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Autore: Clementine84    18/09/2021    0 recensioni
Due amiche e una crociera nel Mediterraneo con una band famosa. Una delle due, fan fedele sin dagli inizi, si fa accompagnare dall’altra, che non ha mai capito cosa ci trovino tutte nel biondino del gruppo, considerato un rubacuori in grado di far cadere qualunque donna ai suoi piedi. Un incontro casuale basterà a lui per decidere che vale la pena farglielo scoprire, costi quel che costi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Carter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – Come Sail Away

 

I'm sailing away
Set an open course for the Virgin Sea
'Cause I've got to be free
Free to face the life that's ahead of me

(Come Sail Away - Styx)

 

Mentre porgevo il mio biglietto e la carta d’identità all’addetto agli imbarchi, alzai lo sguardo sull’imponente nave da crociera che avevo davanti agli occhi. Miseria se era enorme. Non me la immaginavo così gigantesca. Mi aspettavo una cosa tipo quella che mi aveva portato tra i fiordi norvegesi, non quel mostro di metallo a dieci piani. Inconsciamente, mi misi a contarli. Forse erano anche di più. Dodici o tredici probabilmente. Un palazzo che solcava i mari.

Mi sentii toccare un braccio e, voltandomi, mi accorsi che Jessica mi stava parlando. Tolsi le cuffie dalle orecchie e la canzone che stavo ascoltano si interruppe bruscamente. Prima di partire, mi ero preparata una playlist a tema nautico da sentire nei giorni precedenti l’imbarco, certa che, una volta a bordo, l’unica musica che avrei ascoltato ininterrottamente per cinque giorni sarebbe stata quella dei Backstreet Boys, che mi piaceva, per carità, ma avevo come l’impressione che, al momento dello sbarco, ne avrei avuto la nausea.

La mia amica mi mise in mano un pass plastificato, attaccato a un laccetto da mettere al collo, una tessera magnetica, probabilmente la chiave della cabina, un braccialettino di gomma azzurro con la scritta BSB – European Adventure Cruise e un volantino con il programma dettagliato di tutte le attività. Poi mi disse “Vieni, andiamo alla nostra cabina”.

Io annuii, mettendomi distrattamente al collo il pass, e la seguii, trascinandomi dietro il trolley che mi ero portata e che conteneva anche una selezione di abiti piuttosto bizzarri, che Jessica mi aveva costretta a preparare in vista delle serate a tema.

Arrivammo alla nostra cabina, di cui io avevo colto soltanto il numero del ponte, ma che non avrei saputo assolutamente raggiungere da sola, entrammo e iniziammo a sistemarci. Jessica si mise a leggere il programma e annunciò che la prima cosa che dovevamo fare era una sorta di esercitazione di emergenza. Scoppiai a ridere e le chiesi se stesse dicendo sul serio. Lei si limitò ad annuire. Rassegnata, la seguii sul ponte dove, devo ammettere, passai tutto il tempo dell’esercitazione a ridere, divertita dalla situazione.

Finite quelle formalità, ci sarebbe stata una specie di festa di partenza e, successivamente, una cosa chiamata Game Night, che mi incuriosiva parecchio. Quando Jessica mi afferrò una mano, per trascinarmi il più vicino possibile al palco, dove sarebbero presto apparsi i protagonisti della crociera, presi un respiro profondo e sorrisi. A quanto pareva, la mia crociera con i Backstreet Boys era iniziata. Tanto valeva cercare di godermela.

 

I look to the sea
Reflections in the waves spark my memory
Some happy some sad
I think of childhood friends and the dreams we had
We live happily forever
So the story goes
But somehow we missed out
On that pot of gold
But we'll try best that we can
To carry on

(Come Sail Away - Styx)

 

