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Autore: Captain Riddle    29/08/2021    0 recensioni
Nel magico regno di Expatempem sono comparsi dei mostri dalla morte degli ultimi discendenti del temuto Re della Morte. Dopo la misteriosa morte del nuovo re, quando salirà al trono suo figlio, questo scatenerà una serie di eventi catastrofici a catena, che rischieranno di causare la distruzione del regno se qualcuno non dovesse intervenire. Scoprite la storia del regno magico attraverso gli occhi di sette protagonisti, dilettatevi con gli intrecci e tenete alta la guardia perché il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov:Cleorae

Pioveva quel giorno nella capitale, il vento soffiava forte fuori dalle finestre e la pioggia batteva incessantemente sui vetri delle finestre. Cleorae era seduta sul divanetto della sua camera di fronte alla finestra e guardava fuori, non c'era quasi nessuno in giro, le guardie erano sparite dalle strade e le uniche persone che correvano per le vie della città dovevano essere dirette nelle loro case. Il fiume Tiverian che circondava la città quasi minacciava di straripare. Insomma era una normale giornata di tempesta invernale, almeno lo era per chi avesse un posto caldo in cui potersi riparare dal freddo. Il solo pensiero dei mendicanti e delle povere persone rifugiate alla Casa della Carità rendeva Cleo torva e triste, oltre che arrabbiata ovviamente.

Tutte le persone che erano costrette nella Casa della Carità si trovavano a dover sopportare il freddo; a Cleorae sembrava quasi di risentire il gelo che entrava degli spifferi e poi penetrava sin dentro alle ossa. Un rumore leggero la fece voltare verso la porta "Entra pure, Sipo" rispose immediatamente, riconoscendo all'istante il tocco di suo cugino alla porta. Il ragazzo poco più giovane di lei con i capelli corti e similmente rossi entrò nella stanza e le rivolse un sorriso "Credi che sia troppo rischioso se rimango un po' qui con te?" Domandò il nuovo arrivato, mettendosi a sedere con negligenza prima ancora di aver ricevuto una risposta. Cleo scosse la testa "Non credo se resti per poco tempo. Ma comunque tra non molto dovrò andare, quindi ti consiglio di non metterti troppo comodo" aggiunse, guardando Sipo steso sul letto.

Sipo sbuffò e si mise a sedere, guardando Cleorae in volto "Piove" disse con ovvietà, guardando fuori dalla finestra, sembrava fosse annoiato. "Non ti è mai piaciuta la pioggia" ricordò Cleo con un sorriso "Mi hanno sempre spaventato le tempeste in passato" annuì il ragazzo "Inoltre faceva un freddo tremendo durante le notti d'inverno alla Casa della Carità, soprattutto quando si scoprivano gli spifferi. Ti ricordi, Cleo?" La interpellò Sipo "E come potrei dimenticare" rispose subito lei "È così che siamo cresciuti". Il ragazzo annuì "Immagino che faccia ancora freddo alla Casa della Carità" disse con amarezza, poggiando mollemente il mento sul braccio mentre tornava a stendersi sul letto con la pancia rivolta sul materasso "Sai, ci sono stata non molto tempo fa. Te l'ho detto comunque, lo hai già dimenticato?" gli ricordò Cleo.

"È vero" annuì l'altro, sospirando "Fa ancora freddo, non è vero?" Cleorae annuì "Stavo proprio pensando a quanto debbano stare male quelle povere persone. Non c'è nessuno che si occupi di loro se non i sacerdoti e le sacerdotesse, ma noi due sappiamo bene che non basta". Sipo annuì vagamente "Immagino che dovrei essere felice adesso" replicò "Sono fortunato ad avere un posto caldo dove trascorrere le giornate fredde come questa. Ho da mangiare e non passo il mio tempo nelle strade a ciondolare". Cleorae lo guardò con serietà, sapendo perfettamente dove volesse arrivare suo cugino con quelle parole "Eppure" tentò lui "Eppure non sei soddisfatto" lo interruppe Cleorae. Sipo annuì "Esattamente" confermò "Non devi travisare le mie parole, Cleorae" tentò di giustificarsi "Io sono grato per tutto questo. Ma non è la mia strada" concluse, guardandola negli occhi con convinzione.

Cleorae sbuffò "Ancora speri di realizzare il tuo proposito e diventare un assassino!?" gli domandò aspramente. Sipo la guardò con freddezza "I soldati sono amministratori della giustizia, non sono semplici assassini!" replicò con forza il ragazzo "Sono eroi coraggiosi che si prodigano per difendere il popolo, o almeno è quello che dovrebbero fare, certamente è quello che farei io!" Cleorae era esasperata, veramente non riusciva a comprendere perché suo cugino insistesse con quell'idea che a lei sembrava solo malsana e pericolosa "Ci sono altri modi per essere eroi, per dimostrare il proprio valore e il coraggio" rispose serenamente Cleorae, tentando di far ragionare l'altro "Uccidere causa sempre la sofferenza di qualcuno, soprattutto uccidere un uomo a sangue freddo, guardandolo negli occhi".

