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Autore: ciarlot    27/09/2021    0 recensioni
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Ti perderò.
****
Snoke è morto.
Kylo Ren è solo e respinto.
Rey è andata via.
Questa storia è il mio personale "what if". Cosa succede dopo l'episodio VIII?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey, Rose Tico
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" And I grew so accustomed to that kind of solitude
But I long for you now
Even when you just leave the room"


- Julie Byrne "Sleepwalker" - 

 

Nel capanno Rey dormiva in un modo innaturale e profondo. Chewbecca brontolava impaziente con BB8, il quale a sua volta emetteva flebili e sconsolati cinguettii. Non potevano fare altro che vegliare su di lei e sperare che il ragazzo arrivasse alla svelta.

Il piccolo droide sapeva ben poco di quanto fosse successo alla sua amica e non gli era possibile dare informazioni aggiuntive al wookie che dal canto suo controllava continuamente fuori dal capanno in attesa dell'arrivo di Ren. L'idea di rivedere colui che - tra le altre innumerevoli malefatte - aveva ucciso il suo fratello umano, lo mandava su tutte le furie ma doveva controllarsi per il bene della ragazza.
Il sottile fruscio del fighter e, subito dopo, un rumore di passi veloci fece sussultare i due amici. Kylo Ren apparve alla porta del capanno e appena entrato rivolse uno sguardo interrogativo direttamente al wookie che grugnì triste.

"Voi due, fuori. In. Silenzio" ordinò brusco. Senza permettersi di replicare uscirono, sistemandosi dietro al capanno dove era parcheggiato il TIE.

Lanciò uno sguardo alla ragazza che, immobile nella posizione in cui l'aveva lasciata, sembrava senza vita. Sollevò la coperta. L'estensione della macchia nera stava di nuovo avanzando e la pelle scottava. Era febbricitate. Se non altro era viva.

Senza perdere tempo srotolò sul tavolo il kit antiveleno che conteneva una siringa già pronta, si accostò al letto e iniettò il siero nel braccio di Rey. Senza bende sembrava esile e delicato ma lui sapeva quanto fosse tenace e potente nel brandire la spada e nel lanciare terribili attacchi. Avrebbe preferito subire uno dei suoi colpi, piuttosto che vederlo riverso quasi senza vita su quel letto di morte.

Si aspettava che reagisse almeno alla puntura, invece la ragazza non si mosse, nemmeno un sussulto. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo ma quel rifugio era più vuoto delle sue stanze.
Seduto in fondo al letto, attese qualche minuto che l'antidoto facesse un minimo effetto, ma sapeva bene che occorreva più tempo perché si potessero notare seri miglioramenti.

Nel breve viaggio di andata e ritorno alla base, aveva pensato che in fin dei conti sarebbe stato meglio tenere un basso profilo: assisterla nel capanno, assicurarsi che stesse bene e andare via lasciandola lì. Molto meglio per tutti. Non avrebbe dovuto spostarla, lei si sarebbe risvegliata in un luogo famigliare e, soprattutto, nessuno li avrebbe visti insieme.
Ma le aveva promesso che sarebbe tornato a prenderla.
L'aveva lasciata con poche parole che non sapeva nemmeno se lei avesse compreso, nello stato confusionario in cui si trovava. Nonostante questo le aveva detto che l'avrebbe portata via e lei aveva annuito con quegli occhi da bambina pieni di paura.
Non poteva lasciarla lì dopo averle fatto credere che sarebbe tornato per lei. Sapevano troppo bene entrambi il significato dell'abbandono. Non si sarebbe perdonato anche questo. L'avrebbe portata via con sé. 

Si alzò di scatto e provò a svegliare la ragazza toccandole le spalle "Rey. Rey, svegliati. Rey, sono qui. Devi svegliarti". Niente.
Raccolse tutti i suoi stracci e li mise in quel ridicolo zainetto di tela. Prese nuovamente in braccio la ragazza, accertandosi che fosse ben coperta e uscì dal capanno in direzione del TIE. La doveva portare alla base, anche solo per poche ore. Il tempo di rimetterla in sesto.

 

Chewbecca e BB8 erano rimasti diligentemente in silenzio tutto il tempo e non avevano proferito il minimo grugnito o beep, nemmeno quando videro Kylo Ren avvicinarsi con in braccio la loro amica ancora incosciente. Chewbecca provò a bofonchiare il suo disappunto, ma quello che un tempo era stato il suo piccolo bambino lo contrariò, come se non avessero fatto altro per tutti quei lunghissimi anni di lontananza.

