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Autore: Shily    06/10/2021    1 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
--
2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
Capitoli:
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La forza di un battito d'ali 
 

James Potter, nei suoi scarsi diciassette anni di vita, è saldo nelle sue certezze. E una di queste é che lui, James, nei pochi anni in cui può dire di aver realmente vissuto, non ha mai provato una sensazione come quella.

Le mani gli tremano, il battito sembra essere così accelerato da poter sfondare la gabbia toracica e il respiro sembra ormai correre una maratona di cui solo lui sembra essere a conoscenza.

Non sente nulla, James. Le orecchie sono colme, straboccano di un insolito formicolio e ronzio é sicuro di non aver mai sentito.

James abbassa lo sguardo e si sorprende nel trovare le proprie mani - tremanti, instabili! - incredibilmente appannate.

Non vede, James. Non sente, James.

Non respira, James.

Chiude gli occhi, si poggia contro il banco che Lily ha travolto in pieno poco prima - ma che vuol dire, poi, quel poco? Poco é qualche minuto o qualche ora?

Poco, conviene James, il fiato sempre più corto, é il tempo che gli rimane. Ed é anche quello che ha vissuto.

È l'aggettivo che senza dubbio, dopo quella giornata, userebbe per descrivere la sua intera esistenza. Qualcosa di non sufficiente, di non abbastanza.

Perché James è sempre stato un ragazzo concreto, volenteroso, fantasioso. É sempre stato distratto nei suoi mille pensieri, proiettato in un futuro remoto o lontano della sua immaginazione.

Ogni cosa che faceva non otteneva che il trenta per cento della sua attenzione, perché il restante era già fossilizzato sul dopo: cos'avrebbe fatto nei successo minuti, ore o anche anni.

A James piace costruire e immaginare, e soprattutto gli piace vivere pensando al futuro.

Ma quel pomeriggio James scopre che nel suo "dopo" non c'è che un poco, perché lui in realtà un futuro non lo ha.

"James," Remus di avvicina lentamente a lui, cerca di toccarlo ma James si allontana bruscamente. "Parliamo," lo invita, ma ha la voce rotta e lui proprio non ce la fa.

Ha bisogno di tempo. Giusto un po': poco! Ma lo ha davvero? Si può realmente permettere il lusso di prendersi delle pause, dei minuti di nulla prima di tornare a vivere?

Ha troppo poco per poterlo sprecare.

Ma la testa continua a pulsare e il respiro si fa sempre più schiacciante, e poi si blocca in metto al suo petto. Proprio al centro: non scende e non sale, rimane semplicemente lì.

E James vorrebbe boccheggiare, lasciarsi cadere contro un muro e respirare. Urlare, piangere. Respirare. Ma non lo fa: stringe i pugni, cerca di distrarsi dalla momentanea impossibilità di prendere aria - che, lo sa per certo questo, é decisamente un'azione indispensabile per la sua sopravvivenza - e si volta verso i due amici.

Entrambi pallidi, entrambi sconvolti. Entrambi tesi verso di lui, pronti a una qualsiasi reazione.

Poi guarda la porta e si costringe a parlare: "Lily," mormora, "Devo trovarla."

Sirius annuisce, Remus sospira. Entrambi lo guardano comprensivi.

E James non se lo fa ripetere due volte: mentre il sangue sembra smettere di circolare nel suo corpo e il colletto stringere sempre di più intorno al suo collo - poco, sempre di più e poi troppo -, fa uno scatto in avanti e si lancia nel corridoio.

Si guarda freneticamente intorno, cercando di individuare la possibile direzione in cui sembra essersi fiondata Lily dopo la lettura dei primi capitoli.

Non sono riusciti a superare la notte di Halloween, a stento sono arrivati a scoprire dell'ingiusta incarcerazione di Sirius (e, per Merlino, a James sembra di fare un sonoro e profondo sospiro che trattiene da tempo) e del ruolo di Peter in tutta quella faccenda.

