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Autore: Captain Riddle    06/09/2021    0 recensioni
Nel magico regno di Expatempem sono comparsi dei mostri dalla morte degli ultimi discendenti del temuto Re della Morte. Dopo la misteriosa morte del nuovo re, quando salirà al trono suo figlio, questo scatenerà una serie di eventi catastrofici a catena, che rischieranno di causare la distruzione del regno se qualcuno non dovesse intervenire. Scoprite la storia del regno magico attraverso gli occhi di sette protagonisti, dilettatevi con gli intrecci e tenete alta la guardia perché il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov:Teurum

Erano trascorse quasi due settimane da quando Teurum era arrivato al castello degli Hardex e non c'era nulla che fosse andato storto. I signori Hardex si erano subito dimostrati più che ben predisposti nei suoi confronti, quasi avessero intuito chi si trovassero veramente davanti, mentre la loro figlia, la signorina Dasha, era già pazza di lui. Dal poco tempo che aveva trascorso insieme a lei Teurum aveva notato che oltre a non essere bella la ragazza non era neppure arguta, non possedeva quindi un buon cervello in grado di colmare le lacune esterne. Ma Teurum sapeva di doversi accontentare per il momento, avere una moglie era solo un accessorio necessario per la sua ascesa al potere, quando non ne avrebbe più avuto bisogno, quindi subito dopo il matrimonio, allora sarebbe tornato solo e senza fastidi di cui doversi occupare.

Crearsi una famiglia non era mai stata una delle principali ambizioni di Teurum, ma doveva accettare che per continuate la dinastia avesse bisogno di eredi e sposarsi era l'unico modo per averne. In futuro comunque Teurum si sarebbe occupato di avere dei figli, dopo essersi ripreso il regno e i poteri della sua famiglia, allora si sarebbe sposato con una bella ragazza, una degna di portare il titolo di regina e di stargli accanto in pubblico, contrariamente a quell'imbarazzo di Dasha e poi avrebbe avuto degli eredi, proseguendo la gloriosa stirpe della Morte. Ma adesso non era il momento per preoccuparsi di eventi tanto lontani, adesso Teurum doveva terminare di incantare gli Hardex, doveva renderli del tutto dipendenti da sé, perché aveva notato in così poco tempo l'immenso potenziale del castello di Aspergo. La diga sembrava una benedizione, oltre a essere sicuramente comoda per la vita degli abitanti era anche incredibilmente maestosa, il luogo giusto dove far sostare un sovrano insomma.

I padroni di casa si erano rivelati veramente cortesi e reverenti, ancor più di quanto Teurum avesse sperato immaginare. Aveva sentito dire molte cose degli Hardex, tutti dicevano che fossero dei complottisti assassini, interessati unicamente a uccidere gli altri nobili per arrivare al trono. Teurum non gli avrebbe probabilmente mai rivelato del suo vero lignaggio, sicuramente sarebbero impazziti per la gioia venendo a conoscenza di una notizia del genere, ma lui non aveva intenzione di avere a che fare con loro tanto a lungo, nonostante si sentisse osannato come si conveniva da quella patetica, fastidiosa famigliola. Per quanto si fossero dimostrati gentili e servizievoli infatti Teurum avrebbe sempre considerato gli Hardex come irritanti, sempre pronti a immischiarsi negli affari altrui e Teurum-che era sempre stato un uomo molto riservato-non gradiva tutte quelle domande, nonostante riuscisse sempre a trovare scusanti validi per non rispondere oppure mentisse.

Fortunatamente i signori parevano aver compreso il fastidio che generavano nel giovane con tante domande inopportune ed erano così disperati all'idea di allontanare l'unico pretendente possibile per la figlia che avevano iniziato a tacere nel preciso istante in cui si erano resi conto del fastidio che causavano in Teurum proprio rivolgendogli delle domande sul suo passato. Erano bravi a fingere gli Hardex, questo bisognava riconoscerglielo, soprattutto Pontroius era un attore talentuoso quasi quanto era Teurum. Lo vedeva mentre sorrideva agli altri e subito dopo lo avvicinava e ne parlava male. Il sorriso falso sul volto dell'uomo provocava un fastidio a Teurum, gli ricordava qualcosa di unto e viscido. Pontroius sembrava fosse sempre benevolo con tutti, ma per Teurum era chiaro che mentisse praticamente sempre, salvo rare eccezioni come quando era in sua compagnia.

