Serie TV > Il paradiso delle signore
Segui la storia  |       
Autore: Helen_Rose    26/09/2021    0 recensioni
- Fanfiction a cura mia e di Francesca: volevamo riflettere la sorellanza nel rapporto tra le nostre beniamine.
Racconti della variopinta ed eccentrica famiglia allargata che Marcello ha creato sia con Roberta che con Ludovica.
Naturalmente, si tratta di 'una forzatura temporale' e, in nome della par condicio, non ha sposato nessuna delle due.
Rispettivamente, da Roberta sono nati Vittoria Emma - 24 febbraio 1966, studentessa di Lingue e Letterature Straniere, fidanzata con Tommaso, ingegnere disoccupato - e Andrea Francesco - 20 dicembre 1971, pasticcere per la catena di bar del padre, fidanzato con Christian, parrucchiere -;
mentre da Ludovica sono nati Marco Tancredi - 18 febbraio 1963, medico - e Angelica Sibilla - 1 dicembre 1970, studentessa di Giurisprudenza, fidanzata con Maximilién, cardiochirurgo, collega e amico di Marco - .
In questo multiverso, Roberta e Ludovica hanno cresciuto i loro figli insieme, senza fare alcuna differenza legata a chi li abbia partoriti. Naturalmente, Marco e Angelica hanno più tratti in comune, benché Angie sia in simbiosi con Andrea, mentre Vittoria somiglia a Roberta.
Talvolta, Marcello non sa da che parte voltarsi, ma inevitabilmente compensa tutta la solitudine di cui ha sofferto in passato.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Madame, mi sono permesso di comprare un gatto per voi, per ringraziarvi dell'ospitalità; spero non sia un problemo" comunica Max, al termine del pranzo domenicale.
"Un gatto?" domanda Ludovica, preoccupata per l'asma di Marcello.
"Credo intenda un gâteau, una torta, un dessert" precisa Angelica.
"Oui oui, pardonnez moi, una torta"
"Oh! Grazie caro, ma non dovevi"
"Mi faceva piacere ... Sybille, mi aiuti?"
"Certo".
Giunti in cucina, lui la stringe forte a sé e le dà un bacio sulle labbra: "Tu es si belle"
"Sei pazzo? E se ci vedesse Marco? O ancora peggio, mio padre!" lo rimprovera lei, rossa in volto, scostandolo da sé.
"Non ho saputo resistere... Écoute, je suis désolé (ascolta, mi dispiace), ma non possiamo fare la nostra partita di tennis ... Martedì mattina torno in Belgio per ..."
"Per sempre? E me lo dici così? Che ne sarà di noi?!". Melodrammatica come i Barbieri, checché ne dica suo padre.
"Non mi hai fatto finire; per organiser le déménagement (organizzare il trasloco) ... Mi hanno preso! Inizio il mese prossimo!"
"Ahhhh!" le scappa un grido di gioia, decisamente sguaiato, mentre gli butta d'istinto le braccia al collo.
"Tutto bene? C'è uno scarafaggio?" domanda Andrea, andato a cambiarsi la camicia che si era sporcato con la salsa.
"Sì, va tutto bene; nessuno scarafaggio, mi era solo sembrato ma era un riflesso" si affretta a rispondere Angie, parlando ad alta voce, grata di quell'assist che il fratello le ha servito. "Ora arriviamo".
Appena il fratello se ne va, domanda eccitata: "Quando te l'hanno detto?''
"Ieri pomeriggio, ma tu non c'eri e poi sono sortito con Marco"
"Si dice uscito ... Sai già dove alloggerai?"
"Per il primo tempo, avrò un petit appartamento, dato dall'hôpital, poi je ne sais pas (non lo so) ... Magari mi aiuterai a cercare la maison ... Potrai prenderla dove e come piace a te. Spero ci vorrai trascorrere beaucoup des temps (molto tempo)" le sussurra all'orecchio.
"Ah sì? Non ti facevo tanto audace ..." replica lei, memore di quel primo bacio quasi casto. Nei giorni dopo la loro uscita erano stati sorvegliati speciali e lui era stato a lungo fuori casa per il colloquio e altre incombenze.
