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Autore: Lum1ya    02/10/2021    0 recensioni
Dopo qualche minuto che scorreva con il pollice la schermata del suo telefono, Will lo posò sul tavolo con il display rivolto verso il basso. Satura di vedere foto dalle vetrine delle meravigliose vite altrui sui social, decise di fare una cosa piuttosto insolita per quel periodo storico, all’alba del 2020 seduta al tavolo di un caffè-libreria: iniziare a scrivere su un taccuino.
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Attenzione: questa storia tiene conto degli eventi del fumetto solamente fino al termine dell’arco del libro di Ludmoore. Per gli eventi successivi si basa sulla fanfiction “Ritorni” di MaxT, che quindi vi consiglio di leggere prima di questa!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Cornelia Hale, Orube, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2

 

«Ancora non mi spiego come faccia a piacerti quella brodaglia verde!» disse Cedric mentre svoltavano l’angolo, guardando il bicchierone di materiale compostabile colmo di caffè-matcha che Orube teneva tra le mani. 

«Cedric, sono anni ormai che me lo dici e sono anni che ti rispondo che sono io a non capire come faccia a non piacere a te!» ribatté lei con un’alzata di spalle.

Cedric abbozzò un sorriso e passò un braccio attorno alle spalle della sua compagna. Quella del caffè-matcha era ogni volta una battaglia persa. 

Anni prima non l’avrebbe mai ammesso, ma ormai era arrivato a riconoscere di essere felice ogni volta che ritornavano sulla Terra, dove la loro unica preoccupazione era ricordarsi di comportarsi e vestirsi da umani. 

Una volta girato l’angolo, Cedric notò subito Will appoggiata al muretto di fianco al cancelletto della villa, il capo chino sul telefono che teneva in mano. Quando li sentì arrivare rialzò il capo e mise il telefono nella tasca del cappotto di lana verde stretto in vita da una cintura dello stesso materiale. Cedric doveva ammettere che quel modello e quel colore esaltavano il fisico snello e i capelli rosso fuoco che ora la ex guardiana di Kandrakar portava lunghi fino alla vita.

«Cosa fai qui fuori al freddo? Potevi entrare e aspettarci lì, hai le chiavi!» disse Orube. 

«Oh, non sono qui da molto, e comunque non è che dentro ci sia molto più caldo» rispose lei, «e inoltre volevo aspettare fuori perché mi sono permessa di invitare…»

«…Cornelia!» esclamò Orube terminando la frase di Will. Evidentemente aveva già fiutato l’odore della ex guardiana della Terra in arrivo. 

E infatti, guardando verso la propria destra Cedric riconobbe Cornelia, che spuntava da una stradina laterale. Orube mise il bicchierone di disgustoso caffè in mano a Cedric come se fosse un tavolino ambulante e le corse incontro entusiasta. 

Cedric e Orube non vedevano Cornelia da anni e a dire il vero pensavano che non sarebbe mai più tornata a Heatherfield. 

E invece era lì ed era sorprendentemente cambiata. Non era più la ragazzina ricca e viziata vestita con capi di marca da capo a piedi che Cedric aveva conosciuto tanti anni prima: sembrava piuttosto da provenire da quell’epoca in cui i terrestri erano impegnati a manifestare contro la guerra in Vietnam. 

Mentre Cornelia si avvicinava e Orube le andava incontro per abbracciarla, Will guardò Cedric negli occhi e fece un cenno col capo, che lui interpretò come un segnale di permesso a leggerle nel pensiero. Aveva l’abitudine di non leggere nel pensiero di Orube, Will o Cornelia, a meno che non fossero loro ad insistere, per evitare di ritrovarsi in seguito in situazioni difficili con Elyon. Doveva essere una questione importante se Will voleva che lui lo facesse. Lasciò che la mente di Will raggiungesse la sua e lei gli fece vedere un’immagine, che durò poco più di un secondo. 

L’immagine di una bambina bionda in braccio a Cornelia. 

Will gli rivolse una domanda silenziosa. 

