“Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
Prompt: Mnestic (pertinente alla memoria)
N° parole: 660
Lume di candela
155 d.C. (dopo la Conquista di Aegon)
Rhaena era davanti all’altare del Guerriero, il viso
illuminato da una candela.
Una lacrima le scese sulla guancia. “Vent’anni oggi”.
Il primo giorno in cui aveva visto il suo viso, lei era
rimasta ammaliata, Corwyn era tutto ciò che un cavaliere potesse essere:
nobile, avvenente, gentile. Lei era solo una ragazza dalle mille fantasie, lì
nella Valle di Arryn si era risparmiata gli orrori della guerra, non aveva
potuto far altro che innamorarsi.
Là però era sola, smarrita, lontana dalla famiglia per la
prima volta, lontana da sua sorella Baela. Corwyn l’aveva fatta sentire di
nuovo a casa, di nuovo felice. Si era crogiolata nell’infatuazione, ma senza
illudersi. Non aveva mai pensato che avrebbe potuto scegliere chi sposare. Per
tutta la vita aveva creduto di sposare Luke. Anzi da bambina aveva chiesto a
suo padre se non avesse potuto sposare Jake insieme a Baela come Aegon il
Conquistatore e le sue sorelle, così non si sarebbero mai separate. Invece poi il
Concilio Ristretto le aveva chiesto chi lei volesse. E Rhaena non aveva avuto
dubbi.
Finalmente dopo quegli anni terribili della Danza dei Draghi
le sembrava di aver trovato di nuovo la pace. Invece nessun bambino. Tutto
finito nel nulla. Corwyn era un grande cavaliere, si era guadagnato la spada in
acciaio di Valyria di suo padre, ma non gli era servita a nulla. Un dardo di
balestra ed eccola qui vent’anni più tardi davanti a una candela sciolta.
A volte si ripeteva che se anche fosse sopravvissuto non
avrebbe funzionato, lui era più grande, un uomo con un matrimonio alle spalle e
due figlie piccole. “Non saremmo durati”. Non poteva lasciarsi andare alla
tristezza, aveva visto con suo fratello Aegon cosa succedeva.
Lei ormai era avvezza al dolore. Aveva assaggiato il sapore
del lutto a cinque anni quando era morta sua madre e lo aveva gustato appieno
durante la Danza dei Draghi. “Luke. Aveva tredici anni”. Poi erano seguiti suo
padre, i suoi fratellastri e i nonni.
Finita la guerra sembrava che le cose potessero riprendere
come prima, ma Bae era cambiata. Da gemelle identiche erano diventate completamente
l’opposto: Baela selvaggia, insolente, disposta a tutto pur di fuggire dalla
vita di corte; Rhaena sempre elegante, doveva tenere su l’immagine della corona,
visto che Aegon era diventato un guscio vuoto. Niente aveva fatto riprendere
suo fratello, né il ritorno di Viserys, né i figli tanto attesi con Daenera. “Un
Targaryen che odia i draghi…” Corwyn invece adorava Luce del Mattino e il drago
adorava lui, saltandogli sempre sulla spalla anche quando era troppo grossa.
“Forse ora sta con lui ad aspettarmi?”
Uscì dal Tempio Stellato e fece un bel respiro. Il vento del
mare le sventolo i capelli. L’Alta Torre si ergeva contro il cielo, il fumo del
faro che si disperdeva in mille volute. Da lassù il mondo sembrava così
piccolo, come quando ancora volava su Luce del Mattino. “Forse sarò l’ultima
Targaryen ad aver danzato nei cieli”. Ogni volta sembrava ci fosse una nuova
alba per lei, un nuovo inizio. “Invece poi…”
«Mamma, mamma». Piccole braccia le cinsero le gambe.
Garmund arrivò dietro alla loro figlia: «Laena, lascia stare
la mamma».
Dietro di loro suo cognato Lyonel e sua moglie Sam.
«Tutto apposto?» le chiese Sam.
La Rhaena che l’aveva incontrata all’incoronazione di Aegon non
avrebbe mai pensato che quella ragazza sarebbe diventata come una sorella,
mentre Bae un’estranea lontana. “Gli dei hanno un gran senso dell’ironia. Un’infanzia
passata a odiare gli Hightower e ora sono una di loro”.
Sorrise a Sam e prese in braccio la sua bambina. Sei lei e
sei Sam, l’Alta Torre era sempre piena di strilli e grida. “Come lo era Roccia
del Drago. Lì c’erano anche i ruggiti di drago”. Si girò verso il tempio. “Mi
porteranno via anche questo?”
La famiglia Hightower scese i gradini, ma quel giorno Rhae non
strinse la mano a suo marito. Quel giorno no.