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Autore: Mary P_Stark    24/09/2021    0 recensioni
Una serie di OS dedicate ai personaggi della Trilogia della Luna. Qui raccoglierò le avventure, i segreti e le speranze di Brianna, Duncan, Alec e tutti gli altri personaggi facenti parte dell'universo di licantropi di cui vi ho narrato in "Figli della Luna", "Vendetta al chiaro di Luna", "All'ombra dell'eclissi" e "Avventura al chiaro di Luna" - AVVERTENZA: prima di leggere queste OS, è preferibile aver letto prima tutta la trilogia + lo Spin Off di Cecily
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Tempesta a sorpresa - Cap. 1

 

(Tempest e Hugh)

La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.
(Vivian Greene)

 

Luglio 2013 - Broubster Forest (Scozia)

 

Nell'approssimarsi a Calder Mains, da cui avrebbero imboccato la diramazione per Broubster, Hugh si chiese cosa avesse organizzato Bryan, per quella riunione tra clan.

Per quanto lo riguardava, era la prima volta che si avventurava così a nord, ma andava pur detto che, prima della riconciliazione tra Alec e Duncan, le riunioni tra i vari Fenrir erano eventi più unici che rari.

Guardandosi intorno con espressione incuriosita, si sorprese non poco nel trovarsi in prossimità di una foresta quando, per diverse decine di miglia, era stato circondato da immense praterie di erica, rocce levigate dalle intemperie e poco altro. L'aspetto di quella parte di Scozia era selvaggio e impervio, molto più di quanto non lo fosse la stessa Cornovaglia, e il veloce volgere del tempo al brutto o al sereno, conferiva al tutto un'aura di mistero ancora maggiore.

Pur se Bryan era ufficialmente il capoclan del branco delle Orcadi, il loro Vigrond si trovava sulla terraferma poiché, sulle isole in cui vivevano i licantropi, non esistevano foreste di alcun genere.

La proprietà in cui cresceva la quercia del clan apparteneva alla famiglia Donnelly da secoli, quando ancora il branco si trovava nella zona di Thurso e si diramava dalla costa est alla costa ovest della Scozia.

Guerre intestine, lotte coi Cacciatori - i più spietati si erano sempre trovati al nord, almeno negli ultimi secoli - e incroci infelici di genealogie avevano man mano fatto crollare le nascite all'interno dei clan scozzesi. Da oltre quattordicimila lupi, stando a una statistica interna al branco del lontano millesettecentotrenta, si era passati ai ben più modesti duemila, che ora facevano parte delle fila di Bryan.

La zona di Thurso era stata abbandonata progressivamente per stanziarsi più a est, sulle isole delle Orcadi, dove erano richiestissimi i pescatori, ma l'antica proprietà terriera era rimasta, a protezione del Vigrond.

Imboccato che ebbe una piccola sterrata, come indicato da un cartello sul lato della strada che indirizzava alla proprietà dei Donnelly, Hugh si fermò in prossimità di un cancello chiuso e lì, dopo un'occhiata alla sua Fenrir, discese per aprire.

Cecily era rimasta in silenzio per gran parte del viaggio, viaggio che inizialmente non aveva desiderato in alcun modo fare a causa della morte improvvisa del suo anziano nonno materno.

I suoi genitori erano rientrati dai Caraibi nel breve decorrere di una giornata, non appena lei li aveva avvisati e, quando la famiglia Fairchild si era riunita al Vigrond per le esequie, l'intero clan si era stretto in un abbraccio corale attorno alla loro Fenrir.

Il dolore per quella perdita aveva spinto diversi membri dei clan vicini a partecipare alle esequie, e la stessa Lady Fenrir si era unita al gruppo, portando il suo personale affetto a Cecily in quel momento di lutto.

Forse era stata proprio la presenza di Brianna a convincere Cecily della necessità di partecipare alla prossima riunione tra Clan, e i genitori della donna le avevano dato gli ultimi sproni necessari perché lei vi prendesse parte.

Con la promessa di rimanere a Falmouth fino al suo ritorno, i genitori l'avevano quindi invogliata a partire ma, per Cecily, non era stato comunque facile affrontare quel viaggio.