Sipo si rabbuiò e la fissò con ferocia "Continui a ripetere le parole di tua madre" la accusò "Ma sappi che lei era cieca a causa del dolore per la morte di tuo padre, è per questo che ha sempre denigrato ogni tipo di guerra e i soldati, senza riuscire a comprendere che la guerra talvolta è l'unica via che può condurre alla libertà! Tu sei intelligente Cleorae, non comprendo come tu faccia a restare cieca come mi raccontasti fu lei. Voglio sforzarmi di credere che tu lo faccia solo per onorare la sua memoria e non perché lo pensi veramente!" Cleo lo guardò attentamente, con sguardo penetrante "E io spero che tu non insista con questa idea solo per onorare la memoria di tuo padre, un soldato!" Sipo la guardò malamente "Lasciamo stare" tagliò corto il ragazzo "Su questa questione temo che non troveremo mai un punto di incontro tu e io". Cleorae annuì "Penso proprio di no" ed era vero, per Cleo la guerra era la causa di ogni male, mentre per Sipo era fonte di onore.

Per un poco calò il silenzio tra i due cugini, lasciando che l'unico rumore presente nella stanza fosse quello della tempesta che infuriava per le strade della capitale, poi Sipo si alzò e si avvicinò alla finestra, guardando la Casa della Carità dall'alto. Sospirò e poi si voltò per tornare a guardare sua cugina "Tu li stai aiutando" disse con sicurezza, ma c'era una vaga dolcezza nella sua voce "Tutti i soldi che stai guadagnando per aiutare loro... sono sicuro che nessun altro oserebbe fare tanto!" Cleorae però non pareva molto convinta "Bisogna fare molto di più di questo per aiutare tutta quella povera gente" Disse con convinzione, raggiungendo Sipo vicino alla finestra.

"Ci hai provato" continuò Sipo "Con il re Fritjof, ma non ha funzionato. Non puoi fare più niente per aiutarli adesso che c'è Morfgan". Cleo gli rivolse uno sguardo ostinato "Si può sempre fare qualcosa se lo si vuole veramente!" Esclamò convinta. Sipo sbuffò e le voltò le spalle tornando vicino al letto per sdraiarsi "No" disse poi, guardandola dal basso "Non puoi fare altro, non puoi rischiare oltre" "Invece posso eccome" ribadì subito Cleorae con la stessa ostinazione "Cugina, no!" Insistette Sipo, mettendosi nuovamente a sedere. Quanto era irrequieto, a Cleo stava facendo girare la testa con tanti spostamenti! "Non puoi pensare di sposare veramente Morfgan!" Cleo sollevò le sopracciglia, sfidandolo con lo sguardo "Perché no!?" Domandò con le braccia conserte. Sipo la guardò impalato, interdetto "Perché hai visto tu stessa che genere di uomo è!" Rispose Sipo con ovvietà "È del tutto folle! È un assassino iracondo e perseguita chiunque osi disobbedirgli!" Cleo sbuffò "Non vedo dove sia il problema" disse con strafottenza "D'altronde è un po' come la guerra che ti piace tanto" rispose con freddezza "E' pericoloso per gli sciocchi e gli ingenui, ma io non sono né l'una né l'alta, quindi non vedo dove sia il pericolo".

Sipo però era seriamente preoccupato, tanto da stringerle un braccio con forza "Cleorae, ti prego di ragionare!" disse allucinato e allarmato "Sai cosa potrebbe farti!? Hai visto quanto è forte e come usa la spada! Se dovesse arrabbiarsi veramente con te, e sai perfettamente con quale facilità perde il controllo, cosa credi che potrebbe farti? Come pensi che reagirebbe se tu gli disobbedissi!?" Cleo alzò gli occhi al cielo "Cugina, ti prego! Non essere temeraria e ottusa!" Continuò il ragazzo, tentando di ferirla nell'orgoglio "Come te con l'idea di diventare un soldato?" replicò però prontamente Cleorae, con ostinazione. Sipo le lasciò il braccio, accigliato per quelle parole "Io parlo così unicamente perché ho a cuore il tuo bene! E per questo non voglio che quell'uomo ti faccia del male!" Cleo sorrise "E non pensi che sia quello che voglio anche io per te?" gli domando dolcemente, carezzando il volto appena lentigginoso del ragazzo "Lo so che sei in pena per me" continuò Cleorae "E che ti preoccupi tanto perché mi vuoi bene. Ma non devi temere" lo rassicurò "So cavarmela da sola. L'ho sempre fatto. Il re non è un pericolo per me, so come gestirlo senza suscitarne ire implacabili. Inoltre si è legato molto a me, soprattutto da quando è morto suo padre, più di quanto tu possa immaginare. Oserei addirittura dire che prova dell'affetto nei miei riguardi".

