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Autore: Captain Riddle    03/10/2021    0 recensioni
Nel magico regno di Expatempem sono comparsi dei mostri dalla morte degli ultimi discendenti del temuto Re della Morte. Dopo la misteriosa morte del nuovo re, quando salirà al trono suo figlio, questo scatenerà una serie di eventi catastrofici a catena, che rischieranno di causare la distruzione del regno se qualcuno non dovesse intervenire. Scoprite la storia del regno magico attraverso gli occhi di sette protagonisti, dilettatevi con gli intrecci e tenete alta la guardia perché il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov:Damian

I piccoli coccodrilli occupavano quasi tutta la giornata di Damian ormai, ma non perché avessero bisogno di chissà quali cure, semplicemente perché erano sempre nei suoi pensieri. Damian aveva sempre adorato passare davanti al recinto e guardare i suoi amici, ma da quando erano nati i piccoli lo trovava ancora più invogliante. Skiza era sempre in allerta per i suoi piccoli, restava a guardarli e se gli altri si avvicinavano troppo scattava sull'attenti. Fortunatamente gli altri sembravano aver compreso che la cosa migliore da fare era lasciar stare i piccoli e continuare la loro vita come se niente fosse. Contrariamente a quello che pensava la padroncina Dasha, Damian pensava che i cuccioli fossero adorabili, nonostante l'aspetto inquietante per lui erano dei cuccioli teneri come quelli di un qualsiasi altro animale.

Ovviamente la presenza dei piccoli non consentiva a Damian di lavorare di meno, il suo lavoro doveva continuare in modo duro e assiduo, senza mutamenti e interruzioni. Damian tuttavia trovò un certo miglioramento delle sue condizioni e di quelle di tutti gli altri lavoranti del castello a essere sincero nell'ultimo periodo di tempo. Un chiaro esempio degli strani mutamenti che stavano avvenendo ultimamente erano i pentoloni di zuppa di pesce che erano stati offerti a tutta la povera gente che lavorava al castello la sera prima. Damian era rimasto a dir poco interdetto quando un uomo lo aveva fatto avvicinare e gli aveva porto frettolosamente una ciotola di zuppa dicendo che era un ringraziamento dei padroni per il buon lavoro che tutti si impegnavano a svolgere per loro. Dall'espressione felice ma sospettosa dell'uomo si capiva chiaramente che anche per lui quella storia aveva qualcosa di misterioso, ma al momento non ci avrebbe pensato e si sarebbe goduto la zuppa senza fare domande, così Damian aveva deciso di fare altrettanto.

Lui si era messo a sedere su un barile ed era rimasto per qualche minuto a fissare la zuppa fumante, lasciando che le mani si scaldassero in quella sera ancora fredda di vigesio, il mese più freddo insieme all'appena trascorso ahrimo. Che i padroni avessero deciso di avvelenarlo? Alla fine Damian aveva deciso di mangiare, non era nulla di così eccezionale ma gli aveva riempito la pancia e scaldato lo stomaco e Damian non ricordava neppure quando era stata l'ultima volta che aveva mangiato qualcosa di caldo che non avesse un cattivo sapore. Ma Damian era certo che i padroni, che Pontroius, non potesse avere avuto una simile idea, le gentilezze, soprattutto la gratitudine, non erano qualità che gli erano mai appartenute e Damian dubitava fortemente che tutto d'un tratto il padrone fosse diventato tanto misericordioso e caritatevole. In realtà Damian aveva il forte sospetto di sapere chi fosse stato il vero artefice, colui che aveva avuto quell'idea. Da quando era arriva d'altronde, da neppure due mesi a questa parte le cose erano migliorate al castello di Aspergo, l'umore era migliorato, quando lui passava tutti sembravano ritrovare il buon umore e sui loro volti quando lui li salutava con garbo sbocciavano sorrisi sorpresi, come i boccioli alle prime luci dell'alba di primavera dopo un lungo, gelido inverno. Teurum era veramente un ragazzo strano secondo Damian, oltre al fatto che sembrava fosse comparso dal nulla e avesse intorno a sé un alone di mistero, era sempre gentile e imperturbabile con tutti e aveva un'ottima influenza sui padroni.

