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Autore: Ode To Joy    01/10/2021    3 recensioni
[Kageyama x Hinata]
[Iwaizumi x Oikawa]
[Atsumu x Hinata one-side]
Qualunque cosa accada, non smettere mai di guardare il cielo.
Dieci anni - o poco più - di Tobio e Shouyou raccontati in momenti.
[Spoiler!]
[Raccolta partecipante al Writober 2021 di Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#1 Mnestic

 

T'abbraccerò

Così che tu non possa andare via

Non dirmi no

Tanto saprei amarti pure come idea

 

Dal cellulare di Oikawa Tooru; 

O.T. - Tobio-chan! Esigo di essere informato sugli ultimi eventi! 

[00.00]

 

O.T. - Tobio-chan! Non usare la scusa del fuso orario. Uno come te non dorme in questa situazione. Al massimo piange fino a crollare, ahah!

[01.53]

 

O.T. - Tobio, capisco che tu sia disperato al pensiero della tua imminente sconfitta della vita, ma questa non è una buona ragione per buttarsi nel Tevere! 

[03.14]

 

O.T. - Tobio, seriamente, non mi fido della tua deficienza! Rispondimi, se non vuoi che coinvolga l’ambasciata!

[05.40]

 

K.T. {Tobio F***ing-Chan} - Mi sono scordato il cellulare a casa. Sono andato a correre.

[06.03]

 

O.T. - Tutta la notte?

[06.05]

 

K.T. {Tobio F***ing-Chan} - Tutta la notte. 

[06.11]

 

O.T. {The Great King} - RESTITUISCIMI IL SONNO DI BELLEZZA CHE HO PERSO PER TE E PER LA TUA STUPIDITÀ!

[06.13]

 

In quei momenti sappi sempre

Che l'estate arriverà

 

-Roma, 2022-

 

Qualunque cosa accada, non smettere mai di guardare il cielo.

 

Dieci parole scritte in fretta e furia su di un post-it azzurro. 

Kageyama Tobio aveva conservato quel piccolo tesoro nel suo portafoglio per quasi un decennio. Nessuna data, nessuna firma. Non vi era niente su quel pezzo di carta che potesse ricollegarlo a un tempo e a una persona precisi. 

Tobio non ne aveva bisogno. Ricordava alla perfezione la primavera in cui aveva trovato quel messaggio nello spogliatoio del club di pallavolo, appiccicato sull’armadietto che era stato suo per tre anni.

Dieci parole per mettere nero su azzurro l’ultimo di una serie di addii, l’unico che Tobio si era rifiutato di accettare. Quella sera, aveva salutato per sempre Karasuno e la sua adolescenza, ma non era riuscito a fare lo stesso con l’autore di quel post-it.

Il sole era appena sorto su Roma, ma non c’era stato alcun riposo per lui quella notte.

Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, alla primavera in cui quel post-it era stato scritto.

A quasi ventisei anni, Tobio sentiva di nuovo la stretta al petto di un ragazzino che non riesce a venire a capo delle sue emozioni. Il campo da gioco era il solo luogo in cui riusciva a stare bene. Una volta finita la partita, l’aria tornava a mancargli. Quella sensazione era  accompagnata dallo spiacevole presentimento che qualcosa di prezioso gli stesse scivolando di mano. Era esattamente come avere di nuovo diciotto anni, con ancora tutto il mondo da conquistare e l’unica persona di cui gli importava a un oceano di distanza da lui. 

I suoi pensiero dovettero riecheggiare molto lontano, perché proprio in quel momento il cellulare sul comodino prese a vibrare. Quando Tobio vide la foto che era comparsa sul display, sorrise.

Conosceva solo una persona pronta ad affrontare il mondo prima ancora che esso si svegliasse.

“Buongiorno.” 

Dall’altro capo della linea, arrivò una risata. “Stai sorridendo…”

Per tutta risposta, gli angoli della bocca di Tobio si sollevarono ancor di più. “Può darsi,” gli concesse. Era passata l’età in cui mostrare delle emozioni lo imbarazzava al punto da farlo arrabbiare.

“Non hai nessuna partita oggi.”

“Nemmeno tu.”

“E nessun allenamento.”

“Questo vale per tutti e due, ma tu sei sveglio ancor prima che sorga il sole.”

“Se mi hai risposto con un buongiorno, non devo essere l’unico.”

Il sorriso di Tobio si fece stanco, amaro. Non dormiva bene da un po’, non quando era da solo. 

“Ti ho aspettato ieri notte,” ammise il giovane dall’altro capo della linea. “Non lo so, avevo avuto la sensazione-”

“Era la sensazione giusta,” confermò Tobio. “Ma ho fatto molto tardi,” per combattere con le mie paranoie,, “e non ho voluto svegliarti.” Perché non ho vinto la battaglia.

“Tu devi svegliarmi,” lo rimproverò bonariamente l’altro. “Ma sei fortunato. Ho già pensato a una soluzione.”

Tobio si mise più comodo contro i cuscini. “Sarebbe?”

“Allora… Diciamo che potrei essermi svegliato presto per farmi una corsa dal mio hotel al tuo.”

“Oh, certo, mai saltare la corsa del mattino.”

“E dato che sto per entrare alla reception, ho pensato di salire, farmi la una doccia-”

“Ovvia, una doccia.”

“E magari uscire con te a fare colazione,” il ragazzo fece una pausa. “Coi tuoi vestiti addosso.”

Tobio allontanò il cellulare da sé per controllare l’ora. “Mancano almeno due ore e mezzo all’ora di colazione.”

Ancora una risata. “Vorrà dire che, nell’attesa, ci faremo compagnia.”

Ci faremo compagnia…

“Avanti, Tobio, smettila di prendermi in giro!”

Nella sua mente, Tobio lo vide gonfiare le guance offeso, come se avesse ancora quindici anni. “Stanza 109,” disse. “Ti aspetto… Sotto la doccia.”

Shouyou non disse altro, ma il calore del suo sorriso - sebbene non potesse vederlo -  lo raggiunse fino a lì.

 

E se poi il caldo non si sente

È perché dentro ce l'hai già

[Ultimo - “Bungiorno Vita”]

   
 
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