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Autore: Placebogirl_Black Stones    04/09/2021    1 recensioni
Dopo la sconfitta dell'Organizzazione, tutte le persone che sono state coinvolte nella battaglia dovranno finalmente fare i conti con i loro conflitti personali e con tutto ciò che hanno lasciato irrisolto fino ad ora. Questa sarà probabilmente la battaglia più difficile: un lungo viaggio dentro se stessi per liberarsi dai propri fantasmi e dalle proprie paure e riuscire così ad andare avanti con le loro vite. Ne usciranno vincitori o perderanno se stessi lungo la strada?
"There's a day when you realize that you're not just a survivor, you're a warrior. You're tougher than anything life throws your way."(Brooke Davis - One Tree Hill)
Pairing principale: Shuichi/Jodie
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow (I'm with you)'
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Capitolo 39: L’ultimo atto
 
 

- E così non riusciamo a trovare tracce di Irina, non sappiamo da dove cominciare a cercarla, sospettiamo che Charlotte e Daniel Harrington nascondano qualcosa ma non riusciamo a fargli sputare il rospo- fece il punto della situazione Yuriy - Siamo fermi ad un punto morto. Qualcuno ha idee su come uscirne?-
- Forse dovremmo insistere e mandare di nuovo Jodie a parlare con la vedova- osservò Camel.
- Non penso che dirà più nulla di quanto non mi abbia già detto- scossa la testa lei.
- Forse dovremmo fare un giro nel quartiere russo di Brighton Beach, chiamato anche “Little Odessa”: la maggior parte di persone di origini russe o dell’est Europa si trovano lì- suggerì Shuichi.
- Già, ma proprio per questo è come cercare un ago in un pagliaio. Inoltre, se fai domande in giro sulla mafia finirai con l’attirare l’attenzione su di te e non è una buona cosa. Quelli ci mettono un secondo a farti fuori- lo avvertì Yuriy.
- Lo so bene che è rischioso, ma se non rischiamo non ci muoveremo di un passo da qui-
- Sei temerario amico, lasciatelo dire- commentò il russo.
 
Stavano discutendo ormai da mezz’ora senza riuscire a trovare una soluzione. Quell’indagine si stava rivelando più complicata del previsto e di certo il fatto di essere sovrappensiero non la aiutava. Da quando Shuichi era tornato in ufficio aveva notato un cambiamento in lui. Aveva un’aria strana e sembrava disposto a rischiare il tutto e per tutto a differenza di Yuriy. Non che questo fosse insolito, Shuichi era uno che amava sfidare la sorte, ma in quel momento era come se volesse dare il meglio di sé, proprio come aveva fatto durante le indagini sull’Organizzazione. Si stava impegnando al massimo ed era disposto a tutto pur di risolvere quel caso, come se fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto. Inoltre, si chiedeva cosa si fossero detti ancora lui e James. Aveva l’impressione che anche quest’ultimo le stesse nascondendo qualcosa.
La suoneria del suo cellulare che squillava la riportò alla realtà, attirando anche l’attenzione dei colleghi. Guardò il numero sul display e si accorse che non era un numero che aveva salvato nella rubrica.
 
- Va tutto bene?- le chiese Shuichi, notando la sua espressione stranita.
- Sì, è solo che non riconosco questo numero-
- Che sia Charlotte che ha deciso di chiamarti?- ipotizzò Yuriy.
- Se è così allora meglio rispondere subito- intervenne Camel.
 
Messa sotto pressione dai quei tre impazienti, rispose alla chiamata.
 
- Pronto?-
- Signorina Sterlin?- rispose una voce flebile dall’altro capo.
 
Aveva un forte accento straniero, dimostrato anche dal fatto che aveva sbagliato a pronunciare il suo cognome. Di certo, chiunque fosse, non era di nazionalità americana. Inoltre, nonostante stesse quasi sussurrando, poteva affermare con certezza che si trattasse di una voce femminile.
 