Dopo aver spostato la jeep oltre i cancelli e averli richiusi, Hugh ripartì alla volta del Luogo di Potere e Cecily, nel sorseggiare un succo di frutta alla pesca da un piccolo brick in tetra-pack, borbottò: "Ci si congelerà il culo anche se siamo a luglio. Quanti gradi ci sono, adesso?"

"Undici, credo. Il brutto tempo non aiuta" ammise Hugh, svoltando in una sterrata alla sua destra, lieto che la sua Fenrir avesse deciso di rivolgergli la parola.

Era difficile vederla così abbattuta, visto quanto solitamente l'amica era pimpante, vitale e piena di energia. D'altra parte, non poteva neppure fargliene una colpa.

Cecily aveva amato moltissimo suo nonno Hank, perciò non era per nulla strano che lei reagisse a quel modo alla sua dipartita.

Seguendo le indicazioni che Bryan aveva ben pensato di lasciare lungo la tratta, Hugh riuscì a raggiungere facilmente lo spiazzo adibito a ricovero auto. Lì, spense l'auto e ne discese assieme a Cecily che, rabbrividendo nonostante tutto, lanciò un'occhiata alle nubi che si stavano addensando all'orizzonte e borbottò nuovamente: "Sarò costretta a usare un sacco a pelo."

Hugh sorrise a mezzo, di fronte a quel commento petulante, e replicò: "Se ti farai scaldare da qualche lupo, ne farai a meno, no?"

"Sono quasi tutti accoppiati, Hugh, e con te non ci dormo" sbuffò per tutta risposta Cecily, dandogli una pacca sul braccio per stemperare il rimbrotto.

In ogni caso, Hugh non se la sarebbe mai presa per le battute di Cecily. Per lui, era come una sorella e non gli sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello di vederla come un'amante. Neppure per una sveltina rilassante in mezzo ai prati.

No, proprio non ce la faceva, e per Ceel era la stessa cosa.

Raccolti gli zaini e le borse con le tende, i due si inoltrarono nel bosco, seguendo l'odore dei licantropi già presenti e l'aroma pungente della legna messa a bruciare, probabilmente per un falò o un barbeque.

Quando finalmente raggiunsero lo spiazzo erboso in cui si sarebbero radunati per la Riunione - circondato da un fitto bosco di abeti - videro già diversi clan presenti e alle prese con chiacchiere rilassate.

Nel vedere Duncan, Brianna e Lance impegnati a sistemare le loro tende e il necessario per il campeggio, Cecily si mosse lesta per raggiungerli per un saluto, lasciandosi alle spalle zaino e tenda.

Hugh, nel frattempo, recuperò ciò che la sua Fenrir aveva molto poco casualmente abbandonato, dopodiché raggiunse il gruppetto e si esibì in un leggero inchino a Brianna prima di salutarla con un abbraccio.

La giovane, contrariamente all'ultima volta in cui si erano visti, esibiva un taglio pixie davvero esuberante, e una lunga ciocca color turchese scivolava leggera a carezzarle la guancia destra.

"Come mai questa pettinatura così diversa dal solito? Abbiamo novità in arrivo?" domandò Cecily, prendendo sottobraccio l'amica mentre si dirigevano verso il falò che, con fiamme alte e sfrigolanti, emanava un gradevole calore tutt'attorno.

Brie rise, scuotendo il capo e così i corti capelli biondo-castani, replicando divertita: "Ho perso una scommessa con Mandy, e questo è il risultato. Dovrò stare più attenta a quello che prometto, mi sa."

"Si può sapere qual era la scommessa, o è una cosa che i signori maschietti non possono sentire?" domandò maliziosa Ceel, lanciando un'occhiata furba all'indirizzo di Duncan, che nicchiò simpaticamente.

"Oh, niente di terribile. Una scommessa puramente accademica. Volevamo scoprire chi fosse più veloce a fare un numero imprecisato di esami di laboratorio in un'ora" scrollò le spalle Brianna, scoppiando poi a ridere quando scorse l'espressione disgustata dell'amica. "Scusa. Niente di interessante."

"Dovrò parlare con la tua amica senza pelo. Dovete buttarvi su esperienze più interessanti, finché rimarrete lontano dagli uomini che vi tampinano" brontolò Ceel.

