Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: VigilanzaCostante    02/10/2021    5 recensioni
«Vino elfico».
«Vino elfico? A fare queste vittime è del banale vino elfico?».
«Potter, so che per una mente come la tua la comprensione non è cosa immediata, ma abbi la decenza di non farmi ripetere dieci volte le stesse due parole».

Harry e Draco sono alle prese con un caso da risolvere, il primo in veste di Auror, il secondo in veste di pozionista. Non è facile seguire la pista giusta, soprattutto se al tuo fianco hai il tuo acerrimo nemico.
|Draco/Harry, post-guerra| Minilong (3 capitoli) | Ispirata ai primi tre prompt del #writober
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa ai primi tre giorni del #writober


   Anche il vino mente

 

         
        Parte seconda: Amici

 

#speranza

Il tempo sembra scorrere inesorabile e i giorni si susseguono portandosi dietro qualche novità. La bacchetta di Bethany è stata portata via insieme al corpo dai medimaghi, e con l’autopsia si è fatto anche un controllo degli ultimi incantesimi fatti. La vittima non sembra aver avuto un rapporto sessuale con l’assalitore, prima della morte, ma il prior incantatio ha rilevato che è stato utilizzato un incantesimo contraccettivo. Quindi, presumibilmente, il carnefice è un uomo, in grado di smaterializzarsi nella stanza d’albergo senza passare per la receptionist, e che prima dell’atto sessuale ha fatto sì che la vittima bevesse un bicchiere di vino avvelenato.
Draco e Harry si ripetono le stesse tre cose tutte le sere, nel tentativo spasmodico di capire qualcosa in più. Con il passare dei giorni sembra essere nata tra di loro una strana amicizia, e Harry ha smesso di interrogarsi sulla cosa catalogandola come una questione di lavoro.
«Amico, non potrei sopportare che tu mi sostituisca con Draco Malfoy, voglio che tu lo sappia» borbotta Ron ogni qualvolta che escono per bere una roba. Ma non è come con Ron, con Draco è tutto più semplice e complesso al tempo stesso. Capiscono subito cosa voglia dire l’altro, ma questo non evita i continui battibecchi e rimbrotti.
Il tè di mezzanotte sembra essere diventato una routine e non è del tutto sicuro di volerci rinunciare anche risolto il caso.
«Davies ha parlato con il marito di Bethany, l’ha interrogato, ma si può escludere. Il suo alibi è fortissimo, era con il bambino la sera dell’omicidio». Come ogni sera, c’è il momento del recap della giornata trascorsa.
«Dovremmo controllare che il bambino stia bene? Vedere dove vive, anche per capire il rapporto che Bethany aveva con i suoceri».
Harry sembra rifletterci su. Vuole farlo, questo è certo, perché sente di avere un debito con quel bambino che potrebbe essere lui. Avrebbe voluto che qualcuno lo tutelasse quando viveva dai Dursley. Ma non vuole mettere troppo di sé in quel caso, non più di quello che già ha fatto e sta facendo.
«E tu che c’entri?».
«Ancora? Perfino il capo Auror ha capito che sono coinvolto nel caso e sto dando una mano».
Draco beve l’ultimo sorso di tè e si alza dal divano per riporre la tazza nel lavello. Le gambe magre sono fasciate da pantaloni di tuta, e sembra spaventosamente a suo agio nell’appartamento a Godric’s Hallow. 
«Vuoi fermarti a dormire? È tardi» gli propone un po’ titubante.
«Potter, non mi diventare sentimentale ora. È un altro livello di amicizia quello in cui mi permetti di dormire sul tuo divano» e nel dire questo fa per prendere la sua roba. «Ma toglimi una curiosità, com’è finita con la piattola femmina Weasley?».
Harry sobbalza, come se si fosse dimenticato della sua vita sentimentale passata.
«Dopo due anni di relazione, eravamo quasi diventati amici. Parlavamo sempre di tutto, ma non come due partner, era come con Hermione e con Ron. Quindi è semplicemente finita».
«Tutto qui? Nessuna scenata? Nessuna rottura con i Weasley? Che noia, Potty» e alza gli occhi al cielo fin troppo teatralmente.
«E tu? È vero che avevi una tragica storia d’amore con quel folle di Blaise Zabini?» cerca di essere naturale nel chiederglielo, ma in realtà un po’ gli imbarazza parlare di quelle cose con Malfoy. Non si sopportavano fino alla settimana prima.
«Sì, facevamo tira e molla dai tempi di Hogwarts» Draco mentre parla sta guardando per terra, il chè sembra così strano e poco da lui. «Ma cosa ci si poteva aspettare da uno la cui madre ha avuto sette mariti? Alta infedeltà, Potter, solo quello».
«Oh Malfoy, la tua rottura sembra molto più burrascosa della mia. Sicuro di non volere del tè o del caffè corretto?».
Draco ride ma si avvia verso la porta e Harry non ha più cuore di chiedergli di restare. Non capisce nemmeno, perché vuole che resti. Forse ha ragione lui, sta diventando troppo sentimentale.
«Ci vediamo domani in Surrey Quays Road per incontrare i suoceri e il bambino. Buonanotte!» e con quella frase chiude di scatto la porta e, da dentro, Harry sente il solito pop che gli fa capire che se ne è andato.

