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Autore: dirkfelpy89    31/08/2021    0 recensioni
Mark Shafiq è un giovane ragazzo, erede di una delle famiglie delle Sacre 28. Il suo obiettivo? Riportare in alto il nome della sua famiglia, caduta da diversi anni in disgrazia. Forse Voldemort e i suoi Mangiamorte potrebbero essere utili alleati...
Helen Blomming è una giovane ragazza appena diplomata Auror. Il suo obiettivo? Cercare di sopravvivere in un Ministero sempre più corrotto. Forse quel Moody è un tipo strano ma sicuramente sperto...
Tra riunioni segrete, indagini, manifestazioni e l'ombra della guerra sempre più vicina, le strade di Mark ed Helen, all'apparenza così distanti, finiranno per unirsi, ancora una volta.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 2, Confronti

 



Il ritorno a casa del giovane Shafiq venne salutato con grande gioia da tutto il villaggio e Mark, rinfrancato dal benvenuto caloroso nella sua comunità natale, si mise immediatamente a lavoro per cercare di migliorare la situazione: tentò di ricucire i rapporti difficili con la popolazione e indagò attentamente sulle finanze della famiglia; visitò i campi che circondavano la sua tenuta e la fabbrica che produceva il whisky, ebbe modo di conversare con la quasi totalità degli abitanti e capire quali fossero i problemi principali e più urgenti della comunità.

Quando non cercava di cambiare il villaggio, o non frequentava l'amico Billy, Mark trascorreva numerose ore seduto in salotto in compagnia della sorella e della madre, raccontando le sue avventure, i suoi incontri più strani e le sue scoperte più affascinanti.
Toccò con mano la salute estremamente precaria di sua madre e capì le preoccupazioni della sorella: all’anziana donna, secondo il Guaritore, non restavano che pochi mesi di vita.
L'unica persona che si sforzava di avere meno contatti possibili con Mark era però lo zio Caius che in effetti, dall'arrivo del nipote a Shafiq Manor, non gli aveva più rivolto direttamente la parola; aveva occasione di incontrarlo solo durante i pasti e anche in quelle rare occasioni si comportava come se suo nipote non esistesse.

Dopo circa quindici giorni dal suo arrivo, Mark decise che era giunto il momento di affrontare Caius e discutere il da farsi: nel corso delle ultime giornate il ragazzo si era segnato tutta una serie di lavori urgenti da fare alla casa e al villaggio, oltre ad aver buttato giù un abbozzo di progetto per migliorare la produzione del whisky.
Avrebbe voluto agire fin da subito, e in completa autonomia, ma sapeva bene che ciò non era possibile e che avrebbe dovuto prima necessariamente consultare il membro anziano della famiglia.

Alle dieci in punto Mark si presentò davanti alla porta dell'ufficio di suo zio, in mano aveva un piccolo rotolo di pergamena con su scritti tutti i suoi suggerimenti e le sue riflessioni. Non era molto ottimista, sapeva che Caius non avrebbe preso sul serio i suoi discorsi ma era l'unica cosa che potesse fare.
Bussò velocemente alla porta e subito dopo l'aprì.

L'ufficio di Caius era situato in una delle stanze più grandi della Villa: le pareti traboccavano di armadi, quadri e oggetti magici appartenenti ai folletti, per terra c'era un enorme tappeto che risaliva al 1200, quando uno dei suoi avi arrivò in Inghilterra; l'enorme scrivania in mogano strabordava di fogli, lettere, rotoli di pergamena e calamai.
Caius sedeva su di una grande poltrona dallo schienale rigido ed era intento nella lettura di un foglio di pergamena dall'aria ufficiale; non doveva nemmeno averlo sentito entrare.

"Che cosa c'è, hai bisogno di soldi? In tal caso ti sei rivolto alla persona sbagliata" Caius disse, senza nemmeno levare lo sguardo dal rotolo di pergamena. "Smamma."
Per tutta risposta Mark estrasse dalla tasca il piccolo rotolo di pergamena che gettò sulla scrivania dello zio. Costui finalmente alzò il capo dalla lettera e osservò con fastidio il nipote. "Non ho tempo per le tue pergamene…"
"Aprila e leggila, se ti ha a cuore il destino di Shafiq Manor e di questo villaggio!" disse Mark. "Ho parlato con gli abitanti di queste parti, nel corso dell'ultima settimana, e ho buttato giù alcuni suggerimenti che potresti trovare utili!"