Infatti Teurum piaceva sinceramente a tutta la famiglia, ma d'altronde non era una cosa di cui restò stupito, lui piaceva sempre a tutti, impiegando solo un minimo sforzo. Quella mattina sarebbe andato a fare una passeggiata con la signorina Dasha, la donna che sperava presto di sposare per ottenere a tutti gli effetti quel castello che gli piaceva tanto, non come quello che gli aveva affidato il principe Drovan, il castello di Selceno non esercitava la minima attrattiva su Teurum, addirittura se non fosse stato per il titolo che ne era conseguito per Teurum il principe avrebbe potuto tenerselo quell'insignificante castello. Il bel giovane si alzò dal letto e si vestì con calma, scegliendo un abito che facesse risaltare ancora di più i suoi incantevoli occhi color ghiaccio, poi dopo essersi guardato allo specchio con somma soddisfazione uscì per andare a fare colazione. Mentre scendeva per dirigersi nel salone tutti si inchinavano al suo passaggio, cosa che accresceva l'enorme ego e il desiderio di essere venerato che Teurum aveva sempre avuto. Nella sala principale trovò Pontroius che parlava con il suo generale dell'esercito, un certo Ratino, ma non appena lo ebbero visto entrare subito il vecchio uomo cessò di parlare e gli rivolsero un sorriso di benvenuto "Teurum!" Esclamò Pontroius con la fastidiosa vocetta "Che piacere vedervi! Mi auguro che abbiate trascorso una notte serena".

Teurum annuì, rivolgendo all'uomo un sorriso serafico "Una notte meravigliosa mio buon signore, come al solito" rispose "Ma, diciamocelo, in un castello come il vostro è impossibile non trovarsi a proprio agio". Pontroius gonfiò il petto esiguo come un vecchio tacchino e continuò a sorridere nel suo modo fastidioso e lezioso "Vogliamo solo il meglio per ospiti della vostra risma" rispose subito con convinzione "A proposito di questo" continuò l'uomo, vagamente a disagio "Vi domando perdono per il ritardo delle mie signore. Veramente non comprendo il motivo del loro ritardo e di una tale mancanza di rispetto nei vostri riguardi". Teurum gli strinse delicatamente una mano sulla spalla e lo guardò con fare comprensivo, complice "Non dovete darvi alcuna pena" lo rassicurò "Ricordavo che fosse una prerogativa tipica delle signore farsi attendere, soprattutto di quelle più nobili. Solitamente però so anche che con la loro bellezza riescono sempre a farsi perdonare questi piccoli ritardi. Non credete?"

Pontroius annuì, visibilmente allietato da tali parole "Avete perfettamente ragione" disse con un sorriso "Ma eccole che arrivano!" Esclamò poi, vedendo la moglie e la figlia fare il loro ingresso nella stanza "Perdona il nostro ritardo, caro" si scusò subito Matara, guardando il marito negli occhi "Aiutavo la piccola a finire di prepararsi per la passeggiata" e indicò Dasha con un cenno del capo. Teurum la guardò, la ragazza aveva i capelli intrecciati con perle di diversi colori, portava una collana di pizzo bianco e un ampio abito di un rosa tenue con una fantasia a fiori; dal sorriso che gli rivolse Teurum capì chiaramente che sperava in un suo complimento. Il ragazzo suo malgrado decise di assecondare le aspettative della giovane, nonostante la trovasse a dir poco bizzarra "Direi che avremmo potuto attendere in eterno" disse in tono candito, fingendo di ammirare Dasha "Perché la vostra beltà è un dono in grado di ripagare qualsiasi attesa" concluse, chinandosi poi per sfiorare il dorso della mano di Dasha con le labbra.

