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Autore: MIV93    12/09/2021    1 recensioni
Dal prologo:
“Finalmente ce l’abbiamo fatta…” disse lo shinigami con gli occhiali, tirandosi indietro i capelli e togliendosi quelle lenti in realtà del tutto inutili.
La donna annusò l’aria, disgustata: “Ne sei sicuro, Aizeeen-samaa? – chiese, allungando volutamente il nome del suo padrone con fare civettuolo – Qui sento puzza solo di anime e shinigami… non è che siamo finiti nel Rukongai e il nostro animaletto ha sbagliato mira… di nuovo?!”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arrancar, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
 
- Hueco Mundo -

 
Aya, sbuffando, evitò due colpi dati da un grosso arrancar che aveva assunto la forma di un gorilla dal pelo stranamente purpureo, saltò in alto e gli lanciò due palline di metallo sulla testa: al contatto, le sfere esplosero in una deflagrazione assolutamente sproporzionata alla loro dimensione, distruggendo metà del corpo del suo avversario per poi prontamente dargli l’ultimo colpo con la zanpakuto per purificarlo e finirlo.

“Detesto tutto questo… io sono una scienziata, non una guerriera…” mormorò Aya, rinfoderando la spada quasi la disturbasse tenere la lama sguainata, ma all’improvviso, dalle sue spalle, una voce femminile disse con fare malizioso: “Venenos… Ciempiés! (Avvelena… Centopiedi!)”

Un’enorme coda da centopiedi colpì Aya come un treno in corsa, mozzandole il fiato e lanciandola contro il terreno rovinosamente; dalla calca si fece largo una donna arrancar, con il torso ancora umanoide ma dalla vita in giù presentava una colossale coda da centopiedi. L’arrancar aveva il viso coperto per buona metà da un caschetto osseo che ricordava la testa di un insetto, con occhi rossi che dardeggiavano dalle cavità di quella orrenda maschera hollow; il busto, lasciato ampiamente scoperto, era avvolto da pezzi di corazza bianchi e gli avambracci ricordavano molto un misto tra le falci di una mantide e le zampe di una scolopendra, formando due letali lame che gocciolavano un liquido violaceo.

“Non mi dire che alla magnifica Mirina Zarrotse è capitata una scartina! Sei già KO, piccolina?” disse, strisciando verso la shinigami, Mirina, ma non appena abbassò il capo per osservare meglio il corpo di Aya, questo si gonfiò ed esplose in una nube di fumo urticante. Mirina ululò, cercando di sfregarsi gli occhi con le falci, ma alle sue spalle, nel bel mezzo del nulla, apparve Aya: “Bakudo #26: Kyokko… si, sono una scartina, detesto combattere, ma di certo non mi farò battere da un insetto…” disse, con insolita cattiveria, Aya, lanciando contro la coda dell’arrancar altre tre sfere di metallo che, esplodendo, produssero uno scoppio di sostanza viscida verdognola che andò ad appiccicarsi attorno a quattro paia delle troppe zampe dell’avversaria.

“MALEDETTA PUTTANA!” urlò Mirina, girandosi di scatto e cercando di colpire Aya con una delle sue falci; la shinigami parò il colpo ma fu violentemente sbalzata indietro, inoltre, parte del liquido che colava dagli arti dell’avversaria gli schizzò sulla guancia. Il dolore lancinante le fece contrarre il viso e Aya atterrò, cadendo in ginocchio.

“Che c’è ragazzina? Il mio veleno ti ha fatto la bua? – l’arrancar scattò verso di lei, strisciando sul terreno – NE VUOI ALTRO?!” quindi Mirina sputò una quantità spropositata di liquido che Aya evitò per miracolo scartando a sinistra, proprio dove aveva scattato anche Mirina che, con un colpo ben assestato, riuscì a fendere il fianco della shinigami.

Aya aveva evitato di ricevere un colpo mortale ma il taglio sul fianco era profondo e sentiva già il veleno in circolo: “Neurotossina… effetto corrosivo aggiunto… pericolosa…” borbottò. Mirina non esitò un secondo ad attaccarla nuovamente e Aya, malvolentieri, estrasse la spada e parò il fendente avversario, pur venendo sbalzata qualche metro più indietro.

“Sei resistente, te lo concedo, il mio veleno corrode e brucia i nervi… tra pochissimo, mia cara, non sarai più in grado di muoverti a meno che… CHE STAI FACENDO?!”

L’arrancar quasi inorridì quando vide la shinigami, in un lampo, estrarre una siringa a pressione dal suo borsello e iniettarsi il contenuto dritta nel suo collo. Aya sorrise, mentre l’avversaria scattava verso di lei e cercava di assestarle un colpo di coda.