Sipo la guardava dritta negli occhi, scettico "Non mi piace" insistette "Io mi fido ti te, ma quell'uomo è imprevedibile. Se dovesse sfuggire dal tuo controllo e farti qualcosa di male non potrei perdonarmelo". Cleorae sorrise "E comunque sappi che non è la stessa cosa" replicò Sipo "Essere un soldato è diverso". Cleorae tentò di ignorare le parole di Sipo e continuò quello che stava dicendo "Ti devi fidare di me ancora più di quanto tu già non faccia" annunciò lei "Sono più brava di quanto immagini a trattare con lui. E se anche dovesse accadermi qualcosa di brutto, se dovesse accadermi per aiutare il nostro popolo lo farò con piacere". Sipo spalancò gli occhi "Non dire una cosa del genere!" Rispose allarmato "Non è giusto che tu soffra per garantire il bene degli altri! Non è questo un regno! Inoltre" protestò prontamente "Se tu puoi sacrificarti per il bene del popolo perché io non posso farlo!? Saresti ipocrita ed egoista impedendomi di realizzare il mio proposito per timore che possa accadermi qualcosa, mentre tu fai esattamente lo stesso!" Cleo si alzò, doveva aspettarsi un discorso del genere "Eppure io non rischierei la mia vita continuamente" replicò "Non sarei costretta a uccidere nessuno, tu contrariamente non potresti esimerti dall'eseguire una sentenza ingiusta al cospetto del tuo re! E sul mio bene personale" e Cleorae fu costretta ad alzare la voce, perché Sipo minacciava di voler interrompere "I regni sono così. Poche sono le persone naturalmente votate al sacrificio per un bene comune, la moltitudine predilige sempre obbedire e tacere, oppure prevaricare i deboli e approfittarsi di loro. È necessario che qualcuno garantisca il benessere della gente e io mi occuperò di questo compito, sacrificando la mia stessa vita se dovesse rivelarsi necessario".

Sipo la fronteggiò "Non è giusto che ti ponga in una situazione di pericolo per salvare tutti gli altri!" insistette "E ti consiglio di non evitare le mie domande, perché finirai solo per peggiorare le cose!" Cleorae lo fulminò con lo sguardo "Abbassa la voce" lo sgridò dapprima "Potrebbero sentirci! Inoltre sai perfettamente che mi feci assumere al castello unicamente con questo scopo!" Rispose Cleo, fronteggiando duramente suo cugino "Ma prima era diverso!" Continuò imperterrito Sipo "Prima con il re Fritjof era tutto diverso! E se usi questa patetica scusante allora posso farlo anche io, perché sai che ho sempre desiderato essere un soldato e se avessimo avuto le possibilità economiche mi sarei allenato e lo sarei già!" Cleorae ispirò lentamente, tentando di calmarsi "Il re Fritjof è morto" disse con voce incolore "Ormai il re è Morfgan e i miei piani non cambieranno di certo per questo. Certo cambieranno le modalità dell'attuazione, ma non di certo il mio fine. Non ho paura di quell'uomo" ripeté come se niente fosse "Perché chi ha ben fisso il proprio obbiettivo non teme gli ostacoli che incontra lungo il percorso".

Si voltò a guardare Sipo, era disperato eppure furibondo "Il dolore fisico non è così tremendo" continuò imperterrita la ragazza "Se mai dovessi provarlo in futuro sono certa che resisterei. Resisterei per tutte le persone che vivono al freddo, che non possono mangiare. Resisterei per i bambini che urlano esposti al gelo della notte e fanno a gara sotto al manto di stelle per sovrastare con le loro grida la voce del vento. Resisterei anche soltanto per concedere una casa vera a una persona in più" terminò, tornando di fronte al cugino "Perché non possono vivere così" continuò "Quella non è vita e tu lo sai. Ho l'opportunità di cambiare le cose, non posso tirarmi indietro. Non è questo il momento di avere paura. La paura è solo un altro ostacolo per il bene comune e io non posso lasciare che mi fermi. Il tuo è solo il desiderio di un bambino che tenta di compiacere un genitore che non potrà mai vederlo" concluse, forse con troppo cinismo ed eccessiva freddezza.

