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Autore: elenabastet    25/09/2021    3 recensioni
Si può viaggiare nel tempo e nello spazio per sconfiggere un'ingiustizia e trovare un amore per sempre? Il 13 luglio 1789 Oscar vide morire l'adorato André, in un momento storico, ma che legami ci sono con la Parigi del 2019, dove si trovano Krycek, Doggett e Reyes e dove arriveranno Mulder e Scully?
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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UN GIORNO PER SEMPRE

 

Rating: toni adulti in qualche punto, parolacce, riferimenti sessuali mild.

Fandom: cross over tra Lady Oscar e The X-Files.

Note: Una sorta di universo alternativo, dove compaiono vari personaggi di The X-Files, anche morti nella serie come Alex Krycek. Come guest star ci sono inoltre Kathryn Morris, Lily Rush in Cold case, nei panni della dottoressa Liliane Rabet, Kristen Vangness, Penelope Garcia in Criminal minds, in quelli di Penelope Guy, e Abdelhafid Metalsi, il capitano Cherif nella serie omonima, come Kader Mousaif. Ci saranno anche riferimenti a serie come Sleepy Hollow, Doctor Who e Outlander, ma solo come citazioni

 

Capitolo terzo

Il giorno dopo era il 14 luglio 2019: Penelope era sempre andata, con in mano la macchina fotografica, a immortalare la parata sugli Champs Elysées, ma quella volta decise che avrebbe saltato l’evento, anche se credeva poco a tutta questa storia in cui si trovava immersa con Alex e la misteriosa ospite.

Era una fan di Doctor Who da una vita, con un amore particolare per il Decimo Dottore interpretato da David Tennant, aveva seguito anche Outlander e Sleepy Hollow con meno interesse, ma le aveva prese per quello che erano, storie di finzione, anche se Alex Krycek le aveva parlato di come avesse visto tante volte accadere cose incredibili, conoscendo Fox Mulder e Dana Scully. Ma un viaggio nel tempo era una cosa troppo irreale, finché era pensare che ci fossero abitanti di altri pianeti che venivano sulla Terra o individui dotati di poteri psichici poteva anche starci, così come pensare ai fantasmi. Ma gente che saltasse dal periodo della Rivoluzione francese all’era di Internet era roba che andava bene nei film e nei fumetti, non nella realtà.

Penelope aveva guardato su Internet in cerca di qualche notizia sulla leggenda metropolitana degli amanti della Rivoluzione, trovando solo un vecchio sito non aggiornato da anni in cui si parlava di una fantomatica soldatessa morta durante la presa della Bastiglia e da allora in cerca del suo amato, e di suo padre prigioniero di una maledizione di una strega bretone. Una trama per una serie su Netflix, insomma.

“Penelope, in quel palazzo diroccato dove c’è il ritratto di quella donna identica alla nostra ospite io ho sentito delle strane presenze e una voce che malediva qualcuno, questa cosa è reale”, le aveva ripetuto Alex la sera prima.

Quel mattino la fantomatica ospite di Alex e Penelope si alzò, guardandosi sempre intorno con aria smarrita, anche se qualcosa della nuova epoca l’aveva capita, a cominciare dagli aspetti più pratici, tipo il bagno.

“Allora, adesso io sono qui”, disse Oscar.

“Oggi si festeggia il 14 luglio”, disse Alex Krycek, “la presa della Bastiglia, l’inizio della Rivoluzione francese, da dove dite di venire. Da anni c’è una parata sugli Champs Elysées, li conoscete?”

“Certo, un bel posto, ci andava la mia regina a lezione di musica”.

Alex e Penelope non fecero commenti.

“Esistono ancora i reali qui in Francia?”

Penelope si schiarì la voce:

“No, siamo una Repubblica da anni, mentre in Spagna e in Inghilterra c’è ancora la famiglia reale, rispettivamente un re e una regina”.

“Quindi sono davvero tutti morti… e io che ci faccio qui?”