Teurum sembrava proprio un nobile, era aggraziato nel portamento, portava gli abiti più raffinati alla perfezione e inoltre era incredibilmente attraente e affascinante, educato, sicuramente possedeva tante caratteristiche che avevano stregato i padroni e in particolare la padroncina Dasha. Damian era molto incuriosito dal loro ospite, non sapeva nulla sul passato di lui e da quel che aveva compreso Teurum non aveva parlato di ciò neppure con i signori e non sembrava minimamente intenzionato a parlarne. Inizialmente Damian era stato guardingo riguardo alla presunta gentilezza di Teurum, aveva temuto che fosse solo un trucco, proprio come lo era per Pontroius, ma ormai Damian aveva cambiato idea, vedeva tutti i giorni Teurum comportarsi nello stesso modo gentile ed educato ed era convito del fatto che un uomo non potesse celare tanto a lungo il suo vero animo senza commettere il minimo errore, non era possibile una tale bravura nell'arte della finzione, per questo motivo Damian era giunto alla conclusione che quella doveva essere la vera natura di Teurum.

Sperava che alla fine quel distinto gentiluomo avrebbe sposato veramente Dasha, magari così alla morte dei padroni Teurum lo avrebbe trattato meglio di come lo trattava Pontroius. Damian però aveva paura di quei pensieri, aveva trascorso tutta la sua vita obbedendo a capo chino, senza neppure provare ad alzare il capo, troppo rassegnato e piegato dalle ingiustizie. Si sentiva un albero cresciuto storto, l'unico sentimento che riempiva il suo cuore era sempre stata la rassegnazione e adesso aveva paura di quel germogliante senso di speranza che gli si stava instillando nel petto, non voleva illudersi senza motivo, non avrebbe sopportato anche una delusione, eppure i gesti di Teurum gli colmavano giorno dopo giorno l'animo di speranza crescente. Quella mattina Damian stava portando la legna dentro alla stalla mentre indugiava sui suoi pensieri, aveva male da ogni parte e trovava questa cosa incredibile: com'era possibile che dopo tanti anni di duro lavoro il suo corpo ancora non fosse abituato alla fatica?

Era la sfortuna pensava lui, Damian era nato sfortunato e rassegnato e sarebbe morto così. Non avrebbe mai incontrato nessuno che lo avrebbe amato veramente, avrebbe guardato da lontano gli altri costruirsi una famiglia mentre lui invecchiava nella stalla, tra i coccodrilli e i lavori forzati, finché un giorno il suo corpo avrebbe finalmente ceduto e lui sarebbe sprofondato nella pace eterna, o almeno sperava che dopo la morte ci fosse la pace eterna. Alcune volte gli ricapitava di pensare alla sua famiglia, Damian si domandava se quando sarebbe morto avrebbe mai conosciuti i suoi genitori. Chissà che aspetto avevano, oppure quali erano i loro nomi. Chissà cosa gli era accaduto, magari lo avevano abbandonato dagli Hardex perché non lo volevano, la cosa non lo avrebbe certamente sorpreso. A Damian però sarebbe piaciuto sapere cos'era un abbraccio prima di morire, peccato che probabilmente nessuno avrebbe mai esaudito il suo desiderio.

Damian sospirò e si decise a continuare il lavoro senza pensare ad altre sciocchezze, l'arrivo di Teurum di certo non lo sollevava dallo svolgimento dei suoi duri lavori. Continuò a spostare legna per una buona mezz'ora, i muscoli sudati rabbrividivano tutte le volte che incontravano l'aria fredda che c'era fuori e Damian notò mentre continuava a sgobbare che proprio Teurum era uscito insieme a diversi uomini. Damian restò un attimo fermo a guardarlo da lontano, notando che non era elegante come al solito ma non fu complesso comprendere il perché: portava un fodero attaccato alla vita e si vedeva chiaramente il manico di una spada. Damian notò anche che gli altri uomini che erano con lui erano vestiti in maniera analoga e tutti portavano delle armi, probabilmente Teurum andava ad allenarsi. Damian si riscosse velocemente e riprese a lavorare, dopo aver finito con la legna passò al fieno, decisamente più leggero e meno faticoso da trasportare, poi diede velocemente da mangiare ai cavalli prima di andare alla diga a prendere dell'acqua per far abbeverare i cavalli. Quella mattina fortunatamente non faceva più così freddo ma i suoi abiti erano talmente leggeri che solo durante l'estate Damian non sentiva veramente freddo. Si mise in ginocchio e riempì i due secchi, ma lo fece lentamente, perché oltre il fiume imprigionato dalla diga c'era Teurum che si allenava.