Dasha ridacchiò e arrossì, sentendosi lusingata "Voi siete troppo gentile, Teurum!" Esclamò, con le gote arrossate e gli occhi brillanti "Sono io a non meritare lusinghe" replicò subito Teurum "Perché non ho detto nient'altro che la verità" continuò ad adularla prontamente Teurum. Dasha arrossì ancora "Voi siete degna di ogni lode, anche io sono sincera" "Sarebbe il caso di prendere posto a tavola" si intromise timidamente Matara, sorridendo compiaciuta al cospetto di quella penosa scenetta che Teurum si era costretto a recitare "Ma avrete tempo per continuare la vostra conversazione durante la passeggiata". I quattro allora si diressero verso il tavolo riccamente imbandito, mentre il generale Ratino si congedava con un inchino riverente prima di uscire dalla stanza. Quando i quattro si furono sistemati intorno alla ricca tavola iniziarono subito a mangiare, i banchetti degli Hardex erano sempre stracolmi di cibo, ma Teurum aveva compreso presto che si trattava di un capriccio scenico poiché nessuno di loro aveva l'abitudine di abbuffarsi, anzi, mangiavano tutti lo stretto indispensabile.

"Il nostro serenissimo principe Drovan non vi ha dato una vaga indicazione sul tempo che ci avrebbe impiegato per liberare il vostro castello?" Domandò Pontroius a un tratto, quasi distrattamente "Nessuna indicazione" rispose atono Teurum "Non sapeva neppure lui quanto gli sarebbe stato necessario occupare il castello, ma sono certo che non sarò costretto ad abusare della vostra cortese ospitalità ancora per molto". Pontroius sentendo quelle parole posò la forchetta per guardarlo vagamente allarmato "Forse volete andarvene presto da qui?" Teurum si poggiò morbidamente con la schiena contro la sedia imbottita "Al contrario" replicò placido "Ma sapete, vorrei occuparmi al più presto dei conti, dei salari e dei soldati. È da tutta la vita che vorrei avere un castello di cui potermi occupare e, vi domando di perdonare la mia franchezza, ma effettivamente nutro un forte desiderio di poter tornare per imparare veramente a gestire una struttura del genere".

Dasha guardò prima la madre e poi il padre con un'espressione sofferente "E poi cosa farete lì, completamente solo?!" Domandò la ragazza, agitata "Voi non avete una famiglia, come farete a vivere da solo in un castello tanto grande e in cui non potete fare reale affidamento su nessuno?" Teurum si sporse in avanti e le rivolse uno di quei sorrisi che prendono allo stomaco "Non dovete temere per me, signorina" la rassicurò morbidamente "Ho intenzione di costruirmi una famiglia al più presto". Matara e Pontroius sentendo quelle parole si scambiarono subito un discreto sguardo complice "E diteci, Teurum" disse Pontroius in tono serafico "Avete già avuto modo di conoscere qualche nobile fanciulla di cui poter domandare la mano per costruire questa famiglia?" Teurum sorrise nuovamente, ammiccante "Sapete, purtroppo non ho avuto ancora l'onore di conoscere gli altri signori e le loro famiglie, ma speravo che i miei buoni amici potessero consigliarmi al meglio per una decisione così importante".

L'uomo e la moglie annuirono vigorosamente "Teurum caro" disse Matara, tentando di contenere il suo entusiasmo "State pur certo che troveremo per voi una moglie eccezionale" "Non ne dubito minimamente, mia nobile signora" rispose Teurum subito, esibendo un bel sorriso, passandosi appena la lingua sulle labbra mentre guardava fugacemente Dasha "Sono più che certo che i miei buoni amici mi presenteranno e consiglieranno la fanciulla più nobile e virtuosa per il matrimonio che desidero celebrare al più presto". I due signori continuarono a guardarsi tentando di nascondere il giubilo, mentre Dasha si portò una mano al petto e sorrise a Teurum, sventolandosi poi con il ventaglio per mascherare la gioia.

Il ragazzo si concesse il silenzio quasi per tutto il resto della colazione, d'altronde sapeva di essere riuscito nel suo intento, era solo questione di giorni prima che i signori trovassero il coraggio di proporgli la mano della figlia, inoltre era meglio assaporare e godere di quel silenzio il più a lungo possibile, perché Teurum era certo che durante la passeggiata Dasha lo avrebbe sommerso di chiacchiere inutili e lui non voleva iniziare la passeggiata già con la testa dolorante. Una volta terminata la colazione il gruppetto si alzò con calma e si diresse verso lo spiazzale del castello. Fuori faceva freddo, il sole era nascosto da una coltre fitta di nuvole bianche e le persone lì intorno lavoravano e si inchinavano con riverenza al loro passaggio.