×××

«Riesco a respirare la tua agitazione anche con la dovuta distanza di sicurezza».
«Non è vero, non sono agitato».
«Sì che sei agitato» e sospira nel dirlo «smettila di fare il gradasso e vergognartene».
«Se sono agitato io, sei agitato anche tu Malfoy».
«Io non sono un sentimentale come te, io…».
Smettono di punzecchiarsi perché qualcuno viene ad aprire loro la porta. Una signora alta e tarchiata, con un grembiule sporco di farina e una linea al posto del sorriso li accoglie nella sua dimora.
Dietro a quell’armadio di donna, si nasconde un ciuffo di capelli scuri e un viso da bambino.
«Ciao, avete trovato la mia mamma?» chiede con una voce fin troppo squillante e Harry sente sprofondare una voragine dentro di sé.
«Ciao Mark, ti chiami Mark giusto?» gli chiede facendo un sorriso.
Nel mentre, la nonna ammonisce il bambino: «Mark, ti ho spiegato che la tua mamma non può essere trovata. Non tornerà, piccolo».
Gli occhi del bambino si riempiono di lacrime che traboccano come se fosse un vaso riempito fino all’orlo. Ma con un respiro forte le fa tornare indietro e finge di andare a giocare con il gatto.
«Volete accomodarvi? Mio figlio è a lavoro, purtroppo, è molto impegnato. Vive con noi, da dopo la separazione».
Si siedono su un divano in finta pelle, tutto screpolato. Sono a disagio così vicini, striminziti, ma cercano di comporre il loro volti e sembrare professionali. Fanno qualche domanda di circostanza, un po’ per tastare il terreno, un po’ per rompere il ghiaccio. La signora McCoy, per quanto algida e scorbutica, sembra una brava donna, affettuosa con il nipote, un po’ estraniata quando si parla di mondo magico.
«Sapevo della natura di Bethany, ma l’ho saputo solo dopo la separazione tra lei e mio figlio. Non so quanto lui sapesse, ma ne è uscito distrutto».
«Portavate rancore nei suoi confronti?».
La signora sembra pensarci su, e nel farlo inizia a lisciare nervosamente il suo grembiule.
«No, non rancore, direi di no. Ma non volevamo che tornassero insieme. Stan aveva il cuore spezzato, e Mark non ha bisogno di illudersi che i genitori tornino insieme…».
Mark, sentendosi nominare, si avvicina quatto quatto al divano e inizia a volersi inserire nel discorso. Harry, per cercare di farlo rilassare, gli propone di mettersi in mezzo tra lui e Draco.
Gli piacciono i bambini, ci sa fare con Teddy, ma non sa bene come comportarsi nel ruolo che riveste.
Mark infila la manina paffuta in quella di Harry e lo guarda speranzoso con quegli enormi occhi marroni. «Di cosa state parlando con la nonna?».
«Cose da grandi» risponde Draco lapidario. Harry lo guarda truce.
«Ehi! Ma io sono grande!» esclama il bambino, girandosi totalmente verso il biondo. Draco si volta di rimando, e dal suo viso scompare quell’espressione scocciata e compare un ghigno. Si avvicina con la bocca all’orecchio di Mark, e gli sussurra qualcosa a voce talmente bassa che Harry non sente.
Mark cambia completamente espressione, sorride soddisfatto, e si appoggia con la testa sulla spalla di Malfoy come se lo conoscesse da sempre.