Damian non era mai stato interessato alla guerra e alla violenza in generale, aveva patito troppe sofferenze sulla pelle per essere desideroso di fare del male o di vedere gli altri farsene, eppure un allenamento innocuo lo incuriosiva. Non ne aveva mai visto uno perché il padrone non era più tanto giovane e Damian aveva sentito dire che Pontroius era stato pessimo nell'arte della guerra. A Damian non era parso tanto strano, infatti per fare del male non era sufficiente desiderare farne, era necessario essere agili e allenati per essere in grado di duellare e Pontroius aveva sempre avuto un fisico sin troppo esile, inadatto allo scontro fisico. Damian quindi restò fermo con i secchi nell'acqua fredda e osservò Teurum in mezzo alla radura. C'erano quattro uomini intorno a lui e si muovevano contemporaneamente. Teurum brandiva due spade, una per ogni mano e Damian restò sorpreso dalla sua agilità. Teurum si alzava e si abbassava rapidamente, la sua lama destra crosciò con quella dell'avversario che aveva davanti a sé, mentre quella sinistra parò di lato. Lo attaccavano da ogni lato, spostandosi velocemente e gridando, Teurum al contrario era celere e silenzioso e Damian si stupì di come riuscisse a risultare elegante persino in un duello.

Improvvisamente uno degli uomini avanzò in affondo e gridò talmente forte che molti si voltarono a guardare. Teurum non parve affatto spaventato o sorpreso, incrociò la lama con l'avversario e con una serie di abili mosse lo costrinse a indietreggiare. Era uno spettacolo guardarlo combattere, Damian era rimasto rapito ma si rese presto conto di non essere stato il solo a restare catturato da quel singolare spettacolo, infatti molti avevano interrotto il lavoro che svolgevano e si erano avvicinati a Teurum per guardare meglio. Damian pensò a come dovesse sentirsi in imbarazzo quell'uomo, sicuramente lui si sarebbe sentito in soggezione osservato da tanta gente, tuttavia guardando con più attenzione Damian capì che Teurum non doveva ritenerlo un problema perché continuò il suo allenamento come se nulla fosse accaduto. Damian si alzò e portò dentro i secchi, tornando nella sua stalla.

Fuori dal castello era come sempre pieno di persone, i contadini, i pescatori e tutti gli altri si affaccendavano avanti e indietro, senza mai degnarsi di salutarlo, anche se qualcuno ogni tanto gli sorrideva di sfuggita, ma molti di loro andarono unendosi a quelli che si erano già avvicinati a Teurum, creando una folla sempre più folta. Damian distolse lo sguardo e tornò ai suoi pensieri, imponendosi di non distarsi oltre rimembrando cosa gli fosse accaduto l'ultima volta che aveva osato distrarsi. Si era sempre domandato perché anche quelle persone così vicine alla sua condizione erano tanto fredde con lui, ma con il tempo Damian aveva smesso di porsi anche quell'interrogativo, d'altronde la sua filosofia era la rassegnazione. Versò l'acqua nell'abbeveratoio, vuotando i secchi con attenzione e sentì degli applausi provenire dall'esterno. Si affaccendò ancora per sistemare la stalla, spostando sacchi e attrezzi per quasi mezz'ora e la folla non si disperse durante tutto quel tempo. Dopo aver quasi terminato di sistemare la stalla Damian si concesse di rallentare, avvicinandosi ai cavalli con aria assorta, infatti adesso le persone si stavano allontanando e Damain si domandò il perché, immaginando che Teurum dovesse aver concluso il suo allenamento giornaliero, e allora voltò il capo e diede definitivamente le spalle al cortile. Anche i cavalli gli piacevano, spesso infatti Damian dispensava carezze amorevoli anche a loro nonostante avesse una chiara predilezione per i coccodrilli, i suoi più cari amici.