"Nessuno tampina Mandy, che io sappia" sottolineò Brianna.

"Hugh? Sei interessato?" domandò allora Cecily, indirizzando un sorriso ghignante al proprio Hati.

"Passo. Quando avrò bisogno di te per trovarmi una donna, allora sarò davvero alla frutta" levò una mano Hugh, sorridendo esasperato.

Lance gli diede una pacca sulla spalla a mo' di consolazione e il giovane, nel sorridergli, domandò: "A proposito di donne... come stanno le tue?"

"Mary sta ancora decidendo quando cambiare, perché è indecisa se avere o meno un altro figlio..." rise sommessamente Lance. "...e, quanto a Keely, si diverte un sacco a richiamare Hati per mettere a dura prova il suo autocontrollo. Dei due figli di Fenrir, è il più mansueto, ma lei pare decisa a scoprire il suo punto debole."

"Quella bambina ti farà vedere i sorci verdi, quando sarà grande. Se prenderà in bellezza almeno la metà dei suoi genitori, dovrai rinchiuderla in una Torre d'Avorio" sghignazzò Cecily, vedendolo impallidire per diretta conseguenza.

"Non me lo ricordare, Ceel. Faccio incubi simili almeno una volta al mese" sottolineò Lance, adombrandosi.

Cecily, per contro, rise sguaiata di fronte a una simile paura ma Lance, che ben la conosceva, preferì nicchiare come, in precedenza, aveva fatto il suo Fenrir. Sobillare la mente vulcanica di Cecily era controproducente, perciò era meglio tapparsi la bocca e lasciare che lei procedesse verso altri argomenti.

Non ve ne fu però il tempo perché, quando raggiunsero il falò, Alec Dawson, Fenrir di Bradford, si fece avanti per salutare i nuovi venuti e, pugno contro pugno, diede il benvenuto a tutti loro.

"Ti si sentiva da un miglio di distanza, Cecily" asserì a quel punto Alec, torcendo in un sorriso la bocca seriosa.

"Amo fare entrate a effetto" chiosò lei, passandogli accanto con una leggera spallata prima di raggiungere Erin e Penny per un saluto.

Alec la squadrò sprezzante prima di volgersi nuovamente verso il gruppetto e aggiungere: "Pascal e i figli sono già arrivati e, al momento, sono in giro per il bosco per monitorare la zona. Bryan, la consorte e il suo Hati sono tornati temporaneamente a Thurso per recuperare la birra, visto che qualcuno..." e, nel dirlo, lanciò un'occhiata derisoria a Joshua. "... si è dimenticato di portarla. Il clan dell'Isola di Man ci raggiungerà domani, invece, perché il mare mosso ha impedito loro di prendere il traghetto, mentre Joshua si è tirato dietro quel rompipalle di Keath, visto che la compagna di Michael è prossima al parto. Quanto a Talgarth, sono presenti Marvin e Soren, visto che i cuccioli di Eirwin hanno la febbre, perciò i genitori hanno preferito non venire."

Dopo quel breve elenco di persone, Alec si rivolse quindi a Brianna, ghignò e aggiunse: "Quanto al tuo koala preferito, non vedeva l'ora che tu arrivassi. Estelle non riesce a star calma neppure quando è incinta."

Brie gli diede una pacca sulla spalla e replicò: "Magari sei tu che fai troppo caso a certe cose."

Arrossendo a sorpresa, Alec tossicchiò nervosamente e borbottò: "Che cavolo dici, streghetta?!"

Per tutta risposta lei gli sorrise, picchiettò un dito sul suo torace, all'altezza del cuore, e aggiunse: "Mi sa che qualcuno è diventato più sensibile all'argomento... o sbaglio?"

"Non esiste" decretò lapidario lui, incendiandosi in viso prima di allontanarsi a grandi passi.

Leggermente confuso, il trio di uomini al suo fianco chiese spiegazioni alla wicca che, con sguardo dolce e premuroso, osservò in lontananza Erin, impegnata a sistemare alcune borse frigo accanto al resto delle provviste, per poi dire: "Ho saputo da Erin che desidera avere un figlio da Alec, ma lui è terrorizzato al solo pensiero di passargli chissà quale turba psichica. Perciò, le ho promesso che sfrutterò questi giorni per parlargli un po' e tranquillizzarlo."

