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Autore: Ode To Joy    02/10/2021    2 recensioni
[Kageyama x Hinata]
[Iwaizumi x Oikawa]
[Atsumu x Hinata one-side]
Qualunque cosa accada, non smettere mai di guardare il cielo.
Dieci anni - o poco più - di Tobio e Shouyou raccontati in momenti.
[Spoiler!]
[Raccolta partecipante al Writober 2021 di Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#2 Ascian 

 

Sarà colpa mia

O forse anche tua

Parlarci di tutto senza dire mai niente

Io che ti chiedo scusa

Poi, poi ti bacio a memoria

 

Dal cellulare di Hinata Shouyou; 

H.S. - Hai mai pensato di volare via?

[22.36]

 

K.T. {The King} - Non capisco che intendi.

[22.37]

 

H.S. - Perché sei irrimediabilmente tonto!

[22.37]

 

K.T. {The King} - Vuoi che venga lì a prenderti a pugni?

[22.39]

 

H.S. - Mi metterai le mani addosso domani pomeriggio… A casa tua. 

[22.41]

 

H.S. - Tobio, sei ancora in linea. Non fingere di esserti addormentato.

[23.02]

 

K.T. {The King} - Dovevi proprio dirlo in quel modo imbarazzante?! 

[23.05]

 

H.S. - Ahahahah!

 

K.T. {The King} - Non ridere, stupido! 


Perché noi siamo

Un magnifico difetto

Che con te è stupendo

E non voglio

Dare un senso a tutto questo

Ma con te è diverso


- Miyagi 2014 -

 

“Lo sapevi che nei paesi più vicini all’Equatore non puoi vedere la tua ombra nelle ore più calde della giornata?”

Tobio sapeva solo che quell’informazione non gli era di alcuna utilità per venire a patti con la cena di quella sera. Il frigo era vuoto e non aveva abbastanza soldi per ordinare d’asporto. Non gli restava che sperare che Miwa passasse a comprare qualcosa, prima di tornare dal lavoro.

“Vuoi andare vicino all’Equatore?” Domandò Tobio distrattamente, sperando di trovare un piano B nel congelatore. Non era nemmeno sicuro di sapere dove fosse - l’Equatore - ma qualcosa gli diceva che faceva parecchio caldo da quelle parti.

“Tokyo non è vicina all’Equatore,” ribatté Shouyou.

Ma d’estate fa comunque un caldo infernale, pensò Tobio. Decise di dichiarare la resa e di lasciare la cucina: il suo partner era sul divano e si stava intrattenendo con una delle riviste di sua sorella.

“Vuoi andare a Tokyo?” Tobio si sedette vicino a lui.

Shouyou scrollò le spalle, mentre il suo sguardo scivolava sulle foto di posti esotici. “A meno che tu non stia prendendo in considerazione la proposta di quell’università semi-sconosciuta dall’altra parte del paese.”

Tobio storse la bocca in un ghignetto sarcastico. “Il terzo anno non è nemmeno iniziato e tu già prendi la rincorsa per paura di non raggiungermi?”

Shouyou gli lanciò la rivista in faccia. “Non ho bisogno di prendere alcuna rincorsa,” disse, ridendo. Si spostò a cavalcioni sulle gambe dell’alzatore senza alcuna grazia. “Ti ho già raggiunto.”

Tobio si liberò della rivista con uno sbuffo. “Visto che hai tirato fuori il discorso, possiamo parlare di Tokyo con serietà?” 

Era una discorso precoce: il loro ultimo anno alla Karasuno non era neanche cominciato e tante cose potevano ancora cambiare prima del diploma. Per Shouyou, almeno. Era un dato di fatto che il futuro di Tobio fosse legato alla pallavolo. Tutto quel che gli restava da fare era scegliere la strada che più gli piaceva, perché sulla destinazione finale non c'erano dubbi.

“Ehi…” Shouyou gli tirò i capelli all’indietro. “Ti sei fatto malinconico di colpo. A che stai pensando? Non sforzarti troppo o ti verrà il mal di testa.”

Tobio rimase sordo a quella provocazione. Sollevò la mano e prese a tracciare il contorno delle labbra dell’altro, come se non fosse già in grado di disegnarle a occhi chiusi.

Il sorriso di Shouyou morì nel breve tempo di quella carezza. “Tobio-”

La porta dell’ingresso che si apriva lo interruppe.

“Sono tornata!” Annunciò Miwa.

Tobio lanciò il suo partner sul divano, lontano da sè, guadagnandosi un insulto nel processo.

“Oh, c’è anche Shouyou.” A sua sorella fece piacere, glielo lesse in faccia. Da parte sua, fu felice di vederla con una busta della spesa in mano.

“Ti aiuto, Miwa,” si offrì Shouyou, mettendosi in piedi con un saltello. “Tobio si è perso nella sua testa, ne avrà per un po’.”

Sua sorella gli lanciò un’occhiata veloce, abbandonando la busta sul tavolo della cucina. “Ti serve un navigatore, Tobio? Ti ho comprato un iPhone, usalo.”

Shouyou, ovviamente, trovò quell’uscita molto divertente.

Tobio allontanò i pensieri con una smorfia, poi si alzò per dare una mano a preparare la cena. 

L’argomento Tokyo scivolò di nuovo nella conversazione appena la tavola fu pronta.

Furono Shouyou e Miwa a mandarlo avanti. Tobio fece finta di non ascoltarli, intervenendo a monosillabi solo quando erano loro a interpellarlo.

“Potreste prendere un appartamento tutti e quattro,” propose Miwa, portando le pietanze in tavola.

“Quattro?” Domandò Tobio, sedendosi al suo posto. Shouyou era di fronte a lui.

“Anche quei due vostri compagni di squadra andranno a Tokyo, no?”
Sua sorella si riferiva a Yamaguchi e Tsukishima. 

“Un appartamento con due camera sarebbe più che sufficiente per voi e ridurrebbe le spese al minimo,” concluse Miwa, versandosi un bicchiere d’acqua.

“Non è una cattiva idea,” convenne Shouyou.

Tobio lo guardò storto. “Piuttosto che andare a vivere con Tsukishima, mi trasferisco sotto un ponte.”

Il suo partner scrollò le spalle. “Pazienza, più spazio per me.”

Miwa ridacchiò.

“Non credere che lo stronzo la pensi diversamente da me,” aggiunse l’alzatore.

“Tobio…” Sua sorella lo rimproverò con uno sguardo eloquente.

“Va bene, tu e Tsukishima avrete il vostro ponte. Io e Yamaguchi il nostro appartamento.” Shouyou era già lì, nella metropoli che era quanto di più diverso ci fosse dal luogo in cui era cresciuto. Tobio lo guardava e nei suoi occhi non vedeva neanche la metà delle incertezze che, alle volte, lo rendevano irrequieto. 

“Sarebbe bello, se riuscissimo a stare tutti insieme.” Era speranza quella nella voce di Shouyou. “Sarebbe un po’ come fare un passo avanti senza cambiare niente.”

Era una bella illusione: procedere sul proprio cammino aspirando all’immobilità totale.

Era una follia già allora.

Non avevano neanche diciassette anni, potevano permettersi di crederlo.

 

E cancelliamo le paure

Per poi poterci addormentare

Perché noi siamo

Un magnifico difetto

Che con te è stupendo
[Benji & Fede - "Magnifico Difetto"]


 
   
 
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