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Autore: GReina    25/09/2021    1 recensioni
Questa è la seconda ed ultima delle raccolte di ONE SHOT legate alla long "Hogwarts' Stories". Comprende sei storie, tutte ambientate a dopo Hogwarts.
Indice:
1. Daisuga – I sogni si possono avverare
2. Kuroken – Una storia che non racconteremo mai
3. Iwaoi - Tra amore e lavoro
4. Bokuaka - Un'indimenticabile addio al celibato...
5. Bokuaka - ...e le sue conseguenze
6. Sakuatsu – La sua più grande paura
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Atsumu Miya, Karasuno Volleyball Club, Koutaro Bokuto, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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[per chi non avesse letto la OS precedente: la festa alla quale Akaashi si riferisce è l’addio al celibato di Bokuto. Quando Akaashi gli dà il buongiorno la mattina dopo, scoprono entrambi che la notte precedente – ubriaco – Bokuto ha rapito un cucciolo di cane].

...e le sue conseguenze 

Dunque, il fatto è questo: per molto tempo la vita di Akaashi era stata semplice e abitudinaria. Certo, era nato mago in una famiglia di babbani, e già solo questo normalmente sarebbe bastato per costargli il titolo di “persona semplice”, ma Keiji non la vedeva in questo modo. Dopo aver compiuto cinque anni la magia involontaria era entrata a far parte della sua vita prendendo – com’è ovvio – tutti di sorpresa in famiglia, ma il bambino dai capelli corvini ci aveva messo poco ad accettare la cosa e – col tempo – a controllarla. Aveva continuato a frequentare la scuola babbana, poi era passato a quella magica. Il suo carattere calmo ed introverso non l’aveva aiutato a farsi molti amici, ma per Keiji non era un problema. Tranquillo e meticoloso come era sempre stato, si era piuttosto occupato di ambientarsi in quel magico nuovo mondo e in questo modo costruirsi una nuova routine sgombra da stressanti sorprese. Aveva undici anni, eppure era del tutto sicuro di conoscere i propri desideri e di volere davvero la vita tranquilla che si prospettava davanti a lui.
Tutto cambiò con i suoi dodici anni. Era entrato in guferia allo stesso modo in cui aveva fatto innumerevoli altre volte, ma ne era uscito cambiato. Bokuto si era schiantato a forza nella sua vita, quasi fosse un uragano che il meteo non era riuscito a prevedere, ma era ben lungi dal fare gli stessi danni. Invece, tutto quel trambusto gli aveva migliorato l’esistenza.
Senza Koutaro, Akaashi non avrebbe mai saputo quante cose gli mancassero per essere felice. Il grifondoro aveva invaso la sua routine e adesso il corvino pregava ogni giorno affinché non ne uscisse.
Da quel giorno, quindi, le abitudini di Keiji avevano iniziato a modificarsi plasmandosi ai bisogni del suo nuovo amico. Non era stato affatto difficile, ed anzi lo faceva sentire più vivo. Se prima il corvonero avrebbe potuto elencare con sicurezza ogni singola cosa avrebbe fatto in giornata, dall’arrivo di Bokuto non ebbe più idea di cosa aspettarsi. Avrebbe potuto passare l’intera giornata a leggere sul divano della sua Sala Comune o correre impazzito attraverso tutto il Castello per rimediare ad un guaio del più esuberante di tutta la scuola. Se avesse dovuto scegliere, Akaashi avrebbe sempre preferito la seconda, non tanto per la dinamicità dell’azione, quanto piuttosto per la presenza intrinseca di Koutaro.
“Non è un problema, davvero.” “Non mi dispiace aiutarlo.” “Non è poi così male come sembra.” “Mi fa piacere aiutare.” quelle erano solo alcune tra le frasi che Akaashi si era ritrovato a pronunciare ancora e ancora ai propri compagni, perché loro non capivano come il calmo ed introverso corvonero potesse rimanere tranquillo in mezzo a uno stormo di Doxy impazzito, o alla bibliotecaria in piena crisi di nervi, o a una ventina di calderoni abbrustoliti, o all’aquila guardiana della Torre Corvonero che gracchiava inferocita. Credevano, piuttosto, che Keiji accumulasse stress, quasi fosse una bomba inesplosa pronta a scoppiare e Bokuto la scintilla che mancava affinché lo facesse davvero.
