Come fai ad essere ancora vivo?!”.
“Potrei essermi scordato di dirvi che sono un Highlander. E un'altra cosa…”.
Inuyasha sobbalzò di colpo, sentendo che qualcosa gli aveva pizzicato il sedere. Guardando dietro, vide l’altro braccio del mercenario che ancora stringeva la presa. Poi sentì la voce di DP farsi effemminata e commentare “Umm, che chiappe sode! Pensavo fosse tutto pantalone.”.
Si levò il braccio di dosso, ma non prima di aver tirato un calcio in bocca alla testa mozzata, che rimbalzò per tutta la stanza come una palla da tennis. Finché, quella non si fermò e lui semplicemente sbottò “Sei disgustoso!”.
“È l’unica cosa che sai dire?!” rispose la testa, con il labbro sanguinante attraverso la maschera “Hai idea di quanto sia stato difficile arrivare fin qui, con solo la testa e due mani?! Senza contare le scale: va be, soltanto quattro gradini, pero vedi te.”.
Il ragazzo stava per piombargli addosso. Avrebbe tritato la testa parlante a colpi di artigliate, se non fosse che quello lo intimò di fermarsi, tirando su le mani più che poteva “Oh piano, piano, piano amico! Posso dirti di Naraku!”.
“Che cosa?”.
“Si, non te lo ricordi? Ho detto che se vincevi, avrei vuotato il sacco. Anche se, tecnicamente hai barato, facendoti aiutare dalla tua gang.”.
“E perché dovrei fidarmi di te?!”.
“Perché questo è anche l’espediente che serve per mandare avanti la trama.”.
Quella risposta era tutt’altro che convincente, ma furono i compagni a farlo desistere.
“Ascolta Inuyasha dovremo starlo a sentire.” parlò Kagome.
“Ha ragione. So che non ti piace, e non mi dispiacerebbe se lo facessi fuori.” commentò Sango, alludendo a prima.
“Ma dal momento che è qui, possiamo farci dare le informazioni su Naraku.” concluse Miroku.
Alla fine era la cosa più giusta da fare, e lui lo sapeva. “E va bene! Avanti, comincia a parlare.”.
“Una sola cosa prima.”.
“Che cosa vuoi?!” rispose irritato il ragazzo.
“Mi serve del nastro isolante e qualcuno che vada a raccogliere gli altri pezzi?”.
La richiesta non era poi così strana, e di certo meno che parlare con una testa recisa. Così, dopo una ventina di minuti a rovistare tra le macerie del ex stadio, trovarono gli altri i pezzi di Deadpool, esclusi un paio di dita di mani e piedi, tre costole, fegato e, stranamente, il secondo braccio destro. Portati dentro, il mercenario cominciò a riattaccarseli con il nastro adesivo che Kagome teneva nello zaino, avendo le braccia ancora mobili. Aveva insistito per non essere aiutato, anche con gran sollievo dei presenti che si erano rifiutati o erano troppo riluttanti per farlo. Aveva ormai ricucito circa metà del busto, comprese braccia e testa, quando Kagome, presa dalla curiosità chiese “Ma davvero ti basta questo per guarire?”.
“No. In realtà il mio fattore rigenerante, che è il più potente nel mio universo, mi permette di guarire da qualsiasi cosa. Se perdo i pezzi ricrescono, ma ci vuole tempo, e poi mi sono portato dietro pochi costumi di ricambio, quindi devo cercare di riciclare il più possibile.”.
“A proposito straniero…” stava per chiedere Miroku, ma il mercenario lo fermò “Deadpool, amico. Lasciamo da parte Clint Eastwood, per ora.”.
“Va bene, Dea… Pull?” venne interrotto ancora, cosi come gli altri, perché non riuscivano a pronunciarlo bene, allora lui rispose “Lasciamo perdere e chiamatemi Wade.”.
“Wade?” commentò Kagome.
“È il mio nome: Wade Winston Wilson. Va bene anche solo Wade, o DP. Ma niente signor Wilson, quello è già occupato.”.
“Ma scusa e quell’altro strano nome?” chiese perplesso Shippo.
“Sarebbe il nome del mio personaggio.”.
“Tornando a prima.” riprese Miroku “Volevo chiederti che cosa sei? Voglio dire, non hai l’aspetto di un demone, né un aura di qualche genere, ma nessun essere umano comune dispone di abilità e poteri pari ai tuoi.”.
“Perché io sono un mutante.”.
“Un cosa?” replicò Inuyasha perplesso.
“Una metafora razzista degli anni 60.” concluse la frase il mercenario, con una risatina.
“Un momento.” s’intromise Kagome. Poi, dopo un momento di riflessione “Sarò pazza a dirlo, ma tu sembri davvero uno di quei super eroi dei fumetti d’America.”.
Da qui la conversazione si avviò verso un territorio completamente ignoto agli altri che non fossero la ragazza e Wade.
“Esatto! È ganza la ragazza! Ma, prima di tutto: io sono canadese, sulla carta e anche dal vivo, grazie a quel gran bel pezzo di manzo. Secondo: super? Sì. Eroe? …. Dipende da come mi scrivono.”.
“Ma non ha senso: se sei davvero il personaggio di un fumetto, a rigor di logica tu non esisti.”.
Wade fece una faccia estremamente perplessa, al punto che si poteva benissimo intravedere anche con quella maschera.