Sipo continuò a fissare Cleorae, stringendo i pugni per la rabbia, soprattutto a causa delle ultime parole "Allora è questo che pensi di me" disse tagliente, con la voce sfumata dalla collera "Che io sia soltanto un bambino capriccioso che tenta di emulare suo padre". Cleo non rispose, ma non fu necessario, Sipo non glielo avrebbe permesso "Sappi che ti sbagli" affermò il ragazzo "Ti sbagli veramente e sei così cieca da non riuscire a vedere che anche il mio è un nobile desiderio di aiutare il popolo con un altro mezzo. Forse volevi ferirmi perché speravi che avrei cambiato idea, ma temo di aver ereditato da mia madre la stessa testardaggine che tu hai ereditato dalla tua e quindi le tue parole non hanno neppure scalfito le mie idee di gloria". Cleorae sospirò, non serviva a nulla insistere con quella storia, così si limitò ad annuire lievemente, fingendosi arresa. "E mi sembra di aver compreso a ragione che neppure tu desisterai dal perseguire la tua idea folle. Quindi cosa farai? Convincerai Morfgan a sposarti?" Domandò duramente Sipo. Cleo annuì con la medesima impercettibilità "Diventerò la regina di Expatempem" confermò "Costi quel che costi". Sipo annuì meccanicamente, ma Cleoare vedeva chiaramente il suo timore negli occhi azzurri dell'altro "Lo convincerò a sposarmi oggi stesso" annunciò poi Cleorae, con solennità. Sipo spalancò prepotentemente gli occhi, del tutto frastornato da una notizia di tale portata "No!" quasi grido "Ti prego Cleorae, non farlo!" Sussurrò poi disperatamente "Vattene e basta, tu hai fatto tutto quello che potevi, puoi continuare a vendere gli infusi e aiutare così le persone, ma ti prego, ripensa a quello che vuoi fare!" Cleo gli lanciò uno sguardo severo "Non è abbastanza!" Ribadì categorica "Io so cosa posso fare, quanto posso aiutare quelle persone e non mi tirerò di certo indietro adesso perché il re è un idiota che ha problemi a gestire la sua rabbia! Questo è il piano che metto a punto da tutta la mia vita, ho lavorato duramente per arrivare dove sono adesso, lo sai tutto quello che ho fatto per arrivare qui, per arrivare così vicina al re e ottenere la sua fiducia! Io non sono una codarda né tantomeno una sprovveduta". Cleorae indugiò un attimo, scrutando negli occhi Sipo "Esattamente come te" decretò poi, costretta dalle circostanze ad ammettere ciò.

Sipo continuò a scrutarla torvo nonostante le ultime parole "Ti prego Cleo" ripeté "Se tu lasci stare quest'idea di sposare Morfgan, ti prometto che farò lo stesso con la mia idea di diventare un soldato. Così saremmo al sicuro entrambi". Cleorae però scosse il capo "Non possiamo farlo" disse semplicemente "Perché no?" il tono di Sipo era quasi una supplica. Cleo si voltò e sospirò "Perché non siamo dei codardi" replicò "E sappiamo entrambi cosa sta patendo quella povera gente". Sipo tacque, pensando a come poter rispondere e allora Cleoare ne approfittò per replicare "Io ora devo proprio andare, non ho tempo per restare ancora qui, continuando con inutili discussioni con te mentre nelle strade i bambini muoiono di freddo". Il ragazzo la guardò con un'espressione torva "Io diventerò la regina, Sipo" ripeté con sicurezza Cleo "Che tu lo voglia o no. Il re oggi accetterà di sposarmi e al termine di questo inverno io sarò la regina e finalmente mostrerò a tutti come si governa un regno. Se può rassicurarti augurami buona fortuna oppure prega gli dèi affinché possano proteggermi, ma ti assicuro che non ne avrò alcun bisogno".

Sipo serrò la mascella con rabbiosa rassegnazione "Non ti fidi di me, cuginetto?" Disse con voce morbida Cleo, avvicinandosi per carezzarlo, ma lui si scostò, colmo di rancore e con un'espressione dura sul volto "Veramente?" parlò ancora Cleorea, divertita "Con il tuo comportamento mi offendi..." terminò, con un lieve sorriso a incresparle le labbra generose. Sipo però non si scompose "Quindi non riuscirei a farti cambiare idea in nessun modo?" Tentò ancora lui "Esatto" annuì Cleo davanti allo specchio, constatando di essere impeccabile "Nulla di quello che dirò ti farà cambiare idea?" "Nulla" confermò lei "Andrai dritta per la tua strada comunque?" "Comunque". Sipo non poté fare a meno di sospirare "Allora tanto vale che io ti auguri veramente la buona fortuna e la protezione degli dèi" sospirò sconsolato per il fallimento. Cleo sorrise nuovamente "Sarà un matrimonio magnifico, non devi essere triste, inoltre potrai vantare una parentela con la regina!" scherzò Cleorae, principalmente per tentare di tirare su l'altro.

Sipo scosse il capo "Come sto?" Domandò ancora Cleo, voltandosi per farsi ammirare "Devo convincere il re a sposarmi, devo avere un bell'aspetto. Mi trovi bella?" Sipo alzò gli occhi al cielo, senza riuscire a trattenere un sorriso "Mi prendi in giro, non è vero!?" rispose con sarcasmo "Tu sei sempre incantevole, lo sei sempre stata" "Sì, ma oggi è particolarmente importante che io sia irresistibile" "Ti assicuro che lo saresti per chiunque" affermò Sipo, ammirandola per intero. Cleorae allora parve soddisfatta "Allora vado da Morfgan" annunciò serenamente, avvicinandosi alla porta seguita da Sipo. Si fermò prima di aprire la porta e lo fronteggiò un'ultima volta, subito lui la strinse e lei fece lo stesso "Andrà tutto bene. È una promessa" sussurrò Cleo.