Non avevano capito a scuola, e continuavano a non capire da adulti.
“Quindi mi dica, signor Akaashi, perché è qui?” l’ex corvonero chiuse gli occhi e sospirò sonoramente, poi rispose:
“Non c’è nessuna ragione, davvero. Nessuna che sia valida, almeno.” l’uomo di mezza età seduto di fronte a lui sorrise, sembrava quasi che lo stesse compatendo. Poi disse:
“La negazione è una fase molto comune nei pazienti che mi ritrovo ad ascoltare, ma è essenziale riconoscere il problema affinché lo si possa superare.” Akaashi poggiò il gomito al bracciolo della poltrona di pelle sulla quale sedeva e – stanco – si premette poi un paio di dita sul setto nasale prima di iniziare a scuotere il capo discordando dal suo interlocutore.
“Non sono in negazione. Sono qui solo perché i miei amici hanno speso tanto per regalarmi un’ora del suo tempo e non volevo buttare i loro soldi. Credono che dovrei parlare del mio fidanzato, ma ­davvero non è così. Sto bene.” lo psicologo si raddrizzò nella sua sedia, forse soddisfatto che Keiji – sebbene a suo parere ancora in negazione – avesse subito nominato Bokuto.
“Vuole dirmi perché i suoi amici hanno ritenuto necessaria questa seduta?” il corvino scrollò le spalle.
“Kou è molto esuberante ed io sono tranquillo. Forse pensano che il suo carattere mi spinga dove non voglio, ma si sbagliano.”
“So di lei che deve sempre rimediare ai problemi del suo futuro marito.” riprese l’altro “Non vuole parlarmi di questo?”
“Potrei, ma non se vuole usare la cosa solo per insinuare che sia Kou il problema.” si mise subito sulla difensiva in vece del suo partner.
“Non mi permetterei mai, mi creda.” ed Akaashi lo fece. Non c’erano giudizi nella sua voce, nel suo sguardo o atteggiamento. Solo tanta voglia di ascoltare. Sospirò.
“Bene,” disse “cosa vuole sapere?”
“Ad esempio,” riprese il dottore “come mai i suoi amici Kuroo e Kozume hanno deciso proprio adesso di regalarle una seduta di terapia?”
“Tetsuro è il migliore amico di Kou. Ha spesso scherzato affinché venissi, ma non è mai stato serio.”
“Come fa ad esserne così sicuro?” Keiji rise.
“Perché sono Bokuto e Kuroo! Sono come fratelli, e Tetsuro non potrebbe mai pensare davvero che gli atteggiamenti di Kou mi costringano alla terapia.”
“Eppure ha speso questi soldi per lei. Deve averlo trovato importante.” Akaashi scrollò le spalle.
“Lui e Kenma guadagnano parecchio. Non mi stupirebbe se Kuroo avesse pagato solo per poter fare una grossa battuta.” fece una pausa, poi espose ciò che solo una piccolissima parte di lui pensava: “Forse l’hanno fatto per gli avvenimenti della scorsa settimana.” un luccichio di interesse passò negli occhi dell’uomo, che disse:
“Parliamo di questo. Cosa è successo la scorsa settimana?”
“Kou ha celebrato il suo addio al celibato.”
“Lei era presente?”
“Sono stato chiamato verso fine serata. Kou ed i suoi invitati avevano bevuto un bicchiere di troppo e dovevano essere tenuti sotto controllo.”
“Come si è sentito nel ricevere la chiamata?”
“Tranquillo, immagino. Francamente era una cosa che mi aspettavo sarebbe potuta succedere.”
“Quindi lei trova normale essere chiamato per risolvere la situazione. Questo non la fa sentire stanco?”
“Rende la mia vita più interessante. Senza Koutaro avrei un’esistenza monotona e priva di gran parte del divertimento che provo ogni giorno. Mi fa piacere sapere che gli altri mi vedano come qualcuno capace di gestire il mio fidanzato. È quello che voglio fare per il resto della vita.”
“Quindi l’hanno chiamata per tenere d’occhio la situazione. E poi cos’è successo? Perché il signor Kuroo ha ritenuto opportuno organizzarle un appuntamento nel mio studio?”