Una carrozza era in attesa vicino alla diga; con quel gelo e con la neve i signori non avrebbero mai lasciato che la loro unica erede prendesse freddo o che si affaticasse, né tantomeno avrebbero lasciato che il loro prezioso ospite si stancasse camminando lungo i campi innevati. Teurum non aveva nulla da ridire sulla loro decisione, magari sarebbe stato meno snervante ascoltare le sciocchezze di Dasha da seduto piuttosto che in piedi. Un cocchiere gli aprì la portiera e attese che entrassero, tenendo il capo chino "Buona passeggiata" disse Matara, sorridendo alla figlia "Non annoiare il nostro ospite figliola" aggiunse in tono leggero Pontroius, tentando di nascondere al meglio l'imbarazzo che provava verso sua figlia. "Nessuna noia in compagnia della vostra bella fanciulla" li rassicurò Teurum "Non temete, padre!" Cinguettò Dasha tutta contenta "A più tardi!" li salutò la ragazza, agitò la mano avvolta dal guanto bianco e sventolò un fazzoletto "Signori" salutò semplicemente Teurum, salendo subito dopo di lei sulla carrozza.

Quando furono saliti il cocchiere chiuse la portiera e dopo un ultimo saluto degli Hardex partirono. L'interno della carrozza era ancora più bello dell'esterno laccato in nero lucido, i sedili erano ricoperti di velluto rosso e i fili dorati rifinivano il tutto, le tende di seta dorata erano morbidamente legate per permettere di guardare il paesaggio. Teurum guardò fuori per pochi istanti, ben consapevole del fatto che l'altra non aspettasse altro che un suo sguardo "Dasha, sapreste dirmi quanto è esteso il territorio che controlla vostro padre?" Domandò Teurum, sentendo nascere della sincera curiosità. La ragazza parve spaesato dalla domanda, ma Teurum non restò deluso, si aspettava una cosa del genere e si sarebbe stupito del contrario, ma almeno non poteva dire non aver tentato di iniziare con la ragazza una conversazione utile.

"Perdonatemi" disse subito Dasha, chinando il capo per l'imbarazzo "Non era mia intenzione mettervi in imbarazzo, Dasha" si scusò necessariamente Teurum "Sono stato inopportuno. Non si dovrebbero fare domande su questioni amministrativa a una fanciulla come siete voi, è normale che non conosciate questi dettagli sul castello". La ragazza sorrise, notevolmente allietata dalle parole di lui "Io sono piuttosto ignorante riguardo a queste questioni, ma so ricamare piuttosto bene" ammise la ragazza, arrossendo lievemente "So solamente che il nostro terreno è molto grande. Purtroppo però non è altrettanto bello" sospirò, delusa dalle sue stesse parole "Qui troverete solo orridi campi pieni di bestie selvagge e lezzose, niente di bello o raffinato. Mio padre però dice sempre che c'è poco da fare per migliorare l'aspetto di un campo destinato al bestiame e che l'unica cosa da fare è abbellire il nostro castello". La ragazza si scostò una ciocca di capelli dal viso, guardando Teurum attentamente "Mi ci abituerò presto, ne sono certo" rispose Teurum, mettendosi più comodo "Anche il mio castello si occupa dell'allevamento, quindi certamente potrò imparare molte cose qui da voi. Mi preparerete a tutti i problemi che può causare il bestiame".

Dasha annuì "Il problema più grave che causano le bestie è il lezzo!" Esclamò, tirando fuori un ventaglio per sventolarsi energicamente. Teurum scosse il capo, divertito "Ma voi non allevate solo animali di terra, dico bene? Voi vivete nella Provincia del Ghiaccio, avete molta acqua. Non allevate anche animali acquatici?" Dasha corrugò le spesse sopracciglia "Non so niente degli animali acquatici" rispose con il solito tono perplesso "Ma ci sono tanti pesci da quello che dicono, nel fiume imprigionato dalla diga. Vedo spesso degli uomini cenciosi con reti orribili e sporche piene di orridi pesci squamosi e viscidi". La ragazza rabbrividì al solo pensiero "I pesci sono orribili" ribadì con disgusto "Oltre a puzzare sono anche viscidi".