“Vorremmo aiutarvi”, disse Alex Krycek, “credo di essere stato a casa vostra, ho visto un vostro ritratto...”

Alex mise in mano ad Oscar lo smartphone, lei lo guardò con curiosità:

“Sì, questo palazzo era casa di mio padre, ma cosa gli è successo?”

“Sono passati più di duecento anni, è in abbandono, sono successe tante cose in questo periodo, ve le racconteremo con calam… Riconoscete il quadro?”

“Oh sì. L’altro giorno ho finito di posare, ho voluto lasciare un ricordo di me perché sentivo che non sarei più tornata a casa. Il mio André ha detto parole così belle su di me di fronte al quadro che non vedeva praticamente più… lui mi ha amata per tutta la vita, annullandosi per me. Arrivò a casa nostra dopo aver perso i genitori, sua nonna Marie Grandier è la nostra governante, o meglio era la nostra governante. Siamo stati da subito compagni di giochi e di zuffe, io ero il figlio maschio che mio padre non aveva avuto e mi aveva cresciuto come tale...”

Alex pensò che nessuno poteva prendere quella donna che aveva davanti per un uomo, tanto era bella. In fondo, i pantaloni erano un abbigliamento normale nel XXI secolo per le donne, e quella divisa sporca di fango e sangue che aveva addosso fino al giorno prima e che ora Penelope aveva cercato di lavare le stava a meraviglia. Ora aveva addosso un kimono leggero tirato fuori da un armadio, ed era ancora più bella, seducente, incredibile. Essere amati da una donna così era unico, si disse per un attimo.

“Quando sono entrata nella guardia reale, André è diventato il mio attendente. Per me lui era il mio migliore amico, un fratello, lui invece mi amava perdutamente, e io non me ne sono accorta per anni. Ha perso un occhio per salvarmi, ha accettato che io fossi infatuata dell’amante della regina Maria Antonietta, il conte di Fersen, e mi ha supportata sempre, stando in silenzio e essendo l’unica persona di cui potevo davvero fidarmi. Io ero ferita dal rifiuto di Fersen e ho deciso di soffocare la mia femminilità e di vivere come un uomo e André a quel punto mi ha messa davanti alla verità, dichiarandomi il suo amore. Mi ha detto una frase, Bianca o rossa che sia una rosa è sempre una rosa. Una rosa non potrà mai essere un lillà e io mi sono arrabbiata tantissimo con lui. Gli ho girato la faccia con uno schiaffo e l’ho afferrato per il bavero della camicia, mi sentivo ferita da lui, anche perché sapevo che aveva ragione e non volevo riconoscerlo...”

Alex e Penelope ascoltavano rapiti:

“Cosa è successo dopo?”, chiese Alex.

“A quel punto lui mi ha afferrata per i polsi, mi faceva male, mi sono lamentata, ho cercato di reagire ma era troppo forte. Mi ha abbracciata e baciata come un amante...”

“Sulla bocca?”, disse Penelope.

Oscar annuì con uno sguardo nostalgico e triste.

“Mi ha spinta sul letto, io mi dibattevo e lui mi ha strappato la camicia di dosso… a quel punto mi sono messa a piangere, e André mi ha chiesto perdono, dicendomi Per vent’anni ho vissuto con te, e ho provato dell’affetto per te, solo per te. Io ti amo, credo di averti sempre amata e ti amerò per sempre.

“Cavolo...”, disse Penelope. Alex restò zitto, rapito. Tu sei la mia costante, l’unico tra tutti. Se lo dicevano Mulder e Scully, se lo erano detti Oscar e André. Ogni tanto capita, a qualcuno di fortunato di trovare questo unico amore.

“Io mi sento in colpa perché avrei dovuto contraccambiarlo già da allora, ma il mio orgoglio mi ha portata ad allontanarlo da me, e André si è arruolato nei Soldati della Guardia che io capitanavo per proteggermi, un ambiente difficile, dove lo amavano poco, ma lui l’ha fatto. Quando una sera un gruppo di facinorosi hanno attaccato la nostra carrozza, si sono accaniti contro di lui, cercando di linciarlo. In nostro soccorso è arrivato il conte di Fersen, e a lui ho gridato Il mio André è in pericolo, devo salvare il mio André”.