"E dire che, con Penny, mi sembra in gamba. Perché ha tutti queste fisime in merito alla nascita di un figlio interamente suo?" domandò Hugh con aria dubbiosa.

Brianna preferì non esporre ciò che sapeva riguardo alle paranoie di Fenrir di Bradford e, dopo aver dato un bacetto a Duncan, salutò tutti per poi raggiungere l'amico.

"Non ti dà noia che passino del tempo assieme? Dopotutto, Alec è un tipo strano" domandò Hugh, osservando la coppia allontanarsi dal campo per chiacchierare in solitudine all'ombra dei pini.

Duncan, però, scosse il capo e, nell'osservare distrattamente tutto attorno a sé, replicò quieto: "Posso fidarmi ciecamente di entrambi, credimi. Inoltre, i poteri di wicca di Brie sono così forti che, anche volendo, non sopporterebbe mai di vedere un amico in difficoltà. Proverebbe il bisogno insopprimibile di aiutarlo."

L'arrivo di un'alta giovane dai corti capelli castani e strepitosi occhi grigio-azzurri tolse a Hugh qualsiasi capacità di replica e, perplesso, si chiese chi fosse quella ragazza mai vista prima.

Duncan, però, parve conoscerla perché, dopo averle sorriso pieno di sorpresa, la abbracciò e disse: "Tempest! Che piacere vederti! Sei riuscita a sganciarti per qualche giorno dal tuo ruolo, allora!"

Sorridendo, la giovane assentì e disse: "Quando ho saputo che la riunione tra clan sarebbe stata presieduta dal nostro branco, ho insistito con Bryan per fare in modo che anch'io fossi presente. Sono così rare le occasioni in cui io e Brie possiamo vederci di persona, che non ho potuto non approfittarne."

Duncan assentì compiaciuto prima di indicare i suoi compagni e dire: "Lascia che ti presenti il mio Hati, Lance Rothshild, e l'Hati di Cecily Fairchild, Hugh MuKuffy."

Tempest tese loro la mano - per i saluti lupeschi, avrebbero avuto tempo per l'apertura ufficiale della Riunione tra Clan - e, sorridendo a entrambi, disse: "Finalmente vi conosco. Capisco perché Brianna sia così orgogliosa di averti come patrigno, Lance. Chi non lo sarebbe?"

Lance sorrise divertito, esalando: "Comincio a temere di scoprire cosa vi dite, quando vi chiamate via Skype."

"Tutte cose bellissime, davvero" rise Tempest prima di rivolgersi a Hugh e aggiungere: "Per voi è la prima volta, qui al nord. Sarò lietissima di farvi da guida, se vorrete visitare le nostre terre mentre sarete qui."

"Sono certo che Cecily lo vorrà di sicuro" la ringraziò lui. "Sono diversi anni che desidera fare un viaggio di Scozia, ma il tempo e le occasioni sono sempre mancati."

"E tu?" domandò a quel punto Tempest, ammiccando simpaticamente.

"Beh, dove va lei, vado io" sottolineò Hugh.

"Buono a sapersi" asserì a quel punto Tempest, guardandosi poi intorno alla ricerca di Brianna. "Dov'è finita la tua Prima Lupa, Duncan?"

"Sta parlando con Alec, ma arriverà a breve, non temere" le spiegò Duncan.

"Quel lupo me la ruba sempre per primo" sbuffò allora Tempest, accigliandosi leggermente. "Quasi quasi, vado a marchiargli il sedere con la spada di Tyr."

Scoppiando a ridere, Duncan le diede una pacca sulla spalla e replicò: "Porta pazienza, Tempest. Quei due hanno davvero bisogno di parlarsi."

"Se lo dici tu..." sbuffò la giovane. "Avete bisogno con le tende, per caso?"

"Noi siamo a posto. Aiuta pure Hugh, se vuoi. Credo che Cecily ricomparirà solo a cose fatte. Detesta questa parte della festa" ironizzò Lance, dando di gomito a Hugh, che assentì esasperato.

