Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Giuliacardiff    02/09/2021    0 recensioni
Ecco a voi una raccolta di drabble sul mio personaggio preferito, Eren Jeager.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mio lavoro sono obbligato ad ascoltare i piagnistei delle persone: un litigio con la ragazza che lo ha tradito, un capo al lavoro che ti sfrutta, una famiglia che si pulisce il culo con te … insomma le solite cose che ogni barista sente ogni notte di ogni giorno.

In questo schifo di città, ogni giorno è uguale a quello precedente e a quello successivo: è sempre tutto uguale. E non importa cercare di “andare all’avventura” tutto rimane sempre uguale.

Sono stanco della normalità e vorrei che qualcosa desse una scossa alla mia vita. Ma puntualmente non faccio nulla affinché ciò accada.
Perciò me ne resto qui, in riva alla spiaggia, ad osservare l’oceano che mi circonda. Il suo calmo e cadenzato andare su e giù mi ha sempre fatto ribrezzo ma negli ultimi tempi è come se qualcosa mi attraesse.

L’oceano.

Un’infinita distesa di acqua salata che in qualche modo non sembra ciò che è in realtà. Ogni persona conosce e sa che aspetto abbia una goccia d’acqua ma quella semplice forma cambia se unita a miliardi di altre piccole goccioline identiche alla prima. E così tutto cambia e l’oceano non ha più la forma di una goccia ma quella della terra.

E da quella distesa di acqua che assomiglia così tanto alla terra dove abito … vedo una coda.

Chi lo sapeva che i delfini nuotassero nella bassa marea. Peccato che riesca anche a distinguere un braccio.

È un braccio vero?

Ma che? ….

E all’improvviso sono in acqua. Quando sono caduto in mare?

Degli artigli mi afferrano il braccio e mi trascinano in profondità e il mio mondo si tinge di nero e blu scuro. Che sta succedendo?

……


Quando riprendo coscienza sono in una grotta, il mio corpo è per metà immerso nell’acqua e per l’altra metà su uno scoglio e la mia testa mi sta scoppiando.

Perché sono qui?

E all’improvviso una creatura celestiale mi appare davanti.

Capelli bruni e arricciati ma corti sulla nuca, viso androgino e di alabastro, delle piccole branchie sul collo e orecchie allungate con dei pendenti a forma di goccia di smeraldo che perforano i lobi delle orecchie, delle perline a adornare i capelli simile a un’aureola angelica. E occhi di smeraldo, no … forse azzurri, no … dell’esatto colore dell’oceano in cui ero immerso.

Il suo intero corpo o almeno la metà superiore era di candida pelle umana frastagliata da piccole squame azzurre, sulla parte superiore delle braccia erano posizionati dei bracciali dorati e una collana di conchiglie gli stringeva il collo e si trasformava in foglie dorate sulla sua schiena.

La metà inferiore invece una formata da una coda di pesce di un colore azzurro che sfumava in blu scuro.

Era una sirena. Un tritone. Non era umana … quella creatura. Ma mi guardava con un tale sguardo che era impossibile credere che fosse pericolosa.

Mi osservava con una tale curiosità, una tale innocenza che il mio primo pensiero fu di stendermi su quella creatura e baciarla su quelle perfette labbra di pesce.

Ero strano?

La creatura mi si avvicinò e notai che aveva delle ferite sul petto, tre segni diagonali, forse profondi, che sanguinavano sulla sua perfetta pelle nivea.

Chi lo aveva ferito?

Mi si avvicinò e con mano tremante mi accarezzò dolcemente il viso. Sorrisi.

Che innocenza.

Di rimando gli accarezzai il volto e avvicinai la mia fronte alla sua. I nostri sguardi si incontrarono ed io mi sciolsi.

Ah. Chissà cos’era questa sensazione di farfalle nello stomaco.

Sorridendo, la creatura mi prese per mano e mi accompagnò a riva, di nuovo sulla spiaggia, abbandonando quella piccola grotta vicino alla spiaggia che visitavo ogni notte.

Come avevo fatto a non notare prima quella grotta? Era sempre stata lì?

Di ritorno sulla spiaggia, la creatura lasciò la mia mano, cercai di riprendere quella calda mano ma non potetti. Non era il mio posto. La creatura mi mostrò un sorriso triste e lentamente ritornò nelle profondità del mare.

Che me lo fossi immaginato?

Avevo davvero incontrato una sirena o era stato il frutto della mia stanca mente?

Chissà se avrei mai rivisto quella creatura …

Lo speravo. E così per i giorni a venire mi ritrovai ogni notte su quella spiaggia alla ricerca di una coda azzurra che spuntasse dal pelo dell’acqua e una mano nivea che mi facesse un cenno.
 
 

 

  
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