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Autore: hermy09    01/09/2021    1 recensioni
"Chloe io non so molto della vita, so solo che mi ritrovo a quasi 15 anni a sapere moltissime cose sulla morte, e alcune di quelle che bastano per sopravvivere. So che dovevo morire insieme a mia madre e a mia sorella, eppure sono qui e loro no, e spesso penso che non dovrebbe essere così. Una cosa però mi sento di potertela dire. La vita che hai protegila finché puoi, anche se non ti interessa. Se non per te stessa fallo almeno per chi ti vuole bene".
Crono è stato sconfitto e per il campo è l'inizio di un cambiamento. Molti semidei stanno arrivando e gli altri ragazzi del campo dovranno rapportarsi per la prima volta con i figli degli dei minori. Proprio tra loro Nico, costretto dal padre a tornare al campo, potrebbe trovare qualcuno per cui restare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Connor Stoll, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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(NICO)

Nico stava perdendo il conto delle conversazioni che avrebbe voluto evitare quel giorno. L'unico punto positivo era aver scoperto che la ragazza si chiamava Chloe.
Almeno dopo il continuo chiacchierare di Connor, e due semidee irritate, era sollevato che il suo ultimo compagno fosse più silenzioso.

Neanche il tempo di averlo pensato che Jack ruppe quella quiete
-Se dovessero chiedertelo sei stato tu a trovarmi, non dire nulla riguardo ad Eve.
-Certo- rispose Nico. -Posso chiederti il perché? Non siete in amicizia?
-Beh, diciamo di si, é complicato essere amici con Eve- rispose Jack.
-Non si comporta "male" con tutti, per quanto mi riguarda cerca di darmi fastidio quando è annoiata, prova a trasformare le cose in una gara in cui battermi e scemenze del genere.
Nico non ne sapeva molto di ragazze, ma se con una scusa qualcuno gli fosse saltato addosso in quel modo, due domande se le sarebbe fatte.
-Una ragazza prima l'ha chiamata 'Miss Male', centra con ciò di cui parlavi?- gli chiese Nico.
-La ragazza si chiama Christie, ha pensato lei a quel soprannome, per via della somiglianza del suo nome con la parola "Evil" a parte lei quasi nessuno lo usa. Io... non penso che Eve sia cattiva in fondo, spesso potrebbe risparmiarsi alcuni commenti, ma è fatta così. Forse è perchè è figlia di Eris, non lo so. Christie invece è davvero una carogna, e purtroppo è anche mia sorella.
-Da parte di chi?- chiese Nico.
-Nemesi, non sai che divertimento nella mia casa-.
-Invece tu di chi sei figlio?- chiese Jack
-Ade- rispose Nico. Si aspettava la solita reazione imbarazzata, ma Jack si limitò a dire "allora avrai casa tutta per te". Nico gli disse che era proprio uno dei motivi per cui in passato non era rimasto al campo, ma Jack non doveva essere molto contento di tutti quei nuovi fratelli.
Non si dissero più nulla finchè non arrivarono dagli altri.

