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Autore: fenris    14/09/2021    2 recensioni
Sono passati circa tre anni dal ritorno a casa di Arthur Weasley. Conclusa la battaglia contro i Gargoyle e i loro alleati in Inghilterra, le forze di Camelot decidono di fortificare la loro rete di alleati per poter liberare tutta l'Eurasia dai demoni. Ma sotto la luce di Ar'tuu, nuove mostruose ombre si muovono per stritolare il crescente regno. Riuscirà la Vendetta di Morgause a portare a termine i suoi piani?
*Successivamente sono presenti anche una manciata di elementi da Warhammer e Darksiders.
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rifts chronicles '
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Missili e incantesimi avevano percorso senza tregua l'innevato campo di lotta scelto dagli uomini di Orloff per quasi un'ora. Ar'tuu e i suoi compagni combattevano da leoni, colpendo i loro nemici con tutto quello che avevano, riuscendo però a causare solo piccoli graffi nei corpi Mega- danno dei Borg e dovendo più volte cercare copertura dai loro devastanti colpi, dovendo inoltre guardarsi dalle tattiche mordi e fuggi dei semplici soldati.

 

Krum si muoveva sulla neve con l'agilità tipica degli sterminatori, alternando proiettili Mega-danno e scariche di fulmini, mentre Morrigan si muoveva sul campo di battaglia offrendo protezione e investendo i nemici grazie ai comandi mentali di Ron, che allo stesso tempo sparava con grande precisione su ogni bandito che si avvicinasse troppo a lui o Hermione.

 

“ Ma quanti ce ne sono?!”, esclamò Fay, che sorvolava il campo di battaglia, dando direzione ai suoi amici dall'alto e lanciando a volte piccoli missili per distrarre i loro assalitori quando erano in procinto di sferrare un colpo letale.

 

“ Non abbastanza per noi!”, le rispose Ner'He, mulinando selvaggiamente la sua mazza in un tornado di ki con cui scaraventò per aria altri nemici. Ruggì ai pochi rimasti con tutta la ferocia di cui era capace e corse verso di loro intento a finire lo scontro, prima che un missile si abbattè sul suo petto scagliandolo indietro. Ar'tuu, che aveva finito i suoi avversari, si voltò verso il responsabile e perse un battito.

 

Ai limiti del campo di battaglia si trovava il Borg più inquietante che avesse mai visto. Era ancora più grande e armato di quelli che avevano affrontato finora, ma non era questo a spaventare. Il suo volto era ancora organico, circondato da una calotta metallica. Era molto giovane, quasi infantile, ma nei suoi occhi c'era una sete di sangue che Ar'tuu credeva di aver visto solo nei demoni più selvaggi.

 

Sapeva chi era, Grigori Solokov. Probabilmente il più sanguinario di tutti i Capoguerra e l'unico vero alleato di Orloff, oltre che giurato nemico di Kolodenko, uno dei pochi a non temerlo.

 

“ Amici di Kolodenko, inchinatevi davanti a me o andatevene!”, gridò il mostruoso capoguerra, puntando un cannone al plasma sul gruppetto. I suoi membri si strinsero tra loro, pronti a combattere ancora per quanto stanchi. Ar'tuu però mise Caliber-X nella sua fodera, volendo tentare prima un approccio diplomatico.

 

“ Lord Sokolov, noi non cerchiamo altro che il bene del vostro popolo e di innumerevoli altre persone che necessitano di soccorso. Ascolti la ragione, per una volta, e ci conceda di passare per poi riferire al capoguerra Orloff che siamo amici del popolo russo. Se è la battaglia che desideri, a breve avrai tutte le lotte che desideri, anch'esse a beneficio degli abitanti di questo pianeta.”, disse il giovane re con lo stesso tono che aveva convinto persino i più antiquati membri della vecchia Inghilterra magica ad unirsi a lui. Per un istante Sokolov spense la sua arma e i sudditi di Ar'tuu vollero illudersi che la sua parlantina avesse funzionato, ma purtroppo quel giorno le parole non sarebbero bastate.

 

“ MAI!”, gridò irato l'enorme cyborg, sparando a raffica contro i sei avventurieri, che dovettero disperdersi per proteggersi da quel bombardamento talmente rovente da sciogliere tutta la neve caduta durante lo scontro.