Sipo la guardò ancora nei begli occhi chiari "Sì" rispose, sforzandosi di sorridere "A dopo, Cleo" "A dopo, Sipo" e i due cugini dopo quelle ultime parole uscirono dalla stanza, separandosi perché diretti in corridoi opposti. Cleorae per quanto potesse sembrare strano non era affatto preoccupata, era sempre stata una persona con una forte autostima e molta fiducia in sé, per questo non riusciva a capire i timori di Sipo. Insomma, Morfgan non era propriamente il migliore degli uomini, ma lei non era la prima sprovveduta che c'era in giro! Cleo era sempre stata un'esperta di eloquenza e manipolazione, capace di convincere persona scaltre a fare quello che desiderava; Morfgan non brillava di certo per intelletto, era uno stolto impulsivo e violento e sarebbe riuscita sicuramente a gestirlo senza troppi problemi.

Mentre avanzava lungo i corridoi di marmo Cleorae incedeva con un passo leggiadro e composto, per nulla agitato, la sua eleganza e quel portamento di cui la natura le aveva fatto dono e che lo studio rigoroso aveva aiutato a perfezionare la facevano sembrare ancor più una regina. Cleo passò davanti al corridoio principale dove c'era la sala del trono, ma Morfgan non era lì. Cleo allora continuò a camminare, vagamente accigliata, pensando a dove potesse essere andato il re. Cleorae sperava solamente che Morfgan non fosse andato a caccia oppure ad allenarsi, perché Cleo era molto impaziente e non sapeva se avrebbe potuto attendere tanto oltre.

Fortunatamente Cleo incontrò il vicegenerale della guardia reale, Ser Waltyer Orlens, che stava camminando con la solita espressione seria e diligente "Vicegenerale Orlens" lo salutò Cleorae con riverenza. L'uomo si voltò e la salutò con un cenno del capo "Signorina Powtion". Cleo scosse la testa "Quante volte vi ho detto che potete chiamarmi Cleorae?" disse serenamente. L'uomo però continuò a guardarla con serietà "Mi spiace signorina, ma non mi è concesso parlarvi con tanta confidenza, inoltre temo che non sarebbe opportuno". Cleo allora annuì, senza perdere ulteriore tempo in inutili convenevoli "Sapreste dirmi dov'è la nostra illustrissima maestà, re Morfgan Raylon?" Domandò Cleo in tono formale, ma ugualmente cortese. L'uomo annuì "La nostra serenissima maestà è nei suoi alloggi e lavora per il bene del nostro regno".

Cleorae si impose categoricamente di non ridere perché, insomma, Morfgan che lavorava per il bene del regno era un fatto irreale al quale mai avrebbe potuto credere "Vi ringrazio come al solito per la gentilezza e l'efficienza, vicegenerale Orlens" ringraziò lei "Sempre lieto di potervi servire, signorina" rispose meccanicamente l'uomo "Ora se volete scusarmi, continuo la mia ronda per il palazzo" "Ma certo" rispose subito Cleo, congedandolo "Arrivederci" "Arrivederci". Cleorae guardò l'uomo allontanarsi, accompagnato dall'armatura di metallo e dal portamento di gesso, poi quando fu abbastanza lontano Cleo si sistemò un'ultima volta le pieghe del vestito e poi bussò alla porta della camera reale. Attese lì fuori per alcuni istanti, ma non si preoccupò, la puntualità e l'efficienza nel rispondere erano solo altre delle qualità che il re non possedeva.

"Chi è?" La voce roca di Morfgan arrivò alta e chiara da dietro la porta "Sono Cleorae, maestà!" Rispose lei prontamente, in tono particolarmente suadente "Entra!" La ragazza sorrise trionfante e aprì la porta, richiudendosela alle spalle subito dopo. Morfgan era seduto su una poltrona nella sua grande camera, aveva diversi fogli sparsi sullo stretto tavolo basso e sui braccioli del divano vicino e teneva in mano un bicchiere di vino "Corallina" la salutò, chiamandola con il solito soprannome "È una gradevole sorpresa vederti qui a quest'ora. Ma dimmi" continuò, inarcando le sopracciglia con un vago sorriso "Quale motivo ti spinge a recarti nei miei alloggi per interrompere il lavoro del tuo re?" Cleo che era rimasta sulla porta si fece più avanti "Non era mia intenzione disturbarvi, maestà" disse con la voce zuccherosa e vagamente civettuola "Se me lo comandate me ne andò subito. Per nulla al mondo vorrei causarvi un fastidio e gli dèi lo sanno se mento!" Morfgan bevve un sorso di vino con calma, poi scosse il capo, divertito "Non dire idiozie" replicò subito "Tu ora resterai qui con me. Avvicinati, avanti. Non far attendere oltre il tuo re!"

Cleo allora si avvicinò di più, fermandosi davanti al divano dov'era seduto lui "Siediti, avanti!" Esclamò lui e la avvicinò cingendole la vita, facendola sedere sulle sue ginocchia. Cleorae lo guardò morbidamente "Cosa facevate di tanto importante, mio re? Ovviamente se non oso domandare troppo". Cleorae guardò Morfgan, lui sorrise e la strinse di più a sé "Tu sei sempre impudente" scherzò, avvicinando di più il volto a quello di lei "Sempre" e le circondò le labbra con le proprie. Quando si furono separati Cleo gli carezzò dolcemente il volto "A dire il vero mi preoccupavo di controllare tutte le procedure personalmente in merito all'operazione da te consigliatami" annunciò Morfgan, stupendo Cleo "Stanno arrivando le prime quantità d'oro dalle miniere della Provincia di Fuoco. E controllando i conti devo proprio ammettere che hai avuto un colpo di genio, Corallina, era da tanto che le nostre casse non erano messe tanto bene!"

