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Autore: maryjay    31/08/2021    2 recensioni
Correva il mese di febbraio del 1785. La regina di Francia, Maria Antonietta, ha deciso di organizzare in occasione del Carnevale, una settimana di feste e di balli di corte, rigorosamente in maschera, ispirate al... Carnevale di Venezia! (Per chi avesse letto la mia storia precedente, tranquille), stavolta Oscar è la vera protagonista della storia! Quali insidie si nasconderanno fra maschere, pizzi, merletti e champagne? Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti! Per la serie meglio tardi che mai, sono nuovamente qui a continuare questa storia. Ringrazio di cuore chi non ha smesso di seguirmi, chi mi ha dedicato splendide recensioni e chi lo farà.

Buona lettura.

 

“Ad ogni modo, non ho nessuna intenzione di indossare un abito femminile. Andrò come è mio solito fare, indossando la mia uniforme.”

“TOC TOC”

“Si?” - rispose Oscar.

“Bambina, è permesso?”

“Si, entra pure nonna.”

Nanny entrò nella stanza, esitò alcuni istanti poi:

“Vestiti bambina mia, hai visite.”

 

                            -------

 

Oscar ebbe un sussulto- “Chi… mi attende?”

“Il tenente Girodelle. Mi ha detto che vorrebbe parlarti in privato.”

Andrè si irrigidì, portando d’istinto la mano destra nel punto in cui era solito tenere la guaina della spada all’altezza dell’impugnatura.

“Vuoi che ti aiuti nel vestirti Oscar?”

“A che ora è l’appuntamento a Versailles?”

“Alle 12 in punto. Ma sono solo le 9.00…”

“Bene, allora non mi occorre il tuo aiuto nonna, mi vestirò in abiti informali, vorrei proprio sapere come mai si sia palesato qui a quest’ora.”

“Come vuoi Oscar” - rispose la governante- “Andrè, lasciamo la stanza cosicchè Oscar possa prepararsi.”

“Certo nonna” - rispose Andrè seppur con leggero dissenso.

Oscar si vestì con un completo verde muschio, una camicia candida e un paio di stivali neri. Si sentiva agitata… perché si era presentato lì a quell’ora?

Si diresse lentamente verso il salone. Un passo dopo l’altro, il rumore dei tacchi echeggiava ritmicamente lungo l’ampia sala.

“Oscar” - sentì sussurrare- “ti accompagno?”

“Non occorre Andrè, so cavarmela da sola” - gli sorrise flebilmente.

Fece un respiro profondo, poi aprì la porta del salone, entrò e la richiuse dietro di essa.

“Buongiorno Oscar” - pronunciò un Girodelle che appariva intimorito.

“Perché siete venuto qui, a quest’ora?” - pronunciò lei a timbro basso e diffidente.

“Oscar… non abbiamo avuto modo di parlare io e voi, da soli, dopo tutto quello che è successo. Avevo immaginato un momento del genere in un contesto diverso…”

“Quindi mi state confessando di aver premeditato tutto ciò?”

“No Oscar, questo mai. Sono mortificato per il fatto di aver detto quello che ho detto alla regina, di aver insinuato che voi foste in mia esclusiva compagnia, ma in quel momento io volevo solo salvarvi, e o voi eravate la donna in compagnia del conte e del vostro attendente -cosa che io non ho mai creduto- oppure… con la pressione di quella situazione inoltre…”

“Piuttosto che prendermi in giro, Girodelle, avreste potuto comportarvi onestamente. Avreste potuto mettermi a conoscenza del vostro desiderio di… matrimonio, sentire cosa ne pensassi a riguardo, dato che la cosa a quanto pare mi riguardava. Io reputo di essermi comportata sempre lealmente nei vostri confronti, e voi… voi mi ripagate così?”

“Oscar… perché mi ritenete capace di una simile condotta?” - le chiese dispiaciuto.

“Perché meglio di così non vi poteva andare. L’evidenza parla da sola: avete inscenato tutto, avete infangato il mio nome per poi fingervi il salvatore!”

“Oscar, ma cosa… lasciatemi spiegare per favore!” - la supplicò avvicinandosi di un paio di passi a lei.

“Perché allora non avete declinato la proposta riparatrice di mio padre, dato che voi sapevate che non c’è stato nulla fra di noi?” - rispose cercando di celare la sua agitazione.

“Perché io vi amo Oscar.” - rispose tutto d’un fiato.