Non c’era bisogno di leggerle nel pensiero per sapere quale fosse la domanda: voleva sapere come l’avrebbe presa Orube. Will e Cornelia erano tra le poche persone a sapere che Orube non poteva avere figli a causa della grossa ferita per cui aveva quasi perso la vita durante la guerra di Basiliade. Cedric aveva fatto del suo meglio per rimetterla completamente in sesto, ma era stato impossibile far tornare tutto come prima. 

La verità era che Cedric non aveva idea di come la sua compagna viveva questa condizione, perché non avevano mai toccato l’argomento. Non sapevano nemmeno se fosse possibile per due individui così diversi come loro concepire un figlio e cosa ne sarebbe venuto fuori, e dopo l’incidente non parlarono mai di quella possibilità. 

Cedric si limitò ad annuire, forse anche per rassicurare se stesso che dopo tutti quegli anni Orube aveva accettato la situazione. 

«Cornelia, bentornata» disse rivolgendosi alla ex guardiana della Terra quando li raggiunse.

Lei lo guardò sgranando gli occhi azzurri, facendosi leggermente indietro con il busto come per studiarlo da capo a piedi: «Cedric… santo cielo, ti ho visto in tutti i travestimenti possibili, ma mai con la barba!»

«Gli sta bene, non è vero?» cinguettò Orube riagguantando il suo bicchiere di caffè.

«Diciamo che mi ero stufato di essere l’unico glabro di Basiliade» disse Cedric, ripensando alle barbe acconciate con treccine e pendagli di molti guerrieri del nuovo ordine di Ipitlos. Non che la barba lo facesse sembrare uno di loro, dato che gli abitanti di Basiliade erano tutti abbronzati, con gli occhi che andavano dal rosso scuro al color ambra come quelli di Orube, e in genere avevano i capelli scuri come quelli di lei. Non era certo una barba biondiccia a nascondere il fatto che lui, conosciuto con quell’aspetto pallido, dai capelli e gli occhi chiari, non apparteneva a quel mondo. 

Con sua sorpresa, Cornelia lo abbracciò. Lei e Will erano le uniche del gruppetto delle ex guardiane ad averlo in qualche modo accettato nella propria vita e forse addirittura perdonato per il suo passato. Le altre non sembravano aver alcun interesse a mantenere i contatti con Orube, tantomeno con lui. 

«Avanti, entriamo. Abbiamo molto di cui parlare!» disse Orube superando il cancelletto. 

Cedric lasciò il passo a Will e Cornelia e le seguì sul vialetto che portava all’entrata della villa. Già da fuori era evidente che quella casa era abitata solo sporadicamente: attorno a lui il giardinetto frontale era qualcosa di spettrale, specialmente in quel periodo invernale, quando né sugli alberi né sui piccoli arbusti che crescevano nei vasi lasciati al loro destino vi era il minimo segno di vita verde. La foschia bianca che si stava lentamente alzando quel pomeriggio non faceva che rendere l’atmosfera di quel cortile più inquietante.

Orube aprì la porta, quindi Cedric seguì le tre donne nella sua casa terrestre, che come aveva previsto Will li accolse con una temperatura non tanto distante da quella esterna. Almeno l’odore di chiuso sembrava essere svanito: dopo essere comparsi nella soffitta, Orube, infastidita da quell’odore che per lei doveva essere davvero insopportabile, aveva spalancato tutte le finestre prima di insistere per andare alla libreria a prendere quel terribile miscuglio verde.

Non appena Cedric richiuse la porta dietro di sè, Orube mutò il suo aspetto da quello umano alla sua apparenza naturale. Per qualche motivo che lui ancora non capiva, negli ultimi anni era diventato sempre più faticoso per lei mantenere l’aspetto umano, come se il suo aspetto naturale volesse in qualche modo prevalere sull’immagine che usava come copertura quando erano sulla Terra.

Cedric osservò di sottecchi Will e Cornelia che assistevano alla mutazione. A quanto pareva ogni volta che tornavano sulla Terra Will notava qualcosa di diverso nell’aspetto naturale di Orube di cui Cedric non si accorgeva, avendola sempre accanto a sè. Sicuramente Cornelia avrebbe notato un cambiamento molto marcato, non vedendola da diversi anni.