“Fuhai, Fushokujumyō!” disse, ridacchiando, Aya, saltando e dando un fendente con la zanpakuto appena estratta, divenuta più larga e curva. L’arrancar ululò di dolore mentre la ferita sul dorso della sua lunga coda da insetto si allargava e, in pochi istanti, assumeva una insana colorazione verde-giallastra.

“CHE MI HAI FATTO?!” urlò l’arrancar, spalancando la bocca ed emettendo un cero rosso sangue.

“BAKUDO #39: ENKOSEN!” rispose prontamente Aya, creando un segmento di energia dorata che prese a ruotare di fronte a lei e parando il cero, seppur parzialmente, ma almeno dandole il tempo di evitare danni più gravi. Fu colpita di striscio alla spalla, che rimase ustionata, ma Aya andò avanti, cercando di aggirare l’avversario.

“Come dicevo prima, io sono una scienziata, e la mia cara Fushokujumyo è una zanpakuto che secerne una tossina corrosiva… e ad alta carica batterica. Sarebbe stato il colmo se non avessi avuto già pronto un antidoto per veleni simile al tuo! Inoltre, vorrei informarti che, se vuoi veramente ammazzarmi, penso ti rimangano meno di cinque minuti per farlo! Yūdokuna soratobu kama!” e la shinigami, avvolgendo di reiatsu la lama della sua spada, menò un fendente in direzione della sua avversaria, inondandola di colpi simili a falci di luce biancastra che inflissero danni ma soprattutto inzupparono di un liquido incolore una parte più bassa dell’enorme coda da centopiedi.

Le ferite presero subito a emanare fumo e fetore di decomposizione e Mirina prese ad urlare per il dolore: “PUTTANA, IO TI AMMAZZOOOOOO!”

Fuori di sé ed accecata dai fortissimi dolori, il centopiedi caracollò verso Aya, volendola investire col suo peso corporeo, ma Aya alzò una mano: “Bakudo #81: Danku” e un muro di energia semitrasparente comparve tra lei e l’avversaria, facendo in modo che Mirina si schiantasse violentemente contro di esso, urlando per il dolore. Aya tremò per l’impatto e lo sforzo, ma resistette e saltò in alto, lanciando altre sfere metalliche prese dal borsello; queste esplosero a mezz’aria, inondando una buona metà del corpo dell’arrancar con la stessa sostanza viscosa usata poco prima.

I movimenti di Mirina divennero sempre più difficoltosi, tra gli effetti del veleno e quelli della strana colla lanciata dagli esplosivi della shinigami le divenne quasi impossibile muoversi. L’arrancar, disperata, lanciò un cero per prendere la shinigami a mezz’aria, ma quest’ultima lo evitò con relativa facilità, quindi con la mano sinistra mimò il gesto che si faceva per lanciare un giavellotto: “Bakudo #62: Hyapporankan!”; nella sua mano comparve un palo ottagonale dal colore violaceo, che lanciò con rapidità: a mezz’aria questo si moltiplicò in una decina di dardi della stessa forma, che si schiantarono su tutto il corpo dell’arrancar, immobilizzandola del tutto.

Aya, molto affaticata, atterrò proprio nel momento in cui Mirina crollava sul terreno, immobilizzata da quella sequela di colpi. Fissava furibonda Aya mentre questa le puntava la spada tra gli occhi: “Infame… trucchetti da infame… aggeggi tecnologici e veleno… io…”

La shinigami la fissò e per un secondo sorrise, contorcendo il volto in una smorfia di puro sadismo: “E ringrazia che ci sono le mie alleate a pochi metri, altrimenti avrei ricoperto questo deserto con il vapore del mio veleno… Buona morte, Mirina Zarrotse… detesto essere toccata, quindi spero che tu soffra tanto per questo”

“no… no… NOOOOOOOO!” ululò l’arrancar mentre Aya affondava molto lentamente la lama ricurva della sua zanpakuto nel suo cranio, avvelenandola a morte e facendola dissolvere nella sabbia di Hueco Mundo.

Aya sospirò, stanca e ferita: “Dannazione… ne arrivano altri… Bakudo #26: Kyokko” e la shinigami divenne invisibile, pronta a colpire dall’ombra i due comuni hollow che le si stavano dirigendo contro…


 
[…]
 



“Avanti! Avanti! Fatevi sotto, scarti inutili di arrancar! VI FACCIO VEDERE IO CHI è UN VERO ARRANCAR!” ululò Regina mentre, alle sue spalle, Grimmjow, l’arrancar con i capelli turchesi, lanciava un gran rey cero così potente da illuminare a giorno la zona con un fascio di energia azzurra. Pochi secondi dopo, un cero giallo cancellò dall’esistenza un gruppo nutrito di Arrancar e la scena, coreografata involontariamente in quel modo, rese più cauti gli altri Arrancar, specie dopo che Regina ne aveva ammazzati un buon gruppetto a mani nude.