Teurum sospirò con fare divertito, consapevole del fatto di non poter minimamente sperare in una conversazione di spessore con una tale compagnia, poi improvvisamente una domanda che aveva da quando era arrivato gli si presentò alla mente "E il vostro stemma invece?" Domandò con curiosità e impazienza "Allevate anche i coccodrilli, no?" Dasha si sventolò con più vigore "Quelle bestie sanguinose!" Disse melodrammatica "Quando sono vicina a quel recinto mi sembra di svenire! Sono solo dei brutti mostri quei coccodrilli, ma i miei genitori insistono nel volerli tenere a tutti i costi perché dicono che ci aiuteranno a far comprendere agli altri signori che siamo i più forti".

Dasha si sporse un po' in avanti con vaga confidenza "Se fosse per me io farei uccidere subito quelle brutte bestie" annunciò sottovoce "Ma così facendo gli altri signori non avrebbero più timore di voi" rispose Teurum con ovvietà, nonostante trovasse quella trovata una misera sciocchezza, perché era evidente che il simbolo di uno stemma non potesse determinare la forza sostanziale di una famiglia. "Quei maleducati non ci hanno mai trattato come si conviene!" disse Dasha con alterigia e vago rancore "Mettono solo in giro voci crudeli sulla natura del mio povero padre! Lo accusano di complottare contro di loro quando è tutto il contrario. Sono loro a essere malvagi e cospiratori con noi! Il loro solo desiderio è di isolarci e poi ucciderci oppure vederci estinti! È per questo che nessuno ha voluto prendermi in moglie, perché vogliono che la nostra dinastia finisca. Ma io comunque non sposerei mai uno di loro" disse con il capo alto, con orgoglio "Perché gli altri signori non si meritano il nostro rispetto!"

Teurum si raddrizzò sullo schienale, guardando vagamente il paesaggio innevato fuori dal finestrino della carrozza "Avete assolutamente ragione, Dasha" affermò Teurum, tornando a guardarla negli occhi "Quelle persone rozze e crudeli non meritano il rispetto di nobili della risma dei vostri genitori, né tantomeno di quello di un raro gioiello di virtù come siete voi, Dasha". La ragazza lo guardò incantata, sventolandosi senza prestare attenzione e sfoggiando un sorrisino impacciato e pudico "Ma voi siete diverso da quei crudeli cospiratori!" Esclamò poi con convinzione la ragazza "Voi siete il migliore dei signori, poco importa se il vostro sangue non è nobile di nascita, è il vostro cuore a essere il più nobile e onorevole che io abbia mai visto!" Teurum le rivolse un caldo sguardo "Sarei qualsiasi cosa pur di ottenere la vostra stima, Dasha" esagerò decisamente, ma l'altra pareva gradire sinceramente "Sarei disposto a cambiare il mio volto, il mio sangue e il mio animo pur di avere la vostra ammirazione. Perché voi lo meritate, siete una fanciulla così coraggiosa e fiera, bella. Siete una musa per il mio cuore".

"Ma voi sei già perfetto, Teurum!" gli assicurò lei, con le lacrime di gioia agli occhi "Il principe vi ha voluto come amico perché ha rivisto in voi un suo simile, qualcuno in grado di eguagliarlo, forse addirittura in grado di superarlo. Per questo vi ha voluto come amico e vi ha reso un signore!". Il ragazzo si sentiva bene, tutti quei complimenti erano un balsamo per lui, Teurum si beava sempre delle lusinghe, le riteneva un suo diritto e quando gli venivano fatte era soddisfatto, ma stava sempre bene attento a non lasciarsi ottenebrare troppo da tali dolci parole per non mostrare il suo vero io. Eppure le lusinghe non erano neppure il suo vero amore, le lusinghe altro non erano che un piacere, ma il fulcro intorno alla quale ruotava tutta la vita di Teurum era il potere. "Forse avete ragione" rispose serenamente, sorridendo benevolo e fingendosi lusingato "Forse il principe ha veramente visto qualcosa in me e per questo mi ha ricompensato rendendomi quello che sono ora, o magari semplicemente sono stato leale e l'ho servito bene e ha voluto ringraziarmi generosamente. Non lo sapremo mai veramente, ma di certo oltre a un grande onore mi ha conferito anche grandi responsabilità e io non ho intenzione di deludere le aspettative che ha risposto sulla mia persona".