"Non posso fare niente per lei qua"

"Grrr-hgggh-raauuu"

"Non so cosa farci!!! Io posso curarla, loro NO!" gli disse alzando il tono della voce e mettendolo davanti alla realtà dei fatti. Poi proseguì in modo convincente "Restate nel capanno. Torno presto. Se all'alba non mi vedete, queste sono le coordinate della base per venirla a prendere. Tieni" e premendo un piccolo tasto curvo sulla testa del droide, il ragazzo inserì i dati per raggiungerlo. 
"Lo so. Potrebbe essere pericoloso" rispose lui al brontolio di disapprovazione del wookie "Ma non vi verrà fatto niente, se verrete solo per lei".

I due guardarono il velivolo alzarsi elegantemente in volo e scomparire dopo pochi secondi nell'iperspazio.

Il TIE non era progettato per ospitare più di una persona. Anche se per poco tempo gli sembrava un gesto imperdonabile dover appoggiare Rey sul pavimento dietro di lui.

All'arrivo, fu accolto come al solito da un gruppo di stormtroopers di pattuglia, che disperse imponendogli mentalmente l'oblio ed evitare successivi problemi con il Generale Hux. Procedette spedito verso il suo alloggio. Lo aprì com'era solito fare quando aveva altro per la testa, ovvero senza toccare la porta, e distese la ragazza nel suo letto.
Chiamò all'interfono i droidi medici.

Si allontanò di qualche passo per osservare quella meraviglia sdraiata davanti a lui. Fremendo di agitazione. Era lì con lui. Era reale. Chiara, soffice e femminile, sotto la coperta e il sottile strato di biancheria. Temporaneamente indifesa, perfetta anche nel dolore.


Com'era inadatto a lei. Tutto quanto.

Una semplice e futile verità che tuttavia gli lasciava in bocca un'insopportabile amarezza. Sì, loro erano degli sciocchi ribelli che non avevano saputo proteggere una ragazza dalla prima fonte di pericolo di quel beffardo pianeta, ma lo vedeva chiaramente. Quello era il posto giusto per un raggio di luce. Non certo una base del Primo Ordine.

Arrivarono un paio di droidi che iniziarono uno scan completo della ragazza. I loro holopad visualizzarono una fila di reazioni anomale: intossicazione del sangue, lacerazione dei tessuti, attacco al sistema nervoso. Lui bypassò i protocolli di sicurezza per farle somministrare tutto ciò che serviva a guarire le molteplici conseguenze del veleno.

I medici, dopo aver disinfettato la ferite, iniettarono altro antidoto, diversi tipi di antibiotico e infine le trasfusero una sacca di plasma fresco. Era sicuramente una forzatura, tutta quella roba, ma era sicuro che avrebbe reagito, meglio di chiunque altro, alle cure anche se somministrate tutte insieme senza rispettare la consueta sequenza.

Quando anche loro se ne furono andati e rimasero da soli, Kylo Ren restò ad osservarla in piedi, impaziente di notare il minimo cambiamento nel colorito o un impercettibile movimento.

Se avesse potuto l'avrebbe tenuta per sempre nella sua stanza, centellinando i farmaci per guarirla poco alla volta, un piccolo gesto dopo l'altro.

Così che lei sentisse piano piano di avere sempre più bisogno di lui.


Ma scacciò quell'assurda perversione, talmente romantica da stupirsi di averla addirittura pensata. 
Passarono alcuni minuti. Finalmente la ragazza iniziò a respirare in modo calmo e profondo, le dita si muovevano sul lenzuolo cercando un appiglio, gli occhi chiusi sotto le lunghe ciglia vibravano con fatica per aprirsi.

"Rey..."

Nel fondo di un buio caldo e avvolgente, Rey si sentì chiamare. Da lontano.

Ma era come immersa in una bolla, non capiva da dove provenisse la voce e soprattutto chi fosse. Temeva di essere ancora in quel sogno, con l'infida serpe che l'aveva terrorizzata e che le aveva detto cose orribili. 

Non ricordava cosa fosse successo dopo. C'era solo il buio e il dolore. Ma anche un conforto inaspettato. Voleva seguire quel richiamo ma il suo corpo era duro e pesante, non riusciva a muoverlo per uscire dall'oscurità.

Allora cercò quella piccola luce dentro di sé, la fiammella che tante volte l'aveva salvata come un appiglio. Com'è che faceva? Uno due tre quattro... Prese un bel respiro come per immergersi e nuotare, proprio lei che non sapeva farlo, e si inoltrò con la mente nelle profondità della sua anima.

