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Autore: elenabastet    03/09/2021    2 recensioni
Dopo i fatti dell'episodio Un innamorato respinto, André fugge e si trova in mezzo ad una comunità di donne che presentano vari aspetti delle famose rose e lillà a lui tanto care. Oscar lo cercherà.
Genere: Angst, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LA CONGREGA

PARTE SECONDA

 

Rating: toni adulti, temi delicati, AU.

Fandom: Lady Oscar.

Note: questa storia parte dal famoso episodio Un innamorato respinto (quello della camicia strappata) per raccontare sviluppi diversi della vicenda. Ci sono elementi che ho preso liberamente dalla serie Netflix Luna nera, ma non è un cross over.

Per il volto di Margot io penso a Judi Dench, per Liliane a Lily Rush di Cold case, per Tara e Viviane a Tara e Willow di Buffy, per Geneviève a Jessica di True blood, per Olympie a Xena, per Diane a Scully di The X-Files con Guillaime simile a Mulder. Ma non è un cross-over, quelli verranno poi.

 

6.

L’indomani mattina, Oscar si congedò di buon mattino da Bernard e Rosalie.

“Posso fare una cosa, e spero davvero che serva”, disse Bernard, “divulgare la notizia in giro per le osterie e le locande, e cercare di capire se qualcuno l’ha visto.”

“Quest’anno la primavera sembra in ritardo”, disse Oscar, “non oso pensare a lui da solo al freddo”. Era vero, il pensiero che André potesse soffrire da qualche parte la faceva star male. Il ricordo di qualche sera prima, tra umiliazione e imbarazzo, era stato sostituito dalla preoccupazione per la sorte del suo amico, sempre che potesse chiamarlo così.

Rosalie annuì e poi aggiunse:

“Ma che strano che André se ne sia andato in questa maniera”.

“Io l’avevo congedato ma non pensavo che la prendesse così male”, disse Oscar, cercando di non far capire che mentiva. Il problema era un altro, e lei sapeva quale, ma non voleva ammetterlo né parlarne, nessuno doveva sapere quel segreto che lei e André condividevano, la fine della loro amicizia, una reazione sconvolgente con cui purtroppo bisognava fare i conti. Qualsiasi cosa avesse raccontato, avrebbe creato problemi ad André e lei non avrebbe mai voluto che lui soffrisse più di quanto già soffriva.

Nei tre giorni successivi, Oscar pensò al peggio, continuando a percorrere strade in cerca di notizie di André, con Marie sempre più disperata e suo padre sempre più perplesso. Non poteva confidarsi con nessuno.

Poi arrivò uno spiraglio, con un messaggio di Bernard che le segnalava che in una locanda verso Fontainbleau era passato un uomo simile ad André qualche giorno prima: si era fermato a mangiare e aveva dormito nella stalla, e aveva l’aria disperata. Oscar si ripromise di andare là.

 

7.

André non aveva più voluto stare a letto, nonostante le raccomandazioni di Margot, e aveva iniziato a darsi da fare per le sue ospiti streghe.

“Non riesco a stare con le mani in mano, non è nelle mie abitudini”, aveva detto a Margot, “poi quando cambierà il tempo toglierò il disturbo, è meglio per tutti che faccia così”.

Il castello della Congrega di Diana era un posto curioso, molto diverso da Palazzo Jarjayes: c’era un orto da tenere d’occhio all’interno e un angolo con piante da frutto vicino all’uscita, a rischio per il gelo che non andava via in quello strano anno, c’erano gli animali nella stalla, i gatti in casa e due cani, e c’erano spazi come la dispensa e la biblioteca. Di lavoro ce ne era, per tutti, e André non si tirò indietro.

Quel giorno era venuto fuori un sole tiepido, ed André si mise a sistemare la legnaia. Ad un tratto, sentì un fruscio dietro di sé, e prima di potersi girare, Geneviève lo afferrò per la vita cingendolo con le mani.

No, non poteva permettere a quella ragazza giovane e bella di avvicinarsi così a un individuo come lui.

“No, ti prego, non deve succedere niente”, disse lui, con in fondo a sé una vaga sensazione di piacere per essere stato coccolato da qualcuno.

“Non mi trovi bella?”, disse lei. Certo che era bella, con i seni non nascosti e mortificati sotto la camicetta e la gonna colorata.

“Sì, ma tu sei giovane, sei pura, meriti di meglio”.

“Ma qui non viene mai nessuno, non conosco nessuno, nemmeno a Beltane mi lasciano vedere dei ragazzi”.

“Cos’è Beltane?” André aveva già sentito quel nome, ma non si ricordava dove.

“La festa che ci sarà tra qualche giorno, speriamo che faccia bello, serve a celebrare l’amore”.

Quanto era dolce e ingenua quella ragazza…

“Ma succederà, prima o poi, hai bisogno di qualcuno di diverso da me, io sono ormai corrotto e cattivo”.

“Ma dove, sei bello, sei gentile, sei nobile, sei compassionevole...”