La ragazza annuì, tornando con lo sguardo vago e perplesso "Per quello che sapete, gli uomini danno tanti problemi quanti ne causano le bestie?" Domandò ancora Teurum, sempre guardando distrattamente la neve che scintillava fuori dal finestrino della carrozza. Dasha parve pensarci su un poco, poi rispose "Penso di sì" rispose poco convinta "Mio padre talvolta sembra davvero affaticato quando è di ritorno dai campi, nonostante tenti di non darlo troppo a vedere. Ma la verità è che mio padre detesta trascorrere il tempo nei campi e ci si reca lo stretto indispensabile". Teurum annuì, distogliendo lo sguardo dal paesaggio innevato "Lui si avvicina spesso ai coccodrilli?" Chiese, tornando sull'argomento che più lo incuriosiva "No" disse subito Dasha "È sempre attento a non tenersi troppo vicino al recinto, perché in fondo li teme anche lui" "Come fa allora a controllarli? Non sono ancora riuscito a comprendere se vostro padre tenga quelle bestie nel recinto solamente per incutere timore, oppure se lui stesso sia in grado di controllarli?"

Dasha annuì con sicurezza "Certamente è in grado di controllarli" disse con ovvietà "Lo schiavo sa farsi obbedire per lui, lo avete visto il giorno in cui siete arrivato". Teurum corrugò le sopracciglia "Lo schiavo?" Domandò perplesso, nella sua mente non c'era nulla che potesse aiutarlo a comprendere, d'altronde la schiavitù era una realtà che apparteneva a molti secoli prima "Quel ragazzo che avete visto nella stalla" spiegò Dasha "Quello che ha messo la testa nella bocca del coccodrillo". Teurum parve illuminarsi, ricordando l'impacciato ragazzone dai capelli rossi "Ma certo" ricordò con ovvietà "Come ho fatto a dimenticarlo, trascorsi la sera del mio arrivo proprio pensando a come avesse fatto quel ragazzo a non farsi sbranare". Dasha scrollò appena le spalle "Damian è solo un parassita disgustoso" disse con indifferenza e con vago disgusto "Mio padre lo tiene in vita solo perché è in grado di controllare i coccodrilli ed essendo molto forte svolge molti dei lavori più pesanti, altrimenti se ne sarebbe già sbarazzato, è un tale incapace!"

Teurum ascoltò attentamente, affascinato da quella singolare storia. Teurum si domandò subito come avesse fatto un ragazzo tanto robusto a divenire lo schiavo di un uomo piccolo e fragile come Pontroius e soprattutto ricordandone lo sguardo timoroso si domandò come facesse a essere tanto obbediente e leale nonostante il modo barbaro in cui veniva trattato. Avrebbe potuto uccidere Pontroius con una mano se lo avesse voluto, invece gli era lodevolmente leale "È l'unico in grado di controllare i coccodrilli?" La ragazza annuì "Negli anni tentarono molti uomini di sottometterli, ma morirono tutti" raccontò Dasha con scarso interesse. Teurum contrariamente era sempre più affascinato e fissava la ragazza con crescente interesse "E quel ragazzo come ha fatto invece?" Domandò, rapito "A fare cosa?" Chiese scioccante la ragazza, distratta e disinteressata "A rimanere vivo" rispose subito Teurum "E a farsi obbedire da quegli animali?". Dasha sospirò "Nessuno lo sa" disse con crescente noia "Ma ho sentito affermare dai miei genitori che tra bestie si comprendono, per questo i coccodrilli gli obbediscono. Per il resto nessuno sa con esattezza come abbia fatto e a nessuno è mai importato a essere sinceri, perché nessuno si cura di lui. L'importante è che Damian obbedisca ai miei genitori come ha sempre fatto, perché grazie a lui è come se i coccodrilli obbedissero direttamente a noi".

C'era qualcosa in quella storia che a Teurum non era veramente chiaro. Perché Damian era uno schiavo se la schiavitù era stata abolita da tempo? "Damian non lavora per vostro padre?" Domandò Teurum ancora perplesso "Oh, no" rispose subito Dasha, facendosi più misteriosa "Lui è uno schiavo". Teurum scosse il capo dinnanzi all'espressione di Dasha "Come fa ad essere uno schiavo? Gli schiavi non esistono più da tempo". Dasha parve tentennare nel rispondere, come se fosse preoccupata "Non dovete temere, Dasha" decise di rassicurarla subito Teurum "Non andrò di certo dagli altri signori né tantomeno dal re a raccontare le vostre confidenze". Dasha scosse il capo "Non mi preoccupo di questo" spiegò "Mio padre dice che tutti sanno di Damian, ma come vi ho detto a nessuno importa di lui" "Avete ragione" si affrettò a rispondere Teurum "Ma mi piacerebbe sentire questa storia, ovviamente se avrò l'onore di sentirvela raccontare".