“Oh, è per quello che è successo l’indomani. Kou era rientrato dalla festa del giorno prima con un cucciolo di Labrador e dovevamo riportarlo a casa.”
“Non si direbbe una situazione da seduta.” il corvino scrollò le spalle.
“Sono successe un po’ cose strada facendo.”
“Mi parli di questo.” lo invogliò ancora lo psicologo. Akaashi sospirò.
“Non sono niente di eclatante, ma okay.” poi iniziò: “Non avevamo idea di quale fosse l’indirizzo dei padroni del cane, quindi abbiamo dovuto vagare per un po’ senza meta chiedendo chi ne avesse denunciato la scomparsa. Il nostro è un quartiere misto, perciò sapevo che avremmo dovuto tenere la nostra magia nascosta per non violare lo Statuto, ma a Kou la cosa era sfuggita. Per tutto il tempo Kou ha tenuto il Labrador in braccio, ma a un certo punto ha iniziato ad agitarsi a causa di uno scoiattolo ed è corso via. Per riprenderlo l’ha fatto levitare, ma ai due babbani che passavano è bastato dire che ci stavamo preparando per uno spettacolo di illusionismo ed è andato tutto bene.” scrollò le spalle come a dire “visto? Niente di che.”
“È successo altro?”
“Un paio di cosette.” minimizzò il corvino, e ad un cenno dell’uomo proseguì:
“Dopo quello ho detto a Kou che non poteva far levitare il cane così, ma col senno di poi avrei dovuto spiegargli che non doveva usare la magia affatto. La seconda volta che il cane è fuggito dalle sue braccia era perché aveva visto una fontana e ci si è buttato dentro. Così Kou l’ha asciugato con la magia. C’erano alcuni babbani, ma li ho convinti che la bacchetta era un nuovissimo tipo di phon elettrico e non abbiamo avuto problemi.” fece mente locale prima di continuare “Dopodiché siamo passati per il parco. Il Labrador ha mangiato l’hot dog di un uomo che stava facendo pic-nic lì con la propria compagna, e Kou ha duplicato quello di lei con l’incantesimo Gemino. A quel punto ho dovuto chiamare una squadra di obliviatori, ma anche in quel caso è andato tutto bene. È stata un’occasione per rivedere la mia vecchia compagna di squadra Shimizu.”
“Nei suoi racconti continua a ripetere che va tutto bene, che non è un problema. Spesso facciamo ripetizioni così assidue per cercare di autoconvincerci di qualcosa. Non dev’essere stato facile rimanere calmo di fronte a tutti questi disastri. Lo Statuto di Segretezza d’altronde è una delle cose che prendiamo più seriamente nel Mondo Magico.” Akaashi non poté fare a meno di sospirare.
“È da tutta la vita che la gente non fa che non credermi quando affermo che non è un problema per me tutto questo. Bokuto è esuberante e frenetico, sì, ma è anche molto di più! E se anche a volte ha bisogno del mio aiuto, a me la cosa non pesa, anzi! Mi fa sentire utile e desiderato. Sono la persona adatta a Kou e so di esserlo.” lo psicologo si sistemò meglio sulla seduta e si tolse gli occhiali prima di affermare:
“Ho come la sensazione che lei si stia sovraccaricando eccessivamente di responsabilità. È giusto prendersi cura del proprio partner, ma solo se questo non monopolizza le nostre scelte. Dicendo di essere la persona adatta a lui non pensa di sminuirsi troppo? Non dovrebbe essere compito suo, d’altronde, pensare alla vita del signor Bokuto.”