Vagò per un tempo interminabile alla ricerca del minimo segnale, poi quando ormai i polmoni stavano per scoppiare, la vide. Una bambina di otto o nove anni tra le rovine polverose di un AT-AT. La prese per un braccio mentre questa le chiedeva se fosse la sua mamma che era tornata per lei, no Rey, sono un fantasma dal futuro, vieni andiamo. E iniziarono la risalita mano nella mano.

Ce l'avevano fatta, erano fuori. Le due Rey riemersero dall'oscurità e sputarono fuori tutto ciò che avevano in corpo.

Quando finalmente riaprì gli occhi, la ragazza non vide con sua grande sorpresa la piccola sé stessa o il serpente del sogno, ma il volto serio del Cavaliere di Ren.

Si drizzò sbigottita sul letto facendo cadere la coperta. Era praticamente nuda.

"Rey!" - "Ben!" Esclamarono insieme i due ragazzi. Lui con uno sguardo colmo di sollievo, lei di stupore.

"Ma cos... Dove sono?" chiese la ragazza coprendosi il seno con le mani.

"Tieni, rivestiti...". Lui gettò alla ragazza i suoi stracci e si voltò per non essere costretto a vedere quelle splendide nudità.

"Ben... Non dirmi che sono... " insistette lei incredula, guardandosi intorno in quella camera che una volta le era apparsa durante la loro connessione.

"Sì, sei dove credi di essere."

"Oh no no no, io non... Io non posso stare qua..." continuò lei. Fece per alzarsi ma com'era prevedibile, la gamba cedette e la ragazza cadde sul pavimento.

Lui si girò e la fece sedere nuovamente. Facendo appello al suo autocontrollo e all'abnegazione con cui era cresciuto, prese la casacca della ragazza in mano "Non ricordi? Il serpente?" le disse mentre le gliela infilava. Lei annuì. "L'ho sentito nella Forza. Sono venuto a curarti" le spiegò mostrandole le medicazioni "Saresti morta".


"TU sei venuto a curare ME?" il suo sguardo oscillava tra l'orrore lo sbigottimento e il dolore.

Nessuna risposta. Le infilò piano i pantaloni stando molto attento alla caviglia, che prese in mano con timore reverenziale. Lei lo guardava sempre più sconvolta. Poi si mise un braccio della ragazza al collo e la sorresse per completare la vestizione.

Si aspettava una furiosa litigata e, per come aveva imparato a conoscerla, sarebbe stata anche comprensibile. In quelle stanze lontana anni luce dai compagni, si poteva dire prigioniera. Come quella volta. Quando lui l'aveva interrogata, era entrato violando la sua mente e aveva scoperto una forza indomita e grezza, potente quanto la sua, racchiusa in un esserino impossibile quanto meraviglioso.
Invece contrariamente a tutte le sue congetture lei si fece accompagnare al letto per sedersi, accennandogli di fare lo stesso.

"Raccontami" chiese Rey.

Deglutì "Non c'è molto da dire. Io ero qui, tu hai urlato nella forza. In modo disumano. Ho visto il serpente e mi sono connesso. Tu eri quasi svenuta, il veleno stava già facendo effetto. Ti ho portato alla fonte di Ajan Kloss, che è curativa ma non fa miracoli. Così ti ho lasciato nel capanno con il droide e il wookie mentre sono venuto a prendere un kit antiveleno. Ma non ti svegliavi, ed eccoci qua".

Durante questo asciutto resoconto lei pensò di non aver mai sentito tante parole pronunciate dal ragazzo tutte in una volta. Si forzò di restare zitta senza interromperlo ed era bellissimo ascoltare la sua voce profonda e calma, libera da ogni moto di rabbia.

Avrebbe davvero voluto fargli mille domande, come sapeva della fonte, perché aveva deciso di salvarla, perché nel tornare non aveva incenerito la Resistenza, e tante altre...


Ma non poteva, era semplicemente un momento troppo bello perché finisse come sempre.. troppo presto e arrabbiati l'uno con l'altro.
Intravide nel freddo racconto dei fatti tutta una miriade di piccole e incredibili cose che lui aveva fatto per lei. Di nuovo. Nonostante tutto.
Non si capacitava di come, pur avendolo barbaramente ferito, insultato, rifiutato, poi sconfitto davanti alla sua flotta, di come... fosse rimasto in ascolto di lei.

Di come fosse stato una costante presenza che non aveva percepito... che stupida! E non l'aveva abbandonata.

Ora era al sicuro nel suo alloggio.

"Non so cosa dire" rispose infine lei, con un filo di voce.

"Non dire niente. È perfetto così"

Poi accadde quello che entrambi desideravano da molto tempo pur non sapendolo. 

Essere loro due soli. Sospesi senza rivalità.

https://youtu.be/cUHgExFkFLk

   
 
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