Cleo gli rivolse un sorriso compiaciuto, pensando bene di sfruttare quel vantaggio a suo favore "Sono sempre felice di rendervi lieto, maestà" disse con la solita reverenza, sbattendo le ciglia "E, sempre se non oso domandare troppo, cosa pensate di fare con tanto oro?" Morfgan posò il bicchiere a metà "Non ho ancora deciso" ammise "Magari potrei coniare nuove monete, ma rischierei di svalutare l'attuale valore dei tesli così facendo, quindi per il momento ritengo che potrei usare un po' delle ricchezze del regno per organizzare una sontuosa festa di corte". Il sorriso di Cleo si allargò "E tutto il denaro che è stato speso per l'organizzazione del vostro matrimonio alla fine dell'inverno?" Domandò, in tono serafico. Morfgan subito si fece serio e Cleorae continuò a guardarlo "Oh, perdonatemi, maestà" recitò lei "Non avrei dovuto nominare quel matrimonio, so che per voi è fonte di rabbia e io, sciocca, ne ho parlato con così poca accortezza". Morfgan si incupì parecchio "Non farmi ripensare a quella dannata ragazzina impudente che era la mia promessa sposa!" Soffiò infuriato "Quella stupida ragazzina ha rovinato tutto! È inammissibile che un re sia costretto ad annullare il suo matrimonio organizzato da anni! Alla capitale si befferanno della mia persona a causa di questo torto che ho subito e chissà se un giorno riuscirò mai a sposarmi e a dare un erede a questo regno come fece mio padre!"

Cleo lo guardò perplessa "Chi oserebbe farsi beffe di voi, maestà?" Morfgan scosse il capo "Tutti!" decretò con convinzione "I popolani, i soldati, probabilmente persino i mendicanti! Tutti parleranno di come la ragazzina abbia deciso di fuggire, macchiando il mio onore e infrangendo il sacro accordo stretto tra mio padre e il suo. Chiunque si befferà di me, diranno che non sono in grado di trovare una donna da sposare neppure essendo il re. Che tremenda umiliazione, maledetti Tenebrerus!" Cleorae tenne gli occhi bassi e sfiorò appena la giacca raffinata di Morfgan "Quindi il mio re non si sposerà presto come desidera? Com'era stato accordato?" Domandò innocentemente "Non vedo come potrei se quella stupida ragazzina mi ha disonorato" annunciò Morfgan in tono sprezzante "Ci ho pensato attentamente e sono giunto alla conclusione che non appena la prenderemo, io la farò giustiziare per alto tradimento, come tutti i membri della sua famiglia. Non merita di vivere quella creatura ingrata!" Cleo si sentì soddisfatta, ma poi lui aggiunse altro "Sono certo che non troverò una signorina dell'età giusta, che possa essere bella, reverente ed elegante in così poco tempo. Tutte le figlie dei signori saranno sposate oppure troppo giovani per sposarsi al termine dell'inverno" disse, afflitto "Quindi, ahimè, sarò costretto a subire l'umiliazione e perderò tutto il denaro già speso per l'organizzazione del matrimonio".

Cleo lo fissò, tentando a stento di trattenere un sorriso "E se invece vi sposaste come è stato deciso, mio re?" propose lei, mantenendosi vaga. Morfgan corrugò le sopracciglia "Mi proponi di costringere una delle signore ad abbandonare il marito per sposare me?" domandò, lasciando Cleorae interdetta per il livello di ottusità che talvolta riusciva a raggiungere Morfgan con le sue parole "Farò così, non mi lascerò umiliare!" continuò Morfgan, senza dare modo a lei di replicare. Cleorae scivolò via dalle ginocchia di Morfgan e tornò in piedi, guardandolo con disappunto, esasperata "Quindi è deciso" disse con voce bassa "Vi sposate con una donna che non vi merita e che sottrarrete al marito e forse addirittura ai figli...". Il re annuì e la donna si voltò di spalle, iniziando a piangere, sforzandosi di piangere per continuare la sua recita "Ma che stai facendo?" Domandò Morfgan alzandosi a sua volta, sentendo i singhiozzi di Cleo "Perché ti sei alzata? Non eri venuta qui per compiacere il tuo re?" Quando l'uomo le fu davanti la trovò con le mani bianche sul volto per nascondere il pianto "Ma che stai facendo?!" Insistette "Perché adesso piangi?" domandò confuso. Cleo si scoprì lentamente il volto "Perché piangi?" Domandò ancora lui.

