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Autore: ClostridiumDiff2020    03/09/2021    0 recensioni
Una chiave come lascito dal defunto padre, misteriosamente scomparso.
La ricerca della verità sul suo passato e sull'origine delle cicatrici del suo volto che lo hanno segnato sin da piccolo.
Il viaggio di Nathaniel per svelare i segreti di un famoso ladro, che fu noto come il Re delle Ombre.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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1 – Segreti dal passato

 
 
“Nathaniel Clive Lewis vieni subito qua”
Il ragazzo poté udire le grida della governante prima di chiudere la porta alle sue spalle con un mezzo sorriso divertito stampato in volto. La Signora Gotlib detestava la soffitta, non ci saliva se non obbligata, non sarebbe mai andata a cercarlo lì.
Non pensava che lo avrebbe scoperto a guidare l’auto padronale, Edith si era dileguata come un gatto mentre lui era rimasto immobile con un sorriso colpevole.
Tipico della sua sorellastra tagliare la corda lasciandolo ad affrontare le conseguenze delle sue idee.
Da quando era lasciato sulla soglia come un pacco postale con la lettera di sua madre che incaricava la sorella di essere la sua tutrice legale Edith lo aveva sempre usato come capro espiatorio. Tutto sommato non gli dispiaceva, era il suo modo di far pesar loro la mancanza di risposte alla sua presenza in quel luogo.
 
Nathaniel si guardò attorno passeggiando per la stanza avvolta nella penombra. Si sedette dietro una cassapanca e si stese a terra. Il pavimento era freddo e duro ma voleva proprio provare a dormire. La testa lo tormentava martellando, aveva bevuto decisamente troppo.
Si raggomitolò e si rigirò cercando invano una posizione più comoda. Quando aprì gli occhi si ritrovò a fissare un pacchetto polveroso infilato sotto al grosso armadio appoggiato. Si allungò incuriosito e lo prese. Sdraiandosi sulla pancia lo aprì. Avvolti in un drappo di seta nera vi era un pacchetto di lettere in una carta ingiallita.
Il suo cuore traballò quando riconobbe la calligrafia di sua madre, le sue dita quasi tremarono quando notò tra le lettere una foto.  In essa erano ritratti un gruppo di persone.
I suoi tutori Clare e James erano ben riconoscibili, ma era la coppia accanto a loro ad attirare la sua attenzione.
Sua madre la ricordava bene, lo sguardo distante, gli occhi di smeraldo e lunghi capelli scuri raccolti dietro la testa. Ricordava bene l’ultima volta che l’aveva vista, aveva circa nove anni, lei lo aveva accompagnato il letto dicendogli che il giorno dopo lo avrebbero accompagnato dalla sorella. Aveva omesso che poi lo avrebbero parcheggiato in un collegio. Ne che gli avrebbero imposto di iniziare l’apprendistato nello studio del marito della sua tutrice. “Dovrei esserne contento vero?” borbottò contro la foto.
 
L’uomo alle sue spalle di sua madre aveva i suoi stessi occhi scuri come i capelli e decisamente più lunghi. Lui non lo avevano spedito in un posto dove le persone venivano tosate come pecore. Nemmeno gli stessi segni sul volto. Nathaniel si sfiorò il volto. Gli avevano detto che era stato uno stupido incidente, ma non ne aveva memoria.
Come non aveva memoria di quell’uomo. Sapeva solo che era suo padre ma ogni volta che cercava di riportare alla mente un momento passato con lui la testa sembrava volergli esplodere.
Si era ritrovato bloccato in un letto e sua madre per un po’ era rimasta al suo fianco ma poi era svanita lasciandogli solo quella stupida lettera. “Pensi anche tu che potrei solo fare il portaborse di quel pomposo vero? Per quello mi hai scaricato qua…” Si passò la mano sugli occhi con rabbia, diavolo era un adulto, non poteva mettersi a piangere come un bambino.
Aprì una lettera, l’ultima del mucchio. Non sapeva perché desiderasse leggerle, cosa mai avrebbe potuto scolpire da esse?
 
Carissima Rachel, so che ti avevo promesso di tornare presto da te ma, mi duole confermarti che non mi sarà più possibile. Io e Jonas siamo a una svolta.
 
Nathaniel riprese la foto, Jonas doveva essere quel ragazzo seduto vicino a suo padre. La mano poggiata sul suo ginocchio e quel sorriso sornione. Perché non lo ricordava. Si passò la mano sulla nuca, perché non ricordava quasi mai niente del suo passato.
 
Prese una seconda lettera, era sempre rivolta alla sorella. Ne era quasi geloso, a lui non aveva mai scritto nulla in tutti quegli anni.
 