Cedric si limitava a mutare il proprio aspetto in modo da sembrare coetaneo di Orube in entrambe le sue forme. Tutto sommato l’aspetto umano di lei non cambiava così velocemente come quello di Will e Cornelia, che per quanto entrambe dallo stile piuttosto giovanile erano comunque visibilmente più adulte rispetto a quando erano studentesse. In forma umana Orube forse dimostrava solo qualche anno in più rispetto alle due donne. Cedric cercava di mantenere il passo e a volte cambiava qualche dettaglio del proprio aspetto, come ad esempio la barba in quel periodo. 

Mentre da umana Orube era tutto sommato rimasta la stessa di anni prima, a parte per i capelli neri lunghi fino alle spalle, il suo aspetto naturale era cambiato molto e a quanto diceva Will ricordava sempre di più quello della sua maestra Luba, che Cedric non aveva mai conosciuto. 

La sua mascherina attorno agli occhi si era fatta più scura, così come anche le labbra erano diventate di un rosso molto cupo, che sembrava quasi nero. Le orecchie erano diventate più lunghe ed appuntite e i suoi artigli retrattili erano ora più grandi e pericolosi. 

Al collo portava sempre un amuleto con incastonata una pietra dello stesso colore dei suoi occhi. Era stato donato alla coppia da Elyon e permetteva loro di attraversare i tre mondi che abitavano, ovvero la Terra, il Metamondo e Basiliade. Per facilitare il loro “lavoro” per Elyon e per Ipitlos, consentiva loro anche di comunicare con loro due e con Will, i loro punti di riferimento sui tre pianeti.

Cedric seguì le tre donne verso il salotto. Gli sembrava che Cornelia si sforzasse di non fissare costantemente Orube per studiarla, ma faceva fatica a resistere. Decisamente doveva aver notato il cambiamento. 

Mentre Will, Cornelia e Orube si accomodavano, le due ospiti sulle due poltrone e Orube sul divano di fronte ad esse, Cedric raggiunse la parete dietro al divano per chiudere le due finestre spalancate che davano sul giardino spoglio nel retro. 

«Cornelia, ma quando sei tornata?» chiese Orube alle sue spalle. 

«Due settimane fa. E non sono tornata da sola!» rispose lei. 

Evidentemente voleva togliersi il dente subito, pensò Cedric mentre chiudeva la seconda finestra.

Cornelia sfilò dalla tasca il suo smartphone e semplicemente accese il display girandolo verso Orube e verso Cedric che la stava raggiungendo, mostrando la foto che usava come sfondo. 

Una foto di lei con in braccio la bambina che Will gli aveva mostrato col pensiero. 

Mentre si sedeva accanto a Orube, Cedric la guardò con la coda dell’occhio per studiarne la reazione. Rimase interdetta per qualche secondo, ma poi si portò le mani al petto sciogliendosi nello stesso sorriso che aveva quando vedevano dei gatti per strada. 

«Oh, ma che bella sorpresa! Come si chiama?»

«Elysa.»

Elysa… Cedric si chiedeva se non fosse per caso un tributo ad Elyon. 

«Congratulazioni.» aggiunse lui, non sapendo che altro dire in quella circostanza. Strinse quasi inconsciamente la mano di Orube, come per farle capire che le sarebbe stato vicino se questa notizia l’avesse in qualche modo turbata.

Ma Orube non sembrava affatto ferita o triste, anzi continuò allegra a fare domande a Cornelia sulla bambina e sul suo viaggio. 

Cedric non riuscì ad ascoltare attivamente cosa dicevano. Osservando la sua compagna che spensierata continuava a chiacchierare con l’amica, iniziò a domandarsi se questa sua preoccupazione per come Orube stesse vivendo la realtà di non poter avere figli non fosse un diversivo per non interrogarsi su come la stava vivendo lui.