Lui non fa in tempo a rispondere, perché dalla sala da pranzo giunge un: "Allora, questo dolce?". È la voce di Marco ... Capiscono di star destando sospetti. "Arriviamo; stavo spolverando i piatti da dessert del servizio buono".
Mentre gustano il dolce, Max dà l'annuncio alla famiglia dell'amico, invitandoli tutti a pranzo quando si sarà sistemato in casa.
È un coro di congratulazioni.
Marcello e Ludovica si guardano: hanno notato la particolare gioia con cui la loro figlia ha accolto la notizia; lei poggia una mano su quella di lui. Ne parleranno in privato più tardi.

~

"Ma tu hai visto come si guardavano? Sotto il mio tetto, alla mia tavola! Lei a casa di questo qui non ci va, poco ma sicuro; e lui leva le tende il prima possibile" Marcello si rivolge a Ludovica, molto nervoso.
"Dai, a me è sembrato un ragazzo per bene: è molto educato, ha un buon lavoro..." gli risponde Ludovica, provando a calmarlo, a farlo ragionare. Sono nella loro camera da letto, dove si sono ritirati con la scusa di dover cambiare il piumone invernale con uno più leggero, primaverile.
"E lo credo bene! È un vecchio; ci mancherebbe soltanto che non avesse un buon impiego" la interrompe. Si porta le dita alle tempie e le scorre sulla fronte, corrugandola. "Non farmi pensare anche a quest'altra cosa, che pure Vittoria, con tutti gli uomini che ci sono! Ma io cosa ho fatto di male? Ah, ma io me ne vado in Australia, oppure ci mando loro". Si siede sul letto, esasperato.
"L'Australia non può essere la tua soluzione per tutto!" esclama Ludovica per sdrammatizzare i toni di Marcello, come sempre esagerati. Tuttavia, non sortisce l'effetto sperato: suo 'marito' è passato dalla rabbia alla nostalgia.
"La mia Angie ..." sospira. "Mi sembra ieri che la spingevo sull'altelena, e lei, spericolata, gridava di farla andare sempre più in alto ... È solo una bambina!"
"Vabbè, dai, non esagerare; non è più giovane di quanto lo fosse Roberta quando vi siete innamorati". È esasperata da questi toni paternalistici: non sopporta l'abitudine di Marcello di smettere totalmente di ragionare se si tratta delle figlie, dimenticandosi di com'era lui alla loro età, vedendole sempre bambine in fasce. Certo, è un po' ipocrita da parte sua, che pensa a Tancredi sempre come ad un ragazzino con i calzoncini corti, da coccolare ... Tanto che si ostina a chiamarlo con un vezzaggiativo ormai poco consono ad un uomo di quasi trent'anni, alto poco meno di due metri.
"Ma cosa vuol dire! Altri tempi; vuoi mettere noi con questi marmocchi? E poi, lei sapeva come comportarsi per tenere a bada i corteggiatori, desiderati e non!" puntualizza Marcello.
"Scusami?! Non ho capito se mi hai appena dato della poco di buono per come mi comportavo con i ragazzi, o solo della pessima madre per come ho educato nostra figlia!". Può fargli passare la gelosia paterna e l'iperprotettività, a tratti anche tenera: ma non il moralismo, ipocrita, ritrovato in vecchiaia!
"Eh? Ma che c'entri tu?" le risponde stupito. "Io pensavo a mia sorella! Povera: imbrogliata da uno come quello là, tutto buone maniere, baciamani, fascinoso, opere liriche ... E poi, sappiamo tutti com'è finita!" sospira.
Ludovica si siede nel letto accanto a lui, gli prende la mano. "Amore mio, questo trauma non ti passerà mai vero? Ma devi stare sereno. Angelica avrà il nome e i lineamenti di tua sorella, ma non è lei. È tutt'altro che ingenua, e poi non è sola, ci siamo noi". Gli sorride, accarezzandogli il viso. "Solo che suo padre deve capire che può proteggerla senza soffocarla! La conosci: è una che si stufa presto delle cose; magari, il mese prossimo non si ricorderà neppure chi sia questo ragazzo, ma se glielo impedisci, lo sposerà per capriccio!"