La ragazza annuì, arresa al volere di lui "Vi racconterò tutto quello che so" disse "Ma sappiate che non è molto. Mio padre e tutti quelli che sanno si tengono sempre molto misteriosi su questa storia". Teurum si sistemò meglio per ascoltare "Mi hanno narrato che Damian sia nato già schiavo e lui è l'unico schiavo del castello. Da piccolo è sempre stato un disastroso e scoordinato, faceva cadere tutto. Una volta mi ha addirittura versato una brocca di vino sul vestito nuovo, ma non riesco a rammentare il perché mio padre e mia madre lo abbiano lasciato in vita dopo quell'incidente" aggiunse, pensierosa "Poi un giorno lo fecero entrare del recinto dei coccodrilli quando era poco più che un ragazzino e lui sorprendentemente non morì, così lo fecero tornare il giorno seguente e con il trascorrere del tempo i coccodrilli iniziarono a obbedirgli. Allora mi padre gli diede un nome, lo chiamò Damian perché è un domatore di coccodrilli". Teurum e Dasha rimasero in silenzio a fissarsi "Ma lui da dove arriva?" Domandò ancora Teurum, sempre più curioso "Avete detto che è nato schiavo, com'è possibile?"

La ragazza scosse la testa "Questo non so proprio dirvelo" annunciò "Come vi ho detto prima sono sempre molto vaghi e misteriosi riguardo a questa storia. Credo che neanche Damian sappia chi fossero i suoi genitori" concluse Dasha. Teurum rimase in silenzio a pensare, assorto nei suoi pensieri "Oh, il giro è quasi finito!" La voce di Dasha lo riscosse, riportandolo prepotentemente alla realtà "Mi auguro che vi siate divertito" disse allegramente la ragazza, guardandolo con gli occhi che brillavano. Teurum sorrise e annuì "È stata una passeggiata incantevole, signorina Hardex" le assicurò "Siete stata veramente molto gentile a farmi compagnia, onorandomi della vostra gradevolissima presenza. Mi auguro che presto potremmo fare un'altra passeggiata insieme". Lei annuì con vigore "Se il principe non vi reclamerà al castello che vi ha affidato presto come temo" "Non temere" la rassicurò Teurum con un sorriso smagliante sul bel volto "Riuscirei a trovare qualsiasi scusa pur di trascorrere altro tempo in vostra compagnia".

Dasha arrossì nuovamente e lo guardò incantata prima di scendere dalla carrozza. Teurum si sistemò i capelli e scese a sua volta, gli Hardex non c'erano stranamente, ma la cosa gli sembrò perfetta "Dove andate, Teurum?" Lo richiamò Dasha, vedendolo dirigersi verso le stalle, mentre si stringeva nel mantello per il freddo "Vado a vedere come sta il mio cavallo" annunciò Teurum, lasciando le impronte sulla poca neve candida che c'era davanti alla stalla "Tornerò presto, voi rientra pure, non vorrei che prendeste freddo a causa mia". La ragazza annuì e si girò, diretta verso l'ingresso del castello, mentre Teurum entrò a passo svelto nelle stalle. Era stato così occupato a fingere al cospetto dei Hardex che aveva dimenticato il misterioso ragazzo che controllava i coccodrilli, eppure gli era parso così prodigioso quando lo aveva visto per la prima volta.

Si avvicinò ai cavalli, precisamente si avvicinò al suo e constatò che lì vicino il ragazzo possente e silenzioso non c'era, così Teurum continuò a guardarsi intorno, volgendo il capo in direzione del recinto dei coccodrilli. Il ragazzo corpulento era proprio lì, nella penombra al lato del recinto. Teurum lo guardò con intensità, era girato di spalle e sembrava non essersi reso conto della sua presenza. Teurum si avvicinò al ragazzo con cautela, voleva vedere cos'era che lo distraesse tanto. Arrivò alle spalle di Damian per poi affiancarlo sulla destra. Non appena si fu accorto di lui, Damian spalancò gli occhi e si inginocchiò, rischiando di cadere "Perdonatemi" mormorò a voce bassa, impaurito "Non preoccuparti" lo rassicurò gentilmente Teurum "Non c'è bisogno di inginocchiarsi, anzi, ti domando perdono per averti spaventato. Non avrei dovuto avvicinarmi di soppiatto".