"Mangiate e bevete belli" sussurrò, mentre carezzava il cavallo bianco di Teurum "Vi ho portato fieno e acqua fresca" "Che cavalli fortunati" Damian si voltò di scatto, riconoscendo la voce di Teurum. L'uomo dagli occhi di ghiaccio infatti era proprio lì dietro, bello ed elegante nonostante fosse un poco trafelato a causa dell'allenamento e avesse i capelli nerissimi un poco scomposti rispetto al solito. Damian restò un istante a guardarlo, quasi pensando che fosse una visione, ma non appena ebbe guardato in volto Teurum, quello gli sorrise "Non penso che ci siano molti stallieri premurosi come sei tu" continuò il nuovo arrivato, sorridendogli benevolo. Damian abbozzò un sorrisino timido, chinando gli occhi "Non sono lo stalliere, padrone" spiegò "Ma lo faccio ugualmente con piacere, è il mio compito" minimizzò "E sono certo che tanti altri fanno quello che faccio io molto meglio".

Teurum annuì appena "Eppure sono certo che nessuno sia premuroso e gentile con loro come sei tu". Damian rimase un po' spiazzato da quelle parole, da quei complimenti, proprio perché non era mai stato abituato a riceverne "Io penso che questi animali sentano il calore e l'affetto sinceri che gli dimostri" continuò Teurum, carezzando il muso del suo cavallo per poi tornare a guardare Damian "Credo che siano troppe le persone che considerano gli animali solo bestie, ma io ritengo che in loro ci sia molto di più di quello che appare... e sono certo che tu lo sappia meglio di me". Teurum guardò oltre le spalle di Damian, verso il recinto dei coccodrilli.

Damian annuì nuovamente e abbassò gli occhi "Tu non parli molto, non è vero Damian?" disse ancora Teurum "No, padrone" rispose lui a voce bassa "Mi è stato insegnato qual è il mio posto, la mia opinione non conta nulla e non devo esprimerla, mi si chiede solo di lavorare e per lavorare non c'è bisogno di parlare molto". Damian subito si pentì di aver detto tali parole, ma ormai era troppo tardi, così abbassò la testa come di consueto e tornò a tacere. "Eppure a me piacerebbe conoscere la tua opinione" le parole di Teurum accompagnate da una leggera stretta sulla spalla gli fecero rialzare la testa "Tutti hanno un opinione" continuò l'uomo, fissandolo dagli occhi bellissimi e intensamente azzurri "Non è un crimine avere un'opinione Damian, neanche per te".

Damian però non era tanto certo che le parole di Teurum fossero vere, almeno vere per lui che era uno schiavo "Scusate ma io non credo di dover avere un'opinione, il padrone Pontroius" "Esatto!" lo interruppe bruscamente Teurum "Il padrone Pontroius. Io ti sembro il padrone Pontroius?" Damian era seriamente spaesato, non sapeva proprio cosa dire, e se quell'uomo avesse voluto solo ingannarlo per riferirlo poi a Pontroius? Se quella fosse stata una prova di fedeltà? "Damian, non avere timore di me" lo rassicurò gentilmente Teurum "Non ho la minima intenzione di riferire quello che mi dirai a Pontroius. Ovviamente ammesso e non concesso che tu mi dirai qualcosa".

Il ragazzo rimase in silenzio, ma come aveva fatto? Che Teurum sapesse leggere nella mente? No, non era possibile leggere nella mente delle persone, almeno per quello che sapeva Damian "Siete molto bravo a combattere" tentò di divagare Damian. Teurum lo fissò e scosse il capo, scostandosi il ciuffo che gli era caduto davanti agli occhi "Ti ringrazio ma ti pregherei di non divagare" rispose. Il ragazzo allora tornò a tacere "Damian, ti prego di dimmi qualcosa" continuò a insistere Teurum. "Perché?" domandò sinceramente Damian "Perché che cosa?" rispose subito l'altro "Perché vi interessa tanto sapere che cosa penso io? Sono solo uno schiavo che non sa niente del mondo, a cosa potrebbero mai servire le mie parole?" Teurum sorrise nuovamente "E questo forse ti rende meno umano di me?" I due si fronteggiarono in silenzio "Te lo dico con sincerità, Damian" riprese a parlare Teurum "Il tuo valore è pari al mio" "Oh no, padrone" disse subito Damian, scuotendo energicamente la testa "Io non potrei mai valere quanto voi, voi siete un signore mentre io solo uno schiavo! Voi siete eccezionale, il modo in cui avete duellato con tutti quegli uomini prima è stato incredibile. Io mai sarei in grado di fare una cosa del genere".