Dalla massa però scattò un arrancar, alto e magro, lo stesso che aveva avvisato il capo di quella rivolta della loro presenza. Regina lo riconobbe e sorrise, selvaggia: “Ah, ecco il nostro avvistatore! Fatti sotto, carogna!”

Regina estrasse la spada in un lampo e intercettò quella dell’avversario, che ricordava più una scimitarra e la cui elsa era modellata a forma di femore umano.

L’impatto delle due lame fu violento, ma Regina ruggì e sparò, a quella poca distanza, un cero viola in faccia al suo avversario, che ne fu travolto.

Il fumo dell’esplosione ricoprì l’area e Regina arretrò, ridendo sorniona: “Sei durato pochissimo… neanche mi hai detto come ti chiamavi… schiappa!”

Dal fumo però emerse una risata, quindi una lunga lama scacciò via tutta la polvere sollevatasi: alla vista di Regina apparve l’arrancar avversario, con sulla testa un elmo, la sua maschera hollow, dalla forma di teschio di lucertola. Il braccio destro era avvolto da una lunga lama d’osso mentre la mano sinistra presentava un secondo cranio di lucertola, bombato, quasi fosse uno scudo. Il corpo, incurvato, era tutto avvolto della stessa sostanza simile ad osso, ma di un colore più scuro, vicino al grigio topo. La lunga creta di capelli neri rimaneva e spuntava da sotto l’elmo, dando quasi l’effetto di essere una bizzarra coda.

“Il mio nome è Branirn Drelela… e questa è la mia resureccion… TRITURAR, VARANOOOOO!” e l’arrancar tese la mano sinistra, sparando dal teschio di lucertola una scarica di denti come se fossero proiettili acuminati. Regina scattò in avanti, tenendosi bassa, estrasse la spada e deviò una parte dei proiettili, pur venendo graffiata ad una gamba da un dente che non aveva fatto in tempo a deviare. Senza però soffrire il colpo, Regina si avvicinò abbastanza da cercare di assestare un fendente verticale dritto al torso dell’avversario, ma Branirn rise, facendosi colpire senza fare nulla: il rapido fendente produsse scintille e nulla più.

“E il mio potere è avere lo hierro più forte di tutti… ANCHE Più FORTE DI NNOITRA-SAMA!” urlò Branirn, dando una testata a Regina, rimasta un attimo incredula. Il colpo, molto forte, la fece traballare, eppure ,quando Branirn cercò di finirla con un fendente della lama d’osso che aveva al posto dell’avambraccio destro, Regina saltò indietro, spalancò la bocca e lanciò in rapida sequenza, tre cerò, dritti contro i piedi del nemico.

Polvere e fumo si levò, accecando l’avversario, e con un sonido Regina si ritrovò alle spalle del suo nemico, ruggendo di rabbia e pronta a colpirlo proprio dietro il collo.

“Mi dispiace, non funzionerà…” disse Branirn mentre dalla schiena apparvero spuntoni d’osso che si spararono contro Regina. L’arrancar non poté pararli né schivarli tutti e tre, così due acuminati proiettili d’osso le perforarono una spalla e la coscia destra.

“Dannazione…” mugugnò Regina, tirandosi fuori quei proiettili dalle parti colpite e lasciando che la rigenerazione rapida facesse il suo corso.

“Ottima rigenerazione – notò il nemico, girandosi verso di lei e puntandole la lama contro – ma non potrai resistere a lungo… e mi pare evidente che tu non possa fare nulla contro la mia corazza! Sei troppo debole! Sei solo una ragazzina sperduta plagiata dagli shinigami! Che vergogna, un’arrancar alleato degli shinigami! Questa cosa ti ha indebolito!”

Regina ringhiò e del fumo le uscì dalle narici: “SONO STUFA! TUTTI VOI PENSATE CHE NON DEBBA ESSERE AMICA DEGLI SHINIGAMI?! ME NE FOTTO! VI FACCIO VEDERE IO QUAL È IL POTERE DELLA REGINA DEGLI ARRANCAR”

La pressione spirituale di Regina aumentò così tanto che la sabbia ai suoi piedi prese letteralmente a volare via e per un attimo Branirn ne rimase sorpreso. Un attimo di troppo: Regina comparve a pochi centimetri da lui e lo colpì con un fendente violentissimo che gli staccò lo scudo dalla mano sinistra e due dita della mano.

