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Autore: Batckas    01/09/2021    0 recensioni
Sara, una ragazza di diciannove anni, deve prendere una decisione importante riguardo la sua relazione con il fidanzato Mirko. Accortasi che il sentimento si è ormai appassito, è ben consapevole di cosa deve fare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Noir | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi risveglio nel letto d’ospedale. Ci sono mio padre, mia madre e mia sorella. Come posso affrontare qualcosa del genere? Voglio avere il potere di tornare indietro nel tempo, non c’è alcuna possibilità che le cose vadano bene. Devo scappare. Chissà dove sono arrivate le mie fotografie, gli amici di Mirko le avranno sicuramente inoltrate anche ad altre persone. Pensare a tutto questo mi fa venire il mal di testa. Voglio strapparmi i capelli. Ci provo, mio padre mi ferma e mi abbraccia.
“Tesoro, va tutto bene… va tutto bene…”, mi dice.
Lo sa?
Sa che sua figlia nuda è stata ora vista da forse migliaia di persone?
Cosa penserà di me?
Cosa penserà mia madre?
Cos’ho fatto per meritarmi questo?
Ho voglia di piangere.
Voglio…
Voglio… ucciderlo.
Il dottore entra nella stanza, fa dei controlli, dice ai miei genitori che ho bisogno di riposare.
“Vi prego, non ve ne andate.”, supplico. Solo in quella stanza sono al sicuro, solo con quelle persone sono libera. Preferirei morire, farla finita, è una cosa troppo grande. Non ho idea di come fare. Devo andare via da quella città, cambiare nome. Come posso convivere con il fatto che forse chi incontrerò avrà visto, senza il mio consenso, il mio corpo nudo in foto? Foto che porca puttana ho inviato al mio fidanzato! Sono stata una stupida, una bambina eccitata, un’idiota.
Lo odio, lo voglio fare a pezzi.
Perché mi ha fatto questo?
L’ho lasciato, ma merito davvero tanto male? Credevo che…
“Mamma, papà, potete uscire un attimo?”, chiedo. “Voglio parlare con Chiara.”
I miei si guardano in faccia un po’ perplessi, ma mia sorella fa loro un cenno col capo come a dire “ci penso io” e obbediscono
Guardo Chiara con gli occhi rossi. Posso dedurre che anche lei ha pianto nel vedermi ridotta così.
“Ho visto le foto.”, dice Chiara subito con tono imperioso.
Una lacrima solca la mia guancia. Leggo il giudizio nei suoi occhi, mi schifa.
Scoppio a piangere.
“Ehi!”, richiama l’attenzione su di sé e si fa più vicina.
Sta piangendo anche lei.
“Ehi…”, ripete con meno forza di prima. Mi punta l’indice contro. “Non azzardarti. Non permettermi proprio, neanche per un istante, neanche per un millisecondo, a ritenerti colpevole.”
Mi abbraccia.
Le bagno i capelli con muco e lacrime.
“Ho visto le tue foto.”, ripete. Capisco che si è preparata una frase da dirmi e che non aspetta altro che il momento giusto. Sorride. Mi punta con entrambi gli indici. “E sei proprio una gran fregna.”
Rido e piango.
“Sei una cretina.”, dico sottovoce.
Allargo le braccia.
“Ne vuoi ancora eh.”, scherza lei.
Annuisco.
La stringo forte.
“Ti voglio bene.”, bisbiglio.
“Anche io.”
“Mamma e papà sanno?”
“Sì.”
Resto in silenzio.
Non so come farò a guardarli negli occhi.
“Hanno denunciato Mirko per revenge porn.”
“Davvero? Quindi… è stato lui…”
“Mi dispiace, sorella.”
Mi sento scema. Forse se non lo avessi…
“Oh!”, Chiara mi chiama. “A che cazzo pensi?”
“Niente.”
“Se scopro che stai facendo pensieri del tipo che non dovevi lasciare quello stronzo, ti mangio un orecchio.”
Mi domando sempre come faccia.
“Cosa farò adesso?”
“Adesso gliela fai pagare a tutti quanti.”
“E cosa cambierebbe? Sono ugualmente rovinata.”
“Sara, tu sei una vittima, e basta.”
Annuisco lentamente, poco convinta.
“Non mi vergognerò mai di stare vicino a te.”, continua Chiara. “Ti hanno vista nuda, e allora? Che si ritengano fortunati che hanno avuto esaudito un sogno!”
“Ma che dici…”
“La verità, sorella.”
Ricordo quando ho scattato quelle foto, erano un gioco, un divertimento… a ripensarci mi sembra la cosa più stupida che io abbia mai fatto.
“I dottori hanno detto quando potrò andare via?”
“Stesso oggi. Stai bene… ci siamo preoccupati, ma poi abbiamo capito cos’è successo. Credo tra un paio d’ore ce ne andiamo.”
“D’accordo. Che cosa devo dire a mamma e papà?”
“Niente. Non è necessario.”
L’istante in cui mia sorella smette di parlare mi rendo conto che le sue dolci parole sono un placebo per l’anima, ma che non possono cancellare quello che è davvero successo. Dovrò convivere con tutto ciò, come posso farlo?
   
 
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