“Cos…”

“Io sono innamorato di voi, da diversi anni ormai, ma fino ad allora mi ero sempre limitato ad osservarvi stando in disparte. Poi quando quella sera vi vidi in abiti femminili, io, rimasi folgorato. Dio com’eravate bella! Ma vi giuro sul mio nome e sulla mia vita, che l’intervento che ho fatto per salvare il vostro nome non era premeditato, questo mai! - senza rendersene conto si era avvicinato ancora di più alla sua quasi fidanzata- Oscar, ci sarà nel vostro cuore un posto per me?” – quasi la implorò mentre d’istinto cinse la vita di lei con entrambe le braccia avvicinandola a sé.

Oscar si sentì come avvinghiata da due tizzoni ardenti; trasalì, dopo essere rimasta spiazzata:

“Sono e sarò il vostro comandante! - urlò divincolandosi energicamente - non permettetevi di prendere confidenze gratuite nei miei confronti! Non avete potuto battermi in battaglia e avete ben pensato di farlo con l’inganno. Mi fanno ribrezzo le persone come VOI!” – ormai Oscar era fuori dai gangheri.

Girodelle, nonostante avesse cercato di trattenersi, ferito da quelle parole così taglienti, fu offuscato da un’ira impulsiva:

“Se voi pensate questo di me, se mi ritenete un vigliacco capace addirittura di ordire un simile tranello per avere la vostra mano, vi propongo un patto: io mi impegnerò con tutto me stesso per portare la verità alla luce; se il responsabile di tutto ciò sono io, avrete tutto il diritto di denunciarmi, farmi processare e condannare. Ma se sono innocente, e anzi ho agito di istinto per difendere la vostra persona, nonché mio comandante, non esitando nell’esporre anche la mia di persona, allora… allora mi dimostrerete la vostra riconoscenza…”

“Sposandovi? Barattando il mio corpo con la stima?”

“Non mi pare, dalle vostre parole, che nutriate un sentimento di stima nei miei confronti, anzi…”

“Girodelle… mi state ricattando?” - rispose lei stravolta.

“Sono innamorato Oscar. E in amore e in guerra, non ci sono regole.” - Rispose risoluto, fissandola negli occhi.

“Non ti permettere. SCREANZATO!” - Urlò furiosa mollandogli uno schiaffo- questa è INSUBORDINAZIONE!”

Il tenente si portò una mano alla guancia dolorante, ma non reagì. Si sentiva profondamente ferito per ciò che Oscar pensava di lui, lui che nutriva una profonda stima e un sentimento così intenso nei suoi confronti. In verità si sentiva anche un vigliacco per non aver rifiutato la proposta che il generale Jarjayes gli aveva fatto. D’altronde, chi al posto suo avrebbe rifiutato?

 

“Cosa sono queste urla?” - tuonò il generale spalancando la porta e facendosi strada verso loro due.

Oscar atterrì.

“Nulla Signor Generale” - si affrettò a rispondere il tenente, notato che Oscar era impallidita.

“Mi è sembrato di aver udito gli animi scaldarsi” - asserì l’uomo.

“E’ tutto sotto controllo, Signor Generale” - ribadì Girodelle. Effettivamente quell’uomo incuteva timore.

“Mi è sembrato di udire la parola insubordinazione. Tu che accusavi di insubordinazione il tuo futuro marito, colui che a breve avrà ogni diritto su di te, giusto Oscar?” – le chiese, mentre si avvicinava a lei passo dopo passo.

“Ecco, padre…” - bisbigliò lei mentre fissava il pavimento, ammutolita, fin quando non sentì le mani colleriche del padre afferrarla con veemenza per il bavero della camicia e strattonarla:

“Allora avrò sentito male? Forse volevi dire ammirazione? O devozione?” – la minacciò lui.

Girodelle assisteva a quella scena seriamente preoccupato per la sua Oscar; uno spirito indomito come lei, era inerme lì di fronte al padre; sembrava una foglia autunnale in procinto di staccarsi dal ramo.

“Signor Generale, non è successo nulla prima” – intervenne lui, cercando di mantenere comunque un tono riverente.

“Ne siete sicuro?” – rispose cupo lui.

“Sì.”

“Guarda un po' come sei fortunata Oscar, ti è capitato un futuro marito che ti piace e che è pure magnanimo” – e così dicendo la lasciò andare- “E voi, non siate troppo clemente con lei” - disse riferendosi al tenente.

“Si… certo…” – rispose Girodelle, anche perché aveva intuito che il generale gradiva solo le risposte che gonfiavano il suo ego.

E il generale senza aggiungere altro lasciò la stanza, sbattendo la porta dietro di sé.

Il giovane tenente rimase in silenzio; era davvero mortificato per Oscar, che nonostante stesse cercando di rimanere impassibile, tentando di fissare il vuoto, non era riuscita a fermare una lacrima che stava rigando la sua guancia destra. Umiliata da suo padre davanti al suo sottoposto, che non lo era più solo perché era un uomo che avrebbe rivendicato a breve i suoi diritti su di lei, donna.