Peter. Peter. Peter.

Ora James riesce quasi a distinguere qualcosa nel ronzio che gli ha invaso le orecchie e i pensieri da tre quarti d'ora. Non é un brusio indefinito, no, é il nome dell'amico.

No, rettifica!

É il nome di Peter Minus, che lo venderà a Voldemort per salvarsi le palle.

James ricaccia indietro un singhiozzo quanto mai inopportuno in quel momento e continua a correre.

Peter. Peter. Pet... Lily. Lily. Lily.

E poi la trova. Inginocchiata dietro una grossa statua, é rannicchiata su se stessa con i capelli che sembravano quasi coprirla come un tappeto.

James sa che non è il momento, se ne rende conto persino lui che del fuori luogo ne ha quasi fatto uno stile di vita: ma dannazione se gli erano mancate quelle lunghe ciocche rosse. E qualcuno avrebbe dovuto dannarlo, fino agli inferi e ritorno, perché il Grifondoro riesce solo a pensare di avvicinarsi, stringerla a sé e baciarla come se bastasse a cancellare ogni cosa.

Ogni futuro.

"Lily," mormora allora, ma lei non lo sente.

Fa un passo in avanti, James, si guarda intorno: ringrazia Merlino che siano tutti a cena e che  nessuno ci vada poi così tanto fino al sesto piano  a quell'ora, altrimenti sarebbe una bella gatta da pelare il farsi ritrovare senza Trasfigurazione alcuna e quarantatré anni nel futuro.

Si schiarisce la voce e, con fare deciso, si avvicina definitivamente alla ragazza: "Lily!"

Lei alza lo sguardo e a James sembra che tutto il suo mondo stia crollando, distrutto in mille pezzi sotto il peso di una guerra di cui non ha neanche ancora capito le ragioni.

Il cuore continua a battere all'impazzata, il respiro é sempre irregolare e le mani tremanti. Ma alla vista di Lily, in lacrime, singhiozzante e ansante sotto di lui, James ricaccia indietro ogni paura.

"Va... via..."

"Non me ne vado, resto." Si inginocchia anche lui, trovandosi ora più alti solamente di mezza testa, ma Lily scuote la testa.

"Non voglio... va via!" Tira su col naso e si passa una mano tremante sotto gli occhi gonfi dal piano.

"Mi dispiace," mormora James, "Mi dispiace così tanto."

"Ti... dispiace? Io l'avevo detto. Io l'avevo detto. Non ne esce niente di buono dal futuro, c'è un motivo perché certe cose sono vietate!"

"Lily, davvero! Io non..."

"Tu non cosa? Ti é stato detto mille volte di non guardare in giro, di rimanere fermo al tuo posto. Ma tu no! Perché sia mai che il grande James Potter..."

"Ora basta!" Esclama James, con forza, con rabbia.

Lily é lí davanti e non ha colpe, ma lui ha solo voglia di prendere e distruggere un'intera ala del castello. Ma non può, e Lily é ancora lì che gli inveisce contro.

E James non ci sta, non ha più voglia. Vuole solo distruggere tutto fini a distruggersi.

"No, non mi fermo!" é la risposta quasi urlata della Grifondoro, che a calma e riflessione dev'essere più o meno  sulla sua stessa lunghezza d'onda. "Ma sta' tranquillo, non ce l'ho con te. La colpa in fondo è solo mia."

"Ma ti senti? No, dico, Merlino! Ma tu ti ascolti mai quando parli?"

Lily si alza in piedi con uno scatto, ignorando il suo intervento e - James lo capisce solo dopo - anche la sua stessa presenza. In quel momento c'è solo lei e la sua paura che la fa straparlare.

"... non dovevo seguirti, non dovevo darti corda. Lo sapevo e mi sono lasciata persuadere lo stesso."

