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Autore: cin75    12/09/2021    5 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jared aveva raggiunto Jensen a casa sua per il solito appuntamento ma il biondo non era ancora pronto e lo aveva accolto solo in jeans. Ancora a torso nudo.

Per un momento , entrambi erano avvampati, e dopo quel momento Jensen aveva deglutito e aveva invitato il più giovane ad aspettarlo in soggiorno, promettendo che avrebbe finito di prepararsi in fretta.

Successe allora.

Jared , nel momento in cui Jensen gli diede le spalle per andare in camera, lo aveva fermato per una mano e lo aveva costretto a guardarlo.

“Perdonami...ma non resisto più!! Studiamo questa tattica di gioco da mesi ma ora...ora ho bisogno di un test. Ho bisogno di capire se è possibile segnare un punto vincente.” era stata la sua giustificazione a quello che stava per fare.
Aveva attirato a sé, al suo corpo, il corpo dell’altro e incorniciandogli con ferma dolcezza il viso, aveva poggiato cautamente le proprie labbra a quelle di Jensen.
Aveva sentito all’inizio una sorta di sorpresa, di timore, di ritrosia ma poi , quando iniziò ad accarezzargli la guancia, la titubanza di Jensen sembrò sparire.

Il biondo fu preso alla sprovvista. Sapeva , in cuor, suo , che prima o poi quel passo doveva essere fatto. Ma che potesse accadere così, dopo essersi sentito sopraffare dallo sguardo accalorato e predatorio di Jared, non se lo aspettava. Come non si aspettava di essere pronto e soprattutto capace di rispondere al bacio, anzi, altrettanto inaspettatamente, lo rese più intimo, più ...concreto.

Le labbra si allontanavano appena. Le braccia tenevano i corpi vicini. Il respiro affannava entrambi. Il fiato che si scambiavano cercava di appagare entrambi pur di riuscire a dare ossigeno per non interrompere quel momento.
Le mani di Jensen si ancorarono ai fianchi di Jared. Quelle di Jared non riuscivano a smettere di accarezzare con voluttà la schiena possente di Jensen.
Tutto sembrava stesse prendendo la strada per il passo successivo.

Sembrava…

Infatti in un momento in cui i loro corpi si ritrovarono ad essere separati solo da un lieve spazio ma che comunque non evitò ad entrambi di intuire come i loro corpi stavano reagendo, fu Jensen a mettere fine al momento e allo spazio tra loro.

Lo allontanò.
Jensen allontanò Jared , discostandolo da lui di un metro buono. Quasi spingendolo via.
sembrava quasi si fosse appena reso conto di quello che era successo.

“Jensen?...ma...” balbettò, sebbene ansimante, Jared.

Anche Jensen aveva il fiato corto, ancora palesemente emozionato per il bacio.

Il biondo abbassò gli occhi. In imbarazzo. Tutto era scoppiato in un attimo nella sua mente.

“Jensen che hai?...che...succede?” chiese con una punta di panico Jared. “Io pensavo che….insomma ...sì, lo so...sono stato avventato...non ti ho chiesto se...se tu….ma da come mi hai risposto...io...io ho pensato che….”

“No, no, no...Io...io non….E’ colpa mia!” lo fermò Jensen. “E’ colpa mia!” ripetè in colpa.

“Colpa tua? In che senso è colpa tua?”

Jensen fece un respiro profondo. Quasi a prendere coraggio.

“In questo periodo...una parte di me, e ti prego di credermi sono sincero, ha capito cosa provo per te...” fece con convinzione.

“Ok...ma cosa...”

“Tu...tu non hai colpa...”

“Jensen smettila...non ti seguo!” disse chiedendo chiarezza in quelle che erano o sembravano frasi senza senso.

“Io so cosa provo qui...” rispose Jensen indicandosi il petto. “...e so cosa sento qui!” continuò mettendosi una mano appena sotto la pancia come ad indicare una sensazione più ….carnale.

“Jensen anche io sento...” ma venne fermato.

“ E dopo questo bacio, io so….io...c’è una parte di me che...” e si fermò affranto. Occhi bassi.

“Continua!!” lo spronò Jared.

“Che non vuole accettarlo!” disse tutto di un fiato. “Non riesce ad accettarlo!” finì prima di perdere il coraggio.

Gli si spezzò il cuore quando vide Jared traballare appena sulle gambe come se una folata di vento violento lo avesse appena investito.

“Io...io non capisco….Jensen, cosa….tu...io e te...io pensavo che noi...dopo questi mesi di...” cercò spiegazioni anche se in quel momento anche lui non riusciva a mettere insieme una frase o una domanda coerente.