Non si era mai posto il problema dei figli in tutta la sua lunga vita, dando per scontato che mai e poi mai avrebbe cercato di mettere al mondo un altro potenziale delinquente come lui, ma forse l’idea di non poter avere qualcuno di cui occuparsi insieme a Orube lo turbava più di quanto credesse. E poi c’era la questione del Legame…

Cedric scacciò con la forza quel pensiero dalla sua testa. Doveva evitare a tutti i costi di fornire a Elyon altro materiale per deriderlo al prossimo rapporto in cui sarebbe stato costretto a metterle a disposizione i suoi ricordi. Un prezzo che era costretto a pagare per non essere rinchiuso per sempre nella terribile versione di Elyon della Torre delle Nebbie.

Fu riportato alla realtà quando si rese conto che le tre donne stavano di nuovo parlando del suo aspetto fisico. 

«…questi sono di rame di Basiliade, come il bracciale del Legame.» stava spiegando Orube indicando i tre piccoli anelli che Cedric portava alle orecchie, due da una parte e uno dall’altra, e il bracciale che gli circondava il polso destro, identico a quello che portava lei. «Molti guerrieri ora portano questi anelli e mio fratello ha voluto che li portasse anche lui.»

«Insomma, ormai tra quelli e la barba puoi confonderti tra i guerrieri!» scherzò Will. 

«Oppure tra i pirati, se ce ne sono su Basiliade!» ridacchiò Cornelia.

«Come no, anche le mura dei giardini di Basiliade sanno da dove vengo.» disse Cedric agitando la mano sinistra, dove portava l’anello d’argento, anch’esso uguale a quello di Orube, che simboleggiava l’altro Legame. Sulla carta, quell’anello e il bracciale di rame significavano che lui e Orube erano sposati su entrambi i pianeti, ma le circostanze e la modalità con cui i due Legami erano stati sanciti rendevano difficile per loro sentirsi come “marito e moglie” in termini terrestri e preferivano considerarsi “compagni”. Ad ogni modo quell’anello, assieme alla piccola treccia con i pendagli dello stesso materiale che gli scendeva sulle spalle tra i capelli sciolti erano i simboli inconfondibili della sua provenienza. Giusto in caso il suo normale aspetto non fosse abbastanza. 

«Ma veniamo al sodo, potremo continuare a parlare della mia barba più tardi.» riprese lui serio, «C’è qualcosa di strano nel Metamondo e a Basiliade, e abbiamo il sospetto che stia accadendo lo stesso anche sulla Terra.»

Will si chinò in avanti verso la coppia, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. «Qualcosa di strano… in che senso?»

«Principalmente avvistamenti nel Metamondo e sparizioni su Basiliade. Anche le calamità naturali stanno aumentando in modo preoccupante, specialmente a Basiliade dove non è normale avere bufere e tempeste più di una volta all’anno.»

«E cosa ti fa pensare che stia accadendo lo stesso sulla Terra?» disse Cornelia, «Di disastri ambientali ne avvengono quasi tutti i giorni, ma che le autorità vogliano crederlo o no è probabilmente per via del cambiamento climatico. Non credo che gli abitanti di Basiliade e Meridian siano affetti dalla stessa stupidità dei terrestri in questo senso.»

«Gli abitanti di Basiliade non saranno abili con la magia quanto i metamondesi, ma se la cavano abbastanza bene con l’osservazione degli astri.» intervenne Orube, «Si pensa che i tre pianeti si trovino sulla stessa fascia di energia e  che questa abbia delle faglie, un po’ come quello che successe alla Muraglia tanti anni fa.»

«Oh…» disse Will con tutta l’aria di non aver ancora afferrato il problema. 

«Si stanno aprendo dei portali su tutti i pianeti che si trovano su questa fascia, Will.» spiegò Cedric.

«Dei… portali?!» chiesero le due ex guardiane all’unisono.

«Sì, dei portali come quelli che conoscete bene, ma non sappiamo cosa ci sia dall’altra parte.»

«Ma… perché l’Oracolo non ce l’ha detto? Non sta facendo nulla a riguardo? Questo è un lavoro per le guardiane!» si lamentò Will alzando la voce.