 

Ner'He corse verso l'avversario per costringerlo in un devastante corpo a corpo. La mazza tecnomagica del Bluecie si scagliò contro l'esoscheletro del capoguerra, creando vere e proprie ondate di neve per decine di metri con l'onda d'urto.

 

Dopo uno scambio di colpi i due titani si strinsero nelle braccia, mettendo alla prova la loro forza l'uno contro l'altro. Il guerriero ringhiò in faccia a Sokolov, strizzando ogni particella di Chi ancora nelle sue braccia mentre l'altro cercava di mirare col suo raggio al plasma.

 

Shay decise di intervenire per concludere quello stallo, e si diresse a tutta velocità verso Sokolov dando pieno fondo alla propria artiglieria. Una serie di proiettili Mega-danno ferì il collo e il viso artificiale del Borg, finchè infuriato da quel disturbo non diede una testata a Ner'He e afferò il veicolo della Fecnofata.

 

 

“ Shay!”, esclamò Hermione vedendo l'amica venire scagliata via. Senza perdere tempo estrasse alcune rocce dal terreno prima di spararle su Sokolov a tutta velcoità e irati, Ar'tuu e Ron si unirono alla ragazza in un furioso sbarramento contro il loro nemico, col primo che correva verso di lui con Caliber- X attivata alla massima intensità, la sua lama di energia che scorreva sul terreno accumulando sempre più forza.

 

Quando saltò in aria, il tempo sembrò fermarsi mentre calava la sua fidata arma sul cranio del malvagio capoguerra. L'eroico assalto del cavaliere venne però fermata dalla gigantesca mano robotica di Sokolov, che lo afferrò in aria per poi agitarlo da una parte e l'altra col risultato di lanciare via anche la spada del guerriero.

 

“ E che farai ora senza la tua tanto amata spada?”, domandò l'orribile cyborg, stringendo la sua preda nella propria mano metallica. Ar'tuu dal canto suo non sembro spaventato, ma sembrava aver quasi sperato in quella mossa.

 

“ Ne evocherò un'altra.”, disse il re di Camelot. Un fiotto di energia psionica gli scorrette lungo il braccio, fino a creare una luminosa lama cerulea. Incontrando una pressione ormai quasi minima, la punta si infilò nel collo di Sokolov e accompagnandosi con un grido di pura rabbia, Ar'Tuu riuscì a mozzarlo con uno schizzo di olio e sangue mentre i pochi nemici rimasti a osservare lo scontro fuggivano gridando dal terrore. Con un tonfo il corpo del capoguerra cadde nella neve.

 

“ Sire, siete stato grande.”, disse Ron, aiutando il suo re a uscire fuori dalla presa metallica di Sokolov. Sebbene provati dalla battaglia, anche gli altri lo raggiunsero per dargli le loro congratulazioni.

 

“ Grazie, Ron. Mi auguro che questo sia il nostro ultimo grande ostacolo prima di raggiungere lady Romanov. Persino io ho i miei limiti.”, ammise il biondo cavaliere rialzandosi e dando una ripulita. Prima che potesse chiedere al resto del gruppo le loro relative condizioni, uno strano bip risuonò nella gelida aria. Voltandosi, i due uomini videro uno scompartimento aperto nel petto di Solokov da cui partiva una luce a intermittenza.

 

“ Shay, cos'é?”, domandò Ar'tuu all'appena tornata Tecnofata, che si avvicinò col suo mezzo all'apertura prima di allontanarsi terrorizzata.

 

“ Un dispositivo di autodistruzione. Non ce la faremo mai a scappare in tempo, e qualsiasi tentativo di manometterlo lo farebbe esplodere all'istante!”.

 

“ Diamine... passatemi tutta la vostra energia!”, esclamò il leader, creando una barriera di energia azzirra attorno al corpo di Sokolov, rafforzandola con tutta la forza magica e psionica che i suoi commilitoni gli diedero in preda alla paura di morire. Quando il dispositivo all'interno dei resti del capoguerra esplose, la conflagrazione sembrò contenuta dalla piccola cupola, che però si espanse lentamente fino a coprirsi di crepe.

 

' Non... finirà come l'ultima volta.', pensò Ar'tuu, rimembrando la volta in cui Moody era morto per difenderlo dopo che quello scudo era stato rotto da un demone maggiore. Non avrebbe mai dimenticato come il coraggioso Auro venne decapitato dagli artigli dell'infernale generale, dandogli appena il tempo per prenderlo alle spalle.