(JACK)
Jack aveva conosciuto semidei di tutte le origini, figli di dei che al campo non sentiva mai nominare, ma non figli Ade.
Avrebbe voluto chiedere qualcos'altro al riguardo ma, primo: sarebbe suonato molto come "wow sei figlio di Ade? E parli sempre con i morti? Sono tipo zombie?" (e probabilmente ne aveva abbastanza di domande del genere), secondo: lui avrebbe potuto fare altre domande, per esempio sul suo passato. Quello sarebbe suonato molto come:
"Vengo da un quartiere di merda, abitato da pezzi di merda finchè non mi sono arruolato per aiutare i titani. Probabilmente ho provato a farti del male, è difficile da capire con l'elmo. Ah e mio fratello è morto per salvarvi". Non sarebbe stato molto amichevole come inizio, e finché non ne capivano di più sul figlio di Ade, era meglio continuare con la commedia dei poveri orfanelli spaventati nel vicolo di New York (che omettendo tutta la parte della battaglia forse era anche vero).
Era lì che li avevano trovati, tre giorni dopo la guerra, ed era stato un gigantesco colpo di fortuna.
Prima che Crono fosse sconfitto scapparono insieme: lui, Chloe, Meckenzie, Cara e Clovis... per i fratelli di Chloe e Clovis era troppo tardi, per Ethan probabilmente lo sarebbe stato presto.
Erano passati dall'essere nel mezzo della battaglia ad assistere come spettatori silenziosi. Le luci blu sull'Empire State Building, che per il Campo Mezzosangue era stato il segnale di salvezza, per loro era quello di sconfitta definitiva. Ancora non lo sapeva, ma per lui era anche il segnale che adesso era solo. Non lo disse agli altri, se Chloe avesse saputo che era quella la sensazione che aveva provato, abbandono, l'avrebbe sgridato. Sapeva che poteva considerare lei e gli altri come fratelli e sorelle, ma Ethan era sempre stato il suo punto di riferimento. Arrivato al campo sentì ancora di più quella sensazione di solitudine, "perse" anche una sorella. Contrariamente a come avevano sempre creduto lui e Mackenzie avevano in comune solo il padre, perchè lei era figlia di Nike. La spiegazione che gli diedero fu che magari nemmeno il padre lo sapeva "gli dei sono così, forse Nike dopo una litigata aveva bussato alla porta di casa Nakamura con le sembianze di Nemesi, succede"

Il giorno che li trovò un satiro al campo incontrò Christie, che era molto diffidente ma, non avendo prove, si limitò a dimostrare disinteresse verso il nuovo fratello e palese antipatia verso le ragazze.
Era brutto da dire, ma nonostante lì non fossero tutti ribelli, spietati o cattivi, i ragazzi del campo non sarebbero mai stati una famiglia per lui, non era quella la sua casa.
In fondo non lo era nemmeno il suo vecchio quartiere, o l'esercito della nave "Principessa Andromeda".
Dopo la morte del padre, le persone a cui voleva più bene erano suo fratello Ethan, la sorella Meckenzie, Cara, e Clovis e una volta sulla nave aveva incontrato Chloe e sua sorella Cassandra.
Aveva passato la maggior parte della sua vita senza uscire dal proprio quartiere. Poi suo padre era stato ucciso, una pallottola in testa e si era ritrovato orfano insieme alla sorella. Prima che qualche assistente sociale potesse portarli via, Ethan era ritornato. Era mancato per poco ma per lui era stata un' eternità. Raccontò che in realtà una madre loro l'avevano, e che gli aveva sì portato via un occhio, ma per indicargli una via che non sarebbe riuscito a trovare nemmeno avendone tre di occhi.
Forse era stata la troppa felicità nel vederlo al seguito dello shock, ma lo convinse che salire su quella nave fosse la scelta giusta da fare.
Per quasi tre anni aveva imparato che bisognava diffidare degli dei e stare lontani dal campo mezzosangue. I titani non si erano dimostrati tanto migliori e ora al campo da cui il fratello era scappato e contro cui aveva lottato ci viveva. Su quante altre cose il fato avrebbe provato a farlo ricredere?