- Sono io. Chi parla?-
- Mi chiamo Oksana Morozov e sono domestica di famiglia Harrington- cercò di parlare in inglese il più correttamente possibile.
 
Sgranò gli occhi a quella rivelazione: perché mai la domestica di Charlotte la stava chiamando? Dove aveva trovato il suo numero? E soprattutto perché parlava a bassa voce e sembrava avere fretta di terminare quella telefonata il prima possibile, come se temesse di essere scoperta? Poteva esservi solo una spiegazione a tutte quelle domande: Oksana la stava chiamando all’insaputa di Charlotte perché molto probabilmente aveva delle informazioni che quest’ultima non aveva rivelato durante il loro colloquio avvenuto il giorno prima.
Mise subito il vivavoce e invitò i colleghi ad avvicinarsi per sentire meglio la telefonata. Inutile dirlo, i tre scattarono come avvoltoi su una preda.
 
- Sono sorpresa della sua telefonata Oksana…le ha dato il mio numero la Signora Harrington?-
- Signora Charlotte non sa nulla, ho preso numero da biglietto che lei ha lasciato ieri. La prego, non dica nulla- la supplicò.
- Stia tranquilla. Ora però mi dica perché mi sta chiamando all’insaputa di Charlotte-
- Signor Russel era sempre buono con me, è stato lui a offrirmi lavoro qui quando sono arrivata da Russia. Lui in fondo era brava persona anche se faceva sbagli. Signora Charlotte invece non è brava persona come le ha fatto credere-
- Cosa intende dire?-
- Signor Russel aveva relazione con Irina, questo è vero. Io conosco bene Irina, siamo venute qui insieme da Russia. Signor Russel amava veramente Irina e voleva salvarla da uomini cattivi, ma non sapeva come fare. Mafia russa non perdona. Signora Charlotte fingeva di essere dispiaciuta ma a lei non importava. Lei ha relazione segreta con Signor Daniel-
 
Si guardarono tutti negli occhi a vicenda, lei e Camel avevano persino la bocca spalancata. Quella era la notizia che stavano aspettando ed era arrivata dalla persona che meno di tutte si sarebbero aspettata. Yuriy pronunciò un impercettibile “bingo”, per non far capire ad Oksana che altre persone stavano origliando quella conversazione privata. Shuichi si limitò a sorridere soddisfatto.
 
- Lei è certa di questo?-
- Assolutamente. Lei ha visto Signor Daniel ieri, lui venuto qui anche se Signora Charlotte le aveva detto che non veniva più. È una bugia. Signor Daniel veniva quando Signor Russel si incontrava con Irina. Io sapevo ma non potevo dire niente, perché Signora Charlotte mi minacciava. Io non potevo perdere lavoro-
- Certo, capisco. Allora la prego di dirmi tutto quello che sa. Le prometto che non le succederà niente, mi creda- cercò di rassicurarla per avere in cambio le informazioni che le servivano.
- Signor Russel usava droga e se la procurava da piccolo clan di mafia russa. È così che ha conosciuto Irina. Lei non è stata fortunata come me, lei è molto bella e quando siamo arrivate in America Viktor l’ha notata subito-
- Viktor Krayevsky?- chiese conferma.
- Sì. Donne belle come Irina finiscono subito nelle mani di mafia, diventano ballerine in club o prostitute. Le usano per fare soldi. Un giorno Viktor ha mandato Irina a portare droga a Signor Russel e lui si è innamorato subito di lei. Quando Viktor ha saputo che Irina piaceva a Signor Russel, ne ha approfittato. La portava a ballare nuda nel club segreto che il Signor Russel aveva creato solo per poter vedere Irina e la usava per ottenere più denaro possibile. Lui non pensava che Irina si sarebbe innamorata davvero di Signor Russel. Viktor voleva Irina solo per sé, capisce? Così quando ha scoperto della loro relazione ha fatto uccidere Signor Russel. Però c’è altra cosa-
- Cosa?-
- A Little Odessa c’è un locale dove tutti quelli di mafia vanno sempre. Irina lavora quasi sempre lì. Lei mi ha detto che un giorno Signor Daniel è andato a quel locale e lo ha visto parlare con Viktor. Lo ha riconosciuto perché lo aveva già visto in club privato di Signor Russel e lui le aveva spiegato che era sua fratello-
- Quindi anche Daniel ha dei contatti con la mafia russa?-
- Io credo che Signor Daniel e Signora Charlotte siano colpevoli della morte di Signor Russel-
- Ma che cosa c’entrano Daniel e Charlotte con Irina e Viktor?-
- Signor Russel voleva usare soldi di grosso affare per comprare Irina da Viktor. Lei sarebbe venuta a lavorare insieme a me come domestica. Questa era unica soluzione che aveva trovato per salvare Irina. Ma Signor Daniel e Signora Charlotte volevano quei soldi e Viktor non avrebbe mai lasciato andare Irina. Credo si siano uniti per scopo comune-
- Se Russel spariva, i soldi andavano a Charlotte in quanto moglie e a Daniel in quanto fratello. Loro avrebbero potuto dare la parte che spettava a Viktor e lui avrebbe avuto i soldi continuando a tenersi Irina- rifletté ad alta voce.
- Esatto- confermò Oksana.
 