Mi tolsi gli occhiali da sole e diedi un’occhiata alla nave che si stagliava davanti a me. Era enorme. E sembrava figa, molto più bella di quelle a cui eravamo abituati nelle crociere che facevamo negli Stati Uniti. Opulenza europea, pensai tra me. Mike, la mia guardia del corpo, mi toccò leggermente un braccio, facendomi cenno di seguirlo. Annuii e mi rimisi gli occhiali, trascinandomi stancamente dietro di lui. Sapevo che avrei dovuto essere più entusiasta. Era una crociera, diamine, non stavo andando in miniera. Quante altre persone al mondo potevano dire di guadagnare facendo quello che più amavano – che, per me, era cantare – mentre si crogiolavano su una lussuosa nave da crociera nel Mediterraneo per cinque giorni? Molto poche. Mi bastavano le dita di una sola mano per contarle. E, la cosa curiosa era che conoscevo perfettamente anche le altre quattro, dato che erano i miei colleghi di lavoro, i miei migliori amici e, sostanzialmente, quanto di più vicino a una famiglia avessi mai avuto. Di solito ero entusiasta di partire per una delle nostre crociere. Mi divertivo. Ma, quella volta, era diverso. Uscivo da un brutto periodo, la relazione forse più importante della mia vita era finita, in malo modo, circa sei mesi prima e stavo ancora tentando di rimettere insieme i cocci della mia incasinatissima esistenza. Ero esauto e dilaniato da un senso di colpa che non mi abbandonava mai, perché, se c’era una cosa di cui ero certo al cento per cento, era che la fine della mia relazione con Lauren fosse completamente colpa mia. Io che, a trentasei anni, avrei dovuto essere un uomo maturo e, invece, continuavo a comportarmi da ragazzino immaturo, scappando dalle responsabilità che mi terrorizzavano. Potevo trovare un milione di scuse per giustificare il mio comportamento: una famiglia manipolatrice e anaffettiva, un’infanzia difficile e un’adolescenza praticamente negata, dato che l’avevo trascorsa calcando i maggiori palchi del mondo con i Backstreet Boys. Senza contare la fama improvvisa e un’enorme disponibilità economica, impossibile da gestire per un ragazzo appena maggiorenne. La verità, però, è che ero un vigliacco. Dentro di me, sapevo che i Backstreet Boys erano stati la mia salvezza e che, se non avessi avuto i ragazzi e quel lavoro, probabilmente la mia vita sarebbe stata una lenta discesa all’inferno. E, il fatto di saperlo, ma di imputare comunque a quello la motivazione delle mie scelte sbagliate, mi faceva sentire ancora più in colpa. Al mondo davo l’immagine di un uomo spensierato e sicuro di sé, quasi al limite dell’arroganza, ma la realtà era che passavo metà della mia vita a sentirmi in colpa, e l’altra metà a cercare di gestire – o, nella maggior parte dei casi, ignorare – le mie insicurezze.

Avrei potuto avere una vita fantastica, ma qualcosa evidentemente era andato storto e, in quel momento, stavo semplicemente cercando di restare a galla. Mi lasciai sfuggire un sorriso, pensando a quanto quella scelta di termini fosse curiosa, considerato che stavo salendo su una nave. Ma, restare a galla era quello che mi ero imposto di fare in quei cinque giorni, non solo letteralmente, ‘galleggiando’ sul mare, ma anche metaforicamente. Dovevo indossare una maschera, fingere di divertirmi, fare il carino con le fan e non creare problemi ai ragazzi. Solo quello. Non contavo di godermi il viaggio, le mie aspettative non erano così alte. Mi bastava arrivare vivo alla fine, per poi potermene tornare a casa mia, a Las Vegas, e rifugiarmi a leccarmi le ferite in solitudine.

Salito sulla nave, fui scortato alla mia cabina, accorgendomi a mala pena delle mani che mi toccavano e delle urla intorno a me, che mi arrivavano attutite dalla musica che usciva dagli auricolari alle mie orecchie. Entrai e chiusi la porta dietro di me, sospirando. Chiusi e riaprii lentamente gli occhi, quasi senza notare l’arredamento curato e i fiori che decoravano la suite in cui mi trovavo. Solo allora, mi tolsi le cuffie, mettendo in pausa la musica che mi suonava nelle orecchie. A.J. aveva preparato per tutti una playlist a tema nautico da ascoltare durante il viaggio in aereo, come introduzione alla crociera, ed era proprio quella che stavo ascoltando, in quel momento. Ironia della sorte, le ultime parole della canzone che avevo bruscamente interrotto a metà dicevano ‘But we'll try best that we can to carry on’ e tirare avanti era esattamente quello che avevo intenzione di fare.

Capisco che sul prologo ci fosse poco da dire, ma per questo primo capitolo (molto breve, i prossimi saranno molto più sostanziosi, promesso) mi aspetto qualche commento da voi fa. Compare Nick, quindo ditemi cosa ne pensate. Ci conto, ok?

  
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