Il nemico fece due passi indietro e menò un fendente che Regina parò, ringhiando, ma fu ricacciata da un calcio del suo avversario che riprese a caricare per colpirla con un affondo. Regina deviò il colpo col piatto della sua katana e si avvicinò al suo avversario abbastanza da afferrargli il collo con la mano sinistra e mordergli la maschera hollow. Nel buco sul suo petto cominciò a caricarsi un cero di indicibile potenza e, con un colpo secco della mandibola, strappò un pezzo di maschera con la sola forza dei denti e urlò: “GRAN REY CERO!”

L’esplosione violetta fu devastante e pezzi della corazza ossea di Branirn volarono via… eppure l’arrancar avversario era ancora vivo. Ammaccato, ma vivo.

“Aahahahahahahah…. AHAHAHAHAHAHAH! QUESTO ERA IL TUO MASSIMO?! Mi hai graffiato ma non hai ottenuto altro! Non ce la farai mai con me!”

Regina scattò di nuovo in avanti, sputandogli in faccia il pezzo di maschera che aveva trattenuto in bocca, quindi menò un altro fendente che prese il suo avversario alla spalla, ferendolo gravemente: “Ehi, cretino! Ma l’hai notato o no!?”

Brenirn, con il braccio sinistro a penzoloni, cercò di attaccare con un fendente Regina, che fu colpita a sua volta, sebbene meno gravemente, alla spalla destra. Regina di rimando diede una testata al suo avversario, facendolo schiantare a terra.

“Allora, l’hai notato, cretinetto?!” ululò Regina, ma Brenirn sparò altri proiettili dalla schiena, costringendola ad indietreggiare. Si rialzò con il respiro affannoso: “COSA?! COSA CAZZO DEVO NOTARE!”

Regina sorrise e si passò il filo della spada sul pollice, creando una traccia fatta di sangue sulla lama: “Idiota… fai tanto lo smargiasso e non ti sei reso conto che ancora non sono in resurrecion…- un sorriso famelico le comparve sul volto - Ulular… ANGRBODAAAAAA!”

La striscia di sangue brillò di viola mentre la pelle di Regina diventava blu e il suo corpo lentamente si ingigantiva. La lama scomparve, divenendo pura energia violetta che si andò ad addensare sul torso, sugli avambracci e sugli stinchi. Ben presto, sotto lo sguardo attonito di Brenirn, Regina Hierrobosque era divenuta una gigantessa di cinque metri, con pezzi di armatura fatti della stessa sostanza delle maschere hollow che rinforzavano le mani e i piedi e coprivano il suo busto. Dalle estremità di ogni pezzo di armatura spuntava della pelliccia e sulle spalle quella che sembrava essere una cappa in pelle di lupo.

“Allora, pidocchio… fai la tua mossa, perché io farò la mia!” ululò Regina, facendo un pesante passo in avanti. Brenirn rise, capendo che quella velocità di movimento era più che accessibile per portare a segno qualche colpo, quindi molto rapidamente scattò verso la sua avversaria e saltò, per attaccarla al petto. Con un sonido veloce come quello fatto prima della resurrecion, Regina schivò il colpo e si pose alle spalle del povero Brenirn, ormai caduto nella trappola. Regina ruggì di rabbia e travolse l’avversario con una scarica di pugni terribili che fecero tremare la terra e alla fine della quale Brenirn era letteralmente a pezzi in un cratere di discrete dimensioni.

“Amori miei… mostrate il potere della regina… REINA DOS LOBOS!” disse Regina, voltandosi mentre attorno a lei si materializzavano quattro enormi lupi di pura energia spirituale, che accerchiarono Brenirn.

“Ora della pappa…” ringhiò Regina, scattando in avanti verso un gruppo di nemici e travolgendoli con la sua mole mentre i lupi di energia saltavano addosso a Brenirn. Tra urla strazianti, il corpo dell’arrancar rivoltoso fu dilaniato dalle zanne dei lupi di energia prima che questi esplodessero in un bagliore violetto intenso, mettendo fine a quelle grida disperate.



 
[…]
 



“Denki… Surasshu!” urlò Setsuna, uccidendo il suo quinto Arrancar mentre scattava a destra e sinistra, avvolta dalle folgori emanate dalla lama della sua spada. La mezzaluna di energia elettrica attraversò l’avversario e si schiantò contro il gruppetto di arrancar poco più indietro, non uccidendoli ma atterrandoli e paralizzandoli in preda a violenti spasmi. Il fumo che avvolgeva Uryndasra finalmente si era disperso, lasciando vedere questo enorme umanoide ricoperto di piume blu notte piombare su di lei. La maschera, che sembrava il teschio di un rapace, gli avvolgeva tutta la testa ed era dorata, così come lo erano i grossi artigli che avevano preso il posto delle gambe e le due falci ricurve.