“Jared , fino a qualche mese fa io ero in giro a fare baldoria in cerca di ragazze anche per una sola notte.” provò a spiegare.

“E questo cosa significa?!” iniziò ad irritarsi.

“Poi ti ho conosciuto, siamo diventati amici, confidenti, complici in alcune situazioni...e poi….”

“E poi abbiamo capito che la nostra non era solo amicizia. O almeno io ho capito così e tu...tu me lo hai lasciato credere, Jensen! Sei stato tu a voler dare inizio a..”

“Io non sapevo quello che sentivo allora….”

“Ma hai appena detto che sai quello che senti per me!!” quasi gridò il giovane.

“Oddio!!” esclamò frustrato Jensen passandosi una mano tra i capelli e afferrando una maglietta che era poggiata su una sedia e infilandosela velocemente. “Io sto cercando ancora di capire quello che sento, quello che provo in me...per te...per noi!”

“Non ha senso quello che dici!”

“Ne ha per me.” fece il biondo. “Ascolta….”

“No!”

“Ti prego , ascoltami!!”

“No, no, no!!” fece ormai decisamente irato.

“Per favore, cerca di capire!”

“Capire? Capire???” gridò con una lieve punta di offesa nel tono. “Quello che capisco è quello che mi hai appena detto. Sei andato a puttane fino a poco tempo fa, poi è arrivato un bel faccino diverso dagli altri, ti sei sentito gratificato dalle mie attenzione e hai provato a vedere come si sta dalla mia parte della barricata!”

“No, no...non è così!” provò a giustificarsi.

“Mi stavi usando per provare nuove sensazioni….vero?” e ora la sua voce era incrinata dalla rabbia e dalla frustrazione. “ E adesso che stupidamente ho fatto il primo vero passo verso di te...ti sei reso conto che non è quello che vuoi. Che potresti ...e scusa la franchezza...rimetterci il culo?” fece sprezzante.

“No, ti supplico. No!! io non ho mai….” e cercò perfino di avvicinarsi al ragazzo per cercare di farlo calmare ma...

“Sei un figlio di puttana!!” ricevette in cambio per quel tentativo di conforto.

“Jared, ti prego...”

“Sei un bastardo. Sapevi quello che iniziavo a provare per te, te l’ho confidato e ti avevo giurato che avrei aspettato i tuoi tempi. Non ho mai fatto un passo verso di te che tu non volessi. Le mie mani non si sono mai azzardate a toccarti dove tu non volessi. Sapevi che qualcosa stava accadendo anche senza toccarti o baciarti o solo sfiorarti….”

“Mio Dio, Jared….” sussurrò consapevole della colpa enorme di cui si era macchiato nei confronti dei sentimenti di Jared. “Io...io..”

“Tu ...un corno. Vaffanculo, Jensen. Adesso? Solo adesso ti rendi conto che forse sei dalla parte sbagliata del campo da gioco? Solo dopo che ti ho baciato??!” lo incalzò sarcastico.

E quando si rese conto che Jensen non riusciva a rispondergli continuò: “Beh!! il mio caro “fino a qualche mese fa andavo a caccia di ragazze” ti dico solo che hai risposto al bacio. E lo hai fatto con tutti i sacri crismi.” gli ringhiò contro. “Se avevi tutti questi timori, tutti questi dubbi, se ti sentivi ancora così...confuso...perchè non me ne hai parlato? Perché non ti sei confidato con me come avevi giurato di fare?” lo rimproverò amaramente. “Perchè mi hai lasciato credere che le cose stessero andando bene? Che l’idea che ci potesse essere un “noi” potesse diventare reale? Perchè??!” finì con tono frustrato.

“Perchè mi hai confessato che stavi iniziando a provare qualcosa per me!” lo spiazzò Jensen, sebbene in colpa.

“E cosa? Non volermi ferirmi?!”

E l’altro potè solo annuire mestamente.

“E cosa pensi di aver fatto adesso?!” domandò dolorosamente ironico. “Ti sentivi in questo modo ma hai lasciato comunque che mi avvicinassi a te, che quello che sentivo per te diventasse più forte. Tutte quelle sere seduti vicini, mano nella mano. Tutti quei discorsi su ciò che sentivamo e provavamo quando stavamo insieme. Tutti….”

“Jared...”

“Tutti quei progetti su quello che avremmo fatto quando e se noi fossimo...”

“Ti prego...”

“Dio..come sono stato stupido e ingenuo!!” si rimproverò.