 

Un rivolo di sangue scese dalle sue narici mentre cercava di far resistere la barriera. Riusciva a sentire l'urto nelle sue braccia come se lo stesse trattenendo a mani nude. Ron attivò a distanza Morrigan affinchè si ponesse davanti al gruppo come ultima protezione. Infine la barriera si infranse, lasciando via libera a una potente onda d'urto che sparpagliò i sei compagni per la zona.

 

Dopo quelle che sembrarono ore, Hermione riprese conoscenza da sotto la neve, rialzandosi a fatica. La sua armatura Mega- danno l'aveva protetta dal grosso del colpo, ma ne era comunque uscita col naso rotto e le ossa non esattamente integre. E ridotta com'era, difficilmente la corazza l'avrebbe protetta in un altro scontro a fuoco.

 

“ Vostra maestà, Ron!- esclamò la ragazza, facendo perdere la sua voce nel vento- dove siete?!”.

 

Fece un primo passo, sentendo una fitta orribile partire dal piede fino alla spina dorsale, col freddo che amplificò ulteriormente il dolore. Fu sul punto di accendere una fiamma tra le mani per non morire assiderata quantomeno, quando un rumore la distrasse. Girandosi vide uno degli uomini di Sokolov e Orloff dirigersi verso di lei con la sua motoslitta, puntandole contro la pistola.

 

“ Mettiti bene a terra e non tentare....”, le intimò il bandito prima che uno sparo lo interrompesse e disegnasse sulla sua fronte un fiore di sangue. Prima di poter realizzare cosa fosse successo, Hermione venne afferrata per entrambe le spalle.

 

“ Stai bene, Hermione?”, domandò Ron accanto a lei, responsabile dello sparo e suo appoggio assieme a Viktor. I due erano messi appena meglio di lei grazie alle abilità curative del Mistico, ma era improbabile che anche con esse sarebbero sopravvissuti a lungo senza un riparo.

 

“ Sì, ma cos'è successo al re?”, disse ansimante la ragazza, riprendendo il cammino assieme ai due soccorritori.

 

“ Non lo so, ho visto che è volato via in un'altra direzione... non possiamo far altro che trovare un riparo e cercarlo quando finirà la tormenta.”, rispose Viktor ansimante.Il trio proseguì forse per un centinaio di metri, sfidando il vento, quel bianco che sembrava non finire mai e la stanchezza dei loro corpi. Quando sembrava che proprio non avessero potuto fare un altro passo, una luce simile a una lanterna apparì davanti a loro.

 

“ Vi serve aiuto?!”, domandò una profonda voce maschile.

 

“ Sì- rispose Hermione senza rifletterci troppo- chi è lei?”.

 

“ Uno che ha un rifugio qui vicino. Seguitemi!”, ordinò secco il proprietario della luce. Incapaci di trovare altre soluzioni per tempo, i tre maghi seguirono la lanterna sperando in meglio. Nel frattempo, a un paio di chilometri di distanza Shay trovò un altro dei suoi compagni, illuminandone il corpo con un piccolo globo luminoso.

 

“ Vostra maestà, state bene?”, domandò la Tecno- fata mentre anche Ar'tuu usciva dalla sua tomba di nevischio.

 

Il Guerriero psionico scosse la testa, lasciando cadere a terra i fiocchi di neve mentre attivava i propri poteri curativi, lasciando svanire lentamente le ferite della battaglia.

 

“ Starò meglio una volta che avrò trovato i nostri compagni.”, disse osservando il campo di battaglia e estendendo i suoi poteri extra sensoriali per percepire Ron o gli altri. Ma sembravano già fuori dall'area che poteva coprire con la poca energia ancora a sua disposizione.

 

“ Ho visto alcuni energumeni che portavano via Ner'He. Non siamo in grado di affrontarli per ora. Non ho visto gli altri purtroppo”, lo informò per di più Shay, ansimando nel suo danneggiato abitacolo per la preoccupazione e la fatica.

 

“ Allora dovremmo cercare aiuto e pregare qualsiasi divinità a noi conosciuta.”, concluse Ar'Tuu, stringendo a sé il veicolo di Shay e allontanandosi, lasciando a fatica un passo dopo l'altro nella neve.

 

*****

Il viaggio in Africa del gruppo di Harry era giunto a uno spiacevole blocco. Sorvolando una zona dove si svolgevano alcuni combattimenti, Fanny era stata ferita al petto con una freccia infusa di energia necrotica, che bloccava la sua normale rigenerazione.

