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Autore: Maggiechan_75    24/09/2021    1 recensioni
Sono passati cinque anni, nevicava.
Sapevi quanto per me era importante quel giorno. Lo sapevi eppure quel giorno mi hai lasciato da sola.
Ed io come ogni anno ci speravo.
Avevo la speranza che tu cambiassi le tue abitudini per me.
Per questo storia mi sono ispirata dalla canzone di Laura Pausini "Invece No"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Perché si spezzano tra i denti
Le cose più importanti
Quelle parole che non osiamo mai
E faccio un tuffo nel dolore per farle risalire
Portarle qui, una per una qui
Le senti tu, pesano e si posano per sempre su di noi
E se manchi tu, io non so ripeterle
Io non riesco a dirle più


Tua madre aveva ragione siamo sempre stati uguali io e te! 

Eppure sei cresciuto così diversamente da me.

Hai avuto tutto dalla vita, questo grazie a lei, non lo posso negare Hideyuki. 
Ha sempre creduto in te facendo molti sacrifici per realizzare i tuoi sogni, mentre io a malapena sono riuscito a starvi a fianco per applaudire ogni tuo successo.

Eppure ce l’ho messa tutta per cambiare, per essere degno di voi.

Ci sono voluti dieci anni dalla tua nascita prima di riuscire a riconoscerti ufficialmente, ma per  farlo dovevo prima “riconoscere me stesso”!
Non è stato facile ammettere che avevo paura di avere un’identità. 
Avere un nome, un cognome e un luogo chiamato casa avrebbe significato mettere radici.

Una vita fa, ...in America, era stato così facile per me andarmene da un giorno all’altro.
Quella però, era … una vita fa, era il tempo in cui al futuro e allo stesso presente non ero interessato.

Ricordo la prima volta che ho temuto per il mio futuro. 
E’ stato l’istante esatto in cui qualcuno ha puntato per la prima volta la pistola su di lei, su tua madre. In quel momento mi ero reso conto che, se avessero sparato a lei. sarei rimasto nuovamente solo! 

Credevo fosse la paura più grande che potessi provare per tua madre, ma lei è riuscita a stupirmi ancora. Ho scoperto la differenza, perderla per caso o essere lasciato da lei. 
Sono due cose completamente diverse... completamente diverse! 

In quel momento mi era crollato il mondo addosso. 
Ci ho messo del tempo per riprendermi … cinque anni. 
Sarebbero stati troppi per chiunque ma non per lei, tua madre.

Credevo fosse troppo tardi lo credevo davvero, ma lei ha di nuovo aperto le braccia verso di me. 

Era il primo aprile dopo il nostro primo incontro. 
Quella sera a cena le avevo fatto tante promesse, a molte delle quali trovavo solo uno sguardo severo e giudizievole. Quando credevo di non avere più nessuna chance, le promisi che ci avrei provato con tutto me stesso. Solo allora sorrise decidendo di credermi.

Ed io ce l’ho messa tutta a mantenere quella promessa. Davvero tutta credimi!

I primi anni sembrava che avessi trovato l’equilibrio giusto. 
Durante il giorno stavo spesso con te mentre tua madre lavorava. Andavamo molto d’accordo io e te, ero il tuo compagno di giochi preferito.
 Per stare con te al pomeriggio dopo la scuola, avevo accettato di aiutare Saeko diventando un informatore “part-time”. Non era certo eccitante come fare lo sweeper ma non potevo permettermi più di rischiare la vita ogni giorno. 
Mi ero reso conto che non potevo più permettermi di lasciarvi da soli.

Ce l’ho messa davvero tutta!

Pensavo che essere padre significasse portarti al cinema per vedere l’ultimo film di Jackie Chan, o batterti a Final Fantasy mentre tua madre si incontrava con i tuoi insegnanti di scuola, o aveva qualche altra riunione che ti riguardasse. 

Credevo che bastasse perchè dopo tutto tua madre in questo è sempre stata più brava di me.
Io non ho nemmeno capito che, se andavi male a scuola, non era perchè non avevi voglia di studiare ma perchè eri dislessico. 
Mentre io ti portavo alle partite di baseball, tua madre pazientemente stava davanti al computer in cerca di un metodo per aiutarti a studiare.

Ci ho provato ce l’ho messa tutta credimi, ma tu Hideyuki sei cresciuto così in fretta ...non sono riuscito a stare al passo con te. 

Il tempo passava e le nostre risate pian piano si sono trasformate in lunghi silenzi. 

Solo ora ho capito quanto mi stai disprezzando… quando hai iniziato a farlo figlio mio? Quando!?

- MOLLALO MAMMA!!

Sono bagnato fradicio, fuori c’è un acquazzone. 
Il pianerottolo è freddo e sicuramente prenderò un raffreddore.
Ho appena infilato le chiavi di casa sul buco della serratura, ma sicuramente non lo avrete sentito.
Guardo le mie mani tremanti, stanno facendo tintinnare le chiavi.

Dov’è finito quel bambino che mi attendeva con le braccia aperte il mio rientro?

- Ma che stai dicendo Hideyuki

Lei è sempre così tranquilla anche in momenti così. Ma come fa?! Come fa tua madre a non perdere la calma nemmeno in questo momento. Come fa a capire il tuo stato d’animo così bene? 