Teurum sorrise dolcemente "Sono assolutamente certo che in te ci sia molto più di quello che appare" disse con convinzione "Non è possibili amare tanto gli animali ed essere una persona senza valore. E io vedo con quale amore ti prendi cura di tutti questi animali, di come ti fai obbedire da loro, del modo in cui ti guardano. Sai, chi riesce a controllare così animali notoriamente feroci come i coccodrilli sono certo che sarebbe in grado di fare meraviglie tra gli uomini". Teurum tacque e poi il suo sorriso si allargò "E torno a ringraziarti per le gentili parole che mi hai rivolto riguardo al mio allenamento di poco fa" disse "Ho notato che molte delle persone che erano intente a lavorare si sono avvicinate e sono state veramente adorabili. Mi dispiace solamente di averli distratti, Pontroius è uscito proprio quando stavo terminando l'allenamento e ha sgridato quella povera gente. Ovviamente io mi sono subito prodigato per discolparli, erano solamente curiosi, ma purtroppo questa volta non c'è stato modo di far desistere il signore" sospirò Teurum, deluso del suo fallimento.

Damian lo guardò con la bocca spalancata, seriamente colpito da quelle parole e dal gesto che aveva fatto Teurum per tentare di discolpare la gente curiosa, ma nonostante questo il ragazzo si sentiva ancora guardingo "Con gli animali è diverso" balbettò con fare incerto "Che cosa intendi dire?" "Quando un animale viene trattato bene se lo ricorda per tutta la vita. Molte persone invece non ricordano o semplicemente non gli importa di ricordare". Teurum chinò un poco il capo di lato, assottigliando un po' gli occhi e continuando a sorridere in modo enigmatico "Quindi per te gli animali sono meglio delle persone, giusto?" Damian annuì piano, nonostante fosse certo che non tutte le persone fossero così, ma purtroppo quelle che lui aveva avuto la sfortuna di conoscere erano malvagie "Sai" continuò Teurum imperterrito "Avevo un'amica che la pensava come te". Damian lo guardò colpito "Dite sul serio?" "Oh, sì" confermò Teurum "Amava tutti i tipi di animali ed era riuscita ad avvicinare una creatura magica".

Damain lo guardò rapito "E com'è andata a finire?" domandò, curioso "Purtroppo è morta" disse Teurum tristemente "Mi dispiace" rispose Damian, doveva aspettarsi un finale tragico "Purtroppo non sono stato in grado di aiutarla. Era una ragazza molto coraggiosa e furba, ma non è bastato. Purtroppo quando la fortuna ti volta le spalle e la sfortuna si abbatte su di te non puoi fare nulla per cambiare le cose e devi soccombere al tuo triste destino". Teurum lo guardò negli occhi senza più sorridere "Mi dispiace" disse ancora, notando l'espressione abbattuta sul volto di Damian "Non era mia intenzione rattristarti" "Non vi preoccupate, padrone" rispose subito Damian, sorridendo flebilmente "Ma se non oso domandare troppo, che tipo di animale era quello della vostra amica?"

"Una volpe a nove code" rispose Teurum come se nulla fosse "Ma sono rarissime adesso!" disse ammirato Damian "Sì" rispose Teurum con improvvisa indifferenza "E si dice che portino fortuna, ma come sai per lei non c'è stato nulla da fare. Quando il destino è segnato è difficile salvarsi, persino possedendo aiuti tanto potenti". Damain era sempre più confuso, Teurum parlava come un uomo dalla grande esperienza sia della vita che dei problemi "Siete molto saggio" gli confidò Damain, rivelandogli quello che pensava sul suo conto. Teurum lo sorprese e rise brevemente "Mi definirei con molte parole, ma direi che saggio non sia proprio tra queste" rispose "Ho solo vissuto come tutti, semplicemente questo. Sono certo che, se ti decidessi a parlare, diresti cose molto più sagge di me, come hai fatto prima, perché i tuoi trascorsi sono molto più burrascosi dei miei".