"Forse hai ragione tu ... Ho troppa paura che le facciano soffrire ...". Alza gli occhi, sia mai che scappi una lacrima, e per esserne certo, si affretta a fare una battuta: "Sono troppo vecchio per il letto della galera, insomma! La mia povera schiena!"
Lei ride, per farlo contento. "Ecco, appunto, fai da bravo!".
Ma c'è un'altra questione che ha bisogno di condividere con lui: "Io sono preoccupata per Marco, invece: da quando è tornato dall'Africa, non è più lui, lo vedo perso"
"Sì, l'ho notato anche io: oggi, a pranzo, non ha spiccicato parola, ha mangiato come un canarino ... Era nervoso" conferma Marcello.
"Eh, dillo a me se era nervoso; stamattina mi ha urlato contro per la crostata!" gli confida con un sospiro.
"Cos'ha fatto? Non si deve permettere di mancarti di rispetto; adesso gliene dico quattro". Fa per alzarsi, ma lei lo trattiene per il braccio.
"Bravo, complimenti! Nostro figlio è palesemente in crisi e tu lo vuoi rimproverare come se fosse un bimbo di 5 anni; proprio quello che gli serve!"
"Se si comporta come tale!"
"Ti prego ... Dobbiamo stargli vicino. Deve essere successo qualcosa; è sempre stato così pieno di energia ed entusiasmo!''. Ora sono i suoi occhi a velarsi di lacrime, la voce a farsi incerta.
"Quando erano piccoli, le cose erano più semplici" le sussurra lui, coccolandola per tirarla su di morale.
"Puoi giurarci, ma andrà tutto bene per loro, vero?"
"Certo, Principessa! Hai detto bene tu poco fa: ci siamo noi" conclude stringendola a sé.

~

Vittoria sta salendo nell'attico - comprato in comune per tutta la famiglia - per leggere un po' in tranquillità, ma nota Marco, che avrà avuto il suo stesso desiderio di solitudine: sguardo perso nel vuoto, ma il tratto sconvolgente è che fumi.
"Tutto bene, fratellone? Ti vedo assorto ... E quella sigaretta in mano, per un medico che per giunta ha sempre dichiarato che non avrebbe mai fumato, non mi pare buon segno ... Ti andrebbe di parlarne?"
"Niente, sto solo riflettendo, Vitto ... Diciamo che, se ne parlassi con Angie, mi direbbe che mi piango addosso per la mia continua ricerca di attenzioni e per non ammettere che mi sto sentendo in colpa di aver fatto troppo poco in merito"
"Ma io non sono Angie" replica l'altra sorella, sorridendo e sedendosi accanto a lui sul divano. "Allora? Ti dispiacerebbe essere un tantinello più specifico? Sei stato praticamente muto per tutto il pranzo con Max. Credevo che saresti stato contento per lui ... Sembrate così amici; non l'hai portato qui proprio per questo?"
"È esattamente questo il punto, Vitto: sono davvero contento per lui; ma fino ad oggi, io e Max eravamo nello stesso punto, ovvero due ragazzi appassionati di ciò che studiavano, ma che avevano anche e soprattutto voglia di divertirsi, e adesso lui ... Oddio, ci manca solo che chieda ad Angie di sposarlo! Mi fa sentire indietro ... Lui, del resto, è eccezionale: un giorno è arrivata questa ragazzina al centro medico, era messa malissimo ... Non so come abbia fatto, ma gli è bastata un'intuizione e l'ha salvata ... Ed io non sapevo cosa fare, ero bloccato. Mai vista una cosa così ... Sai cosa sono stato in grado di fare? Ho solo donato il sangue ... Sono gruppo 0, andava bene per tutti; lì è difficile avere sangue buono"
"E ti sembra poco? Senza, sicuramente sarebbe morta, nonostante la bravura di Max" lo interrompe la sorella, ma lui continua, senza darle corda: "Non sarò mai bravo come lui. Ho 28 anni: nostro padre, alla mia età, aveva la sua attività e una famiglia, ed io? Vivo ancora con loro, nella cameretta di quando ero ragazzino, con mia madre che mi prepara la colazione e mi fa il bucato. Stamattina le ho pure urlato contro perché mi stava porgendo una fetta di crostata all'albicocca invece che al cioccolato; devo anche scusarmi ....". Si interrompe, riprendendo fiato. Ha sputato il rospo tutto in una volta e ora non sa come affrontare ciò che ha appena riferito. Vittoria è perplessa: non l'ha mai visto insicuro un solo giorno in vita propria; ma il gene 'Marcello Barbieri' è inconfondibile e immutato, perciò aveva già intuito che, dietro l'aria di spacconeria, si nascondesse un animo insicuro in lui.