Tutto sembrava avere finalmente un senso. Lo sguardo impaurito di Charlotte quando Daniel era arrivato all’improvviso, quella strana sensazione che aveva percepito nel vederli insieme, il fatto che Daniel fosse sempre nervoso e sfuggevole. Più che della mafia russa era di loro che dovevano avere paura. Si dice che il diavolo si nasconda nei dettagli, ma in quel caso il diavolo aveva l’aspetto di due ricche e distinte persone dell’Upper East Side.
Ormai restava solo una cosa da sapere.
 
- Saprebbe dirmi dove posso trovare Irina? A questo punto devo parlare anche con lei-
- Come dicevo Irina lavora quasi sempre in club a Little Odessa. Il nome è “острое”- lo pronunciò nella sua lingua madre.
- Può ripetere il nome per favore? Non sono certa di averlo scritto bene- disse, allungando un foglio di carta e una penna a Yuriy, l’unico di loro che conosceva il russo.
- “Òstrae”- scandì bene le parole - nella vostra lingua significa “piccante”- spiegò.
- La ringrazio molto Oksana, le informazioni che ci ha appena dato sono importantissime-
- Io voglio solo giustizia per Signor Russel e voglio che mia amica sia libera-
- Faremo il possibile, glielo prometto-
- Un’ultima cosa- la fermò - Se andate al locale allora meglio che troviate qualcuno che parla russo. Stranieri non sono ben visti, ma se accompagnati da russo allora meno pericoloso- si raccomandò.
- Certo, abbiamo un collega di origini russe che ci sta aiutando, useremo la sua conoscenza della lingua per entrare nel locale-
- Buona fortuna Signorina Sterlin e la prego, non dica a nessuno che le ho telefonato-
- Può stare tranquilla, farò finta che questa telefonata non sia mai esistita-
 
Si salutarono un’ultima volta e chiuse la chiamata. Guardò i suoi colleghi, i quali sorridevano soddisfatti: ora sapevano esattamente cosa fare.
 
- Allora Sterlin, cosa facciamo adesso?- la prese in giro Yuriy, sbagliando di proposito il suo cognome come aveva fatto Oksana prima.
- Direi che andiamo a quel locale- rispose - E tu ovviamente sarai la star della serata visto che sei l’unico che capisce il russo qui. A proposito, hai scritto bene il nome del posto?-
- Ovvio- le mostrò orgoglioso il foglietto.
- Ma hai scritto usando l’alfabeto cirillico!- guardò spaesata quelle lettere per niente familiari.
- Tanto se non ci sono io non andate da nessuna parte, quindi cosa cambia con che alfabeto l’ho scritto?- strinse le spalle il collega.
- Però non possiamo semplicemente andare al locale senza un piano- osservò Camel - Non abbiamo prove concrete. Quello che ci ha detto questa donna al telefono sono solo sospetti che nutre-
- Richiama questa Oksana- intervenne Shuichi, rivolgendosi direttamente a lei - Dille che avverta Irina che stasera andremo lì e lei dovrà fingere di conoscere Yuriy-
 