Damain sfuggì a quello sguardo di ghiaccio "Le sofferenze e i problemi temprano l'animo e rendono esperti della vita. Per questo tante volte vorrei tornare bambino, al tempo in cui sapevo poco della vita, quando avevo attraversato pochi problemi e il mio animo era ancora candido e quieto" rivelò Teurum con un breve sospiro. I due ragazzi si fronteggiarono di nuovo, poi Teurum si allontanò e si fermò davanti al recinto dei coccodrilli, mentre la spada oscillava nel fodero attaccato al fianco "Sono molto fortunati" disse voltato di spalle "Ad avere una madre che si prende così cura di loro" e ovviamente Damian comprese che Teurum si riferiva ai piccoli coccodrilli. Una tristezza improvvisa gli avvolse il petto e allora Damian si avvicinò al recinto, tornando vicino a Teurum "Vostra madre non vi voleva bene?" domandò in modo indiscreto, con voce timorosa, temendo di aver osato domandare troppo "Mia madre è morta dandomi alla luce" gli confidò Teurum "E così anche mio padre, è morto poco prima che nascessi. Sono cresciuto con una sottospecie di balia".

Damian lo guardò tristemente "Mi dispiace molto, signore" disse sinceramente "Anche i tuoi genitori sono morti?" domandò Teurum a sua volta, inaspettatamente "Io non lo so" rispose Damian, sempre sincero e con la voce bassa "Non so assolutamente nulla di loro e nessuno, nessuno mi ha mai voluto dire niente su di loro. Magari perché neppure loro lo sanno" concluse Damian. Teurum lo guardò con le sopracciglia corrugate, sembrava fosse dubbioso "E' molto strano" asserì poi, mordicchiandosi un labbro prima di continuare "Qualcuno dovrà pur sapere qualcosa! Non posso credere che nessuno lo sappia, sono certo che ti stanno nascondendo qualcosa". Teurum si agitò parecchio e Damian si stupì nuovamente per quella reazione "Ti assicuro che farò delle domande e non appena avrò scoperto qualcosa te lo riferirò. Non hai conosciuto la tua famiglia, meriti almeno di sapere chi fossero".

Il ragazzo lo guardò dagli occhi azzurro ghiaccio con intensità e Damain si sentì trapassare l'anima e provò una vaga soggezione, ricordando le storie che si narravano sugli occhi di un intenso azzurro che avevano sempre caratterizzato il Re della Morte e la sua stirpe "Ti prometto che lo scoprirò, Damian" promise Teurum con somma convinzione "Perché volete aiutarmi?" chiese ancora Damian, sempre stupito dai comportamenti di Teurum "Io sono solo uno schiavo" "Non ripeterlo più" lo interruppe Teurum "Tu meriti più di quello che hai e sei più di quello che sembra". Damian però non era per niente d'accordo "No" tentò di opporsi con il medesimo tono di voce basso "Sì" controbatté Teurum "E come fate a saperlo? Chi ve lo assicura?" "Beh" disse semplicemente Teurum "Tutti meritano più di quello che hanno e possono essere meglio di ciò che sono. Devono lottare per questo e io voglio aiutarti a lottare perché vedo in te qualcuno che merita il mio aiuto".

Damain sospirò, non sapeva più come controbattere alle parole di Teurum che sembravano così vere e giuste "Non sono riuscito a farti cambiare idea, non è vero?" lo incalzò Teurum, scrutando il volto spaesato di Damian "Voi non siete come me" replicò debolmente Damian "Voi avete studiato e sapete tante cose, in non so fare nulla". Ma Teurum era pronto a controbattere anche quella volta "Ti assicuro che tutto quello che so e le cose che sono in grado di fare le ho imparate unicamente da me, apprendendo con perseveranza e tenacia" disse "Tutto quello che sono, lo sono solo grazie a me stesso. Nessuno mi ha regalato niente, te lo assicuro, e per arrivare dove sono ora ho dovuto lottare contro la vita e le sue avversità come tutti gli altri. Semplicemente ho usato al massimo le mie capacità, tutto qui".