“Tu non sai cosa sono stato capace di fare...”

“Già, non lo sappiamo”. Non visto, era arrivato Guillaime, il compagno di Diane e l’altro uomo che viveva nel castello, sia pure non fisso.

André abbassò lo sguardo e disse:

“Ho bisogno di parlare con qualcuno… mi sento fuori posto, accolto da queste buone donne che non sanno niente di me e di che cosa ho fatto”

“Vi ascolto”, disse Guillaime, “Geneviève, è meglio che ti allontani. Bisogna capire chi è davvero il nostro ospite”.

André abbassò il capo e disse:

“Sono stato accolto qui, non era mia intenzione disturbare nessuno, ma dovete sapere chi sono e cosa ho fatto. Ho tradito la donna che amo nel modo peggiore...”

“Cosa intendete?”

“Ho lavorato per tutta la vita al servizio della sua famiglia e sono stato per lei il suo valletto...”

“Uhm, non siete sposati?”

“No, e non lo saremo mai. Lei… ha avuto e ha una vita fuori dagli schemi, è un soldato”.

Guillaime stette zitto, ma fece capire che forse aveva una vaga idea di chi stesse parlando André. Certe voci comunque giravano.

“Lei è stata ferita da un altro uomo, che ha calpestato i suoi sentimenti, non so come possa aver fatto una cosa del genere”.

“Veramente ignobile, ma per ora non sento niente di sbagliato da parte vostra, semmai è l’uomo che l’ha ferita che dovrebbe sentirsi colpevole”.

“Lei ha preso la decisione di cancellare per sempre la sua femminilità, ma non può, è parte di lei...”

“La Dea ci insegna proprio questo...”

“Lei mi ha congedato dal mio ruolo di attendente, dicendo di non volermi più nella sua vita. Io le ho detto una frase, le ho detto che una rosa non potrà mai essere un lillà e lei è diventata furiosa. Mi ha schiaffeggiato con un disprezzo che non avevo mai visto e poi mi ha afferrato per la camicia, mi scuoteva, era fuori controllo...”

“Beh, direi che è stata la vostra donna a farvi qualcosa di brutto, non pensate?”

“Lei non è la mia donna e voi non sapete cosa le ho fatto io. Ho perso la testa, erano giorni che bevevo in maniera smodata, e l’ho afferrata con tutta la mia forza, volevo mostrarle che una donna è comunque più debole di un uomo, che chiunque poteva sopraffarla, solo che fino ad adesso nessuno aveva mai osato farlo...”

“Sulla forza delle donne, dipende dalle situazioni, quando la mia Diane mi ha dato le nostre meravigliose figlie dubito che avrei potuto come uomo sopportare quello che ha fatto lei per tutta l’attesa e quando sono nate. Però come forza nei momenti di scontro avete ragione”.

“E allora ho fatto una cosa ignobile… l’ho baciata sulla bocca, ho violato le sue labbra con la lingua, ho sognato tante volte di fare quello, ma non così, ho voluto farle sentire ancora che era una donna debole da desiderare, che io la volevo come un’amante... “

“Uhm, è tutto qui?”

“Il mio corpo mi stava tradendo, ero… eccitato, la volevo far mia, per fargliela capire una volta per tutte, e l’ho spinta sul letto, la tenevo ferma sulle coltri, era un sogno che si realizzava, la stavo umiliando ma non ci pensavo, e lei a quel punto ha detto che avrebbe chiamato aiuto se non la lasciavo, quando ero da sempre io che la salvavo...”

“E quindi?”

“Le ho strappato la camicia di dosso, in quel momento volevo toglierle tutto, la volevo tra le mia braccia, con la sua femminilità rivelata, la volevo mia a tutti i costi, anche contro la sua volontà...”

“Poi cosa le avete fatto?” Guillaime era gelido.

“Ha smesso di resistermi, umiliata e sconvolta, ha girato il suo volto da un lato scoppiando a piangere e chiedendomi cosa volessi farle, e cosa volevo provare… io non posso dire cosa le avrei fatto, era troppo orribile anche solo pensarlo, sono un mostro. Ma mi sono fermato, in quel momento ho capito il male che le avevo fatto. Ho buttato per terra i brandelli del suo abito, le ho chiesto perdono, l’ho coperta con il lenzuolo, lei singhiozzava disperata e io ho tradito tutto quello che c’era di bello e di puro tra di noi. E poi, mentre me ne andavo le ho dichiarato il mio amore da sempre e per sempre, ma non potevo rimanere con lei, non dopo averle fatto così male, e quindi sono scappato”.

André alzò gli occhi, Guillaime lo stava guardando con aria indecifrabile ma non ostile.

“Direi che dovete raccontare questa storia alle accolite, decideranno loro la vostra sorte”.

“Merito il peggio”.

“Decideranno loro la vostra sorte, io non posso farlo”. Ma a quel punto Guillaime allungò una mano e diede una pacca sulla spalla destra di André.

  
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