Lo guardarono tutti con aria incredula, non capendo dove volesse arrivare. Sembrava che nella sua testa avesse già preso forma il piano da seguire, mentre loro ci stavano ancora riflettendo lui aveva già la soluzione. D’altra parte era il migliore.
 
- Dove vuoi arrivare?- chiese Yuriy.
- A catturare Viktor. Una volta preso l’uccellino, lo faremo cantare e ci dirà dove sono gli altri, oltre che come è morto Russel Harrington-
- Pensi che Irina accetterà?- chiese Camel.
- Se collabora con noi avrà meno probabilità di finire in galera anche lei-
- Ma quale legame potrebbe avere con me e Yuriy? Come potrebbe averci conosciuti, dal momento che Viktor a quanto pare la teneva sotto controllo? Da quello che ha raccontato Oksana sembra che sapesse ogni suo movimento-
- Non proprio tutti, se pensiamo che non si era accorto che Irina aveva una relazione seria con Russel. Sono certo che sia stato Daniel a dirglielo, altrimenti la cosa sarebbe andata avanti e lui non avrebbe sospettato di nulla. Perciò basterà che Irina dica a Viktor che Yuiry è un vecchio amico trasferitosi qui dalla Russia molti anni prima di lei. Dirà che si sono rincontrati per caso e che lo ha invitato al locale. Ovviamente Yuriy dovrà fingere di essere un tipo che non si scandalizza e a cui la legalità non importa più di tanto-
- Sento già che mi divertirò- ironizzò il collega chiamato in causa.
- E che scusa userà invece con me? Dimentichi che io non sono russa e tantomeno posso fingere di esserlo visto che non conosco nemmeno una parola della loro lingua-
- Tu avrai un ruolo un po’ più difficile. Non odiarmi ma è necessario-
- Cioè?- alzò un sopracciglio, per niente convinta.
- Tu dovrai interpretare la parte di una donna molto provocante ma al tempo stesso non facilmente conquistabile. Devi attirare il più possibile l’attenzione di Viktor su di te. Yuriy dirà che ti ha conosciuta per caso in un locale e da allora siete amici e girate tutte le sere locali diversi-
- Ma non è pericoloso che attiri l’attenzione di Viktor su di sé?- intervenne Camel preoccupato - È un tizio pericoloso-
- Tranquillo, anche noi entreremo nel locale, tutti sotto le mentite spoglie di amici di Yuriy. È in America da parecchio e quindi è normale che si sia fatto amici di questa nazione oltre che della sua-
- Quindi mi stai dicendo che devo fare gli occhioni dolci a un mafioso spacciatore di droga?- lo guardò, cercando di trasmettergli più odio possibile.
- Non solo, dovrai anche vestirti molto poco- infierì Yuriy, che sembrava divertito più che preoccupato.
- Perché non lo fai tu se ti entusiasma tanto?- lo fulminò.
- Perché non credo di essere il suo tipo-
 
Non riusciva a credere che Shuichi volesse farle fare una cosa simile. Sapeva bene che nel loro lavoro dovevano essere disposti a tutto e non era certo la prima volta che interpretava la parte della donna provocante con abiti succinti, ma un conto era farlo in Giappone mentre fingeva di essere un’insegnante di inglese americana e un conto era attirare su di sé l’attenzione di mafiosi. Era certa che Shuichi non l’avrebbe mai messa in pericolo se non era sicuro al cento per cento che il suo piano avrebbe funzionato; tuttavia era stranita da come gli aveva attribuito il ruolo più rischioso.
Sospirò, consapevole di non poter sfuggire al proprio dovere. Doveva fidarsi di Shuichi, almeno per quanto riguardava il caso.
 