“A sì? Non esisto? La metti così? Allora, puoi farmi un favore: potresti avvicinarti e darmi la mano? Tranquilla non mordo.”.
Kagome fece come chiesto. Deadpool le prese delicatamente la mano, poggiandovi sopra l’altra. “Allora, se è vero che non esisto, significa che…” fece una piccola pausa, sollevò la mano destra poi…
“Questo non è reale!” disse mentre, rapido come una scheggia, poggiò la mano sul petto della ragazza.
Naturalmente, lei non poté evitare di gridare, mentre gli altri guardavano adirati la scena. Allora a Inuyasha andò il sangue dritto in testa, uno scatto d’ira, e tirò un pugno in faccia al mercenario, così forte da staccargli la testa incerottata, non ancora rinsaldata. Testa che colpì la parete e cadde a terra “Haya! Sei contento ora?!”.
“Se ci provi di nuovo! …” sbottò Inuyasha, ma prima che potesse finire la frase Wade lo interruppe “Cosa? Continuerai a staccarmi la testa? Imitando Tommy Lee Jones e Tony Shalhoub? E poi, ha detto lei che non esisto, adesso si ricrederà.”.
Al ragazzo non interessavano i discorsi, per lui privi di senso, del mercenario, facendogli solo alzare il nervoso. Avrebbe potuto farlo a fettine con gli artigli, ma si limitò solo a tirargli un altro cazzotto, lasciandogli un grosso bernoccolo. Dopo di che, Miroku riuscì a far acquietare gli animi.
Così riprese il discorso da dov’era stato interrotto, spiegando più nel dettaglio la questione dei mutanti e del “luogo d’origine” di Wade, con piccolo aiuto da parte di Kagome.
Poi il mercenario concluse “Cioè, a dire il vero non è esatto: sono nato normale, senza poteri, li ho avuti solo dopo aver subito la mutazione. Questo non fa di me un mutante vero e proprio.”.
“Allora, da quel che ho capito.” chiese Shippo “Se come dice Kagome vieni da un altro mondo che non è il suo, come hai fatto ad arrivare qui?”.
“Non ne ho idea. L’ultima cosa che ricordo e che stavo cadendo nel vuoto. In quel momento pensai, che mi sarei aspettato di finire ovunque: dal paese delle meraviglie, o a New York vestito da sposa. Invece eccomi qua.”.
“Se hai finito, adesso esigo che tu mi racconti in che rapporti sei con Naraku.” pretese Inuyasha.
“Non hai ancora capito? Mi ha mandato a farvi fuori.”.
A quella risposta sprezzante, il ragazzon non poté fare a meno di aggrottare la fronte per l’irritazione. Wade se ne accorse “Calma pero, fammi spiegare prima di sfoderare il tuo enorme arnese. Ups, scusa doppio senso involontario.”.
L’ennesima provocazione. Sta volta fu Miroku a dargli una bastonata in testa, intimandogli di evitare ulteriori frasi indecenti, soprattutto davanti alle ragazze.
Al che, Deadpool gli rispose semplicemente “Senti chi parla.”. Una simile risposta non poteva essere più azzeccata per il monaco, che se ne rese conto anche dopo aver notato lo sguardo delle ragazze, in complicità con il mercenario.
“Comunque quel tale.” proseguendo il discorso “In qualche modo, ha saputo della mia reputazione e ha voluto ingaggiarmi. Prima ha cercato di corrompermi con una biglia scheggiata, poi ha ritrattato dicendo che mi avrebbe fatto tornare a casa. Così, volenti o nolenti, mi sono ritrovato invischiato nella trama di quest’anime.”.
“Allora lascia che ti dia una dritta: di Naraku non ci si può assolutamente fidare.” così disse Sango, parlando per esperienza personale.
“Infatti.” aggiunse Inuyasha “Questo è solo un altro dei sui sporchi giochi.”.
“Aspetta. E se provassimo a farti passare attraverso il pozzo?” s’intromise Kagome, spiegandosi meglio.
“No. È stato molto chiaro, solo lui può farlo. Io pero ho altri piani.” lo disse, mentre aveva finito di incerottarsi le gambe di nastro adesivo. Poi si mise a gambe incrociate e riprese “Da quel che ho capito: lui vuole farvi fuori, voi volete fare fuori lui, ma lui è più fetente di Ditocorto. Perciò, se non voglio trascorrere altri 400 anni in una cella frigorifera, in un periodo in cui ancora non l’hanno inventata, dovrò aiutarvi ad aiutare me. O era il contrario?”.
“E ti aspetti che ci fidiamo di te?” avanzò sospettoso Shippo, in veci del gruppo.
Al che, Wade fece una risatina e poi rispose “Ascolta marmocchio, perfino io sarei un pazzo a fidarmi di me, e credetemi non avete idea di quanto lo sia. Comunque, io so dove si trova la sua Batcaverna, e posso portarvici. Sempre che voi, non preferiate proseguire con la continuity per i prossimi……. uno o due centinaia di episodi.”.
Ancora una delle sue frasi incomprensibili, pero il succo del discorso era chiaro. Si trattava di un grosso azzardo, ma se Wade restava fedele alla sua parola, per quanto fosse difficile da credere, sarebbe stata la svolta decisiva per loro. Rimase solo da decidere se era fattibile correre il rischio.
   
 
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