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Autore: Spensieratezza    20/09/2021    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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“Ma che cos’è questa, una processione?? Avete intasato l’ospedale, ma non vi vergognate?? E i medici che ve lo hanno lasciato fare??” diceva Bobby, fingendo di essere contrariato ma dentro di sé era orgoglioso e contento.

“Quando hai un demone e degli angeli a tua disposizione, è del tutto facile manipolare tutti affinchè uno possa essere lasciato in pace.” Gongolò Crowley.

“Avete usato i vostri poteri per approfittarvene? Ma questo è..abuso di potere!” disse Adam, scherzando.
Tutti risero.
“Voglio andarmene da qui, i dottori continuano a volermi trattenere. Castiel, usa i tuoi poteri da stregone incompreso e convincili a farmi uscire di qui.”

“Assolutamente no, sei quasi morto!”
“Ma non lo sono stato! E poi grazie ai tuoi poteri di guarigione, posso andarmene in un attimo!”

“Bobby..” disse Sam dolcemente. “Non sfidare la buona sorte. Hai rischiato tantissimo, hai subito una operazione delicata, non puoi sfruttare il potere della guarigione proprio perché potrebbe andare a interferire con l’intervento chirurgico che hai appena subito e provocarti dei danni, senza contare che i dottori si insospettirebbero e tu non vuoi che attirino la polizia di nuovo da noi, vero?”
“Merda, lo stavo scordando!”

“Beato te.” Commentò Dean. “Non è stato piacevole avere di nuovo la polizia alle calcagna dopo anni in cui ci credevano morti.”
“Mi dispiace, Dean. È stata colpa nostra.” Disse Steve.

“Non vi preoccupate, è stata una nostra scelta. Adesso l’importante è Che l’FBI tenga fede alla sua promessa e vi scarceri da tutte le accuse. Siete già..scarcerati, vero?” chiese Dean.
“Ehm, in realtà non abbiamo più avuto modo di affrontare il discorso..” disse Steve, grattandosi la testa.

“Ma…ma come..avete..distrutto il programma della Compagnia, non è così?”

“In realtà è stato Vergil a fare il lavoro sporco, con l’aiuto di Lucifer e Alan a contribuire quando si è trasformato in quell’orrendo serpente gigante, ma quelli erano solo i pesci grossi..poi ci sono quelli più piccoli. Noi abbiamo smantellato i praticanti, ma poi ci sono quelli che lavorano dietro..e sono ancora a piede libero. “disse Bruce.

“Oddio, sono pericolosi? Potrebbero venire a cercarvi?” chiese Sam.

“No, noi pensiamo che non oseranno agire contro di noi, tuttavia l’FBI e noi avevamo un accordo. Saremmo stati scagionati da TUTTE le accuse se avessimo portato a termine la missione, di portare a loro la scheda madre che contiene TUTTI I NOMI,inclusi chi lavora dietro. Quella che ci ha dato Cedric è una lista parziale. Non è colpa tua, Cedric. Di certo non è colpa tua, tu hai fatto quello che potevi…ma la nostra missione non è ancora conclusa e sento che quegli stronzi potrebbero appellarsi a questo per continuare a tenerci nelle loro grinfie.” Disse sempre Bruce.

“Morale della favola: prima di potercene andare in giro dichiarando di essere UOMINI LIBERI, sarà meglio assicurarci che non avremmo brutte sorprese e adesso se permettete, noi vorremmo riposarci un po’ prima di ripartire all’avventura.” Disse Matt.

“Non so davvero come ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per i miei ragazzi e per me. Non eravate obbligati ma l’avete fatto. Avete speso tempo per me, rischiando di venire qui ed essere scoperti.” Disse Bobby orgoglioso.

“Ehi, non dirlo neanche per scherzo. Dean e Sam sono degli amici e chiunque a loro tengano, ci teniamo anche noi.” disse Steve battendosi una mano sul petto.

“Io provo lo stesso. è grazie a loro se mi sono ricongiunto con mio fratello e la mia famiglia, grazie a loro se adesso anche io ho degli amici. Per com’era la mia vita non avrei mai potuto sperare che tanta meraviglia mi arrivasse tutta insieme. Non avevo un passato, né una famiglia, perché non l’ho mai sentita come tale, quella in cui sono cresciuto, ma adesso sento di far parte di una grandissima famiglia e ne sono orgoglioso. Voi tutti mi avete salvato e non è stato un obbligo quello che mi ha fatto venire qui, ma è stato il cuore a dettare legge per me.” disse Vergil, facendo un piccolo inchino.