“Penso davvero di essere la persona adatta a Kou, ma anche che lui sia la persona adatta a me. Odio quando la gente pensa che il sostegno che do al mio compagno sia solo a senso unico. Come qualsiasi altra coppia sana ci sosteniamo a vicenda. Lui è la mia roccia, il mio punto di riferimento. Non ho dubbi quando penso di poter contare su di lui.” gli rispose immediatamente. Dopodiché passò alla seconda parte: “Inoltre, so benissimo di non avere il monopolio per quando riguarda trovare una soluzione ai suoi problemi. La situazione dell’hot dog l’ha sistemata Shimizu, d’altra parte. E ha sistemato anche il problema dei coriandoli.” e alla faccia confusa dell’uomo, spiegò: “Durante i nostri ultimi anni di scuola, ad Halloween, due suoi ex compagni di Casa hanno incantato tutta la Sala Grande riempiendola di glitter. Kou si è fatto spiegare l’incantesimo, ma non come annullarlo. Quel giorno al parco mentre io parlavo con Shimizu l’ha mostrato ad alcuni bambini senza sapere che fossero babbani. Ma Shimizu ed i suoi colleghi erano già lì, quindi non ci sono stati problemi. Io e Kou abbiamo salutato Kiyoko ed abbiamo continuato il nostro giro. Sono arrivato a sequestrargli la bacchetta quando a un certo punto il mio fidanzato ha visto una signora portare il proprio cane in carrozzina e ne ha fatta apparire una dal nulla per fare altrettanto con il nostro Labrador. Ho richiamato Shimizu che a quel punto si è ricordata del cane. Lei e la sua squadra avevano dovuto obliviare una famiglia che si era ritrovata con mezzo giardino distrutto dalla magia nel corso della notte precedente. Ci siamo recati all’indirizzo e abbiamo lasciato il cane al suo padroncino.” concluse il racconto di quell’avventura. Dopodiché scrollò le spalle.
“Come vede, nulla fuori dall’ordinario.” a quel punto Akaashi ebbe come la sensazione che l’altro stesse trattenendo un sospiro o persino semplicemente un’espressione incredula.
“Mi ha raccontato di cani rubati, levitazione alla presenza di babbani, hot dog replicati, coriandoli infiniti, carrozzine apparse dal nulla. Eppure, tutto questo le è sembrato normale. Vorrei cominciare con l’analizzare questo. Lei si occupa di rimediare ai problemi del suo fidanzato dal secondo anno di Hogwarts, ma sarebbe bene per lei riconoscere che quanto ha fatto è straordinario e sicuramente non normale. Occorre che si prenda cura di lei innanzitutto prima di pensare agli altri. Se noi dovessimo pro-” ma Keiji non seppe mai cosa il dottore avrebbe voluto dirgli, perché il timer che sanciva la fine del loro incontro suonò ed il corvino si affrettò ad alzarsi.
“Quindi abbiamo finito.” anche l’uomo di fronte a lui si alzò rispondendo subito e sicuro:
“No, non abbiamo finito affatto. Ho qualche minuto prima del prossimo appuntamento, la prego,” indicò la poltrona “finiamo il discorso.” ma l’ex corvonero agitò svogliato una mano per aria.
“Non occorre. Sto bene così. Ha detto che è importante pensare prima a se stessi, e io lo faccio, mi creda. Stare al fianco di Kou mi fa stare bene e non potrei chiedere di meglio. Si prende cura di me tanto quanto io di lui, e se anche tutti lo reputano alla stregua di un ragazzino iperattivo, di lui c’è molto di più. Si diverte molto ed è iperattivo, ma sa essere serio quando ce n’è bisogno. Per vivere serenamente non ho bisogno di altro se non di lui. Rende la vita più leggera e – francamente – più felice e degna di essere vissuta.”
“Capisco che intende, ma se solo mi lasciasse-”
“No, davvero.” lo interruppe Akaashi.
“Se solo potessimo fissare un secondo appuntamento…”
“Non servirebbe a nulla.” sorrise e – per l’ennesima volta in vita sua – cercò di porre quanta più convinzione nella propria voce; non perché stesse fingendo ma perché gli altri continuavano a non credergli. “Sto bene. Mai stato meglio, in realtà. Tra poche settimane sposerò l’uomo della mia vita. Adotteremo un Labrador da far levitare nel nostro giardino personale e moltiplicheremo gli hot dog. Perché altro non potrei mai desiderare se non una vita piena di tutto questo.”
Avanzò e strinse la mano ad un più che interdetto dottore. Neanche lui, infine, aveva capito, ma a Keiji non interessava. Che si tenessero le proprie convinzioni su cosa volesse dire avere una vita perfetta. Lui aveva le proprie.

 
inizialmente questa OS era stata pensata come molto più divertente, comica e demenziale di così... ma è uscita in questo modo e non mi dispiace! Spero sia piaciuta anche a voi!!
Alla prossima!
   
 
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