Alex si sentì commuovere nel profondo dell’animo, Penelope era perplessa.

“Ma anche allora il mio orgoglio ha avuto la meglio, una volta che ci hanno salvati non mi sono buttata nelle sue braccia come avrei dovuto fare. André ha continuato a stare con me, e mi ha salvata quando mio padre, il generale e conte Jarjayes, voleva uccidermi perché avevo preso le parti dei rappresentati del Terzo Stato, e nemmeno allora ho avuto il coraggio di dichiararmi a lui, di darmi a lui anima e corpo come avrei dovuto fare da anni.”

Alex ricordò di colpo quella voce Io vi maledico signor generale per cosa avete fatto a vostra figlia e a mio nipote… ma pensò che era meglio non parlarne, per ora, non ad Oscar.

“Poi sono andata dal medico, io sono malata, ho un principio di tisi, e ho scoperto che André stava perdendo la vista anche dall’occhio sano. Gli ordini di Sua Maestà Luigi XVI e dei vertici dell’esercito erano di sparare sulla folla e soffocare la rivolta a partire dal 13 luglio, ma avevo deciso di non eseguirli, non potevo farlo e anche i miei uomini non lo avrebbero mai fatto. Ho cercato di convincere André a tornare a casa da sua nonna a curarsi, ma lui voleva seguirmi, perché mi amava da sempre e per sempre. Così, dopo essere scampati ad un attacco da parte dei rivoltosi, ci siamo finalmente trovati soli lui ed io...”

“Davvero?”, disse Alex.

“A quel punto gli ho dichiarato il mio amore, perché io lo amavo, la donna che è in me l’ha sempre amato con tutto il cuore, e lui mi aveva perdonato ogni cosa. Ci siamo amati per la prima volta...”

“Nel senso di...”, disse Penelope, zittita da un’occhiataccia di Alex.

“Non credevo che fosse così bello amare ed essere amata in quel modo, mi sono data a lui e lui si è dato a me, il nostro sentimento è stato intenso e travolgente, ho smesso di contare i nostri baci, i nostri abbracci, le nostre carezze. I nostri cuori palpitavano vicino fino a confondersi, ho sentito il suo ardore dentro di me a colmarmi e rendermi sua, ci siamo completati, raggiungendo la vera felicità….”

“La mia prima volta ha fatto invece parecchio schifo...”, disse Penelope, pensando a quella stanzetta di quel suo compagno di università, con calzini sporchi ovunque e musica demenziale mentre consumavano senza particolare convinzione.

“Per non parlare della mia prima volta”, aggiunse Alex, ricordando il cesso di quel drugstore e la moglie del titolare che l’aveva trascinato lì sfruttando i suoi ormoni di adolescente, tra odore di ammoniaca e di profumo di bassa lega.

“Il nostro amore era unico, e quando mi è morto tra le braccia sono morta con lui...”, disse Oscar.

“Con tutto il rispetto, il vostro rapporto con André mi ricorda quello tra due persone che stimo molto e che potrebbero aiutarvi a fare chiarezza...”

“Sono vostri amici?”

“Non proprio, lui se potesse mi ucciderebbe, ma possono aiutarvi.”

“E come? Il mio André è perso per sempre, io senza di lui sono morta. Ora ricordo, ho voluto andare in prima fila davanti alla Bastiglia perché mi sparassero”.

“Troverò il modo di farvi ritrovare il vostro amore. Un amore come il vostro è per sempre”.

Alex si alzò e andò in cucina a prendere due bibite. Penelope lo seguì:

“Certo, è una storia molto intrigante, per conto mio se si riprende dalla depressione potrebbe sceneggiare serie per HBO o Netflix con grande successo, ma è tutto assurdo”.