“Buho Giratorio!” urlò Uryndasra, cominciando a roteare come una trivella e facendo sporgere le falci dai bordi del suo corpo, puntando dritto verso Setsuna. La capitana, invece di evitare il colpo, continuò a correre verso il suo avversario, seccando altri due arrancar con colpi calcolati della katana e usando i loro corpi per saltare in alto, intercettando il volo del proiettile diretto contro di lei.

“Denki Shirudo!” disse Setsuna, caricando contro l’avversario mentre l’elettricità la avvolgeva creando uno scudo cremisi attorno al suo corpo. L’impatto fu terribile ma la velocità dell’arrancar ribelle non riuscì a perforare lo scudo. Fu tuttavia sufficiente a sbalzare violentemente Setsuna, scaraventandola contro il terreno.

“IMPURA SHINIGAMI! – urlò Uryndasra, sdegnato, facendo girare le falci nelle sue mani e gonfiando il petto – TI FARÒ PENTIRE DI AVER INVASO IL DOMINIO DEI VERI ARRANCAR E DEI FEDELI DI AIZEN SAMA!

“EHI, COGLIONE, VIENI QUA E COMBATTI!” ululò Grimmjow, sparandogli dalle spalle un gran rey cero talmente potente da illuminare a giorno l’area con la sua luce azzurra. Uryndasra evitò, volando rapidamente all’indietro e sparando a sua volta un cero dello stesso colore del suo piumaggio contro l’arrancar.

“Ehi – disse Setsuna, comparendo al fianco dell’arrancar volatile – quando scegli un avversario, non devi mai ignorarlo. Hado #4: Byakurai!” e la capitana puntò due dita contro il fianco dell’avversario, colpendolo in pieno con quel raggio di luce bianca.

L’arrancar volò via, ululando di dolore, e cominciando ad agitare fortissimo le sue falci, condensando il suo reishi per poi emettere un fortissimo fischio: “Viento mortal!”

Due lame di vento scattarono rapidissime contro Setsuna che, ancora in posizione per lanciare il suo kido, non riuscì a reagire pienamente in tempo: evitò il colpo dell’Arrancar, ma una piccola area dell’attacco la colpì di striscio alla gamba. Il resto del colpo finì sul terreno sotto di lei, poco più in là di Grimmjow che, urlando come un assatanato, agitò il pugno al cielo: “DECIDI IL TUO AVVERSARIO, PEZZO DI MERDA! O ME O LA PICCOLETTA!”

Setsuna sobbalzò e digrignò i denti: “Piccoletta!? Io li aiuto e mi becco pure della piccoletta… D’accordo…  - Setsuna si rialzò e ondeggiò la lama, producendo violente scariche elettriche - ” vediamo di fare sul serio…”

Nel baluginio di un lampo, Setsuna strinse i denti e scattò verso l’avversario ancora in volo per allontanarsi dalla zona, lo raggiunse e menò un fendente carico di elettricità: “Denki Suresshu!” e la mezzaluna elettrica prese in pieno l’ala destra dell’arrancar, strappandogli un urlo e facendogli perdere quota.

Uryndasra roteò a mezz’aria, poi prese a sbattere violentemente le ali: una fortissima corrente investì Setsuna facendola allontanare e dando il tempo al nemico di riprendersi e allontanarsi ancora, per poi roteare le sue falci e riprendere a lanciare lame di vento all’impazzata.

“D’accordo, signor gufo cattivo… giochiamo… Denki shirudo!” disse Setsuna, alzando la spada al cielo e circondandosi con la sua barriera elettrica. Le lame presero a impattare contro lo scudo, scuotendolo senza però infrangerlo e Setsuna, a denti stretti, continuò a rimanere in quella posizione per qualche secondo, aspettando che il piano andasse a buon fine.

Ed infatti, ciò che Setsuna sperava si avverò: Uryndasra si fece prendere dalla boria. Si fermò, a mezz’aria, ridendo mentre continuava a lanciare dalla distanza i suoi colpi, pensando di essere al sicuro. “Eccoti! Come un topo tra le mie grinfie! Immobilizzata nel tuo piccolo scudo mentre ti bersaglio di colpi! Il grande Uryndasra ti farà diventare la prima martire sull’altare allestito per il ritorno di Aizen-sama! Quanto tempo pensi che potrai rimanertene lì, ferma a subire i miei…” cercò di concludere Uryndasra, ma il guscio di elettricità scoppio davanti a lui e in un lampo. Setsuna gli comparve alle spalle: “Chi ti ha detto che non avrei potuto muovermi mentre avevo il mio scudo attivo?”