Per tutta risposta Cleo scosse la testa, con drammaticità "Piango perché dovremo dirci addio, maestà!" Morfgan corrugò le sopracciglia, confuso "Che assurdità vai dicendo mai!?" Sbraitò. Cleorae però non rispose subito e continuò a piangere, rendendo la sua disperazione più veritiera "Perché sarò costretta ad abbandonare questa città al più presto!" Annunciò poi, gemendo tra i singhiozzi "Non è possibile!" La sgridò subito lui "Non me lo avevi mai detto che ti saresti messa in viaggio alla fine dell'inverno. Per quanto tempo sarai via?" Cleo pianse più forte "Per sempre!" annunciò drammatica, struggendosi dal dolore. L'uomo le si avvicinò di più "Spiegami immediatamente che cosa stai dicendo, è un ordine del tuo re!" Cleorae annuì, senza smettere di piangere "Non ve ne ho mai parlato perché è una cosa che ho deciso adesso" iniziò a spiegare.

Morfgan era sempre più confuso "Allora non partire!" Disse con ovvietà "Perché partire senza motivo?" "Senza motivo, mi dite!?" Cleo singhiozzò in maniera disperata e si portò nuovamente le mani al volto "Oh, maestà" gridò "Come fate a non capirlo? O forse vi fate beffe di me e del dolore che mi affligge!?" Domandò "Cosa dovrei capire?" Domandò Morfgan ancora più perplesso "Ti ordino di parlare chiaramente, Cleorae, e senza ulteriori giri di parole!" Cleo annuì, tentando di fermare i singhiozzi insistenti da cui era scossa "Il mio cuore, maestà, sanguina" disse sospirando con gli occhi arrossati dal pianto "E l'unica cosa in grado di curare un cuore ferito, almeno da quel che ho sentito dire, è la lontananza. Solo in questo modo forse le ferite si cicatrizzeranno e io sarò in grado di andare avanti. Ma qui sarebbe impossibile, mio re" continuò a spiegare Cleo con convinzione "Il mio cuore sarebbe sottoposto a torture atroci ogni singolo giorno e io finire per morire di doloro. Finirei per togliermi la vita pur di non vedervi in compagnia di un'altra".

Morfgan se possibile era ancora più confuso di prima "Ma di che cosa stai parlando?" Domandò ancora "Chi è che ti fa sanguinare così il cuore?" Cleorae lo fissò sconvolta "Allora vi prendete davvero gioco di me, maestà!?" Domandò, fingendosi rancorosa "A me sembra che stia avvenendo proprio il contrario!" Si infuriò lui. "Io prendermi gioco di voi!?" Disse sempre più sconvolta Cleo "Oh, se solo il mio povero re sapesse! Oppure lo sa e si diverte a infierire contro una povera fanciulla innamorata?" Morfgan corrugò le sopracciglia "Ti ordino di dirmi chi è costui che ti fa soffrire tanto!" Cleo lo guardò dritto negli occhi "Ma siete voi, maestà!" Esclamò in modo teatrale, portandosi una mano sul petto "Oh, povera me!" Continuò ancora, riprendendo nuovamente a piangere "Il mio re e amore mi considera così poco da ignorare del tutto i sentimenti che dimostro continuamente di nutrire per lui! Devo andarmene via oggi stesso dalla città, oppure solo gli dèi sanno che follia potrei compiere per mettere fine a questo dolore!"

Cleorae si girò per uscire velocemente, conscia del fatto che Morfgan la stesse ascoltando con attenzione, poi lui la trattenne "Dove pensi di andare, Cleorae?!" Domandò scuotendo la testa "Non ti permetterò di andartene via così!" Cleo lo guardò con rabbia, tentando di divincolarsi dalla stretta di lui "E perché mai dovrei restare, maestà!?" Esclamò rancorosa "Per sottopormi alla tortura del vedervi amare un'altra donna? Oppure perché desiderate guardare mentre mi tolgo la vita per voi!? No, voglio andarmene via subito!" Morfgan allora la strinse di più a sé "Ma io e te potremmo continuare a vederci lo stesso!" Disse con ovvietà, ma Cleo parve ancora più sconvolta "Condividervi con un'altra donna!?" Disse senza parole "Piuttosto pugnalatemi voi stesso al petto qui e ora!" Il re spalancò gli occhi per la sorpresa; sembrava indeciso, ma la stretta forte con cui teneva Cleorae a sé aveva un qualcosa di caloroso "Veramente mi ami, Cleorae?" domandò infine "Veramente vedermi sposare un'altra ti causerebbe tutto questo dolore?" e le sfiorò una guancia umida di ben recitato dolore con un dito, con affetto.