Caius alzò gli occhi al cielo ma aprì lo stesso il rotolo di pergamena e lo lesse attentamente. Dopo quello che al ragazzo parve un'eternità, l'uomo porse nuovamente il suo sguardo su Mark.
"Che cos'è questo?" chiese, in tono aspro.
"Te l'ho detto, alcuni miei suggerimenti per cercare di migliorare la situazione generale…" rispose Mark, in tono malfermo.
"Dare una sistemata alle case, migliorare la fabbrica… bonificare le paludi. Non ci vuole Merlino per capire quali sono i problemi, quel che davvero è difficile è scoprire le soluzioni." Commentò Caius, chiudendo il rotolo e gettandolo sul tavolo, con disprezzo.
"In fondo alla pergamena mi sono permesso di mettere una piccola postilla su quali potrebbero essere i modi per migliorare le nostre entrate. Secondo i miei calcoli…" rispose, pronto, Mark. Caius lo zittì con lo sguardo.
"Dio, non avevo mai incontrato una persona così spaccona e poco modesta, raggiungi vette inesplorate perfino da tuo padre." Caius sbottò. "Sei qui da quindici giorni e pensi già di avere tutte le soluzioni in tasca? Che cosa credi, che io in tutti questi anni me ne sia stato qui con le mani in mano?" Il suo tono di voce cambiò, alzandosi improvvisamente.
"No, stavo solamente cercando di dare una mano, visto che evidentemente la tua guida non è stata in grado di risolvere…"
Caius si alzò, rosso in viso.
"Credi che io non si sia stato capace di guidare questa terra, non è così? Quanto sei borioso ragazzino, ti ricordo che ho preso il posto che tu hai rifiutato, scappandotene via come un ratto davanti alle responsabilità. Come ti permetti di venire qui adesso a farmi la predica?"
Sbraitò, dando un pugno così violento alla scrivania che questa per un momento vibrò tutta.

"Non posso cacciarti di casa fino a quando tua madre è in vita, l'hai sentita il giorno del tuo arrivo, e questo lo rispetto. Ma puoi giurarci, una volta, spero più tardi possibile, una volta che tua madre morirà la prima cosa che avrò il piacere di fare sarà cacciarti a calci fuori di qui, piccolo bastardo." Sibilò.
"Tu non hai il potere di cacciare nessuno da nessuna parte, Caius." Rispose Mark, che a stento stava resistendo all'impulso di prendere la bacchetta e affatturare lo zio.
Caius rise e con un tocco della bacchetta fece spuntare dal nulla il testamento e le ultime volontà di sua madre.
"Negli ultimi tre anni tua madre ed io abbiamo pensato che tu fossi morto e perciò abbiamo approntato qualche cambiamento al testamento. Dopo la morte di tua madre sarò io ad ereditare Shafiq Manor!" Lesse, ed un sorriso sardonico si dipinse sulle sue labbra. Non era possibile.

"Non è... mia madre non può aver..."
"Tua madre non è più in possesso delle sue facoltà psicofisiche e per questo un paio d'anni fa ha perso ogni potere decisionale. Puoi pure dirglielo, preoccupandola enormemente e aggravando così la sua salute già instabile, ma comunque non cambierebbe niente perché adesso sono io a prendere le decisioni qui." Concluse l'uomo, in tono di vittoria. "Ora, esci di qui."

/ / / / / / /

Trovò sua sorella in lavanderia, intenta a dare ordini a due Elfi domestici.
"Sistemate queste vesti, sono tutte lise sulle ginocchia!" Stava dicendo, rivolta a una vecchia elfa.
"Sorella, si può sapere che cosa vi è passato per la mente?" Mark irruppe nel piccolo locale. Mary rimase qualche istante in silenzio, osservando il fratello trasfigurato dalla rabbia.