«Grazie per averci ospitato, signora McCoy. Mark sembra molto felice con voi» dice Harry stringendo la mano enorme della donna.
«Non c’è di chè, figlioli. Spero che scopriate chi sia il colpevole, è tremendo tutto quello che è successo. Gli esseri umani, che siano con poteri magici o meno, sono davvero spietati a volte».
E una frase del genere, detta da una voce così grezza, senza pregiudizi, lascia un segno indelebile nel cuore di Harry. Abbraccia con lo sguardo quella casa, con la speranza che sia il rifugio giusto per quel bambino.
«Non andatevene» Mark piagnucola aggrappato alle spalle di Draco, neanche lui troppo intenzionato a lasciarlo andare.
«Mark, lascia andare i signori a fare il loro lavoro» gli suggerisce la nonna, prendendolo in braccio e liberando Draco da quella presa.
Se ne vanno promettendogli di tornare a trovarlo, anche se probabilmente sanno che non lo faranno. Sarebbe poco professionale, e li legherebbe ancora di più a quelle persone. In un modo in cui non si dovrebbe.
«Chi era quello sentimentale?» Harry la butta sul ridere spintonando Draco mentre camminano.
«Potter se lo dici a qualcuno io…».
«Sì, sì, bla bla, fai pure finta di non avere un cuore, Draco».
E sorride, sperando che l’altro non si sia accorto che l’ha chiamato per nome. Come se fossero davvero amici, e non solo colleghi. Sente di aver varcato una soglia invarcabile, e l’altro pensa evidentemente lo stesso, mal celando uno sguardo sorpreso.

 
×××

Uscire con Ron ed Hermione, nell’ultimo periodo, è snervante. Sono nel mezzo dei preparativi per il matrimonio, e non fanno altro che bisticciare davanti a lui riguardo a cose assurde.
«Harry, ma ci stai ascoltando? Mi preoccupi ultimamente…».
«Si, ragazzi, scusate, è quel caso che occupa tutto il mio tempo…».
«Ma è domenica… cerca di rilassarti, amico».
Cerca di rilassarti. È facile per lui, che ora lavora insieme a George e si è lasciato alle spalle le responsabilità da Auror. È facile per lui, che non deve vedere bambini senza madre, o cercare di trovare assassini senza volto in un marasma di prove senza senso.
È pronto a rispondere, ma tutti e tre vengono interrotti e spaventati da un pop che pervade l’aria.
«Malfoy?».
«Da quando lui ha il permesso di smaterializzarsi direttamente dentro casa tua?» ¹.
«Da quando lavoriamo insieme, Ron» risponde Harry piccato, guardando male il suo migliore amico. «Però è domenica, che ci fai qua?».
«Ho scoperto qual è il veleno!» Draco sta quasi saltellando dalla frenesia di comunicare quello che ha scoperto a Harry. E Harry scatta in piedi a quella risposta, quasi tentato di abbracciarlo.
«E quindi qual è?».
Ron si gratta imbarazzato la nuca, rosso in volto, ed Hermione osserva Draco in maniera fin troppo penetrante. Lo sta studiando, per capire le sue intenzioni, e Harry vorrebbe prendere entrambi e sbatterli fuori da casa sua. Sembrano di troppo, tra lui e Malfoy.
«Io e Ron dobbiamo andare alla Tana per salutare Molly e Arthur. Passate una buona domenica ragazzi, e non lavorate troppo». Hermione è sbrigativa nell’andarsene, forse ha capito che è il momento di levare le tende, e Harry ne è grato. Ron saluta con un grugnito, ancora rosso in volto, esattamente con la stessa espressione di quando a quattordici anni si sentiva tradito da Harry.