“Guarda, guarda, sei quasi irriconoscibile, in confronto solo a qualche settimana fa.” gongolò Alan.
“Sì, infatti, mi fa paura.” Disse Alan e tutti quanti scoppiarono a ridere.
 
 
*

Dean e Sam stavano parlando con i dottori per discutere di quando Bobby avrebbe potuto lasciare l’ospedale.Operazione resa particolarmente difficile dal fatto che Dean continuava a stuzzicarlo, un po’ mordendogli la spalla e un po’ facendogli il solletico con le carezze sotto la maglietta.

“Dean..la vuoi piantare??” disse Sam a denti stretti, mentre tentava di mantenere un’espressione dignitosa davanti alla segretaria con cu parlava davanti al vetro.
“Smettila di parlare..andiamo via..di solito non parli così tanto..”
“Sei impossibile, lo sai?”
 
Nonostante le proteste di Sam, per i due fratelli fu molto difficile separarsi. Erano un groviglio di corpi che sembravano fare fatica a separarsi per camminare, il tragitto alla macchina fu particolarmente tortuoso e quando Dean si mise alla guida, Sam pensò bene di vendicarsi, rendendogli pan per focaccia.

“Puoi fare quello che vuoi, ma non slacciarmi i pantaloni. Va bene che per quante volte abbiamo sfidato la morte, potremmo essere immortali, ma meglio non sfidare troppe volte la sorte.” Disse Dean.
“Tanto lo so che vorresti proprio QUELLO ma non lo farò…così soffrirai..” disse Sam con voce roca, mordendogli l’orecchio.
“Buono, Sam..” disse Dean, piuttosto nervoso.

Fecero fatica ad uscire dalla macchina e in generale ad arrivare alla camera del primo motel disponibile. Avrebbero potuto chiedere agli angeli di teletrasportarli a casa di Adam, ma volevano avere la loro privacy e inoltre avevano approfittato già troppo della loro amicizia.

Dean aprì la porta, anzi, quasi la buttò giù, spingendo Sam all’interno con furia e ardente bramosia.
Sam caracollò come un pupazzo che non sta in equilibrio, ben felice di leggere la passione e il desiderio di Dean, anche avvalendosi della sua forza.

Dean lo spinse quindi sul letto, togliendosi la maglietta e spalmandosi sopra di lui come il burro si spalma sopra la marmellata.
Sam sospirò di piacere, nel sentire la pelle nuda del torace di suo fratello, su di lui.

Aveva una bella pelle, Dean, aveva un fisico bestiale, secondo Sam, ma sapeva che non era tutto lì. Quello che sapeva Sam, era che quando Dean lo abbracciava e lo stringeva a lui, Sam si sentiva FELICE.
Anime gemelle… pensò Sam.

Dean cominciò a baciucchiarlo con bacetti e morsi sotto la mandibola, mandandolo in estasi.
“Finalmente SOLI.” Disse Dean.
Sam sospirò, accarezzandogli i capelli.
“Era da tanto che lo desideravo anch’io.”

Entrambi cercarono la bocca dell’altro, dando il via a un bacio appassionato e lungo che li fece tremare di emozione.
“La tua pelle…non riesco a pensare ad altro..” disse Dean, baciandogli il collo.
Sam si contorse sotto di lui.

“Io ai tuoi baci..alle tue carezze..tu sei..il regalo più grande..”
Dean smise in quel momento di baciarlo e Sam subito si preoccupò.
“Ho detto qualcosa che non andava bene?”

“Tu…no..tu sei meraviglioso. Mi hai riportato alla mente un ricordo..”
“Un..ricordo?”
“Sì…avevo quattro anni e stavo facendo i capricci perché la mamma mi aveva promesso una torta di mele come regalo per esser stato così bravo a calcio..”
 
“Non è giusto, non è giusto!! Me l’avevi promesso, me l’avevi promesso!!”

Dean, come tutti i bambini piccoli, si sentiva tradito e ferito da quella promessa infranta. Si era già pregustato il sapore dolce della torta, quel sapore speziato e succoso delle mele e la mamma si era comportata in quel modo. Perché?
Mary, esasperata e preoccupata, si era avvicinata a Dean.

“Tesoro, mi dispiace tanto, ma sono stata distratta da un avvenimento..”
“Non mi interessa, me l’avevi promesso! Sei cattiva, cattiva!”
“Dean…mi dispiace per la torta di mele, ma ho un altro regalo per te, che spero apprezzerai lo stesso.”
“Uh? Un regalo?”