"Credevo che Max avesse scelto di venire in Italia principalmente per te; deve stimarti parecchio, per fare un gesto così drastico ... Anche tu devi averlo colpito molto, e non credo per i tuoi occhioni blu: a quello, ci ha pensato Angie". Gli stringe la mano e gli fa l'occhiolino, incoraggiante.
"L'hanno preso perché è più bravo di me ... Ecco la verità. Anche io avevo un colloquio, al Niguarda; non avevo voluto dirvi nulla per non alimentare le vostre aspettative, soprattutto dei miei genitori ... E ho fatto bene, dato che è andato di schifo. Mentre un mio coetaneo è stato assunto in un ospedale di altissimo livello, in un Paese che non è neppure il suo ... Non conosce neanche bene la lingua; dovranno tradurgli le cartelle, ma lo volevano a tal punto che non è importato a nessuno"
"Adesso non stare a guardare al fatto che sia straniero. E poi, non avevo capito che ci fossi rimasto così male; quante volte devo ripeterti che gli altri non fungono da metro di paragone per i tuoi successi e fallimenti? Tu sei Marco, unico al mondo, con il tuo percorso; hai 28 anni, non 50, e non sei in fin di vita; avrai altre occasioni"
"Ma io volevo QUESTA, Vitto. E ho lavorato sodo per avere quel posto. Inizio a pensare davvero di non essere abbastanza bravo per essere un chirurgo; che al massimo, potrei fare il medico di base e compilare ricette per la sciatica e l'asma tutto il giorno; che tutte quelle energie, quei soldi spesi, anche per l'esperienza in Africa, siano stati sprecati. Avrei dovuto fare come Andre ... Almeno, mi sarei goduto più la vita". Non lo pensa davvero, ma è stanco di sforzarsi tanto 'per niente'.
"Sì, certo, segui l'esempio di quel pigrone di tuo fratello!" sbuffa Vittoria, incredula. "Non voglio dire che a lavorare con papà batta la fiacca, ma sicuramente, non aveva alcuna voglia di studiare. Tu hai sempre avuto un talento innato per occuparti del prossimo, e fare il medico è sempre stato il tuo sogno ... E poi, scusami, anche se fosse? Il medico di base è di aiuto a tante persone, un punto di riferimento per tanti sofferenti spaventati e soli, che hanno solo bisogno di essere rassicurati da un volto amichevole. Rimettere tutto in discussione in momento di crisi è normale, ma non mi pare il caso di gettare la spugna alla prima porta in faccia. Ciò detto, in quanto tua sorella e consapevole delle tue capacità, sicuramente si possono aiutare gli altri in tanti modi che non sia questo"
"Ne sei sicura? Che io sia medico ormai lo sanno pure in Indonesia, stando a quanto mia madre se ne vanta; ne morirebbe, se facessi altro" commenta, con un sorriso amaro. Sa benissimo di avere ragione.
"Ma per favore! Non dire sciocchezze, Marco: se anche fossi più disoccupato di Tom e in panciolle dalla mattina alla sera, zia Ludo troverebbe il modo di idolatrarti e di convincere il mondo del fatto che tu sia l'essere più produttivo della terra. Lo sai che per lei sei perfetto: batti persino papà, il che è tutto dire...  Sembri quasi un figlio miracolato, nato dopo anni di tentativi infruttuosi; non vorrei dire, ma se chiedi a lei, è possibile che ti racconti che le è apparso un angelo, e probabilmente convicerebbe persino la Madonna in persona del fatto che (con tutto il rispetto, s'intende), il suo bambino sia più in gamba del suo, alias Gesù Cristo in carne e spirito".