"Che cos'hai da urlare? E di cosa stai parlando?" Chiese, allontanando con un gesto le elfe, mentre Mark si appoggiava alla parete, cercando di calmarsi.
In breve raccontò alla sorella l'incontro con Caius, compresa la notizia del cambiamento del testamento.
Mary sospirò e scosse la testa. "Sapevo che non era una buona idea. Dovevo esserci anche io all'incontro con nostro zio."
"Invece no perché mi sono reso conto di chi sia veramente quella feccia!" rispose Mark. "Ma ancora non so come avete potuto togliermi dal testamento!"
"Mark tu, non capisci. Non c'eri…" disse Mary.
"Non ti ci mettere pure tu adesso!" Scattò il ragazzo.
"Fammi finire di parlare!" lo interruppe Mary. "Tu non hai nessuna idea di cosa abbiamo passato, di quello che ho dovuto sopportare. Nostra madre improvvisamente è peggiorata, diventando una larva, mentre nostro zio ha preso il controllo di tutto e poi tu… tu non c'eri, non avevamo notizie, pensavamo fossi…" la ragazza non fu capace di andare oltre e nuove, calde lacrime salvarono il suo viso. "Ho provato a ribellarmi ma ero sola e…"
Alla vista della sorella ridotta in quelle condizioni, la furia di Mark svanì, sciogliendosi come neve al sole.
"Mi dispiace, mi dispiace, non volevo accusarti! Non è assolutamente colpa vostra!" disse, abbracciando forte la sorella. "Scusami, ero troppo sconvolto."

"Non c'è problema, ti capisco, non dev'essere facile accettare tutto questo. Io stessa ci ho messo anni…" disse Mary, asciugandosi le lacrime.
"Mary… dimmi la verità" Mark si guardò intorno e poi disse, abbassando la voce: "Caius… ha mai usato violenza… violenza su voi due?"

Mary sbiancò.
"Che cosa vai a pensare... " balbettò a disagio.
"Una persona capace di approfittarsi così di una donna malata è una persona che può fare di tutto. Specie se ha passato sette anni da solo con due donne." Fece notare Mark.
"Ci chiedi se ha abusato di noi. Sì ebbene psicologicamente lo ha fatto ogni giorno" disse infine la ragazza, abbassando il capo. "Ma fisicamente no, non con me perlomeno. So che qualche anno fa, quando la mamma non era in queste condizioni, i due hanno avuto una specie di storia insieme."
"Lo sospettavo dalle tue lettere." Disse Mark, scuotendo la testa.
"Non la devi giudicare troppo duramente: era sola, vedova e senza appoggi in una terra straniera."
"Non giudico lei, infatti" disse Mark "E con te, invece?"
"Negli ultimi tempi in effetti mi osserva con uno strano sguardo. Non so che intenzioni abbia, non l'ho mai visto in compagnia di qualche donna." Disse Mary. "Ma comunque non devi preoccuparti. Adesso ci sei tu con me!" Si affrettò ad aggiungere, notando lo sguardo preoccupato del fratello.
"Ci puoi giurare, non permetterò che quel maiale vi metta le mani addosso!" annuì Mark, convinto. Osservò l'orgoglio e poi esclamò: "Ho appuntamento con Billy giù al villaggio tra dieci minuti, meglio che mi muova. Gli parlerò del testamento di nostra madre, ha sicuramente più agganci di me in questa zona!"
Mary sorrise e abbracciò nuovamente Mark che, subito dopo, si avviò per l’uscita di Shafiq Manor..

/ / / / / / /

Mark decise di scendere al villaggio a piedi: avrebbe potuto tranquillamente materializzarsi, risparmiandosi il tragitto, ma aveva accumulato una tensione talmente opprimente che aveva proprio la necessità fisica di fare due passi.
Arrivò al 'Bar Incendiario’ alle tredici in punto: a quell'ora la piccola locanda era gremita di lavoratori intenti a rifocillarsi in vista del turno pomeridiano.
Mark salutò distrattamente il barista e si avviò verso il suo solito tavolino in disparte; ad aspettarlo, seduto, c'era già Billy con un bicchierone di idromele in barrique in mano.