- Ti rendi conto?! Si è dimenticato che giorno è oggi. Mamma!!! Come fa a dimenticare il giorno del compleanno di suo figlio!? MAMMA!!!!

Non l’ho dimenticato io….

- … non è facile per lui Hideyuki. Non è facile ricordare il giorno in cui avrebbe dovuto essere al mio fianco. Hai sedici anni dovresti capirlo  ormai anche tu!

Tua madre come sempre sa trovare le parole giuste per spiegare i miei sentimenti. 

- MA NON E’ UNA RAGIONE SUFFICIENTE PERCHÉ’ LO GIUSTIFICHI?!

Hai ragione figlio mio! Non è una ragione sufficiente. Il giorno della tua nascita non l’ho dimenticato credimi.
Ricordo molto bene quella notte! Mick mi ha trascinato in ospedale solo per farmi sentire le urla strazianti di tua madre e i tuoi pianti disperati. 
Sperava che avessi deciso di varcare quella porta e avessi deciso di starle vicino. 
Ma non ce l’ho fatta Hideyuki!

Ero così cieco da non capire quanto la stessi facendo soffrire. 
Ero così cocciuto da non sentire nemmeno il mio dolore. 
Non ero ancora pronto a incontrarti, nove mesi senza di lei non mi erano bastati per capire quanto avevo bisogno di voi…. e voi di me!
Sono stato uno stupido che ci ha messo altri quattro anni per trovare il coraggio di prendere in mano il telefono e chiamarla. 

Eravate così vicini a me ed io non me ne ero mai accorto! 

Era Natale quando scoprii dove abitavate, il giorno dopo che ti conobbi, mi ero ritrovato davanti alla vostra porta ancora con la bocca amara dalla sbornia. 
Ci sono voluti altri tre mesi prima che superassi lo shock della scoperta e trovassi il coraggio finalmente di dare definitivamente una svolta alla mia vita. 

Era il suo compleanno, l’avevo chiamata un minuto prima dello scoccare della mezzanotte. 
Aveva risposto al primo squillo. Le diedi il tempo di sfogare tutta la sua rabbia su di me prima di chiedergli un appuntamento. 
Avevo bisogno di incontrarla e darle una spiegazione
Avevo bisogno di vederla. 
Avevo bisogno che mi guardasse in faccia per capire cosa provavo veramente perchè a parole non sono mai stato bravo.

Voleva delle prove alle promesse che le avevo fatto quella sera a cena. Ci ho messo qualche mese per riconquistarla ed avere il permesso per riuscire a varcare la porta di questo appartamento. 

Ha avuto pazienza e ne ha  ancora molta sai!?

- Non lo riesci proprio a capire vero Hiki?!

Apro la porta mentre tua madre tenta invano di giustificarmi.

Finalmente ho trovato il coraggio di farlo. 
Non posso permettere che tu la faccia soffrire così Hideyuki è tua madre.

- Non l’ho dimenticato!

Ti dico con tono deluso mettendo tra le tue mani un pacchettino.
Non posso credere che tu abbia potuto pensare che io lo avessi potuto fare. 

- Buon compleanno Hideyuki!

Riesco a dire senza balbettare. 
 
Come potrei dimenticare il giorno della tua nascita io che non ricordo quando è la mia e so come si sta male nel non saperla. 

Lo credevo davvero! Pensavo bastasse solo starti vicino.

Per tutta risposta mi volti le spalle e ti dirigi verso la tua camera sbattendo la porta.
Resto completamente spiazzato io …

- Gli passerà! Ha sedici anni…

Mi dice tua madre mentre dolcemente mi toglie lo spolverino fradicio.

- Ma ….

Ma che significa!? 

- Non… non è una giustificazione…

Le parole escono dalla mia bocca ancora prima che diventino pensiero.

Non lo è davvero! 
Non lo è per me che con la scusa di “ci ho provato davvero” penso di essermi pulito la coscienza.
Ma non lo è nemmeno per te, Hideyuki. Se eri arrabbiato con me era con me che dovevi parlare non con tua madre.

Tua madre ha proprio ragione siamo così uguali io e te!

Oh Kaori! 
Mi stai guardando cercando di sorridere mentre hai il volto bagnato dalle lacrime. 
Ti abbraccio perchè è l’unico modo che conosco per cercare di consolarti, ma non basta lo capisco lo so! 
Forse… ormai… è troppo tardi!

- Non siamo pronti ne tu ne io ad avere un ragazzo adolescente da dover crescere!

Mi dici tremando tra le lacrime.

- Ti prometto che ce la metterò tutta!

Ti rispondo baciandoti. Forse questa volta riuscirò a mantenere la mia promessa… Forse…

Ti resterò a fianco. 
Non ti lascerò sola. 
Non lo farò anche se ho una tremenda voglia di scappare. 
Ma questa volta no! Non lo farò!

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Invece no! è una storia che forse non ci si aspetta in questo fandom.
Invece no! mette in relazione i pensieri con la realtà dei fatti. 
Ryo e Kaori in tutto questo tempo sono cambiati, sono maturati?

Ryo credeva, davvero che bastasse stare accanto ad Hideyuki per essere un padre?
E' possibile che si sia accorto dell' "errore" solo il giorno del sedicesimo compleanno del figlio?
Ed ora... è davvero troppo tardi per cambiare?!


 
   
 
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