 

Dopo un atterraggio riuscito per miracolo, gli avventurieri si erano fermati in una radura ben nascosta, approfittandone per mangiare e riposare mentre Merek e Leisa curavano la ferita della fenice, le cui piume scarlatte erano coperte nella zona del cuore da una malsana nebbia nera.

 

Anche loro non erano messi granchè bene. Durante l'atterraggio il rettile aveva preso più di un proiettile, sebbene non altrettanto pericoloso e Leisa era sfinita a furia di spargere incantesimi di guarigione, i suoi bei tratti polinesiani erano madidi di sudore.

 

“ Questo ritardo non ci voleva proprio, manca così poco.”, disse Theo, intento a far levitare alcuni sassi per ammazzare il tempo, mentre Harry controllava le mappe. Erano all'incirca al confine con l'Egitto, a breve sarebbe cominciato il deserto e dopo qualche altro centinaio di chilometri sarebbero arrivati alle piramidi. A piedi ci avrebbero messo forse una settimana, se Fanny non si fosse ristabilita.

 

“ Posso provare a evocare un drago o qualcosa del genere affinchè ci trasportino per l'ultimo tratto.”, propose Luna, ma il leader della squadra scosse la testa.

 

“ Non voglio rischiare, Luna. Qualcuno dovrebbe comunque rimanere con Fanny e non mi sento di dividerci proprio ora.”, spiegò il mago guerriero, ricordando il luogo in cui la loro amica era stata quasi abbattuta. Se il resto del percorso fosse teatro di scontri simili, separarsi era impensabile.

 

“ Sssssarebbe ancora più pericolossssso resssstare qui. Sssssento addirittura l'aura di un'Albero millenario corrotto. Prima ce ne andiamo, meglio è.”, affermò Morek, avvicinandosi ad Harry e guardandolo torvo con un piccolo ringhio. Anche Fanny sembrò voler partecipare alla discussione, emettendo un debole verso rivolto al moro. Dopo pochi attimi cercò di dare la sua risposta, ma venne interrotto.

 

“ Il lucertolone parla con saggezza, lingua biforcuta a parte.”, disse una voce improvvisa da dietro gli alberi. In un istante il gruppo fu sull'attenti di fronte a Fanny, con le armi in mano per difenderla. Dalle fronde degli alberi saltò fuori una piccola figura armata con due coltelli.

 

Era un uomo estremamente basso, appena più alto dei folletti familiari al gruppo, vestito con un gonnellino appartenente all'antica moda egizia. Ed era brutto, davvero brutto, la sua faccia sembrava essere stata picchiata innumerevoli volte, aveva un labbro spaccato e radi ciuffi di capelli neri. Ma aveva anche un fisico tarchiato e dall'apparenza tutt'altro che debole.

 

“ Con chi abbiamo il piacere?”, domandò Leisa, stringendo le sue daghe, avvolte da un'aura verde brillante per quello che si prospettava un duro scontro.

 

“ Bes il nano. Amato sicario del sommo Set- disse l'appena rivelato dio con uno sgraziato inchino, prima di rivolgere ai cinque compagni uno sguardo di sadica minaccia- suppongo di trovarmi davanti agli inviati di Camelot che miss Tarn aspetta con tanta impazienza.”.

 

“ E se anche fosse?”, domandò Harry, lasciando scorrere un rivolo di energia nel suo anello. Bes sorrise maligno.

 

“ Beh, non posso proprio permettere che la raggiungiate.”.

 

Mostrando una rapidità sorprendente, il dio caduto si diresse da Theo per ingaggiarlo in un duello all'arma bianca. La lama psionica del giovane cavaliere si mosse come una fiaccola nella notte cercando di tagliare il dio, che era però più sgusciante di qualsiasi altra cosa avesse mai combattuto.

 

Il Cyber cavaliere tentò un azzardato affondo per prendere Bes alla testa, venendo però facilmente aggirato e spedito contro un albero da un semplice pugno. Leisa e Merek approfittarono di quel breve lasso di tempo concesso loro per scagliare una serie di palle di fuoco contro il loro nemico.

L'intera radura si illuminò a giorno mentre gli alberi si piegarono sotto la forza dell'esplosione.

 

I due furono sul punto di preparare un nuovo attacco quando attorno a loro ogni luce sembrò svanire. Luna tentò di evocare qualche creatura per aiutarla, ma un paio di improvvisi colpi misero ko sia lei che Merek prima che la cortina di oscurità in cui si trovarono svanì.