A Marco scappa una risata, e se la concede tutta: in effetti, è vero ... Povera mamma, dovrebbe essere più gentile con lei; ma tutto quell'amore è sempre stato un po' soffocante, per quanto lo apprezzi.
"E papà?". Lui è sempre stato il suo esempio da seguire, dell'uomo che avrebbe voluto diventare; temeva di deludere lui, più di qualunque altra persona.
"A papà basta che, qualunque cosa tu faccia, venga svolta con impegno, e su questo fronte direi che non ha mai avuto di che preoccuparsi ... Sei il nostro fratellone, un po' una guida per tutti; persino per la nostra piccola principessa sdegnosa, checché ne dica Angie, a cui piace dipingerci tutti come scansafatiche da quando si è scontrata con Diritto Privato e che non ammetterebbe neppure sotto tortura di prendere esempio da te"
"Da me? Da te, semmai!"
"Fidati che, nel suo caso, vale il famoso principio per cui lei può criticarti e nessun altro: quando una sua collega d'università ha osato insinuare che, in Africa, corressi tra i leoni nella savana da mattina a sera, senza fare una mazza, per poco non le strappava tutti i capelli che aveva in capo"
"Ma seriamente?"
"Parola di una bugiarda incapace di esserlo. Non è a noi che devi dimostrare quanto vali, ma a te stesso. Anzi, te lo devi solo ricordare ... Prima o poi, ce la farai. Io lo so da ben 25 anni, testone" conclude, regalandogli un abbraccio rassicurante che solo l'amore di chi ti conosce da una vita e ti ama per come sei, può generare.

~

È trascorsa un'altra settimana. Quella mattina Max sarebbe tornato con le sue prime cose dal Belgio, per sistemarsi nell'alloggio che gli aveva fornito l'ospedale. Visto il trambusto generale, il pranzo per conoscere Tommaso è stato rimandato alla domenica successiva a quella prevista.
Ludovica è seduta sulla poltrona con il suo romanzo sulle gambe e, sentendo la figlia avviarsi verso la porta, le fa segno con la mano di avvicinarsi. È arrivato il momento di parlarle: "Angie, tesoro, puoi venire un attimo qui?". Si sfila gli occhiali da lettura e li poggia sul tavolino da caffè.
"Mamma, vado di fretta; Max mi aspetta, abbiamo un sacco di cose da sistemare". La ragazza ha capito l'aria che tira e vuole sottrarsi a quella predica.
"Proprio di questo volevo parlarti!"
"Mamma, per favore"
"No, no ascoltami!". È perentoria. Sibilla si siede anche lei, sulla poltrona accanto a quella della madre. "Tu sei grande, io lo so. Non sono mai stata una moralista, figurati; per me puoi fare quello che vuoi, anzi, mi pare di averti sempre incoraggiata. Se lui ti piace, non farti mettere limiti dai costrutti patriarcali che ci vorrebbero delle statue di sale senza desideri. Gli uomini non si sono mai posti problemi, in tal senso"
"Come sei sessantottina, mamma" risponde lei, lievemente canzonatoria; quando la madre parte con quei discorsi, non la finisce più.
''Eh, quelle del '68 hanno copiato me! Io, queste cose le dicevo e facevo più di 10 anni prima! Nel '68, ormai avevo appeso il cappello al chiodo da tempo: ero una madre di famiglia, per quanto di certo non convenzionale! Tu, però, queste conquiste non le devi mai dare per scontate, mi raccomando!". Non perde mai occasione per sottolineare quando lei sia sempre stata avanti, di mentalità aperta, e per ricordare a sua figlia di non smettere mai di lottare per le rivendicazioni femministe.
"Mamma, stai divagando; vieni al dunque, che mi aspetta, te l'ho detto!"
