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Autore: NPC_Stories    01/10/2021    3 recensioni
Inktober 2021 con la lista ufficiale, come sempre troverete storie dei miei personaggi originali nel mondo di Forgotten Realms.
Dovrebbero essere storie brevi (altrimenti come faccio a pubblicarne una al giorno?), ma chissà se ci riuscirò...
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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Genere: fantasy, lore
Note: questa oneshot si svolge dopo la fine di Jolly Adventures ed è legata al ciclo conclusivo di quella storia; è anche collocata qualche settimana dopo Red shoes (meno rilevante)


1. Crystal


1320 DR, autunno, in una locanda vicino a Secomber

Il viaggiatore sopraggiunse al tramonto, come faceva sempre. Veniva da sud, dalla cittadina di Secomber, e prima di quella tappa era stato ancora più a sud. Era molto tempo che non si faceva vedere, più precisamente da quando, tre anni e mezzo prima, era partito alla volta del lontano Lago dei Vapori con un elfo ranger e uno sciamano.
Raggiunse con passo stanco ma deciso la porta della taverna, sbirciò all'interno ma non vide nessuno. C'era profumo di cibo che veniva cotto, un buon profumo che si spandeva in tutto il cortile della locanda, quindi immaginò che la padrona di casa fosse in cucina. Richiuse la porta della grande sala vuota che fungeva da refettorio e si incamminò verso la cucina scegliendo la strada del cortile interno.
Con la coda dell'occhio vide una bambina che correva nel prato davanti alla porta della casa padronale, alla sua sinistra. Aveva in mano qualcosa di simile ad un aquilone ma non sembrava che stesse riuscendo a farlo volare. Poco dopo inciampò, rimase sdraiata sul prato per un momento, poi si alzò senza un fiato e ricominciò a correre.
L'elfo scuro rimase a guardarla ancora per qualche secondo, poi scrollò le spalle e tornò alla sua missione principale: trovare la padrona di casa.
In prossimità della porta della cucina il profumo era decisamente più forte, e ancora più invitante. Appoggiò una mano nera sul legno levigato dell'uscio e fece per spingere, ma poi cambiò idea e bussò. La locandiera poteva indispettirsi parecchio quando qualcuno alterava il prezioso microclima del suo laboratorio, quindi non era una buona idea far entrare aria fredda senza il suo esplicito permesso.
"Avanti!" Gridò lei dall'interno, e il viaggiatore non si fece più scrupoli ad entrare.
"Perché Amber non indossa le scarpe?" Fu la prima cosa che chiese, indicando con un pollice il cortile alle sue spalle.
"Daren!" Krystel, la locandiera, sembrava felicemente sorpresa di vederlo. Gli regalò un sorriso entusiasta, qualcosa di molto raro sul volto di un'elfa scura. Quel sorriso però ebbe vita breve. "Ho detto che potevi entrare, non che potevi stare fermo sulla soglia a fare la muffa. Chiudi quella porta!"
Lui ridacchiò sottovoce, ma fece quanto gli era stato chiesto. Entrò, chiuse la porta e cominciò il lungo rituale del viaggiatore stanco: appoggiò ad una parete il suo bastone, si sganciò la cinta che gli teneva la spada bastarda legata alla schiena, infine tolse il mantello e lo zaino. Avrebbe voluto togliere anche l'armatura ma decise di farlo più tardi, in camera sua. Finalmente si stiracchiò, facendo scrocchiare la schiena. "È un piacere rivederti, sorella."
Krystel sfoggiò un sorrisetto amaro. "Anche per me. Ma avresti potuto cominciare con questo, anziché mettere in discussione le mie capacità genitoriali come prima cosa" gli fece notare con una certa nonchalance. "E dal momento che me lo hai chiesto: Amber è una piccola ribelle testarda che odia le scarpe, e suppongo che accetterà di metterle solo quando l'alternativa saranno i geloni ai piedi. Vorrei che mi desse retta, ma sembra una battaglia persa."
"Scherzi?" Il drow spalancò gli occhi. "Che cos'ha, cinque anni?"
"Avrà quattro anni fra due mesi" lo corresse lei. "Se è già così adesso… ho paura di cosa diventerà da adolescente."
Daren si fece una sonora risata perché, dopotutto, poteva permetterselo: educare la nipotina non era un problema suo.