“Io non volevo!” riuscì solo a dire come per cercare una pallida giustificazione del dolore che aveva causato.

“No, tu non volevi. Ma sapevi. “ gli rispose severamente, Jared. “E non hai fatto niente per evitare tutto questo.”

“Proviamo a parlarne!” tentò ancora.

“Parlarne? Parlarne??...sono stanco di parlare Jensen. Ora, in questo momento, la mia mente non fa che sbattermi in faccia solo un’immagine. Tu al tuo bancone del bar, di nuovo a fare il cascamorto con ogni minigonna che ti si struscerà addosso e io additato come il povero ragazzo gay che credeva di poter conquistare e convertire il bel barista!”

“No, no, no….per l’amor di Dio. Non è così e sai che non permetterei mai a nessuno di dire una cosa simile di te.”

“Non ce n’è bisogno, perché sono io il primo a pensarlo di me, Jensen.” e detto questo si apprestò ad andarsene.

“Jared, ti prego. Jared...non voglio perderti. Non voglio perdere quello che c’era tra noi!” lo supplicò.

“Troppo tardi , Jensen. Matt almeno ebbe il coraggio di dirmi quello che aveva fatto, tu….beh!, tu amico mio, sei stato perfino più crudele. Hai aspettato che lo scoprissi da solo e nella maniera più penosa e imbarazzante.”

“Jared...”

“Addio Jensen e spero per te che tu capisca presto, cosa vuoi e chi sei, prima o poi. Perché una vita sulla soglia del Purgatorio non è vita, è solo del tempo passato a non fare le proprie scelte.” e andò via.

Jensen rimase senza fiato fin quando la porta di casa sua non si richiuse tuonando della stessa rabbia che aveva avuto la voce di Jared in quei momenti assurdi.
Fu solo un mal trattenuto singhiozzo a riportargli aria nei polmoni.

 

Jared guidò senza meta per un po’ provando a sbollire la rabbia che ancora provava per Jensen, per le sue parole. Per tutto.
Senza sapere come, si ritrovò davanti la porta di Misha.
Bussò. Attese che l’amico aprisse. Sperando che fosse in casa.

Quando Misha, fortunatamente , aprì, si ritrovò di fronte lo sguardo stravolto del giovane amico.

“Ma che è successo?!” chiese senza esitare.

“La tua vecchia saggezza russa fa schifo!” fu la risposta criptica data mentre entrava in casa dell’altro.

“Ok!! ciao anche a te!!” fece Misha chiudendosi la porta alle spalle e quando vide il ragazzo sedersi pesantemente sul divano cercò una qualche spiegazione. “Mi dici che è successo?”

“Jensen!” disse solo l’altro.

“Jensen...cosa?!” chiese incuriosito ma rimase perplesso quando non ebbe risposta. “Senti se vuoi che ti aiuti o che solo ti ascolti, devi parlare con me, amico!” fece comprensivo.

Jared lo guardò prima con una certa rabbia, certo non rivolta a lui ma a quello che era successo e poi quando vide gli occhi dell’amico che lo scrutavano gentili e amichevoli, anche il suo sguardo si addolcì.

Fece un respiro profondo e raccontò tutto.

Misha lo fece parlare, lo fece sfogare più che altro perché aveva capito che Jared aveva bisogno anche di quello. Forse soprattutto di quello.
E quando si rese conto che la tempesta emozionale era per lo più passata, si alzò dalla sua poltrona, andò al frigo e tirò fuori due birre. Le aprì e una la passò all’amico.

“Bevi!”

“Ma...”

“Zitto e bevi!” ordinò amichevole.

Jared obbedì. Bevve un lungo sorso e poi, sospirando profondamente, gustandosi il sollievo che la birra gli aveva portato alla gola, affondò nello schienale del divano.

“Come va?!” chiese comprensivo Misha.

Jared bevve ancora e poi lo guardò triste.

“Perchè mi ha fatto una cosa del genere?” chiese in risposta. “Perchè...”

“Ascolta...”

“Se non voleva che...”

“Jared, ascoltami.”

“Se io non ero quello che lui...”

“Sta’ zitto e fammi parlare!” esclamò a quel punto, Misha.

Jared si zittì immediatamente. “Scusa!” sussurrò.

“Dio!!” sbuffò frustrato, Misha. “Spero che tu non abbia fatto così anche con Jensen….che tu lo abbia fatto parlare!!” e quando vide Jared abbassare un tantino lo sguardo come se fosse stato colto in magagna, sospirò sconfitto. “Ora ascoltami!”, fece andandosi a sedere accanto all’amico. “Non che io voglia giustificare Jensen per come si è comportato ma vorrei che tu provassi, per quanto possibile, a provare quello che lui ha provato!”