"Il punto è tuo padre! La paternità l'ha trasformato, io non ci posso fare nulla: non era così quando l'ho conosciuto. Oddio, è sempre stato iperprotettivo, abbastanza geloso e con queste manie di saper sempre lui cosa è meglio, ma da quando siete nate tu e Vittoria, ha perso proprio la testa, totalmente! Ma bisogna anche capirlo, amore mio, vista la sua storia, e cosa è capitato a tua zia Angela. Lui teme possa ripetersi, vorrebbe sempre porvi al riparo da ogni sofferenza. Per cui, MI RACCOMANDO! Non te lo devo dire io quello che devi fare. Stai attenta! Io ti ho difesa, l'ho convinto a darti fiducia: non farmene pentire, ti prego! Guarda che io, 'Marcello, avevi ragione tu' in 30 anni, non l'ho ancora mai dovuto dire; non vorrei dover cominciare proprio con una cosa così. Intese?" le domanda, alzando il sopraciglio.
Angelica rivolge alla madre uno sguardo fintamente innocente. "Ma mammina, lo aiuto solo per il trasloco, giuro!"
"Risparmia queste sceneggiate per chi ci crede. Ah, la scusa del trasloco! È vecchia come il mondo: anche tuo padre mi doveva solo aiutare impacchettare le mie cose, e poi, sai cos'è successo facendo gli scatoloni? Tuo fratello!"
"Oh Signore, ti prego, non scendere nei dettagli!" replica Angelica, tappandosi le orecchie.
"Per carità! Avere Marco è stata una vera benedizione, ma vorrei che a te capitasse più tardi; hai così tanti sogni da realizzare, prima di avere un bambino ...". Le prende la mano. "E magari, non con un ragazzo che conosci da mezzo secondo"
"Senti chi parla! Tu da quanto stavi con papà?". Ritira la mano, è sulla difensiva; teme che sua madre, in fondo, non sia felice di quella relazione.
"Io sono stata fortunata perchè tuo padre è l'uomo migliore del mondo, e poi, noi ci amavamo!"
"E Max, invece, cosa avrebbe di sbagliato? È perchè è di colore?" si è alzata e istericamente percorre la stanza.
"Ma tu sei diventata fuori di testa, figlia mia! Ma con chi pensi di parlare? Forse non ti ricordi chi è tua madre ... In questa casa, di simili discorsi non se sono mai fatti, e mai se faranno!". Quel modo di fare insinuazioni che ha sua figlia le fa sempre salire il sangue al cervello; non impara mai quando parlare e quando tacere.
"Scusa mamma, davvero. È che sono terrorizzata dalla cattiveria della gente ... Speriamo di non avere problemi ... In Italia, siamo ancora indietro sulla questione multiculturale" dice lei a testa bassa, risiedendosi. Ludovica le prende la mano, nuovamente. "Vedrai che andrà tutto bene! Per quanto riguarda me, Max mi sta molto simpatico, ha dei modi squisiti, e se è amico di Marco sicuramente sarà una brava persona ... Tuo padre supererà anche il fatto che non voglia sedersi a guardare la partita con lui, anche se gli ci vorrà un po', lo sai che ci tiene ...". Angelica sorride alla battuta della madre, che ha raggiunto il suo scopo. "Tuttavia, potrebbe essere pure il principe di Galles, a me importa che tu non ti comprometta l'esistenza ... Per favore, REGOLATI"
"Mamma, tranquilla, lo sai che prendo la pillola" risponde lei sfinita, sperando così di porre fine a quella conversazione davvero surreale.
"Sì, ma la prudenza non è mai troppa. Tieni," le porge una banconota "doppia protezione: comprali e portali sempre tu, così lui non ha scuse"
"Sì mamma, lo so, grazie dei soldi. Posso andare ora?"
"Sì, salutami Max. Ah ... Mia cara, la biancheria rossa è così volgare ... Capodanno è ancora lontano. Io sarei andata su un più classico nero o blu, starebbe meglio con la tua carnagione. E SOPRATTUTTO, avrei messo un maglioncino più coprente, se non avessi voluto farmi scoprire da mio padre. Vai a cambiarti o metti la giacca ... Ah, un'ultima cosa: non ti venga in mente di venire a fare le vostre cose in casa nostra! Se tuo padre vi scoprisse, sarebbe un finimondo!"