"Possano gli dèi portarmi alla morte adesso se vi mento, maestà!" Rispose lei, sempre melodrammatica "Lo so che morirei di dolore" continuò imperterrita, fingendosi sconsolata "Quindi è meglio che io me ne vada lontano prima di sapere qualunque cosa sulla vostra futura sposa". Morfgan però non la lasciò andare neppure allora "Io non voglio che tu vada via" ammise quasi a malincuore, carezzandole ancora il volto "Voglio che tu rimanga qui con me, come hai fatto sino ad ora". Cleo sospirò "Lo vorrei tanto anche io, maestà" rispose a voce bassa e triste "Ma purtroppo non è più possibile, i vostri obbligo e doveri separano le nostre strade. Ma dovevate saperlo prima che io me ne andassi che vi amo, almeno non portò pentirmi di avervelo taciuto. Ora vi prego" continuò "È già abbastanza difficile pensare che non vi rivedrò mai più, non rendetemi le cose più difficili e lasciatemi andare ora che ho ancora un po' di forza per fuggire!"

Morfgan però la avvicinò di più a sé, portando i loro volti a pochi centimetri, per sussurrare "Non voglio che tu mi lasci, Corallina" ripeté con la voce bassa e calorosa, affettuosa "Rimani qui con me. E se l'unico modo per farti restare al mio fianco è sposarti, allora che sia, diventerai la mia regina. E sono certo che non troverei un'altra donna come te in nessun castello". Cleorae scosse la testa, divertita per la buona riuscita del suo piano e stupita, perché nonostante Morfgan si fosse affezionato a lei non si sarebbe aspettata una tale dolcezza da parte dell'altro "Ma io non sono una nobile e non ho l'istruzione adatta" mormorò, in tono mesto e dimesso "Il precettore che ho chiamato per istruirti mi dice che sai già leggere e hai quasi imparato a scrivere, immagino che finirai di imparare presto, e sono solo queste le cose che devi saper fare, perché grazie alla tua idea abbiamo l'oro delle miniere e nessuna signorina sarebbe in grado di eguagliare la tua beltà, la tua fedeltà e la tua grazia, per quanto il suo sangue possa essere nobile". Morfgan e Cleo si guardarono negli occhi "Allora resterai insieme a me e diventerai la mia regina, permettendomi di curare le ferite che sciaguratamente ho causato al tuo cuore?" Domandò Morfgan dolcemente, asciugandole le lacrime che ancora brillavano tra le ciglia della fanciulla.

Cleorae decise che fosse decisamente il caso di finirla con quella pantomima e che fosse giunto il momento di accettare la proposta del re, ormai era fatta. Lo guardò negli occhi scuri e accennò un sorriso "Non mi prendete in giro, vero maestà?" Domandò piano "Parlate sul serio? Volete veramente farmi dono di una tale gioia da rendermi la vostra sposa?" Morfgan annuì senza esitazioni "La mia sposa e la mia regina" precisò, sfiorandole le labbra con un dito "Allora mi sposerai, Corallina?" Cleo si sciolse in un sorriso "Ma certo che vi sposerò! Io vi amo da morire!" I due si abbracciarono e Morfgan la baciò con ardore e lei rispose con altrettanta passione, stringendolo forte. Quando si separarono gli occhi di Cleorae brillavano di gioia, di selvaggio trionfo "Dobbiamo subito far volgere al termine gli ultimi preparativi per le nostre nozze!" Esclamò Morfgan con un sorriso "E organizzeremo una festa con tutto l'oro delle miniere. Che tutti ci ammirino e ci invidino!"

"E gli altri signori?" Domandò Cleo distrattamente "Non è necessario invitarli!" Rispose Morfgan con la voce leggera e contenta "Inoltre dubito che quella massa di traditori ingrati meriti un invito. Sono solo dei miseri cospiratori e finirebbero per rovinare le nostre nozze. Se vorranno ci manderanno le loro felicitazioni e i loro doni e se non vorranno farlo certamente non me ne curerò, io sono il re! L'unica cosa che conta adesso è avviare gli ultimi preparativi. Manca veramente poco alle nozze, siamo quasi alla fine del mese di rextio e il matrimonio è previsto per l'inizio di vigesio!" Cleo sorrise a sua volta, annuendo "Sarà una giornata meravigliosa, mio re!" Esclamò "Il giorno in cui celebreremo il nostro amore eterno". Morfgan la strinse nuovamente e la baciò ancora "Adesso andiamo ad annunciare la lieta novella a tutta la corte!" Disse Morfgan senza cessare di sorridere "La prima cosa da fare sarà comunicare la notizia ai ministri che celebreranno la nostra duplice cerimonia" iniziò a elencare il re "E dobbiamo occuparci delle decorazioni dell'ara dove avverrà la nostra unione, l'Ara Magnificentia!"

I due si guardarono entusiasti e poi uscirono, avanzando frettolosamente lungo i corridoi del castello. Cleo guardava divertita i volti perplessi della servitù, li guardavano interdetti, ma non le importava affatto, era troppo felice per essere turbata da qualcosa o qualcuno. Il suo piano aveva funzionato eccome, lei e Morfgan si sarebbero sposati al più presto e lei sarebbe diventata la regina, proprio come aveva sempre pianificato. Adesso sì che sarebbe andato tutto bene, in un paio di mesi sicuramente Cleorae avrebbe risolto la maggior parte dei problemi che affliggevano il regno. Ora grazie a lei sarebbe andato tutto bene. Expatempem sarebbe stato salvo.




 

   
 
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