“Io non...”

“Jared, tu non eri da solo quando hai capito i tuoi gusti e come dovevi affrontare tutto. E ce ne hai messo di tempo, io lo so, ero con te, al tuo fianco.” gli ricordò.

“Si, e te ne sarò grato per sempre!”

“Ok, ma ora pensa a Jensen.” e si fermò , quel tanto da far riflettere il giovane sul punto a cui voleva arrivare. “Lui è da solo, con nessuno con cui confidarsi.”

“Ma c’ero io!!” provò a giustificarsi, Jared.

“Jared...tu eri e sei il motivo per cui lui aveva e ha bisogno di confidenti. Si potrebbe azzardare una specie di conflitto di interessi!” provò ad alleggerire la situazione.

“Mish, io avevo chiesto a Jensen di essere sincero con me, nel bene o nel male!”

“Sì e io ho chiesto alla mia ex moglie di non sparlare di me.” ironizzò e Jared capì il senso di quella battuta.

“Ok...ok...ma perché ...perchè farsi baciare!?”

“Onestamente ...da quello che mi hai raccontato non è che abbia avuto molta scelta!” disse con cautela

“Detta così sembra che io ne abbia abusato...ma ti ricordo che lui ha risposto al bacio e lo ha fatto...lo ha fatto alla grande!”

“E forse è proprio questo che lo ha “sconvolto”!” gli fece presente.

“Poteva respingermi!”

“E avresti reagito in maniera diversa?!”

“Io...”

“Sii onesto!” lo avvertì, Misha.

A quell’esortazione, Jared stava per rispondere che avrebbe reagito diversamente, ma poi lo sguardo indagatore ma comunque amichevole di Misha, lo fece riflettere e in tutta onestà, il giovane, si ritrovò a rispondere sinceramente.

“No...penso che avrei reagito nella stessa maniera. Credo...”

“Jared...essere respinto è qualcosa che ferisce tutti. Etero e non. Non fartene una colpa. Forse l’unica cosa che devi rimproverarti è l’aver reagito in maniera troppa istintiva!!” azzardò Misha notando l’espressione colpevole di Jared.

“Io...mi sono sentito...”

“Offeso?!” provò.

“Anche!” convenne. “Ma ciò non toglie che lui mi abbia detto che non riesce ad accettare ciò che sente!”

“No, lui ti ha detto che una parte di lui non lo accetta.” precisò ammiccante, Misha.

“Ma...”

“Questo vuol dire che una parte di lui sa benissimo cosa vuole e cosa sente per te. E quello che vuole e che sente per te, sono la ragione per cui quell’altra parte è spaventata.”

“ E cosa potrei o dovrei fare io?!” esclamò frustrato Jared.

“Niente!” rispose deciso, Misha.

“Cosa??!” esclamò quasi sconvolto il giovane. “Dopo tutto questo parlare e riflettere e cercare di capire e comprendere...la risposta è: niente!”

“Jared non puoi dire a Jensen cosa fare o cosa provare. Non puoi spiegarglielo. Non sarebbe giusto. Deve arrivarci da solo. Deve capire da solo cosa vuole, cosa sente, cosa prova per te. Esattamente come hai fatto tu. Ci sei arrivato da solo. Hai raggiunto da solo quella tua nuova consapevolezza. E dovrà farlo anche Jensen. Nel bene o nel male.”

Jared stava per replicare, ma non ci riuscì perché sapeva che Misha aveva ragione.

A suo tempo anche lui aveva avuto i suoi dubbi su ciò che provava e per chi lo provava e ora , quella strada, doveva percorrerla anche Jensen. Come diceva Misha, “nel bene o nel male”, se quella strada avrebbe portato Jensen da lui o meno.

Jared tornò a sprofondarsi nei grandi cuscini del divano. Chiuse per un attimo gli occhi e fece un respiro profondo.

“Odio la tua vecchia saggezza russa!”

“Lo so!” rispose sorridente Misha battendogli amichevolmente la mano al centro del torace. “Ti prendo un cuscino e una coperta.” offrì , invitando il giovane amico a non andare via per la notte.

“Grazie, Mish!” accettò Jared. “Cosa farei senza di te!?” domandò quando vide ritornare l’amico con cuscino e plaid.

“La lista è lunga , idiota.” rispose ghignando. “Ora, molla quella birra, mettiti giù e vedi di dormire.” rispose sorridendo l’altro, tirandogli addosso quello che aveva in mano.

 

   
 
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