"Bravo, ridi, finché puoi. Che stasera dovrai aggiornare tutte noi sulla tua grande avventura e penso che l'atmosfera non sarà così leggera… noto che sei tornato da solo" Krystel non sembrava sorpresa, ma comunque c'era incertezza nella sua ultima affermazione, perché le implicazioni non piacevano a nessuno dei due.
"Lo sciamano è morto, se è questo che mi stai chiedendo. Ma, sorella, lui lo sapeva. Ha detto i suoi addii prima di partire con noi."
"Vuoi che lo dica io a Hilda…?" Domandò, riferendosi a una delle sue figlie. "Sai che era suo padre."
Daren scosse la testa. "Hilda se lo aspettava. Posso dirglielo io. Ho anche qualcosa per lei, da parte di suo padre, ma non è questo il momento." Batté una mano sulla sua scarsella da cintura, che era incantata come lo era il suo zaino: poteva contenere molta più roba di quanto le sue ridotte dimensioni lasciassero intendere. "Ma questo mi ricorda… ho anche una cosa per te. Un piccolo ricordo della mia ultima avventura."
Infilò una mano nella scarsella e vi frugò per qualche momento, prima di estrarre un piccolo involto di tela. Conteneva una punta di quarzo.
"Questo cristallo viene dal dungeon che abbiamo esplorato e purificato. A partire da un'unica radice di quarzo, una concrezione tentacolare di cristalli si era estesa per tutto il dungeon, ricoprendo sia le pareti di roccia naturali sia quello che rimaneva degli antichi edifici della città di Atorrnash. È la più antica città degli elfi scuri Ilythiiri, i nostri antenati; la città inizialmente si trovava in Superficie, ma è sprofondata sotto la terra migliaia di anni fa a causa di un terremoto… e naturalmente ne è stata distrutta. Noi, intendo tu ed io e tutti i tuoi figli, discendiamo dal malvagio arcimago che governava Atorrnash e tutto il regno Ilythiir nell'Era dell'Alba. E immagino che anche molti altri drow discendano da lui, ma sai che la nostra famiglia d'origine ci ha messo una particolare cura nel mantenere puro il sangue della nostra stirpe e… ehm… è per questa ragione che abbiamo un rapporto così stretto con le divinità. È per questo che sentiamo la loro voce."
"Anche il nostro antenato era come noi?" Domandò lei, incuriosita, dimenticando per un momento perfino la cena che stava preparando.
"No, ma diciamo che a modo suo aveva anche lui un rapporto particolare con una divinità" raccontò, in tono di amaro divertimento come se la faccenda fosse uno strano scherzo del destino. "Un rapporto di tipo carnale."
Krystel prese il pezzo di quarzo che suo fratello le stava porgendo.
"Così, queste sono le nostre radici" mormorò, rigirandosi il piccolo oggetto nella mano. "La risposta alla domanda 'da dove veniamo?'"
"Sì, anche se c'è sempre un tempo più antico a cui guardare. La teoria più accreditata è che gli elfi, tutte le razze di elfi, siano arrivate in origine dal reame fatato."
"Ho sentito anch'io questa teoria, da piccola, quando vivevo tra gli elfi della luna" la drow strinse fra le dita il cristallo trasparente, come se volesse rivendicare quell'origine che fino a poco prima aveva denigrato. "Oh, be'. Discendere da persone orribili non fa di noi persone orribili."
"No, infatti. Questo cristallo viene da un più grande… organismo… che era stato pervaso da energie maligne, ne era diventato vettore. Ma poi è stato separato dal reticolo di cristalli. Anche la nostra famiglia è stata estratta e portata via dal suo dungeon, la città oscura in cui siamo nati, e abbiamo preso una strada diversa. Per questo ho voluto portarti quel cristallo. Non per ricordarti che proveniamo da una genía oscura, ma perché è legittimo voler sapere quali siano le nostre origini, dal momento che non ne siamo più condizionati."
"In realtà… mi piace molto." Decise lei, rigirandosi il piccolo quarzo tra le dita e studiandone la forma quasi simmetrica. "Mi fa molto piacere avere qualcosa che appartiene al luogo da cui discendiamo, anche se è un luogo che non ci rappresenta. Dopotutto, fratello, lo sai qual è la migliore qualità degli antenati?" Domandò con una certa allegria, mentre spostava una grossa pentola dal fuoco. La cena era pronta e fra poco avrebbe chiamato a raccolta le sue figlie - il suo futuro - che per lei erano molto più importanti di quelle riflessioni sul passato.
"Che sono morti?" Tentò di indovinare lui.
"Che sono morti." Confermò Krystel, con un sorriso d'intesa.

   
 
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