"Molto bene, allora. Ne approfitterò per conoscere meglio il Clan di Cornovaglia" sorrise Tempest, allungando una mano perché Hugh gli consegnasse l'attrezzatura della sua Fenrir.

"Non sentirti obbligata. Ormai sono abituato a montare le tende da solo" replicò lui, pur seguendola attraverso il campo per raggiungere il punto in cui sistemarsi.

Coloro che erano giunti per primi avevano già sistemato il necessario per le grigliate e il servizio a buffet e, mentre i più giovani si occupavano dei neonati, gli adulti chiacchieravano spensieratamente accanto al grande falò acceso nel mezzo della radura.

Hugh salutò i presenti prima di allungare il passo e raggiungere Tempest che, nel frattempo, aveva trovato un ottimo punto in cui ancorare le loro due tende.

A quel punto, la giovane poggiò lo zaino di Cecily a terra e ammise: "Passo sempre così poco tempo in compagnia delle persone che, quando mi capita di poterlo fare, non mi tiro mai indietro. Anche se c'è del lavoro da svolgere." 

"Brianna ci ha detto che sei il Guardiano di Bifrost, ma non ho ben chiaro cosa voglia dire" si informò a quel punto lui.

Tempest, di buon grado, gli spiegò quali fossero i suoi compiti e cosa prevedesse essere Heimdallr, dissertando altresì sulle strane caratteristiche metapsichiche dell'isola di Holm of Huip.

Per tutto il tempo, Hugh la ascoltò con piacere e interesse, misto a una buona dose di meraviglia, trovando la sua voce cristallina non solo gradevole, ma anche affascinante.

La spontaneità di Tempest era il suo tratto più distintivo, forse nato proprio dal fatto che, per la maggior parte del tempo, la sua famiglia viveva isolata su Holm of Huip, a guardia del passaggio che conduceva a Niflhemir.

Parlandone con lei, Hugh venne quindi a sapere che, come molti membri del clan di Bryan, anche il padre era spesso via per mare sulle flotte mercantili, perciò lei, sua madre e sua nonna vivevano spesso sole.

Fin da quando aveva scoperto di possedere l'anima immortale di Tyr, Tempest aveva agognato di conoscere chi fosse assurto al ruolo di custode di Fenrir. Tyr era infatti rinato per poter stare al fianco dell'antico amico, così da pagare il debito che aveva contratto con lui, tradendolo e facendolo uccidere da Odino stesso.

Non conoscendo, però, l'identità di colui - o colei - in cui Fenrir era risorto, Tempest e Tyr avevano dovuto attendere pazientemente che la promessa di Madre fatta al dio, e cioè ritrovare il suo vecchio amico, si esaudisse.

Quando, infine, gli eventi avevano cospirato perché lei e Brianna si conoscessero, ne era stata estremamente felice, poiché aveva trovato nella giovane wicca una persona in grado di capirla meglio di chiunque altro.

Hugh non fece fatica a crederle, avendo avuto modo a sua volta di provare sulla pelle come, della presenza della solare ragazza, avessero beneficiato un po' tutti.

Cecily la trattava alla stregua di una sorella minore, Duncan si era autenticamente trasformato, da quando stava con lei ... e che dire di Alec Dawson? Colui che più di tutti aveva subito i maggiori effetti della sua venuta!?

Di certo, su Fenrir di Bradford, Brianna aveva compiuto un autentico miracolo.

Ancora una volta, Hugh si chiese come Duncan potesse fidarsi tanto di un lupo così ombroso come Alec, pur riconoscendo come, in quegli anni, fosse nettamente migliorato. Non era sicuro che si sarebbe sentito altrettanto a suo agio, sapendo la propria lupa in sua compagnia, soprattutto conoscendo il profondo legame che sembrava esistere tra la wicca e Fenrir di Bradford.

Doveva essere difficile essere il compagno di una donna amata e idolatrata da tutti.





N.d.A.: In attesa di postare le mie prossime 2 storie sul mondo dei lupi e dei berserkir, spero di allietarvi con il racconto del giorno in cui Tempest e Hugh si conobbero. A presto!

  
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