In pochi istanti, Uryndasra cercò di girarsi e vide, con la coda dell’occhio, la shinigami tenere la spada puntata verso l’altro, il globo elettrico sulla punta che crepitava pericolosamente.

“Vola, passerotto… prova ad evitare questo… RAKURAI ARASHI!” declamò Setsuna, facendo esplodere il globo elettrico in una grossa onda di energia statica. Le folgori invasero l’area attorno a lei e presero a bersagliare Uryndasra che, pur cercando di volare via, non riuscì ad evitare le saette mortali che gli piovvero addosso. Rovinò a terra proprio nel momento in cui il forte terremoto provocato dai pugni di regina scuoteva l’intero campo di battaglia e le urla strazianti della arrancar centopiedi terrorizzavano gli hollow meno forti.

Uryndasra si stava rialzando e, nonostante il piumaggio bruciacchiato, spiccò nuovamente il volo, dirigendosi verso Setuna con le falci sollevate: “Maledettaaaaaaa! MORIRAI PER LA GLORIA DI AIZEN-SAMAAAAAAAA!”

Setsuna non avrebbe voluto rischiare di perdere il controllo, vista la reazione selvaggia all’ingresso del mondo degli Hollow, ma neanche aveva intenzione di consumare tanto reiatsu per usare il bankai contro un Arrancar così debole. Si mise la mano sulla fronte: “Facciamola finita…” e la maschera da hollow apparve. Una maschera dalle fattezze stilizzate di volpe con decorazioni rosso fuoco le coprì il volto, lasciando intravedere le sclere nere e le iridi dorate dei suoi occhi. Setsuna si avvolse completamente di reiatsu ed elettricità nel momento esatto in cui Uryndasra la raggiungeva, pronto a colpirla.

L’arrancar era troppo veloce, la sua carica era stata troppo imprudente e si rese troppo tardi dell’errore commesso: la reiatsu spaventosamente alta della capitana invase la piana e, con voce distorta e maligna, Setsuna emanò la sua condanna: “Sei una scocciatura…”

Scattò attorno al corpo del suo avversario tagliuzzandolo e ferendolo centinaia di volte in poche frazioni di secondi, per poi fermarsi alle sue spalle: “Sparisci, sotto il rombo del tuono… DENKI SURESSHU!” e il fendente calò sul collo dell’arrancar, che nulla poté per evitare l’enorme mezzaluna elettrica che si abbatté su di lui, polverizzandolo tra urla acute e spazzando via anche buona parte della piana sottostante, hollow e arrancar inclusi.

Setsuna quindi atterrò e la maschera scomparve. Si strappò un po’ di stoffa e la legò sul polpaccio che aveva iniziato a sanguinare, poco sopra la ferita, per fermare l’emorragia. Tutti attorno a lei stavano arretrando, cacciati anche dalle fraccion dell’arrancar biondo, dallo stesso arrancar che polverizzava i pochi riottosi rimasti a suon di cero dorati, e dall’arrancar dai capelli turchesi, Grimmjow, che stava pugnalando proprio l’ultimo dei suoi nemici.

In breve, tutti i rivoltosi furono allontanati e Regina, in lontananza, ululava minacce di morte ai fuggitivi, riducendo man mano le proprie dimensioni e tornando alla sua forma sigillata. Aya comparve a pochi metri da Setsuna, ammaccata più di quanto la capitana si sarebbe aspettata.

“Ehi, voi, state bene?! Chi vi ha fatto male!? DEVO UCCIDERE UNO DI VOI!?” urlò, arrivando di corsa, Regina.

“Se quella piccoletta non si fosse intromessa, non si sarebbe fatta male in quella maniera così banale!” disse Grimmjow, mettendosi le mani in tasca mentre l’arrancar dai capelli verdi si dirigeva di corsa dalle ferite. Si inginocchiò di fronte a Setsuna e la guardò con larghi occhioni gentili: “Io sono Neliel, la mia bava ha abilità curative. Mi permetti di curarti?”

Setsuna fissò l’arrancar stranita, più dalla stranissima voce infantile che dal comportamento gentile, ma annuì e osservò sorpresa l’arrancar sbavarle sulla gamba. Passata la sensazione di ribrezzo inziale, Setsuna sentì distintamente il taglio richiudersi e le forze tornarle molto rapidamente.

Aya rabbrividì e fece un passo indietro: “Se qualcuno mi tocca con la sua bava, giuro che vi faccio decomporre tutti tra dolori inimmaginabili…”

“Ma dai, Aya, è stata carina! E poi sei ferita più di Setsuna!” obiettò Regina mentre Setsuna, incredula, si alzava in piedi e ringraziava con un breve inchino Neliel.