 

“ Leisa, anima gli alberi!”, ordinò Harry alla Biomante prima di correre verso Bes, tempestandolo con una serie di incantesimi facilmente schivati. La spada del mago si scontrò contro le daghe runiche del dio in una pioggia di scintille.

 

“ Coraggiosi e abili- ghignò Bes, sopportando con enorme facilità la pressione esercitata da Harry- mi viene da pensare ai faraoni dei bei tempi.”, concluse spingendo indietro l'avversario, che rispose avvolgendo la propria lama con una fitta aura necrotica e riprendendo l'assalto con ben più forza, finchè non riuscì a spingerlo nell'abbraccio degli alberi, opportunatamente portati alla vita da Leisa.

 

Sotto gli ordini della Lemuriana, Bes si trovò bersagliato da una raffica di colpi, venendo sbattuto da una parte all'altra della foresta finchè non riuscì a liberarsi da quel labirinto di rami e liane e saltare di nuovo nella radura.

 

“ Lord Bes, o comunque vogliate farvi chiamare- disse Harry, puntandogli contro la sua spada- chiediamo solo di continuare il nostro viaggio. Fate finta di non averci visto e vi dedicherò molti sacrifici.”.

 

In tutta risposta Bes caricò un fulmine nella mano per colpire Leisa, che si protesse in tempo con le proprie armi. Riprese dunque il corpo a corpo con Harry con ben più ferocia di prima, serrandolo da entrambi i lati con vortici di colpi alla velocità del suono.

 

“ Armatura necrotica!”, esclamò il Mago da battaglia, evocando una corazza di ossa che lo avvolse da capo a piedi per resistere meglio ai colpi. I due guerrieri continuarono a combattere, alternandosi con vistose tecniche all'arma bianca e incantesimi di ogni genere, tra cui devastanti raggi di energia mortuaria che tuttavia fecero ben poco per fiaccare il dio. Alla fine questi riuscì a disarmare Harry e colpirlo nello stomaco con un poderoso calcio che lo privò dell'aria nei polmoni ben prima di toccar terra.

 

“ Che aspetti? Uccidimi.”, disse Harry, sputando un fiotto di sangue in faccia al nano quando questi gli puntò un pugnale alla gola. Con sua sorpresa il ghigno malefico del suo nemico venne sostituita da una sincera espressione amichevole.


“ No, giovane guerriero. Hai dimostrato il tuo valore. Avrai un grande ruolo nelle lotte che verranno.”, disse rinfoderando le armi e porgendogli una mano per rimettersi in piedi.

 

“ Quelle in cui il tuo padrone cadrà?”, domandò Leisa, che aveva accerchiato il dio assieme ai propri compagni, per quanto storditi dai terribili colpi subiti. Bes in tutta risposta si mise a ridere.

 

“ Ah, Seth non è il mio padrone. Glielo lascio solamente credere e intanto consegno al sommo Ra diverse informazioni utili. Sono anni che faccio da spia per la fazione della luce, non consegnerei mai l'Africa nelle mani di quel megalomane. Sono venuto qui per mettervi alla prova e avete superato il test a pieni voti”, spiegò con tono ilare. Per diversi secondi nessuno si mosse, certi che fosse una trappola. Infine Harry accettò la mano di Bes e si rialzò.

 

“ E' stato... un onore confrontare le lame con voi, mio signore.”, disse ansimante il moro, ricevendo un colpetto col fianco.

 

“ Un dio che fa il doppio gioco?”, disse stupita Luna. Il nano girò una delle proprie daghe runiche nella mano callosa e rise.

 

“ Che credevate, che Loki fosse l'unico a poter fare il bello e il cattivo tempo? Ma il tempo è poco, i fratelli di Morte si fanno sempre più vicini a lui e c'è ancora strada da fare per le piramidi- spiegò il nano, prendendo una boccetta dal gonnellino- questa dovrebbe guarire la ferita della fenice. Ma state attenti, non solo la strada sarà tremenda, ma Morte non può essere sconfitto semplicemente dalla forza.”.

 

“ Sssse la forza bruta non funziona è sssssolo perchè non ne hai applicato abbastanza.”, scherzò Merek, pulendosi le squame spaccate con un panno. Bes rise ancora.