 
……………………..
 
 
Uscì dal portone del suo palazzo e si guardò intorno con aria allarmata. Sperava che nessuno dei vicini la vedesse, non voleva certo che la scambiassero per una prostituta vestita in quel modo. Maledisse mentalmente Yuriy, che le aveva fatto acquistare quel maledetto completino in vinile nero dicendo che tutti gli abiti che aveva lei non erano abbastanza provocanti per un mafioso russo. Quel corpetto nero con i lacci sul davanti le stava togliendo il fiato oltre che mettere troppo in mostra il suo seno prosperoso e quei pantaloncini erano davvero troppo corti. Gli stivali attillati e alti sopra al ginocchio completavano quel look sobrio insieme al trucco marcato che non le si addiceva per niente. Aveva dovuto rinunciare ai suoi amati occhiali, che Yuriy aveva definito “da vecchia”, indossando le lenti a contatto. Quando si era guardata allo specchio prima di uscire si era chiesta dove fosse finita la vera Jodie.
Aveva seguito le istruzioni di Shuichi alla lettera, richiamando Oksana e chiedendole di mettersi in contatto con Irina per spiegarle il tutto. Oksana le aveva poi mandato un SMS dicendole che era tutto ok.
Dopo essersi assicurata che nessuno fosse nei paraggi, si accorse finalmente della Mustang rossa parcheggiata dal lato opposto della strada, poco lontano dal palazzo: Shuichi era venuto a prenderla come concordato. Dietro alla Mustang c’era anche l’auto di Camel, una BMW X6 che aveva acquistato dopo il ritorno in America, non potendo più utilizzare la Mercedes di James. I tre colleghi la stavano aspettando fuori dalle rispettive auto, conversando fra di loro mentre Shuichi fumava una sigaretta.
Quando la videro arrivare ondeggiando sui tacchi alti, Yuriy e Camel assunsero l’espressione di due pesci lessi che non avevano mai visto una donna in vita loro. Le loro mascelle avrebbero potuto cadere a terra da un momento all’altro, gli mancava solo la bava alla bocca per vincere il premio come migliori pervertiti dell’anno. Soffiò forte dalle narici, cercando di contenere la rabbia che accresceva di ora in ora. Non pensava sarebbe mai arrivata a pensarlo, ma avrebbe preferito mille volte andare a trovare Vermouth in prigione piuttosto che mettere piede in un locale di criminali russi vestita in quel modo.
Al contrario, Shuichi restò impassibile come sempre, ma anche lui le teneva gli occhi addosso seppur non guardandola con malizia. Il suo sguardo la metteva non poco a disagio, considerando la tensione pregressa che già esisteva fra loro in quel momento. Vide Yuriy avvicinarsi a lui e posargli una mano sulla spalla.
 
- Amico mio, tu sei un uomo molto fortunato, lasciatelo dire- commentò, incurante che lei sentisse.
 
Shuichi non rispose, si limitò a girare di poco il capo per guardarlo in malo modo, come se quel commento lo avesse infastidito. Durante il loro appuntamento a Brooklyn le aveva già fatto capire che fosse geloso del fatto che altri uomini potessero guardarla.
Anche Camel non diceva nulla, era rosso in faccia e visibilmente in imbarazzo come un ragazzino del liceo alle prime armi.
 