“Oscar, vorrei solo che sapeste che in casa mia non approvo questo genere di violenza- le sussurrò mentre avvicinandosi le cinse una mano con le sue - Ma se avessi risposto diversamente a vostro padre, temo se la sarebbe presa con voi. E io non voglio che vi sia fatto del male. Ora credo che, per quello che conosco di voi, vogliate stare un po' da sola” – e così dicendo, le lasciò la mano e abbandonò la sala.

Avrebbe potuto replicare in molteplici modi, e invece…l’aveva difesa un’altra volta. L’aveva difesa da suo padre; mai nessuno aveva osato farlo. Ma davvero l’amava? E da anni? Lei non se ne era mai accorta; Girodelle era sempre stato un valido braccio destro, riservato, preciso e composto. Forse era stata troppo dura nei suoi confronti, eppure il timore che potesse in qualche modo essere coinvolto in quella storia, l’attanagliava. Si portò le mani alle tempie, sempre più confusa. Avrebbe voluto piangere ma cercava di trattenersi; avrebbe voluto sentire il calore consolatorio di un abbraccio in particolare, ma il conte di Fersen, non era lì. Si inginocchiò lentamente sul pavimento, cingendosi con le sue stesse braccia e scoppiò in singhiozzi che per troppo tempo aveva trattenuto. Sin da quando era piccola le era stato vietato di piangere e tantomeno di mostrare la minima fragilità in pubblico, ma aveva accumulato troppe tensioni che non riusciva più a contenere. Si ritrovava in una situazione allucinante, ai limiti del delirio. Un misto di rabbia, frustrazione, senso di impotenza la pervadevano: non era ammissibile che per l'unica volta in vita sua in cui aveva agito col cuore avrebbe dovuto pagare un prezzo così caro.

Girodelle aveva chiuso la porta alle sue spalle, poggiandosi con la schiena alla parete adiacente; rimase lì nella speranza che Oscar potesse avere un ripensamento... si sentiva profondamente ferito... ma perchè pensava quelle cose orribili su di lui? A dire il vero era anche rimasto profondamente turbato dai modi feroci con i quali il generale Jarjayes trattava la figlia; suo padre non era solito essere così duro con lui e i suoi fratelli, mentre la povera Oscar doveva subire simili sorprusi...

D'un tratto si ridestò, sentendo la porta aprirsi. Vi era Oscar, con gli occhi arrossati e stanchi,lo sguardo dispiaciuto, lì ferma a fissarlo.

“Girodelle, potreste tornare dentro?”-bisbigliò.

“C-certamente.”

Oscar fece strada fino a un salottino, dove invitò il tenente ad accomodarsi.

“Girodelle -sospirò chinando il capo- mi...mi dispiace avervi arrecato accuse così gravi senza avere la benchè minima prova a riguardo...io... io, sono stravolta da tutta questa situazione...”

“Sono io che devo chiedervi scusa Oscar- rispose lui con tono pacato- è normale che voi siate scossa da quanto successo. Sono stato un insolente, vi chiedo perdono.”

Rimasero entrambi in silenzio per qualche attimo, poi:

“Qual'è il piano per smascherare la finta me?”

“Mio comandante, dopo essermi consultato con il conte di Fersen e con il vostro attendente, abbiamo ragione di credere che... la finta Oscar e suoi eventuali collaboratori, potrebbero tornare alla carica dopo che io e voi avremo... ufficializzato... il nostro... perchè starebbe a significare che nonostante i loro sforzi non sono comunque riusciti a scalfirvi, che avete ancora la stima della regina e che lo scandalo con il... fidanzamento, verrebbe annullato.”

Oscar ebbe un sussulto nell'udire la parola fidanzamento. Tutto il resto invece erano parole che aveva già sentito da Andrè.

“Cosa... cosa pensate possano fare questi impostori? Come potrebbero agire?”

“Di preciso non saprei. Sicuramente potrebbero rimettere in gioco la finta Oscar, la quale ha già provocato ingenti danni. Però è proprio lì che dobbiamo stare in guardia, poiché alla sua ricomparsa, scatterebbe la cattura immediata. Per la strategia esatta invece, aspettavamo di conoscere il vostro parere, comandante.”

Oscar sorrise delicatamente, ma tornò seria.

“Sono un po' timorosa Girodelle.”

“Quale pensiero vi turba in misura maggiore?”

“Io... io temo che, se si sono già spinti a tanto... cos'altro potrebbero attuare?”

“Io non saprei, ma vi garantisco che sarò sempre al vostro fianco sempre pronto a proteggervi.”

 

 

  
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