(CLOVIS)
Erano quasi le nove quando Clovis si alzò. "Meglio di ieri, o dei giorni prima ancora". Il campo era diventato paradossalmente la sua nuova culla, non rilassante quanto il movimento della nave e il rumore del mare, ma i suoi fratelli erano stati bravi nel costruire la propria casa. Una volta entrato la capanna di Ipno era stata capace di far scivolare via il flusso di preoccupazioni che lo avevano tenuto sveglio per tre notti. Poteva persino risentire i rumori delle notti sulla principessa Andromeda, certo a parte il fiato di Max, o di Jack e Chloe quando restavano nella sua cabina.
E non era nemmeno il sonno nervoso che lo prendeva per alcuni periodi, facendolo stare a letto anche da sveglio, era più dolce, quasi ammaliante. Se per alcuni il fatto di avere un ramo da cui gocciola il Lete nella propria stanza sembrava strano, a lui pareva perfettamente appropriato. Là dentro potevi scordarti che eri reduce da una guerra, che dovevi nascondere dei segreti.
Scoprì che là i sogni erano molto più... consistenti, vividi. Era una delle rare volte in cui non stava sognando qualcosa che riguardasse la guerra, camminava nell'oscurità. Gli capitava spesso, era come viaggiare in un autostrada di sogni ed incubi, ma in quel momento nessuno dormiva. Li sembrò di sentire la voce di Cara, spesso la incontrava, anche lei in cammino. Gli dava le spalle, provò a chiamarla ma non rispose, forse la stava solo sognando.
Clovis...
Sentiva un fastidio alla guancia.
Clovis...
CLOVIS!
Vide il viso di Cara, ma non era un sogno. Lo stava punzecchiando con un dito sulla guancia, i capelli di lei che gli penzolavano sul viso dandogli fastidio. Aprì bene gli occhi e le scacciò via la mano.
-Lasciami in pace- e rigirò la faccia verso il cuscino.
Lei prese le coperte ma Clovis le strinse
-Ehi sono nudo- la bloccò.
Lei fece un'espressione poco convinta.
-Sì, come no. Ora ti alzi- e tirò via le coperte. Uno svantaggio della casa di Ipno, il tepore delle coperte va via normalmente.
Non era nudo, era come sempre un tutt'uno col suo pigiama. Cara lo sapeva. Dopo molte proteste e lamenti lo convinse ad alzarsi

(CARA)
Ci era voluto un po' di impegno, ma alla fine Clovis si alzò. Stando in piedi di fronte a lui notò come fosse diventato ancora più alto rispetto a lei. Cominciava a sospettare che crescesse dormendo.
-Comunque da quando è necessario usare questi metodi per svegliarmi?- Clovis si tolse il pigiama per cambiarsi mentre Cara stava girata.
-Da quando hai il sonno così pesante, perfino i tuoi fratelli sono già fuori! Oggi c'è addestramento nella foresta.

Clovis aprì la porta ed uscirono.
-Come fai a non essere sudato? Dormi da non so quando e con tutte quelle coperte- gli disse Cara.
-Sono lenzuola speciali, gentilmente offerte dalla casa di Ecate, dopo averle usate non serve nemmeno fare la doccia- rispose Clovis.
-Che schifo- Cara enfatizzò la cosa con una smorfia.
-Dammi il tempo di svegliarmi e vado a lavarmi ahahahaha- .
-Comunque dovresti rivalutare i tuoi poteri, mentre mi chiamavi mi sei apparsa nella mente, stavi quasi per farmi iniziare un sogno.
Cara non dava molta importanza ai suoi poteri, oltre alla faccenda dei sogni Morfeo non aveva molte abilità.
-Eri ancora nelle gallerie dei sogni?- gli chiese.
-Si- le rispose. -Ma sono tutti svegli, quindi non era poi così interessante, ma almeno non devo sognare.
La sua espressione si rabbuiò un po'.
-Sai com'è, a volte è meglio guardare nella testa degli altri piuttosto che affrontare la propria.
-Già- rispose Cara. Aveva tre anni in più di lei, la differenza di età non era mai stata così evidente. Dopo tutto ció che era successo Clovis  era diventato davvero maturo. Lei era cambiata pure rispetto a quando erano piccoli, ma qualcosa in lui era diverso. Una corda della sua innocenza si era spezzata. Ultimamente stava attenta che fosse in giro di tanto in tanto, invece di stare sempre al letto. Lo aveva visto fare anche alla madre del ragazzo, sempre ripiegata su se stessa in quel letto, troppo giù per occuparsi di suo figlio. Clovis non aveva mai avuto un episodio grave, ma non voleva che avesse una ricaduta. Anche per lei fare bei sogni era diventato difficile, ormai nemmeno ci provava più e passava le notti nelle gallerie dei sogni cercando Clovis. Non le piaceva essere piccola, inesperta con i suoi poteri. Avrebbe voluto saper dargli dei sogni felici, ma temeva che poi lui non avrebbe più voluto svegliarsi davvero. A volte la fantasia non regge il confronto con la realtà. Quindi cercava di stargli accanto, rendendo le giornate meglio di una dormita.

-Prima di dover andare nella foresta, forse sei in tempo per la colazione, devi prendere un bicchierone di caffè!-gli disse.
-Nooo... sai che mi fa schifo-.

 

   
 
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