- Giuro che è l’ultima volta che mi faccio consigliare da te quali vestiti indossare!- replicò acida, incrociando le mani al petto nel tentativo di coprire la parte di seno che si intravedeva dai lacci del corpetto.
- Fossi in te invece continuerei, ne saremmo tutti molto felici- continuò il collega.
- Falla finita!- alzò la voce, scocciata da quei commenti.
- Perché sei arrabbiata?- le chiese perplesso.
- Forse perché sono vestita come una prostituta e i miei vicini di casa potrebbero vedermi, o forse perché sto per entrare mezza nuda in un locale di mafiosi che potrebbero saltarmi addosso da un momento all’altro!-
- Non ti preoccupare, ci siamo noi a tenerti d’occhio- gli mostrò il pollice in su.
- Oh, lo vedo bene! Sembrate dei vecchi pervertiti!-
- Siamo uomini, abbiamo gli occhi e guardiamo. Cosa c’è di male?-
- C’è che nessuno vi ha autorizzato a fissare le mie…-
 
Si fermò senza completare la frase, non appena vide che l’espressione sul volto di Shuichi era sempre più infastidita.
 
- Lasciamo stare- disse infine - Posso salire in macchina? Ce ne andiamo prima che qualcuno che conosco mi veda?-
- Sali- parlò finalmente Shuichi, il quale probabilmente era ansioso di andarsene quanto lei.
 
Senza farselo dire due volte girò intorno alla Mustang e vi salì sopra, seguita dal compagno. Anche Yuri e Camel salirono sull’auto di quest’ultimo e partirono tutti insieme diretti al locale indicato da Oksana quel pomeriggio.
 
 
Dopo circa cinque minuti di viaggio trascorsi nel più totale silenzio si rese conto che quella era la prima volta che restava sola con Shuichi da quando avevano discusso. Non aveva avuto nemmeno il coraggio di consegnargli un CD a mano, trovarsi chiusa in una macchina con lui era anche peggio considerando i precedenti. Le conversazioni in macchina con lui non le avevano mai portato molta fortuna. Non sapeva cosa fare né cosa dire, senza contare che quello non era di certo il momento più opportuno per affrontare certi argomenti. Stavano pur sempre lavorando e dovevano mantenere un atteggiamento consono.
 
- Ti senti bene?- le chiese infine lui, rompendo il silenzio.
- Perché me lo chiedi?- si girò a guardarlo, colta alla sprovvista da quella domanda.
- Perché te ne stai lì come se volessi rannicchiarti-
- Sto bene, mi sento solo in imbarazzo con questi vestiti addosso- ammise.
- Erano necessari?-
- Chiedilo a Yuriy, che mi ha bocciato tutto quello che avevo nell’armadio dicendo che non era abbastanza attraente!-
- Hai persino tolto gli occhiali…Stai facendo sul serio-
- Anche questo è opera di Yuriy. Ha detto che erano da vecchia!- strinse i pugni.
- Beh, che siano un modello datato è fuori discussione. Ma sono pur sempre un tuo tratto caratteristico, mi devo abituare a vederti senza-
- Disse quello che si è vestito da Subaru Okiya per mesi- si lasciò sfuggire.
 
Era sorprendente come stessero avendo una conversazione normale, come se nulla fosse successo. Scherzavano persino, lui si preoccupava per lei e si ingelosiva al pensiero che altri uomini la desiderassero attirati da quei vestiti succinti.
 
- Touché- rispose lui, abbozzando un sorriso.
 
Il silenzio si sovrappose nuovamente fra loro come un muro, fino a quando Shuichi non provò ad abbatterlo per l’ennesima volta.
 
- Credi che più tardi potremmo finalmente avere quella conversazione che stiamo rimandando da giorni?- chiese a bruciapelo.
 
Per un attimo aveva sperato che si fosse dimenticato della questione, ma ovviamente lui non scordava mai nulla, specie se una cosa gli premeva particolarmente. Deglutì rumorosamente, non sapendo cosa rispondere. Aveva ancora una paura tremenda di affrontarlo faccia a faccia.
 