Carissima Rachel, so che non riesci a comprendere cosa mi ha sempre legato ad Arthur, ne l’equilibrio che si era creato assieme a Jonas. Quindi non pretendo che comprenderai il mio desiderio di vendetta, ma ti assicuro che puoi credermi se ti scrivo che non troverò pace finché non avrò trovato il suo assassino e vendicato la sua morte. Ti prego di accudire il mio piccolo Nathaniel.
 
Con mani tremanti iniziò a leggere  avido ogni lettera e di parola in parola molti dubbi affiorarono nella sua mente.
 

 
Edith si sedette di fronte all’amico “Quindi… Questo cosa significa?”
Nathaniel incrociò le braccia. “che mia madre mi ha abbandonato, che mio padre è stato ucciso e che… era un ladro… Il rinomato Re delle Ombre…”
“Tua madre non ti ha abbandonato, le lettere non ti hanno fatto comprendere niente?”
Nathaniel si strinse nelle spalle e scacciò con rabbia le lacrime che erano affiorate.
“Nat…” la ragazza gli poggiò la mano “Non hai trovato tutte le risposte… Voleva trovare l’assassino di tuo padre, non sei desideroso anche tu di saperne di più?”
 
Nathaniel si strinse e distolse lo sguardo. Certo che voleva sapere di più, ma non riusciva a mettere a tacere quella parte di sé che si sentiva ferito e abbandonato.
Aveva scelto di inseguire la vendetta, preferiva un morto a un figlio vivo che avrebbe preferito esser cresciuto da una madre che da una zia che lo guardava come un servo.
Il portaborse della sua piccola. Ma quello che più lo feriva era come avesse brutalmente sorvolato sul suo incidente. L’ultima volta che aveva visto suo padre era stato quel giorno. Una voragine nella sua mente. Quando la sua casa era andata distrutta e la sola cosa che gli era rimasta erano quei segni sul volto e sul corpo. Un volto che sussurrava emergendo dai suoi vaneggiamenti e quando si era risvegliato un biglietto di arrivederci. Una promessa mai mantenuta.
“Nat…”
 
Il ragazzo si alzò e misurò la sua piccola stanza con ampi passi.
“Sapevi che mio padre aveva un amante? E che a mia madre la cosa andava benissimo. Vivevano assieme da prima che io nascessi.”
Ricordava bene quella lettera.
 
So bene cara sorella che non comprendi ciò che ci lega. Ma se non puoi comprenderlo ti chiedo almeno di rispettare le mie scelte. Sappi che con Arthur mi sento libera. Di essere me stessa, compresa come con nessuno. E sì, anche amata. Perché anche se in modo diverso lui mi ama. Non ho bisogno di essere il centro del suo universo per essere felice. Il nostro equilibrio è assieme a Jonas. Lui rende Arthur molto felice e presto a coronare la nostra strana famiglia arriverà un bambino, che spero accetterete nonostante i suoi stravaganti genitori.
 
“Nat, non chiuderti nel dolore, non sei più un bambino… I tuoi genitori forse avevano un modo stravagante di dimostrarlo ma… Non posso credere che non ti volessero bene…”
Nathaniel si sentiva una bestia in gabbia. Delineò con la mano destra i segni sul suo volto.
“Non so cosa mi abbia fatto questo, non co cosa mi sia successo… So che mi hanno abbandonato, hanno scaricato il piccolo mostro sfregiato…” ruggì furioso.
 
Edith scosse con forza la testa e afferrò le lettere poggiate sul letto. “Guardale… le hai lette davvero?  Tua madre lo amava moltissimo, era addolorata all’idea di lasciarti in quello stato ma non poteva fare altrimenti. L’uomo che amava era stato ucciso, se ti strappassero il cuore tu non cercheresti di scoprire chi te lo ha portato via?”
La ragazza scosse le lettere e un piccolo pacchetto le scivolò tra le dita e cadde a terra con un suono metallico.
 
Nathaniel si chinò per prendere in mano il pacchetto. Lasciò scivolare lo spago e srotolò la carta che lo avvolgeva. Si avvicinò alla finestra, il sole stava calando e la luce si stava affievolendo. Non riconosceva quei segni ma riconobbe l’autore.
 
QUESTA CHIAVE TI PORTERA’ ALLA TUA VERA CASA, SE VORRAI RACCOGLIERE IL TESTIMONE LASCIATO PER TE. SE VORRAI ESSERE IL NUOVO RE DELLE OMBRE.
 
Nathaniel si rigirò la chiave tra le dita, di ottone, tozza. Una vecchia misteriosa chiave.
Edith gli si avvicinò incuriosita. “Cosa credi che apra?”
Nathaniel scosse la testa, non voleva ammetterlo ma era sinceramente incuriosito dal messaggio che suo padre gli aveva lasciato.
Più osservava quella chiave più si affacciava nella sua mente una certezza, doveva tornare a casa, doveva trovare altre risposte. 
   
 
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