"La smetti di parlare come se ti avessi costretta a fare qualcosa contro la tua volontà?" sbotta lui, seguendo lungo il corridoio. "Non mi pare di averti mai obbligata a fare nulla."

"Parlo come mi pare!" James per poco non indietreggia. "Se voglio darti la colpa, lo faccio. Se voglio pensare che io sia stata una cretina a seguirti, lo faccio. E, santissimo Godric, se voglio pentirmi di ogni singola cosa, lo faccio."

"É così? Ti penti di tutto?" si inumidisce le labbra, così secche da rendergli quasi impossibile parlare.

Il cuore batte cosí forte che sembra quasi fargli male. Reprime l'istinto di togliersi gli occhiali e pulirli, nella speranza che la vista diventi più nitida.

Qualcosa gli dice che la colpa non é delle lenti sempre eccessivamente trascurate.

"Mi pento..." Lily prende una pausa, quasi timorosa. É stanca, James glielo legge in faccia. E quando si é così sfiniti non si dovrebbe parlare, non si dovrebbero fare dichiarazioni importanti: ma né lui né la ragazza sembrano intenzioni a mettere un punto a quella conversazione. "Mi pento di tutto quello che ci ha portato qui, sì."

"Anche la nostra amicizia? Le serate a parlare, Hogsmeade con gli altri..."

"Con chi, scusami? Intendi se mi pento delle uscite a Hogsmeade con il ragazzo che ci ucciderà?"

James trasalisce, come colto da una scossa improvvisa. Le punta un dito contro e in quel momento si rende conto di come le parole possano ferire più dei migliori Anatemi: "Non parlare così! Non lo dire, non sai... non sappiamo..."

"Svegliati, James!" Per poco non lo urla, Lily, e gli occhi tornano a riempirsi di lacrime. "Tra poco meno di quattro anni sarai morto. Avrai ventun'anni e sai morto. Non festeggerai più compleanni, non crescerai, niente più Malandrini. E cosa ti rimane di questi anni? Una lealtà cieca verso un assassino?"

"Smettila..."

"Avrai un figlio, James. E prima ancora di vederlo camminare, morirai. Prima ancora di scoprire se saprai essere un genitore, ti verrà strappato via! Morti, James, e non c'è via di ritorno."

"Ti ho detto di smetterla..."

"Non lo capisci?" le sfugge un singhiozzo, come un grido disperato. Una richiesta d'aiuto. "È iniziato il conto alla rovescia. Ogni cosa che facciamo potrebbe essere l'ultima, perché abbiamo solo altri quattro anni e poi basta. Il nulla, il vuoto cosmico. E i tuoi amici? Ci pensi o no, a quei Malandrini per cui ti faresti staccare una gamba?"

James stringe i pugni mentre la rabbia sembra montare dentro di lui come un mostro che si prepara all'attacco. "Lily, ti ho detto basta! Non hai il diritto..." ma lei lo interrompe e gli parla sopra, con voce alta e incrinata.

"Sirius passerà tredici anni ad Azkaban, per una colpa che non ha commesso. E Remus... Remus rimarrà solo, convinto di non aver fatto nulla mentre tutto si disintegrava. E tu continui a difendere l'assassino che sarà l'artifice di tutto questo."

"SMETTILA! Smettila. Smettila. Smettila," si porta le mani tra i capelli, li stravolge, li tira. Un singhiozzo, tanto a lungo trattenuto, gli sfugge prepotentemente dagli abissi più profondi della gola. Risale su con forza e fuoriesce come un suono sordo. "Smettila..."

Ma Lily scuote la testa, il viso ora rigato di nuove lacrime, la voce definitivamente rotta dal pianto. "Non la smetto perché non è giusto. Ho solo... abbiamo solo diciassette anni e tra quattro anni moriremo. E io riesco solo a pensare che ogni cosa, anche stare qui a parlare con te, è un passo in più verso quel momento," prende un respiro profondo, cercando di calmare i singhiozzi che ormai non la lasciano parlare. "Per cui sí, mi pento! Di ogni dannata serata insieme, di ogni abbraccio o risata. Mi pento di tutto quello che c'è stato e anche di quello che ci sarà, perché ci ucciderà, James."