“Ho i miei medicinali, nel caso e…” esordì Aya, ma Urahara comparve dal nulla, ritrasformando la sua Benihime nel bastone da passeggio e risistemandosi il cappello: “Se volete ci penso io, sono un po’ arrugginito ma me la cavo con le cure!”

“Urahara-san!” disse contemporaneamente Neliel e l’arrancar bionda, arrivata dopo aver dato ordine alle sue fraccion di rimanere a perlustrare i dintorni.

“Cappello strano…” ringhiò Regina mentre Aya, senza dire nulla, si avvicinava ad Urahara che immediatamente formulò un incantesimo di cura. In breve le ustioni e i tagli sul corpo di Aya presero a scomparire.

“Che fine aveva fatto, Urahara-san?” chiese, dura, Setsuna.

“Quell’esaltato scompare sempre quando le cose si fanno pesanti…” disse Grimmjow, mostrando un certo astio nei confronti dello shinigami.

“Tralasciando gli aggettivi pittoreschi con cui quell’arrancar etichetta gli shinigami – esordì Setsuna, lanciando un’occhiataccia a Grimmjow, che pure la osservava con una certa curiosità – Vorrei sapere se è vero, Urahara-san, che lei è abituato a sparire nei momenti meno opportuni…”

Urahara alzò le mani e ridacchiò: “Ma no, ma no! Preferisco solo degli approcci indiretti! Sono uno scienziato, non un guerriero!”

“Su questo posso concordare…” dovette ammettere Aya, fissandosi i vestiti rovinati e scrollandosi la polvere di dosso.

Regina sospirò, quindi prese ad osservare curiosa i tre Espada di fronte a lei. Setsuna fece lo stesso, rendendosi conto dello sguardo insistente di Grimmjow.

“Vi ringrazio per l’assistenza – esordì l’arrancar bionda, rompendo il momentaneo silenzio – ma non aspettavamo visite dalla Soul Society. Posso chiedervi cosa ci fate qui?”

Urahara rise e si mise tra il gruppo dei Void Territories e i tre espada: “Oh, giusto! Le presentazioni! Che sbadato! Visitatori dei Void Territories, vi presento Tia Halibel, Neliel Tu Oderschvank e Grimmjow Jaegerjaques, i tre regnanti di Hueco Mundo… quando la gente qui non prova un colpo di stato!” e lo strano shinigami indicò prima l’arrancar dai capelli biondi, poi quello con i capelli verdi e infine quello con i capelli turchesi.

“E signori espada di Hueco Mundo, vi presento il capitano Setsuna Hayashi, il Vice-capitano Regina Hierrobosque e la ricercatrice Aya Sanjusan, provenienti dai Void Territories!” concluse Urahara, lasciando confusi i tre espada.

“Un vice-capitano arrancar?!” chiese, stupefatto, Grimmjow.

“Void Territories?” chiese quindi Nel.

“Ho sentito parlare di quel posto… un limbo immaginario, un luogo dove si dice si perdano le anime di umani, hollow e shinigami… ma è una…”

“Si, siamo una leggenda, l’abbiamo capito!” sbottò Regina.

Setsuna si fece avanti, risoluta, e si rivolse direttamente ad Halibel: “Veniamo da un mondo oltre gli squarci che sappiamo essersi aperti anche qui. Avremmo piacere di informarvi su quanto sta accadendo”

Le due espada si voltarono all’unisono verso Grimmjow il quale, scocciato, diede un calcio alla sabbia: “Che accidenti volete!? Pensavo fosse un cazzo di Garganta fuori controllo! Non pensavo che avrebbe fatto esaltare tutti”

“Ma Garganta non era il termine che indica il nero oltre il portale?” chiese Aya.

“Ma chi cazz…” cercò di dire Grimmjow, evidentemente non interessato ai dubbi lessicali, ma Nel gli tappò la bocca.

Halibel rinfoderò la sua bizzarra spada e fece cenno al gruppo di visitatori di seguirla: “Venite, parliamone nel palazzo… e benvenuti a Las Noches, visitatori dei Void Territories”



 
[…]
 



“Quindi mi state dicendo che non solo c’è un altro mondo nascosto che all’improvviso è comparso a rompere le palle, ma in questo mondo vanno tutti d’accordo e ci sono altri come Kurosaki coi poteri da hollow?!” disse Grimmjow dopo che Setsuna ebbe spiegato, per quanto possibile, la situazione.

“Chi o cosa è un Kurosaki?” chiese, irritata, Setsuna, finalmente avendo capito perché l’arrancar la fissasse così insistentemente.