 

“ Ancora una volta dimostri buon senso, figlio dei Cernoun. Ma no, puntargli la pietra della resurrezione e sparargli incantesimi a raffica non funzionerà. Dovete ragionare con lui. Miss Tarn potrà dirvi più di me. Ora sbrigatevi.”.

 

Pochi minuti dopo Fanny, nuovamente in forze, solcò il cielo notturno mentre i suoi passeggieri salutavano quel bizzarro e coraggioso dio che aveva sconvolto il loro viaggio.

 

*****

 

Ginny era nel tempio di Lugh, sola. La giovane sacerdotessa impugnava un coltello rituale con cui stava incidendo il dorso delle mani con un triskele, la tripla spirale della cultura druidica. Cantilenava in antico celtico, inneggiando alla gloria di Lugh e di tutto il pantheon britannico. Alzò le mani, lasciando che il sangue le scorresse lungo le braccia fino ad arrivare a terra.

 

“ Mio signore, rafforza la mia volontà, fa delle mie braccia il tuo strumento. Proteggi le nostre case e i bambini indifesi. Che nessun male li sfiori mentre noi combattiamo in tuo e loro nome- recitò la ragazza, attorno alla quale apparvero piccole particelle di luce, riprendendo poi il coltello per portarselo alla fronte e incidere lo stesso simbolo presente sulle sue mani- che nessun nemico sfugga alla tua ira. Permettimi di portare agli invasori il tuo castigo.”.

 

Mentre le ultime gocce di sangue toccarono terra e la sua preghiera risuonava per la stanza, la testa dell'idolo si illuminò con una bellissima aura verde, e la voce di Lugh risuonò potente nella sala.

 

' Saranno i miei migliori guerrieri

Come creta li modellerò, e nelle fornaci della guerra li forgerò.

Avranno una volontà ferrea, e muscoli d'acciaio.

Di possenti armature li vestirò e con le migliori pistole li armerò.

Non saranno toccati da alcuna piaga o morbo, nessuna malattia li ostacolerà.

Avranno strategie, macchine e tattiche tali che nessun nemico li sconfiggerà in battaglia.

Loro sono il mio muro contro il terrore.

Loro sono i difensori degli innocenti.

Alzatevi, figli miei. E portate la mia furia sui nostri nemici.'

 

Ginny strinse le mani, ascoltando tra le lacrime quell'elogio, sentendosi come toccata dal caldo abbraccio del suo amato patrono.

 

“ Grazie, mio signore. Non sarete deluso.”, disse la sacerdotessa, alzandosi con un inchino mentre il grande sacerdote entrava di buona lena. Era un anziano signore, come la stessa Ginny proveniente dalla vecchia Inghilterra magica, dove aveva studiato le antiche vie del suo popolo, quasi ignorate ai tempi moderni. Era stato lui a fondare una chiesa vera e propria dedicata agli dei celtici, lieto di poter celebrare la loro gloria e allo stesso tempo di aiutare New Hogsmeade e Camelot.

 

“ Ginny, sono arrivati i rinforzi dal sud america.”, disse l'uomo alla sua discepla.

 

“ C'è anche lo zio Zhen Hi?!”, chiese felice la giovane maga. mentre le proprie ferite si cicatrizzavano, lasciando impronte rosa pallido sulle mani.


“ Sì, è intento ad abbracciare tuo padre. E a giudicare dalle dimensioni dei rinforzi, non ha passato l'ultimo anno dormendo.”, rise il sacerdote con una lieve nota di ottimismo nella voce.

 

“ Vado subito. Difenderemo insieme l'Inghilterra ancora una volta.”, disse decisa Ginny, uscendo dal tempio col proprio bastone in mano, nei suoi occhi la determinazione di chi era pronto a tutto.

                                                                                                     ***********

Saaaalve a tutti, perdonate il mio enorme ritardo, causato da quella cretinata della tesi di laurea. Ho l'esame il 20 e dopo spero di essere totalmente libero a parte un altro paio di progetti che non credo comunque ostacoleranno tanto la mia ispirazione e la voglia di scrivere. Spero intanto che il capitolo vi sia piaciuto. In realtà nei manuali( e tra l'altro il volume sull'Africa è tra i più odiati di Rifts, non l'avessi detto) Bes è cattivo al 100%, ma siccome ho adorato la sua versione di Kane Chronicles, ho pensato di farne una spia per gli dei buoni. Mi auguro di aggiornare presto, il prossimo capitolo dovrebbe essere in parte dedicato ai villain.

  
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