"Tranquilla, e la giacca ce l'ho già nello zaino. A stasera, torno dopo cena. Mi riaccompagna Max". Le da un bacio sulla guancia, omettendo volutamente che usaranno la moto, altrimenti perderebbe la sua alleata.

~

"Sei bellissima, amore".
Vittoria non può fare a meno di rivolgergli un sorriso alterato da una smorfia. Pensare che, una volta, era lei a dirglielo di continuo. "Papà, me lo ripeti tutti i giorni, anche quando sono struccata, in pigiama e con la faccia imbrattata di creme di Angie. Ormai non è più credibile, però apprezzo"
"Te lo dico tutti i giorni perché sei bella tutti i giorni, ma in particolare vestita così"
"Ah sì? Dovrei darti retta?"
"Sei mia figlia; questo significa che tu e i tuoi fratelli siete le quattro persone più belle su questo pianeta, a cui siamo secondi solo io e le vostre madri; perché l'intelligenza in una donna è fondamentale, ma se vuoi procreare, anche l'aspetto".
Vittoria inarca un sopracciglio.
"Tranquilla, in base a tua madre o a zia Ludo, mi adatto per l'estremo da calcare. Entrambe belle e intelligenti, comunque"
"Ah ecco, mi sembra saggio come metodo. Volevi dirmi qualcosa? Tra poco arriverà Tom, e ci tengo che vi faccia una bella impressione ... È speciale, papà, e so che se gli darai modo di farsi conoscere, lo penserai anche tu"
"Ah, sì? Come fai a esserne così sicura?"
"Perché ti conosco, e sei la persona più scevra di pregiudizi che esista al mondo"
"Si vede che non mi conosci bene ... Sono stato frenato anche io dai preconcetti, un tempo". Ma è lusingato dal fatto che la figlia lo veda sotto quest'ottica.
"Invece, so bene la storia; non stiamo a rivangare la genealogia Barbieri-Brancia. Il punto è che, da quando sei nostro padre, sei cambiato. Devi solo rassegnarti al fatto che non sia più una piccola duenne da difendere dell'universo mondo; in questo modo, potrai apprezzare Tom come merita"
"In realtà, volevo parlarti proprio di questo" le sorride, sedendosi sul letto e facendole cenno di raggiungerlo. "Tua madre mi ha fatto notare quanto sia stato ostile verso di lui; anzi, verso l'idea di lui, dato che lo conosceremo oggi. Quindi, volevo scusarmi, e prometterti che proverò - se non altro - a non farmi condizionare dal mio istinto protettivo; per quanto non sia un mistero per nessuno che mi preoccupi per tutti voi, in particolare per te ed Angie, anche se vi sembra antiquato e sciocco ..."
"Forse perché un po' lo è" osserva la figlia maggiore, dandogli delle leggere pacche sulla spalla a mo di presa in giro.
Marcello sospira; finge di non aver sentito. "D'altronde, tua sorella mi ha abituato presto a portare a casa qualche fidanzatino, per quanto senza particolare importanza, come quel Bruno, mi pare ... Mentre tu sei sempre stata molto più riservata, anche se credo che non ci sia stata una grande schiera di ragazzi ... Perché non c'è stata, vero?" la interroga, terrorizzato al solo pensiero.
"No, papà, stai tranquillo. C'è qualche frequentazione di cui non sei a conoscenza, e quei pochi ragazzi con cui sono stata per più di qualche mese, li conosci. Stai dicendo che sono stata noiosa?". I figli sono tutti unici e non dovrebbero mai essere paragonati tra loro; infatti, Vitto ci si paragona da sé, sempre.