“Aspetto un altro bambino, tesoro! Diventerai un fratello maggiore. Tra qualche mese avrai un fratellino.” disse Mary, chinandosi davanti a lui e prendendogli le manine, con gli occhi che luccicavano di emozione.

Dean rimase talmente scioccato e a bocca aperta da preoccupare Mary, che si preoccupò ancora di più, quando lo vide allontanarsi senza dire una parola, con lo sguardo assente.

Triste, si era messa sul divano, pensierosa, pensando a come farsi perdonare dal suo bambino. Era felice della gravidanza ma le dispiaceva che il suo bambino ce l'aveva con lei e ora aveva anche timore che la notizia del futuro fratellino l'aveva scosso. Cominciò a pensare a come fargli accettare il nuovo fratellino in arrivo, ma dopo un po’ si addormentò.
Venne svegliata da un tramestio di sedie e cose gettate in terra, in cucina.
 
Quando mise piede in cucina vide farina e latte per terra, sedie buttate giù.

“Ma che diavolo succede…DEAN!!”
“Scusa, mamma.”
“Si può sapere cosa è questo casino??”
“Stavo facendo una torta.”
“Ohhh, Dean!! Talmente tanto è il tuo desiderio da non poter aspettare un altro giorno? Ma che..”
“Non era per me!!” disse Dean e subito guardò in basso.
“Cosa?”

“Non era per me la torta, ma per te!”
“ma che..”
“Adesso aspetti un bambino. È un bellissimo regalo, mamma  e pensavo di premiarti con una torta alla settimana, fino a quando non nascerà il bambino. “
“Oh, piccolo mio, vieni qui.” Mary era commossa. Il suo bambino era un angelo e lei aveva pensato male di lui. Lo aveva giudicato capriccioso e superficiale. Chissà se sarebbe stata una buona madre. Forse non li meritava, ma era molto grata che Dean avesse scelto lei e Sam sarebbe stato dolce come il fratello. Lo intuiva dallo stato di grazia in cui si sentiva, che avrebbe stretto tra le sue braccia un altro angelo.

Allargò le braccia e Dean si precipitò da lei a farsi abbracciare.
“Grazie del regalo, mamma.”
“Tu sarai un fratello maggiore fantastico, mio piccolo ometto.”
 


“Non me l’avevi mai raccontato.” Disse Sam commosso.
Ehi, così mi fai preoccupare.. il fatto che adesso stai piangendo, vuol dire che non faremo sesso?” gli chiese Dean asciugandogli una lacrima da un occhio.
“Non ci penso neanche! Anzi, lo voglio ancora di più adesso.” Disse Sam, riportandolo su di sé.

Dean non perse tempo e riprese a baciarlo e poi a spogliarlo.
Sam rise, lasciando che suo fratello lo spogliasse.
“Sai che AMO fare l’amore con te?”

“Sono d’accordo.” Confermò Dean, mordendogli una coscia.

“Ahhhh. E AMO che tu sia mio fratello. Non cambierei una virgola di questo.”

Dean sembrò toccato dalla sua dichiarazione e poi disse maliziosamente:
“Guarda guarda il fratellino. Hai un kink al riguardo eh??”

“Cosa?? NO. Che stupido!” disse Sam mettendosi a ridere.
“Se vuoi..” disse Dean, mordendogli la mascella. “Posso chiamarti fratellino, mentre lo facciamo..”
“Non era quello che…Ahh..” gemette Sam, mentre Dean cominciava a prepararlo.

“Mentre mi spingo dentro di te..in profondità..che ne pensi??” disse con voce roca, facendolo scivolare di più verso di lui, spingendolo all'indietro.
“Vero che mi ami, fratellino, vero? Vero??”

“Sì…sì…mmmm..Dean…TUO....”

Dean rispose con un bacio a quella dichiarazione.

“Dillo ancora.”
“TUO. TUO. TUOOO.” Gemette Sam, mentre suo fratello si spingeva in lui con passione., accarezzandogli le braccia.

“Ancora..Dean..ancora…ahhh..più profondo..fino..all’universo..” gemeva Sam, mentre Dean continuava a spingere.
“E io sono tuo, solo tuo?” chiese Sam.
“Sì. Tuo. Solo tuo.”
“Mio..”

“Mio…tuo..” sussurrava Dean al suo orecchio.
 
   
 
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