“Un’entità che lancia Getsuga Tensho” rispose ridendo Urahara, ma la risposta lasciò confuse le tre donne dei Void Territories, pur ricordandosi che Urahara aveva già accennato a Kurosaki e ai Getsuga Tensho, senza entrare nei dettagli.

“La situazione, fissazioni di Grimmjow a parte – intervenne Halibel, sicuramente la più autorevole dei tre visto che Nel aveva appena assestato un colpo di taglio con la mano sulla testa di Grimmjow, facendolo arrabbiare ancora di più – sembra molto grave. Non posso tuttavia assicurarvi che non sia colpa nostra. Avete visto che ci sono ancora dei fedelissimi di Aizen in giro… non vorrei escludere che possa essere colpa loro”

“Però sarebbe strano – disse Nel, con fare innocente – Noi sappiamo benissimo aprire portali e io, pur essendo più vecchia di molti qui a Hueco Mundo, non ho mai sentito parlare di Void Territories…”

“Ma se fino a tre anni fai te avevi l’amnesia e te ne andavi in giro con un corpo da pidocchietta!”

Nel ignorò Grimmjow e altrettanto fece Halibel: “In effetti, Neliel ha ragione…”

“A noi premeva assicurarci che non ci fossero problemi qui – continuò Setsuna – oltre il desiderio di esplorare un mondo a noi totalmente alieno. Come vi abbiamo raccontato, stiamo indagando e veniamo da un mondo in cui arrancar e shinigami sono alleati. Ci farebbe piacere avere il vostro aiuto…”

Grimmjow sbuffò, voltò le spalle e fece un gesto con le mani che voleva dire qualcosa come “fate quel che volete” quindi prese ad andare via: “Quando la piccoletta con la maschera come quella di Kurosaki vuole fare qualcosa di serio ed è in vena di combattere, chiamatemi… che magari è un allenamento degno di questo nome in vista della rivincita!”

“Ma quello è scemo! Noi parliamo di fine del mondo! Anzi, dei mondi!” esclamò Regina, ma Aya le mise una mano sulla spalla e scosse la testa: “Lascialo perdere…”

“Quindi, Halibel-san, ti andrebbe di collaborare con noi?” disse giulivo Urahara e la terzera Espada annuì: “Non abbiamo più uno scienziato e, ora come ora, preferire non avere shinigami qui… non vorrei fomentare altre rivolte, ma rimarremo in contatto per capire l’entità dei danni. Se desiderate raccogliere qualche dato, il laboratorio di Szayelaporro potrebbe avere qualcosa… anche se ormai è parzialmente distrutto.”

“Gentilissima come sempre, Halibel-san” commentò giulivo Urahara.

Regina bofonchiò qualcosa di incomprensibile riguardante l’apparente maggiore educazione dell’Espada rispetto al capitano del Gotei, che aveva sbavato addosso a loro per buona parte del tempo, ma Setsuna fece un inchino ad Halibel e Nel: “Sono felice di avere la vostra collaborazione, a nome di tutti i Void Territories, vi ringrazio”

“Spero solo che la situazione si risolva in fretta, vorrei evitare di essere presa nel bel mezzo dell’ennesimo conflitto a cui non mi interessa partecipare. Abbiamo ferite aperte e non abbiamo avuto ancora il tempo di curarle” disse l’espada, dura e in qualche modo anche amareggiata.

Setsuna, Aya e Regina non capirono a cosa la donna si stesse riferendo, ma capirono che quel conflitto così disastroso a cui accennavano gli shinigami doveva aver avuto pesanti ripercussioni anche a Hueco Mundo.

“Bene, direi che qui abbiamo finito, no? Accompagniamo Aya-san a raccogliere i dati e poi dritti a casa?” disse Urahara, allegro, sventolando il suo piccolo ventaglio di carta.

Setsuna sorrise: “Si… poi dritti a casa…”.

“Venite, vi accompagno io” disse gentilmente Nel, facendo segno al gruppo di seguirla. L’espada fissò quindi Regina, poi Setsuna e poi Aya: “Mi sarebbe tanto piaciuto vivere in un mondo come il vostro… sembra molto più giusto del mio…” e la donna si accarezzò la maschera scheggiata sulla testa con un’espressione al contempo felice e triste.

Regina sorrise a trentadue denti e anche Setsuna e Aya sembrarono rallegrarsi di quell’affermazione: Nel era la prima creatura che avevano incontrato a non considerare il loro mondo come un mito, bensì come un’utopia. E la cosa riempì i loro cuori di orgoglio talmente tanto da far loro dimenticare, per qualche secondo, il motivo che le aveva condotte lì.
 
 

 
   
 
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