Quando si chiudono la porta alle spalle, Draco sembra ancora più esaltato di prima e inizia a fare avanti indietro nel salotto di Harry. Divano, tavolo – prendendo una coscia di pollo di quelle rimaste nel vassoio – poi divano, lavello della cucina e di nuovo tavolo.
«Malfoy, sputa il rospo!».
«Distillato della morte vivente».
«Ma non è un veleno!» esclama Harry, ripescando le poche reminiscenze degli insegnamenti di Lumacorno.
«No, infatti, per un attimo ho pensato che queste donne non fossero morte, ma lo sembrassero sole» spiega Draco, sedendosi finalmente e smettendo di fare la trottola. «Ma poi ho capito che è impossibile e ho lavorato di più sul composto».
«E?».
«Vino elfico, distillato di morte vivente, e un veleno babbano chiamato cantarella». ²
Rimangono in silenzio per un po’, guardando entrambi il vuoto e persi nelle proprie elucubrazioni.
«Non capisco questo cosa voglia dire» ammette Harry sconsolato. «Speravo che sapere il veleno ci aiutasse in qualche modo».
Ma Draco, come spesso accade quando è concentrato, non lo sta ascoltando.
«Il distillato della morte vivente si ottiene aggiungendo radice di asfodelo in polvere in un infuso di artemisia».
«Uhm, immagino di sì?».
«Potter! Sei andato benissimo in quella lezione al sesto anno! Stupido raccomandato» e gli tira uno schiaffetto sulla nuca. Sono di nuovo vicini, sul divano, a confabulare come al loro solito. Solo che è domenica, e la domenica sa di casa e di amicizia e di vita, non di lavoro.
«L’asfodelo è un tipo di giglio e significa ricordato oltre la tomba o anche il mio dispiacere ti segue fino alla tomba».
Mentre Draco parla (mica lo sapeva, che studiando pozioni bisognasse sapere anche il linguaggio dei fiori), qualcosa dentro di Harry si agita incessantemente. Lily, giglio. Sembra come un puzzle quasi completato, ma manca l’intuizione che gli può far comprendere l’insieme delle cose.
«L’artemisia invece è spesso associato con il rimorso o l’amarezza» continua l’altro.
Harry salta in piedi. Inizia a cercare sul piano della cucina le chiavi dello studio al Ministero, ma l’agitazione lo pervade e gli fa andare in tilt il cervello.
«Malfoy, devo chiederti un favore enorme».
Sento lo sguardo di Draco da dietro le spalle, e vorrebbe veramente non costringerlo a lavorare di domenica. Ma forse ha capito, forse è arrivata quell’intuizione.
«La Parkinson lavora ancora alla Gazzetta del Profeta?».
«Sì, certo. Come può esserti utile?» chiede Draco aggrottando le sopracciglia. Sono ancora amici loro due.
«Un paio di anni fa, nella “posta del cuore”, c’era uno strano tizio che pubblicava con lo pseudonimo del Principe mezzosangue. Dopo un po’ di uscite gli hanno impedito di pubblicare, perché sembrava irrispettoso nei confronti di Piton. Te lo ricordi?».
«Uhm, non proprio…».
«Chiedi a Pansy se si può risalire alle pubblicazioni di quell’anno, il 2003 se non sbaglio. E se si può raggirare l’anonimato, in qualche modo».
Insieme a quelle poche informazioni gli passa una delega, in modo che Draco possa fare quel tipo di indagini in modo pulito, grazie al permesso di un Auror.
«Quando finisci, ci vediamo nel mio studio. Ti spiegherò tutto, te lo prometto» e con la stessa foga con cui sta parlando, si smaterializza via da lì.

