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Autore: My Pride    02/09/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Life after death Titolo: Life after death
Autore: My Pride
Fandom: Batman  
Tipologia: Flash Fiction [ 557 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Jason Peter Todd, Richard John Grayson

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Malinconico

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
Solo i fiori sanno: 7. Bucaneve: vita e speranza
Writeptember: 3. Non stare a sentire ciò che dice! || 4. What-if?


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    C'erano voci. Una moltitudine di voci nella sua testa che urlavano parole sconnesse e martellavano le pareti della sua scatola cranica come mille lame acuminate.
    Non riusciva ad aprire gli occhi, ma stava cominciando a ricordare frammenti di immagini che non capiva appieno mentre nelle sue orecchie continuavano a risuonare voci, lo stridio dei freni di un treno, le sirene in lontananza e il possente scrosciare dell'acqua, con le narici impregnate del puzzo di melma e fogna. Cercava di prendere grandi boccate ma era come se, ogni qual volta le labbra si aprivano per respirare, inghiottisse fango e si sentisse soffocare, con conati di vomito che gli attorcigliavano lo stomaco.

    «Non stare a sentire ciò che dice!»
    Quella voce. Quella voce continuava a tempestarlo, ancora e ancora, ma non riusciva a capire se fosse solo nei suoi sogni o meno. Si sforzava di alzare la palpebre, ma era come se il solo provare a farlo gli facesse dolore ogni singolo muscolo.
    «Lo so perché sei impazzito».
    Lo sapeva? Lo sapeva davvero? Nessuno sapeva come si era sentito, nessuno poteva saperlo. 
Da quando era risorto ne aveva passate così tante, si era svegliato nella propria tomba e si era faticosamente trascinato fuori dalla fredda e umida terra, artigliando il terreno e urlando. Era stato investito, era caduto in coma; senza ricordi di chi era stato, aveva passato oltre un anno con la Lega degli Assassini finché non era stato immerso nelle acque di Lazzaro, che avevano curato la sua amnesia ma avevano rotto qualcosa, in lui. La sua mente aveva cominciato a funzionare nel modo sbagliato, come corde sfilacciate che non era riuscito ad afferrare fra le dita. Chi era quella voce per cercare di psicanalizzarlo in quel modo?
    «Avresti dovuto cercare la tua pace».
    Che ne sapeva della pace!? Avrebbe voluto urlarlo a squarciagola, ma non riusciva ancora a respirare e sentiva la faringe letteralmente in fiamme, come se avesse ingoiato fuoco vivo; artigliò qualcosa fra le dita, muovendo la testa contro qualcosa di umido che non riusciva a identificare, mentre la bocca provava inutilmente a muoversi.

    «Puoi ancora redimerti. Ci penserò io».
     Fu quasi certo di essersi morso l'interno della guancia, sentendo il sapore ferruginoso del sangue che gli inondava il palato; poi qualcosa di fresco gli carezzò il viso e quella voce continuò a parlargli sempre più vicina, sempre più presente, come un sussurro rassicurante a cui sembrava voler credere.
    «Prendi la mia mano, Jason!»
    Provò a sollevare un braccio, sentendolo pesante come se fosse stato legato ad un macigno, ma incontrò delle dita forti e salde che si intrecciarono con le sue. Aprì gli occhi di scatto, spalancando le labbra per prendere avide boccate d'aria nel rendersi conto che il ritmico pulsare che sentiva era il rumore del sangue che scorreva e il battito del cuore nelle proprie orecchie.
    «Sei a casa... sei al sicuro».
    Boccheggiando, registrò a poco a poco quella figura seduta al suo capezzale: riuscì a capire che si trovava in un letto, a dare un volto a quella voce, incontrando il volto sorridente di Dick che non aveva smesso di sussurrare parole rassicuranti e di stargli accanto fino a quel momento. 
E se quelle che Jason sentì scorrere dai suoi occhi e ruzzolare sulle sue guance furono davvero lacrime, non gli importò. Era tornato a casa.





_Note inconcludenti dell'autrice
Secondo giorno del #writeptember
sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia, con i prompt "Non stare a sentire ciò che dice!" e What-if.
Ambientata nel capitolo finale di "Battaglia per il mantello", precisamente il momento in cui Jason cade dal treno durante il combattimento con Dick.
In questo what-if, Dick riesce ad afferrare la sua mano e a riportarlo al bat-bunker. Il titolo è tratto da una delle storie successive
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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