"Ce ne hai messo di tempo per arrivare qui!" Esclamò, spostando la sedia accanto alla sua per far posto all’amico.
"Per forza, dopo tutto quello che è successo stamattina non ce l'ho fatta ad arrivare prima." Commentò Mark, ordinando una Burrobirra.
"Da l'espressione sul tuo viso immagino che le cose non siano andate bene con il vecchio Caius!" Disse Billy, osservando l'amico attentamente.
"Esatto. Ha dato una lettura veloce alla pergamena e subito mi ha accusato di non essere riconoscente e di voler prendere il suo posto!" rispose Mark, scuotendo la testa.
Un boccale di Burrobirra levitò fino al tavolo dei ragazzi; Mark ringraziò con un gesto il barista e poi si rivolse di nuovo l'amico.
"Ma c'è di peggio: ho scoperto che in mia assenza Caius ne ha approfittato per cambiare il testamento di mia madre. In breve si è fatto nominare successore di Shafiq Manor!"

Billy rimase in silenzio, bevendo idromele e soppesando le parole dell'amico.
"Onestamente questa cosa non mi stupisce. Anzi, conoscendo tuo zio mi sarei stupito se non avesse combinato qualche complotto in tua assenza." Disse infine. "Ma adesso che sei tornato e tua madre è ancora in vita, dovrebbe essere facile ricambiare Il testamento!"
Marcus scosse la testa. "No, perché subito dopo aver cambiato il testamento ha fatto passare mia madre come incapace di intendere e di volere, estromettendola di fatto dalle decisioni importanti. Rimane in casa solo perché penso che Caius abbia pietà, ma appena morirà, me lo ha già detto, la prima cosa che farà sarà cacciarmi fuori di casa."

"Che bastardo!" Esclamò Billy, picchiando il pugno sul tavolo. "E quel che è peggio è che ha fatto tutto secondo la legge e quindi non ho nessuna possibilità di cambiare le cose. Mio zio mi odia perché fino a quando rimango qui rappresento una minaccia per il suo dominio. Non si fermerà fino a quando non mi avrà fuori di casa." Concluse Mark, finendo la sua Burrobirra. Billy rimase in silenzio, soppesando le parole da dire.

"Una soluzione ci sarebbe" disse infine, abbassando la voce con fare cospiratorio." Se a tuo zio capitasse un incidente e dovesse malauguratamente morire, tutti questi problemi non si verrebbero a creare perché tu non sei stato diseredato!"
"Mi stai suggerendo di ucciderlo? Così, a sangue freddo?" Esclamò Mark, cercando comunque di tenere la voce il più basso possibile.
"lo hai già fatto nel corso delle tue avventure, se non erro." Rispose Billy.
"Si, e non me ne pento perché era una situazione di vita o morte ed ho scelto la mia, togliendola ad altri. Ma questa è una cosa completamente diversa, non so se avrei mai la forza di salire la collina, entrare in casa, andare in ufficio di mio zio e bum, ucciderlo!" Rispose Mark.

La risposta di Billy venne bloccata sul nascere perché all'interno della piccola locanda era appena entrato un piccolo Patronus a forma di scoiattolo. Era debole, ma aveva abbastanza forza da aprire la bocca e parlare con la voce di sua sorella: "Mark, ti prego vieni a casa. Nostro zio è strano, ha bevuto molto e ho paura. "

"Ecco, questo forse ti darà la forza. Sbrigati, andiamo a vedere che cosa sta succedendo!" disse Billy, alzandosi e infilandosi il mantello.

/ / / / / / /

Si conclude così il secondo capitolo di questa fic! In origine metà di questo capitolo sarebbe dovuto stare nel primo e metà nel secondo ma mi sono reso conto che sarebbe accaduto tutto molto troppo velocemente e quindi ho deciso di scorporare queste parti ed unirli in un capitolo intermedio. Spero che la caratterizzazione dei personaggi stia piano piano facendosi vedere e che possa piacervi. Cosa sarà successo la sorella di Mark? E Mark seguirà il consiglio dell'amico?

  
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