- Beh, direi che dipende da quale sarà l’esito della serata- cercò di girarci intorno - Insomma, non sappiamo quanto ci metteremo e soprattutto se il piano funzionerà come ci aspettiamo-
- Cos’è, adesso non ti fidi più di me nemmeno sul lavoro?- si fece serio.
- Non intendevo dire questo- si strinse nelle spalle - È solo che qualcosa può sempre andare storto anche nei migliori piani. In fondo non abbiamo mai avuto a che fare con dei mafiosi russi-
- Sono nemici come altri: scopri i loro punti deboli e avrai la vittoria in pugno-
- Vorrei essere tranquilla come te- ammise.
- Hai paura?-
- Tu non ne avresti al pensiero di dover attirare su di te l’attenzione di qualcuno che ci metterebbe meno di un secondo a farti fuori se scoprisse che ti stai prendendo gioco di lui?-
- Tranquilla, ci sarò io lì. Non ti accadrà nulla, te lo prometto-
 
Si girò a guardarlo con gli occhi spalancati, di fronte a quella promessa che le ricordava tanto quella che le aveva fatto tempo fa in Giappone, quando le aveva spiegato dove mirare per non dare modo all’avversario di sparare a sua volta. Shuichi l’aveva sempre protetta, anche quando non poteva vederlo lui era lì. Si chiese se fosse quella la dimostrazione dell’amore che provava per lei o se fosse solo affetto come quello che provava per altre persone che come lei aveva cercato di proteggere.
Shuichi ricambiò il suo sguardo e le sorrise.
Dopo più di mezz’ora di viaggio giunsero a destinazione. Brighton Beach aveva davvero un’atmosfera diversa, era possibile percepire la differenza di cultura e tradizioni solo guardandosi intorno. Probabilmente l’unico di loro che si sarebbe sentito a proprio agio lì in mezzo era Yuriy, che sapeva leggere le scritte sui cartelli, comprendeva la lingua dei passanti ed era cresciuto con quella stessa cultura.
Parcheggiarono le auto non troppo vicino al locale, per non dare nell’occhio più del dovuto. Shuichi scese dalla macchina e scaricò dal baule la custodia di una chitarra.
 
- Hai intenzione di suonare?- gli chiese scioccata.
- Non proprio- sorrise beffardo.
- E allora perché hai portato una chitarra?-
- Diciamo che potrebbe non esserci solo una chitarra qui dentro-
- Sveglia blondie, il tuo principe azzurro ha portato le armi da fuoco pesanti- le diede due colpetti con il gomito Yuriy.
- Hai intenzione di sparare con un fucile dentro un locale?!- lo guardò basita.
- Solo se necessario. Altrimenti mi farò bastare la pistola- continuò a ghignare soddisfatto.
- Sono l’unica sana di mente qui in mezzo?- scosse la testa, portandosi le mani al volto.
- No, però sei la più sexy. Ma solo perché io mi sono vestito male- continuò a prenderla in giro Yuriy.
- Giuro che se esco viva da questa storia te la faccio pagare cara!- digrignò i denti.
- Basta con le chiacchiere inutili, andiamo- pose fine alla conversazione Shuichi, incamminandosi verso il locale che si trovava all’altro lato della strada.
- Aspetta Shu- lo fermò.
- Cosa c’è?- si girò a guardarla.
- Sicuramente non ci sarà solo Viktor in quel locale. Non sappiamo quanti altri ce ne siano nel clan. Siamo sicuri di riuscire a fermarli noi quattro da soli? Cosa facciamo se iniziano a scappare fuori dal locale?-
- Non preoccuparti, ho pensato anche a questa eventualità. Dopo che siete andati a casa a prepararvi ho parlato con James del mio piano e gli ho chiesto rinforzi. Probabilmente non riesci a vederli ma ci saranno almeno altre quattro o cinque auto di agenti dell’FBI parcheggiate tutt’intorno al locale. Se dovessero scappare fuori saranno pronti a fermarli-
- Oh- riuscì solo a dire, incantata da come quell’uomo fosse in grado di prevedere qualunque cosa nei minimi dettagli.
 