«Ah, Will, lo sai bene che non succederà mai.» disse Cedric facendo un gesto con la mano come per scacciare quella domanda. «Il Metamondo e Basiliade ora sono entrambi sotto la giurisdizione di Elyon, quindi l’Oracolo se ne guarda bene dal metterci il naso. E per quanto riguarda la Terra… nemmeno quando c’era Phobos a spasso per gli Stati Uniti l’Oracolo lo considerava come una grande minaccia.»

«…e considerando chi abbiamo al governo ora, non aveva tutti i torti.» sbottò Cornelia.

Cedric si sforzò di non pensare e non dire nulla in risposta a quel commento. Gli venivano i brividi al pensiero della reazione di Elyon se avesse sospettato che era anche solo parzialmente d’accordo con Cornelia. 

«Ad ogni modo,» riprese «L’Oracolo tende ad occuparsi ormai solo delle minacce dirette a Kandrakar e ai suoi mondi prediletti. Qui però non stiamo parlando solo di Basiliade, il Metamondo e la Terra. Ci sono altri pianeti sulla stessa fascia, e forse quando toccherà a qualcuno dei favoriti di Kandrakar sarà troppo tardi.»

«Ed Elyon non può farci nulla?» chiese Will. 

Cedric raddrizzò la schiena e scandì bene le parole - era il momento di annunciare chiaramente la volontà della regina di Meridian: «Elyon è disposta a collaborare con l’Oracolo, ma non a risolvere problemi che non la riguardano. Come ho detto, questa non è una questione che riguarda solo noi. Riguarda anche la Terra, che non è sotto il controllo di Elyon, per ora, e potenzialmente diversi altri mondi. Per quanto ne sappiamo potrebbe arrivare a toccare anche Kandrakar.»

Le due ex guardiane tacquero per qualche istante, probabilmente riflettendo su ciò che Cedric aveva appena dichiarato. 

Fu Will a rompere il silenzio, facendo la domanda che Cedric si aspettava: «E noi in tutto questo cosa dovremmo fare?»

Fu Orube a rispondere questa volta, posando il bicchiere di caffè vuoto sul tavolino che separava la coppia dalle due umane: «Convincere l’Oracolo a collaborare con Elyon.»

Will inarcò le sopracciglia con fare interrogativo, mentre Cornelia aveva sgranato gli occhi. Cedric immaginò che per lei non sarebbe stato facile capire quale ruolo assumere, considerando che aveva lasciato le attività del Consiglio da qualche anno e ora aveva una bambina di cui occuparsi sulla Terra. Ma in fondo la sua presenza non era nemmeno prevista per quel giorno e l’obiettivo di Cedric e Orube era solo quello di convincere Will e tramite lei le altre ex guardiane che ancora facevano parte del Consiglio. Se anche Cornelia era disposta a collaborare, sarebbe stato tanto di guadagnato.

Prima che le due potessero ribattere, Cedric si affrettò ad aggiungere: «Mi sembra ovvio che io e Orube non siamo nella posizione adatta per farlo, dato che l’Oracolo farebbe per principio tutto il contrario di ciò che andremmo a proporre.»

Will fece spallucce scuotendo il capo: «Io lo farei, credetemi. Ho afferrato il problema e sono d’accordo con voi e con Elyon sul fatto che l’Oracolo dovrebbe intervenire. Oltretutto questa storia di Elyon e Himerish che bisticciano come marito e moglie è andata avanti fin troppo.»

Cedric chiuse gli occhi per un istante, incassando quelle parole. Come sempre, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato ed era presente nel momento in cui un commento del genere veniva pronunciato. Per lui significava solamente un’altra scarica di lamentele da parte di Elyon su come gli altri parlavano di lei.

«Il problema lo sapete benissimo qual è.» continuò Will. «Se in questa stanza ci siamo solo io e Cornelia è perché il nostro gruppo non esiste più e non sarà facile convincere le altre a prendere una posizione così importante con l’Oracolo.» e poi girandosi verso Cornelia, «E non sono nemmeno sicura che Cornelia abbia la possibilità di darmi man forte nel convincere prima loro, e poi l’Oracolo.»