Damian scosse il capo "Non dubito delle vostre capacità straordinarie, padrone" rispose "Ma delle mie. Come avete affermato voi stesso avete fatto affidamento sulle vostre capacità, io però non avrei capacità per cavarmela e se anche avessi la possibilità di cambiare la mia condizione io non saprei proprio come fare, padrone, perché non sono in grado di fare nulla". Teurum lo guardò con un'espressione vagamente beffarda sul bel volto e poi inarcò le sopracciglia, voltandosi per guardare i coccodrilli "Sbaglio oppure sei l'unico in grado di controllare questi amici così pericolosi?" disse Teurum, con voce suadente e allegra, vittoriosa "Ma padrone" tentò di replicare Damian "Mi sbaglio forse?" lo incalzò ancora Teurum, soddisfatto di aver finalmente dimostrato le sue ragioni sulle deboli parole dell'altro.

Damian si sentì nuovamente in difficoltà, era impossibile uscire vincente da una discussione con Teurum, l'altro era troppo ostinato e sapeva argomentare abilmente "Io sono uno schiavo, padrone" sospirò Damian, ripetendo le solite parole con pazienza, con la consueta rassegnazione che lo contraddistingueva "Sono sempre stato uno schiavo e non potrei fare mai nient'altro, non saprei immaginare una vita differente da questa che mi è toccata". Teurum era visibilmente contrariato da quella nuova affermazione "Se la pensi così non migliorerai mai la tua condizione!" lo rimproverò. Damian sospirò nuovamente "Non voglio importunarti con le mie parole, Damian" gli disse Teurum, notando l'espressione sofferente dell'altro "Voglio semplicemente aiutarti, ma capirai da te che se tu non me lo permetti non potrò fare nulla per te" "Perché volete aiutarmi!?" disse a voce più alta Damian, ripetendosi, ma si sentiva vagamente esasperato da una tale insistenza, perché temeva di finire nei guai "Dovete scusarmi" si corresse subito, tornando al consueto tono dimesso una volta essersi reso conto della variazione del suo tono di voce "Ma nessuno mi ha mai rivolto la parola se non per insultarmi e urlarmi ordini, quindi non capisco perché vi ostiniate tanto a perdere il vostro tempo con me".

Teurum però continuò a sorridere "Ti parlerò sinceramente, Damian" riprese "Così ci capiremo una volta per tutte e non ci saranno incomprensioni tra di noi". Teurum si fermò un attimo, per creare tensione nell'altro "Io ho visto il modo in cui Pontroius tratta tutti voi. Vi tratta come delle bestie, Damian" disse in tono vagamente tragico, triste "Voi tutti lo avete reso grande, senza di voi lui sarebbe solo un uomo ricco e solo". Damian spalancò la bocca "Non meritate questo trattamento, Damian" continuò Teurum "E' profondamente ingiusto da parte sua trattarvi così, perché siete persone e meritate di essere trattate come tali. Ma le crudeltà che sembra riservare solo a te, soprattutto a te, sono inaccettabili e atroci. Tu non sei una bestia, Damian" disse con lo sguardo deciso e i suoi occhi azzurri parvero brillare "Tu sei una persona, un incredibile ragazzo dalle grandi abilità che viene trattato in maniera disumana secondo l'opinione di ogni persona in possesso di sanità mentale e di una coscienza senziente".

Si fronteggiarono ancora, con gli occhi azzurri dell'uno fissi in quelli meravigliati dell'altro "Vuoi sapere perché voglio aiutarti?" continuò Teurum "Perché provo tanta rabbia per il modo in cui ti trattano, il mio cuore si è riempito di pietà per te. Come posso trascorrere una vita serena dentro al castello di Aspergo sapendo che tu e altri siete qui fuori al freddo, senza cibo e senza un posto caldo dove trascorrere la notte?" Damain si sentì mancare il fiato, era incredibile, non era possibile che un nobile stesse dicendo cose del genere, che si stesse interessando davvero del volgo, a lui! Sicuramente si trattava di un bel sogno e prestissimo Damian si sarebbe risvegliato per tornare alla triste e crudele realtà più deluso di quanto non fosse mai stato prima di allora.