S’incamminarono tutti quanti verso il club, mentre la gente per strada li fissava, attirata dal loro aspetto non proprio di persone originarie dell’est Europa e soprattutto dal look provocante che lei stava sfoggiando. Sentì i fischi di qualche uomo e cercò di ignorarli. Doveva mantenere la calma, non poteva mandare all’aria quel piano perfetto che Shuichi aveva ideato.
Davanti alla porta del locale notturno trovarono un uomo pelato, con la stessa corporatura di Camel ma forse ancora più muscoloso. Yuriy parlò con lui nella loro lingua madre e gli spiegò che gli altri tre erano suoi amici, così da ottenere il permesso per entrare. Una volta varcata la soglia, si ritrovarono di fronte a un posto completamente diverso dal wine bar di classe di Russel dove erano stati per indagare e diverso anche dai locali che loro erano soliti frequentare. L’atmosfera era proprio quella di un club a luci rosse, frequentato da gente poco raccomandabile. Si chiese quanti di loro lì dentro fossero mafiosi criminali e quanti gente comune venuta solo per ubriacarsi e guardare donne nude ballare.
Fecero scorrere lo sguardo in ogni angolo fino a quando non la videro: bionda, bellissima, poco vestita e seduta su un divanetto in un punto appartato del locale accanto a un uomo dalla corporatura massiccia, con le braccia ricoperte da tatuaggi. Irina e Viktor. Quest’ultimo stava parlando e ridendo insieme ad un altro uomo, più mingherlino, seduto vicino a loro, mentre Irina li ascoltava e si sforzava di sorridere ma il suo disagio era evidente. Stava chiaramente lanciando un silenzioso grido d’aiuto, attendendo pazientemente che un eroe lo sentisse e accorresse per salvarla. Il suo eroe era arrivato, ma purtroppo non ce l’aveva fatta. Toccava a loro essere i suoi nuovi eroi.
 
- Siete tutti pronti?- chiese un’ultima volta Yuriy.
- Poniamo fine a questa storia, è durata anche troppo- fu la risposta di Shuichi.
- Tu sei pronta?- le chiese il russo.
- No, ma non ho altra scelta che esserlo- ammise.
- Buona fortuna allora-
- Anche a voi-
 
Conclusero così quella breve ma diretta conversazione, indossando ciascuno la propria maschera e calandosi nei rispettivi ruoli. L’atto finale era appena iniziato.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Ed eccoci arrivati al capitolo 39, inizia l’ultimo atto di questo caso sulla mafia russa. Il prossimo capitolo sarà quello conclusivo (del caso in corso ovviamente, non della fanfiction), a meno che non diventi troppo lungo durante la stesura e in quel caso lo dividerò in due parti. Piccolo spoiler: al termine del caso ci sarà anche un confronto definitivo tra Jodie e Shuichi, che dovranno finalmente chiarire le loro posizioni. Come direbbe Gosho, “attendete con trepidazione!” XD
Premetto che, se avete notato una grammatica non proprio corretta nelle battute di Oksana, sappiate che è una cosa voluta in quanto volevo sottolineare come il suo “inglese” non sia proprio perfetto (io sto scrivendo in italiano ma ovviamente, essendo la storia ambientata in America, i personaggi stanno parlando in inglese).
Come sempre vi lascio qualche curiosità sul capitolo:
- Il quartiere di Brighton Beach (chiamato anche Little Odessa) esiste veramente, è il quartiere di Brooklyn con la più elevata presenza di immigrati russi e in generale dell’Est Europa.
- La promessa a cui Jodie fa riferimento è quella del film 18, Il cecchino da un’altra dimensione, dove Shuichi dice a Jodie che non dovrà mai preoccuparsi di dover mirare e sparare alla punta del naso di un nemico, poiché fin che sarà vivo ci penserà lui (in poche parole le promette di proteggerla XD).
- Il trucco del fucile nascosto nella custodia della chitarra l’ho ripreso dal caso del manga in cui Masumi ricorda di aver incontrato Shuichi in una stazione del treno anni fa, insieme ad Amuro e a Scotch. I tre portavano con sé delle custodie per chitarre ma in realtà dentro vi erano dei fucili.
   
 
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