 
×××


Draco bussa alla porta dell’ufficio di Harry con un plico di giornali in mano e l’aspettativa nel cuore.
Quando il moro gli apre, vorrebbe quasi prendere di nuovo a pugni quel faccino, perché è stato troppo tempo senza informazioni e vuole dannatamente sapere.
«Non avrai questi giornali fino a quando non mi spiegherai che cosa hai capito, stupido imbecille» gli ringhia contro, dopo aver appoggiato i giornali sulla sedia e il suo sedere sopra di essi. Le immagini ancora in movimento sbuffano offese di quel trattamento.
«Le nostre vittime sono tutte donne, mamme e purosangue. Giusto?» e si ferma come per aspettare una risposta affermativa. Draco lo accontenta e gli fa un cenno con la testa.
«Ma non abbiamo considerato un altro denominatore comune: il padre del bambino è sempre babbano. Come abbiamo fatto a non prestare attenzione? Ho controllato ora tutti i dossier per avere la conferma».
Draco prende in mano i dossier e li sfoglia quasi automaticamente, mentre fa un gesto a Harry per intimargli di continuare.
«Quindi ho iniziato ad abbozzare il profiling. Deve essere un uomo, perché stava frequentando le vittime in senso romantico prima del delitto. Direi sui trentacinque, quarant’anni. Ho pensato: e se il motivo per cui compie questi omicidi, deriva dal suo background famigliare?»
«Per quello mi hai chiesto di cercare il Principe Mezzosangue? Pensi che abbia una storia simile a quella di Severus Piton?».
«Piton aveva madre maga e padre babbano, le cose sono finite male per colpa dei modi violenti di Tobias Piton. Ma Severus ha mitizzato il mondo magico da cui proviene la madre, se invece il nostro assassino fosse finito a condannarlo? A incolpare un’ipotetica madre maga per la separazione con il padre babbano?».
«Ha senso, Potter. Non c’è dubbio. E quindi cerca donne purosangue, separate da uomini babbani e con un figlio maschio. Per Merlino, se è inquietante» Draco rabbrividisce. È per questo motivo che per parecchio tempo si è fatto convincere dagli ideali dei genitori. Diffondere la magia e rischiare che il mondo babbano ne venga sempre più a conoscenza, è rischioso. Mette in pericolo quelli come loro.
«Bingo. Per questo motivo ti ho chiesto di ritrovare quegli articoli. Forse è una pista folle, ma alla luce di ciò che abbiamo scoperto dal veleno, non escluderei che non possa essere un fan di Severus».
«Quindi abbiamo un serial killer fanatico, che odia la razza magica? Fantastico».
«Non chiamarla razza, Malfoy, e concentrati un attimo. Continua a seguire il mio ragionamento. Il modo in cui si crea il Distillato della morte vivente me lo chiese Piton come prima domanda alla prima lezione di Pozioni. Quando l’abbiamo preparato con Lumacorno, ho usufruito degli appunti del Principe mezzosangue. La storia di Severus è diventata famosa dopo la guerra».
«Potter, è tutto molto bello, ma Pansy mi ha detto che non si può risalire oltre all’anonimato. Inviavano i messaggi della “Posta del cuore” già con lo pseudonimo» gli spiega, porgendogli i giornali. «Ho provato a rileggere quegli stralci, ma non mi sembrano granchè utili. Che è uno squilibrato, si capisce già così, ma quanto può essere utile la sua patetica vita amorosa?».
Le spalle di Harry si abbassano, deluso, quando prende tra le mani i giornali. Gli tremano, e Draco in un momento di follia vorrebbe intrecciare le loro dita per smettere di vedere quei sussulti ansiogeni.
Ci deve essere un modo per seguire questa pista, perché la strada sembra essersi illuminata davanti a loro è ignorarlo è da stupidi. Inizia a macchinare dentro di sé per trovare una soluzione. E per un lungo attimo si chiede perché lo sta facendo. Per riabilitare il suo nome? Per sentirsi meglio con sé stesso? Per salvare quelle povere vittime? O per stare vicino a Potter? Sa di aver sempre desiderato un’amicizia con quel Grifondoro impulsivo, dalla prima volta che sul treno gli ha offerto la sua mano. Ma poi c’è stata solo rivalità, odio e angoscia. Angoscia dovuta dal rimorso, dall’amarezza.
Rimorso. Amarezza. Ha capito.
«Harry» nemmeno si accorge di averlo chiamato per nome. «Ricordi quello che ti ho spiegato prima sull’asfodelo e sull’artemisia?». Il moro alza la testa e fa scontrare i suoi occhi verdi in quelli di Draco.
«Rimorso, amarezza, il mio dispiacere ti segue fino alla tomba. Piton forse pensava a tua madre, ma se il nostro assassino pensasse alla sua? Il fattore scatenante potrebbe essere la morte della madre. Ecco perché sta facendo tutte queste vittime, per una sorta di strano senso di colpa».
Il volto di Potter si illumina di una luce nuova. «Allora basta risalire ai necrologi di circa un anno fa, prima dell’inizio delle vittime. Trovare una donna purosangue, separata da un uomo babbano, con un figlio. Magari assomiglia anche a queste vittime!». È una pista, è speranza.
Harry si lancia verso di lui, e per un momento Draco teme stia di nuovo per tirargli un pugno. Chiude gli occhi di riflesso, ma invece delle nocche, a infrangersi sulle sue labbra sono altre labbra. Labbra sottili, labbra da uomo. Harry Potter lo sta baciando.
Si ritrova ad approfondire il bacio, carpendo i fianchi dell’altro e attirandoli verso di sé. Ardore, passione, rabbia, voglia di giustizia, condensati in unico bacio. Insensato, avventato, probabilmente sbagliato.
Ma il tepore di quelle labbra calde che lo accolgono, gli fa dimenticare che ha ospitato nella sua vita il suo più acerrimo nemico.  








 
¹ Mi sono sempre chiesta se per privacy ci si possa smaterializzare direttamente a casa di qualcun altro. E mi piace pensare che certe persone lo possano fare, se hanno un "permesso" dal proprietario di casa. Per quello Ron chiede come mai Draco abbia questo permesso. 
² La cantarella è una variante dell'arsenico. Questo veleno è ottenuto cospargendo d'arsenico le viscere di suini, poi essiccandole ed infine macinandole

Questo è il secondo capitolo di questo folle progetto. Nella mia testa, come si sta risolvendo il caso, ha un suo senso, e spero che per gli amanti dei gialli non stia sembrando troppo macchinoso. 
Ringrazio chi sta seguendo questa piccola cosuccia, spero sia di vostro gradimento. 

Un bacio
Mati
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: VigilanzaCostante