"Tutto il contrario, piccola. Amo tutti voi in ugual modo, ma avere almeno una figlia più semplice da gestire è stata una vera benedizione. Sai, se guardo i tuoi fratelli in faccia, capisco immediatamente se mi stanno mentendo, ma faccio finta di crederci ... E succede abbastanza spesso, specie prima del coming-out di Andrea, nel suo caso. Ma tu ... Per quanto tu sia molto più trasparente rispetto a loro, per quanto sicuramente anche tu avrai omesso delle cose, com'è giusto che sia ... Insomma, ho sempre la sensazione che tu dica la verità, o se non altro, la maggior parte della verità"
"Grazie, papà. La vostra fiducia, per me, è sempre stata fondamentale. Non siete mai stati dei genitori bacchettoni; severi, sì, il giusto ... Sapevo che, se fossi stata così sciocca da mettermi nei guai alle vostre spalle, avrei solo avuto da rimetterci"
"Perché sei nata adulta, come tua madre. Temo, però, che ti abbiamo messo troppa responsabilità addosso; anche il discorso che ti ho appena fatto, ne è la prova. Vitto, non devi pensare che, con questa presentazione di Tommaso, lui debba necessariamente entrare in definitiva a far parte della famiglia. Per quanto mi riguarda, ho sempre sperato che vi sposaste tutti dopo i trent'anni, per avervi con me il più possibile, per quanto sia egoistico ... Insomma, indipendentemente da quel che penso e spero io, non devi sentire l'ulteriore peso di star presentando il fidanzato definitivo; non lo dico perché temo che non mi piaccia, ma perché quei genitori che diventano suoceri affezionati al punto da risentirsi per il cambiamento di genero - o nuora - li trovo insopportabili"
"Ma davvero? Non ti piacerebbe che ci presentassimo uno ad uno con la persona che abbiamo scelto definitivamente, per risparmiarti la fatica di rimettere in campo le tue doti diplomatiche e nascondere la gelosia, specie verso me ed Angie?" cerca di sdrammatizzare Vitto; la sua tecnica più affinata, quando una situazione la imbarazza o la tocca profondamente, come in questo caso. Non si sarebbe mai aspettata di sentirsi fare questo discorso.
"Naturalmente. Anzi, parlo per esperienza personale. Ai tuoi nonni, Livia e Guglielmo, Federico Cattaneo piaceva molto ... Ma non hanno fatto tutte queste storie quando tua madre ha scelto me per la vita; e dire che Roberta era così dispiaciuta all'idea di deluderli ... Erano altri tempi, ma tutto questo discorso confuso non vuole arrivare a dire altro che: sono orgoglioso di te, mi fido della tua capacità di scegliere chi avere intorno, e mi dispiace se ti abbiamo spesso caricata di pesi inutili".
A Vittoria viene quasi da piangere; nel giro di qualche minuto, il padre l'ha liberata di una zavorra che per la maggior parte del tempo porta con naturalezza, ma che a volte pesa più di un macigno. Sia lei che gli altri sono tutti responsabili e beneducati, ma tra il latin lover impenitente, la piccola ribelle che punta a uomini di quasi 10 anni più grandi e che non si farebbe mai e poi mai mettere i piedi in testa da qualcuno, e beh, un fratello omosessuale negli anni '90 che sente inevitabilmente di dover proteggere dall'esterno, a volte teme di aggiungersi al carico emotivo dei genitori anche solo se chiede un paio di scarpe. Non le è mai mancato nulla, né a livello materiale, né affettivo ... Ma in questo periodo si sente confusa, tra Tom e le scelte per il futuro, e la conferma di poter contare sull'appoggio incondizionato dei suoi è qualcosa che sperava davvero tanto di sentirsi dire. Abbraccia suo padre.
"Grazie davvero, papi. La mia paura più grande è solo quella di potervi deludere, prima o poi. Mi riempi di complimenti ogni giorno, ma ti ho mai detto che sei il papà più incredibile che esista? Le mie amiche mi invidiano un sacco, ma tu sei tutto mio".
Solo lui sa quanto essere il figlio apparentemente più forte in realtà costi fatica, almeno quanto il nascondere la necessità intrinseca di attenzioni e cure. E solo lui sa quanto, benché la sua adorata primogenita sia distantissima da lui in vari tratti del carattere, il bisogno spasmodico di conferme l'abbia ereditato proprio da suo padre: dopo 30 anni, non si è ancora del tutto abituato a sentirsi chiamare 'papà' da quei quattro raggi di sole, figurarsi a ricevere complimenti per essere un bravo genitore, quando nel 90% dei casi teme di non azzeccarci mai.
"Tu continua a dirmelo all'infinito. Sono fiero di essere tuo padre. Ti voglio bene".
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: Helen_Rose