Damian scosse vigorosamente la testa "Scusatemi veramente, padrone" ribadì. Teurum sospirò e distolse lo sguardo, rivolgendo gli occhi verso il recinto "Cosa guardavi di tanto interessante?" Domandò Teurum più a sé stesso che all'altro. Quando ebbe guardato meglio però schiuse appena le labbra sottile, con stupore "Si stanno schiudendo le uova" disse con un sorriso "La padroncina Dasha!" Disse agitato Damian "Voleva vederli, devo chiamarla subito!" Teurum lo fermò con un braccio e parlo a voce alta in direzione della prima persona che c'era fuori alla stalla "Per cortesia voi, chiamate subito la signorina Dasha" disse Teurum "Ditele che le uova si stanno schiudendo". L'uomo annuì e corse via "Perché avete mandato lui?" Domandò Damian, con il volto perplesso "Non è giusto che sia tu a perderti questo momento" rispose Teurum "Sei tu quello che si prende cura di loro, è giusto che tu possa assistere a un momento tanto importante".

Damian lo guardò confuso, stordito da una tale gentilezza "Hai pensato a dei nomi per loro, non è vero?" Continuò Teurum, ignorando l'espressione dell'altro "Io penso che sia giusto dare dei nomi agli animali, non lo trovo stupido". Damian continuò a fissarlo allucinato, quasi spaventato, come se avesse temuto che Teurum rivelasse la stessa natura subdola di Pontroius da un momento all'altro "Avanti" lo incitò Teurum "Lo so che ci hai pensato. Dimmeli". Quando l'altro ebbe appurato che non si trattasse di un sogno, solo allora si sforzò di parlare "Ecco, io" iniziò incerto, sempre con l'inconfondibile tono basso "Sono quattro, quindi avevo pensato di dargli i nomi dei principi e delle principesse degli elementi". Teurum annuì, ripensando a come dovessero essere stati i suoi antenati "Mi sembrano perfetti" disse semplicemente, ritenendo che animali pericolosi com'erano i coccodrilli fossero degni di portare nomi tanto importanti "Davvero?" mormorò incredulo l'altro "Certamente" assicurò Teurum. "Stanno nascendo!" La voce acuta di Dasha fece sobbalzare entrambi "Oh, Teurum! E' meraviglioso!" disse Dasha, avanzando sino al fianco di Teurum.

Così i tre rimasero intorno al recinto, Dasha e Teurum da una parte e Damian dall'altra. Teurum guardò il primo uovo rompersi e vide uscirne un piccolo coccodrillo con gli occhi enormi e scuri. Quello sicuramente sarebbe stato Ahriman, il Re della Morte, perché era stato il primo a nascere "Oh!" Esclamò Dasha, stringendosi appena al braccio di Teurum, temendo di osare troppo ed effettivamente faceva bene a pensarlo dal momento che Teurum detestava molto spesso il contatto fisico con un'altra persona "Sono orribili anche appena nati! E io che speravo fossero più carini!" Teurum scosse il capo divertito e incrociò gli occhi di Damian, era divertito anche lui, ma non poteva mostrarlo. Teurum gli sorrise e poi tornò a guardare le uova schiudersi, ignorando del tutto Dasha e mentre le uova si schiudevano Teurum decise che doveva sicuramente scoprire di più sul misterioso ragazzo in grado di controllare bestie tanto feroci, dotato di incredibile forza fisica e di una lealtà invidiabile. Damian poteva veramente essere il tipo di persona di cui Teurum necessitava per costruire il suo regno e doveva assicurarsi una lealtà sincera da parte dell'altro il prima possibile.

 

Note: Salve a tutti, come state? Volevo scrivervi per farvi sapere che oramai siamo giunti nel pieno della storia, proprio per questo mi farebbe piacere ricevere qualche parere o critica a riguardo. Grazie e al prossimo capitolo Captain Riddle
   
 
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