"Gli dèi mi hanno concesso di arrivare fino a qui" continuò Teurum, senza mai distogliere lo sguardo dal volto di Damain "Sono certo che non si tratta di un caso. E se anche fosse io voglio usare la mia posizione privilegiata al meglio, per fare del bene. Credi veramente che io sia innamorato di Dasha?" domandò improvvisamente "Di quella ragazza viziata e superficiale? Ma certo che no" rivelò, quasi con disgusto "Ma io ho una speranza e un progetto. Se continuerò di questo passo sposerò presto Dasha, allora farò ufficialmente parte della famiglia e potrò iniziare ad apportare i giusti cambiamenti a questo posto. E quando Pontroius un giorno morirà potremmo tutti vivere in pace e senza più sfruttamenti e ingiustizie, almeno finché ci sarò io con voi".

Damian sentì un brivido percorrergli la schiena, la speranza era forte e così anche la paura della delusione "So che ora sembrano solo parole" Teurum anticipò i suoi dubbi con la consueta inquietante previdenza "Ma ti assicuro che sto agendo concretamente. La zuppa di ieri sera non era buona, ma spero che abbia almeno riempito la pancia di chi non ha abbastanza cibo per vivere in maniera dignitosa". Damian lo guardò negli occhi, sembrava così sincero "Ah" disse ancora l'uomo dagli occhi di ghiaccio "Stavo per dimenticare, ho preso una cosa per te". Teurum si avvicinò all'uscita delle stalle, su una staccionata c'era un mantello marrone "L'ho preso per te, spero che ti aiuti contro il freddo nonostante l'inverno sia quasi giunto al termine". E così Teurum gli porse il mantello con un sorriso e Damian si sentì come non si era mai sentito "Nessuno mi aveva mai regalato niente prima d'ora" confidò a Teurum, con le lacrime agli occhi.

"Spero di portarti altre cose in futuro, intanto credo che questo ti sarà utile, nonostante la brutta manifattura". Damian prese il mantello dalle mani di Teurum, era una stoffa così doppia che gli sembrò potesse essere perfetta addirittura per farsi scudo dalla neve che ancora scintillava nei campi "E' meraviglioso, padrone!" lo ringrazio Damian, trattenendo a stento le lacrime "Su, provate!" lo incitò Teurum con entusiasmo "Sono curioso di vedere come ti sta". Damain sorrise e si mise il mantello sulle spalle "Ma sì" rise Teurum "E' un po' piccolo sulle spalle ma ti sta bene". Damain rise a sua volta, era una risata bassa ma sincera "Ho le spalle grosse" "Non mi stupisce con tutte le cose che sollevi" rispose Teurum giocondo "Ora perdonami, ma devo proprio andare a cambiarmi" disse quasi sovrappensiero e Damian allora notò gli abiti che indossava l'altro e si domandò come potesse non avere freddo "Dopo devo andare a fare un giro a cavallo per vedere questi terreni per conto del signore e non vorrei che cambiasse idea, meglio approfittare della solitudine e di questo bel tempo".

Damian si sentì triste, era stato bello per una volta parlare con una persona "Ti prometto che tornerò presto a parlare con te, Damian" sorrise Teurum, vicino all'uscita della stalla e a Damian nonostante gli abiti ricordò proprio un re, uno di quelli delle favole, eterno e giusto, anzi, gli ricordò Connor Fremen detto il Grande, antenato del Re della Morte, primo re e liberatore degli invasori provenienti da Galtico, continente separato da Expatempem dal Mare del Nord. "Arrivederci padrone" Lo salutò allegramente Damian, tenendosi il mantello con una mano "A presto Damian, stammi bene!" E Teurum si allontanò con la solita grazia che lo contraddistingueva, dispensando saluti ai popolani. Damian si sentiva felice, talmente felice che corse al recinto dei coccodrilli "Avete visto che cosa mi ha donato?!" Esclamò, guardando i suoi amici "Spero solamente che lui sia quello che sembra, che faccia quello che dice. Perché se così fosse" Damian si fermò e sospirò, colmo di gioia "Forse c'è ancora un po' di speranza nonostante tutto".

 

   
 
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