“No, in quel palazzo ci sono voci che parlano di maledizioni e di persone amate che devono tornare insieme. Io devo sentire Mulder e Scully”.

“Alex, capisco che è una storia intrigante, capisco che è commovente cosa racconta, capisco che a detta sua si è fatta la scopata del secolo, ma...”

“Non sei proprio romantica, Penelope, vero? Io chiamo i miei contatti, loro possono aiutarla”.

Alex compose sul telefono il numero diretto dell’ufficio dei due agenti all’Edgar Hoover Bulding.

Dopo un paio di squilli gli rispose una voce familiare, ma che non appartenevano purtroppo a chi cercava.

“Skinner? Dove sono Mulder e Scully?”

“Krycek! Certo che sei proprio un bel pezzo di merda, ancora tu? Cosa vuoi ancora combinare, avanzo di fogna?”

“Ascolta, ho per le mani una storia grossa, c’è un mistero molto strano, ho bisogno di parlare con Mulder e Scully...”

“Tu a Mulder e Scully non devi neanche avvicinarti, hai capito, coglione bastardo che non sei altro? Io te lo impedirò”.

“E come? Ti ricordo che hai ancora dentro al tuo sangue le nanotecnologie, posso manipolarti quando voglio”. In realtà, Alex aveva lasciato tutto in mano a Marita e Kurtzweill.

“Ascolta Walter”, continuò, “sono a Parigi e sta succedendo una cosa strana...”

“Ah, a Parigi, ottimo, scommetto che sei finito a dare via il culo al Bois de Boulogne o come si chiama!”

“No, ascolta, qui sta succedendo qualcosa di veramente strano”.

“Vaffanculo e arrangiati, Mulder e Scully hanno di meglio da fare che avere a che fare con un sacco di merda come te!” e gli chiuse il telefono in faccia.

“E allora?”, disse Penelope.

“Niente da fare, c’era il loro capo Skinner e se potesse mi vorrebbe morto peggio di Mulder”.

“Beh, io invece so dove sono Mulder e Scully. Sono a Londra per un convegno di criminologia, e ho anche trovato un loro recapito. Se pensi che serva, sentiamoli, ma è meglio che lo faccia io”.

 

La dottoressa Liliane Rabet era appena rientrata dopo poche ore di pausa in ospedale e trovò Kader molto perplesso:

“Hanno trovato Jacques morto di overdose nella stanza con le macchinette del cibo dove gli avevo detto che doveva stare. Si vede che non era vero che aveva smesso”.

“Poveraccio, del resto diceva cose senza senso sul nostro ferito”.

“Come sta a proposito?”

Liliane andò a controllarlo e rimase stupita: le condizioni erano migliorate, si era stabilizzato, respirava regolarmente e si stava riprendendo. Restava il mistero su chi fosse quell’uomo senza documenti, ma se si fosse svegliato si sarebbe potuto parlare con lui.

“Chiunque sia, ha una gran voglia di vivere”.

 

Walter Skinner uscì dall’ufficio di Mulder e Scully, dove si era recato a portare loro dei documenti e dove era arrivata la telefonata di quell’ignobile Alex Krycek. Stava sempre di più in ufficio, sua moglie aveva ormai smesso di lamentarsi dei suoi arrivi sempre più tardi in casa, e a volte passare del tempo dove i suoi protetti lavoravano lo faceva sentire rassicurato.

L’importante è che Alex Krycek stesse loro lontano. Ora però era giunta l’ora di andare a casa, era tardi, e Skinner scese nel parcheggio sotterraneo a recuperare l’auto, sperando di non trovarsi davanti Krycek.

“Vicedirettore!”. Una voce lo fece trasalire quando era a due passi dal suo veicolo. Una donna, alta e bruna, dall’aria familiare, gli stava davanti.

“Forse non vi ricordate di me, sono Shannon McMahon, conoscevo l’agente Doggett. Ho bisogno di contattare gli agenti Mulder e Scully, è successo qualcosa di inquietante e non solo loro potrebbero essere in pericolo”.

  
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