Cornelia si era fatta pensierosa, e prima che potesse rispondere intervenne Orube, facendosi avanti verso di lei: «Certo, non è nostra intenzione costringere Cornelia a rientrare nel consiglio, tantomeno ora con la bambina…» 

«…anche se il gruppo al completo lancerebbe un messaggio più forte e più chiaro all’Oracolo» rimarcò Cedric, incapace di trattenersi. Orube gli scoccò un’occhiataccia di sbieco. 

«Ne sono sicura, e io sarei più che felice di avere Cornelia al nostro fianco, ma con la bambina…» esitò Will.

«Sono sicura che anche solo voi quattro ce la farete, è comunque qualcosa!» affermò Orube.

«Certo,» iniziò Cedric «è sempre meglio di…»

«…ci sto.» lo interruppe Cornelia, risoluta. 

Nella stanza scese il silenzio, tutti gli sguardi rivolti verso di lei. 

«Lo farò,» ribadì, «come avete detto non è una questione che coinvolge solo Meridian e Basiliade. Ci sono di mezzo anche altri mondi, ma soprattutto c’è di mezzo la Terra e vorrei che Elysa continuasse ad avere un posto sereno su cui vivere.» 

Will le appoggiò una mano sul braccio, mormorando «Ma Cornelia, possiamo pensarci noi, in fondo si tratta solo di una riunione…»

«No, Will, a me non basta» rispose l’altra, posando l’altra mano su quella dell’amica «La Terra è il mio elemento e ho assistito già a troppe devastazioni dovute alla mano degli abitanti stessi. Durante il mio viaggio non ho concluso niente di buono sotto questo punto di vista, lascia che dia il mio contributo almeno per salvarlo da qualunque cosa ci sia oltre quei portali.»

Cedric si fece indietro, finalmente rilassandosi sullo schienale del divano. Appoggiò una mano sulla schiena di Orube, tra le scapole. La loro missione terrestre era andata meglio del previsto: dovevano solo convincere Will a dar loro una mano, e ora avevano dalla loro parte la ex guardiana della Terra, che aveva decisamente più motivazione delle altre in questa causa. 

Cornelia e Will rimasero ancora un po’ a casa loro e l’atmosfera si alleggerì presto: una volta stabilito cosa potevano fare, non rimaneva molto da discutere. Avrebbero cercato di riunirsi con le altre e chiedere udienza all’Oracolo al più presto, in modo da poter aggiornare Cedric e Orube di persona finché erano sulla Terra. Poi cambiarono argomento e Cornelia raccontò ancora qualcosa del suo viaggio e delle realtà che aveva visto in quegli anni. Will invece non aveva particolari novità da raccontare dall’ultima volta che si erano visti - chiacchierava ancora con i dispositivi elettronici e stava sempre con quel povero ragazzo che sperava invano di convincerla ad andare a vivere insieme pur non chiamandosi Matt Olsen. 

Quando se ne andarono, fuori era ormai buio e la foschia si era trasformata in una nebbia a banchi ben visibile. Orube chiuse la porta dietro di loro e vi si appoggiò, guardando sorridente il suo compagno. 

«Direi che la prima parte del nostro lavoro sia ben riuscita, no?» disse, poi si staccò dalla porta e balzò verso di lui. «E ora finalmente possiamo goderci la nostra licenza e fare quello che vogliamo!» cinguettò buttandogli le braccia al collo. 

Cedric le cinse la vita attirandola a sè, ma rimase serio: «Beh, non abbiamo la libertà di fare tutto quello che…»

«…oh ma insomma, Cedric! Sei sempre così pignolo!» lo interruppe lei, poi gli diede due colpetti sulla fronte con le nocche, come se volesse bussare nella sua testa, e disse: «Elyon, ci sei? Messaggio ricevuto, prometto che Cedric farà il bravo bambino, come ha sempre fatto negli ultimi dieci anni! E ora fine delle trasmissioni!» quindi lo baciò. 

A Cedric sfuggì un sorriso prima di rispondere al bacio, realizzando che Orube aveva ragione, ora potevano godersi per un po’ la loro licenza. Proprio a partire da quella serata, che a quanto pareva sarebbe iniziata con uno dei pochi aspetti della sua vita che Elyon si rifiutava di rivedere nella sua mente.
 

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