Il ragazzo sgrana gli occhi, alza lo sguardo inumidito e arrosato su di lei e schiude le labbra. Lily é devastata davanti a lui.

Scuote la testa, pronuncia frasi sconnesse e si passa con frequenza meccanica il bordo della divisa sotto al naso.

In quel momento, e dopo quello che gli ha detto, non c'è niente di bello in Lily. Eppure James, che proprio non ce la fa a non pensare sempre la cosa sbagliata al momento meno indicato possibile, non può che trovarla sorprendentemente bella lo stesso. E reale, così tanto da far male.

E lui la ama davvero con ogni singola fibra del suo essere, a tal punto da rifare ogni errore, ogni passo falso pur di innamorarsi di nuovo di lei.

"Me ne pento così tanto," sussurra un'ultima  volta la Grifondoro, le braccia ora stress e intorno al corpo tremante. "Non è giusto... non lo é."

James non pensa, non riflette. Semplicemente agisce, perché di lì a quattro anni morirà e quella ragazza che sembra essere vicina a un crollo di nervi é l'unica che sa di voler amare per gli anni che gli restano, e anche oltre.

Muove un passo, poi un altro. Allunga una mano verso di lei e gliela posa sulla guancia fredda e bagnata. "Io non mi pento di nulla, invece," mormora a un passo dal suo viso, sotto gli occhi sgranati e sorpresi della ragazza. "Rifarei ogni singola cosa."

E James Potter bacia Lily Evans. Dopo sette anni di insolita convivenza nella stessa Casa, dopo tre anni di proposte e rifiuti.

Dopo averlo sognato per notti, giorni, mesi e anni, James si stringe contro il corpo così piccolo e fragile della Grifondoro e la ama con le labbra, in silenzio.

E Lily ricambia. Oh, se ricambia! Gli passa le mani tra i capelli e l'impeto é tale da farlo finire contro la parete dietro di lui.

Sbatte la testa, e anche un qualche osso imprecisato del bacino, ma a James non importa: riesce solo a pensare che, sì, effettivamente quattro anni sono davvero pochi per amare Lily nel modo in cui sogna di fare da tutta una vita.
 

⚡️
 

"Ci ha fottuti tutti," é la prima cosa che dice Sirius dopo che James li ha mollato in mezzo a un'aula abbandonata per rincorrere Lily.

E, Remus ne ha il forte sospetto, per non crollare davanti a loro.

"Chi?"

Ma Sirius non sembra dare segno di sentirlo. Scuote la testa e continua a parlare, come se stesse conducendo un monologo tra sé: "Ci ha ingannati, quel gran figlio di..."

"Sirius..." tenta di avvicinarlo ma l'amico si fa più lontano.

"Ma aspetta che io torni indietro, dammi solo il tempo e poi lo uccido!"

É fuori di se, e Remus lo vede bene. Dopo sette anni a condividere spalla contro spalla ogni giornata con lui e con i letti affiancati ogni notte da quando ha undici anni, può ormai vantare una certa conoscenza degli stati d'animo del suo amico.

Sa riconoscere perfettamente quando é arrabbiato, felice, annoiato o triste. Ancora peggio, é quando invece il suo stato umorale verte sulla depressione, che é un lato di Sirius - mogio, inespressivo, apatico - che Remus non sa mai come affrontare.

Basta una piega delle labbra insolita, un guizzo negli occhi o un commento sfuggito al suo controllo e il licantropo sa perfettamente cosa gli passa per la testa.

Certo, dubita che questo possa fruttargli nel suo futuro: cosa dovrebbe mai scrivere nel suo scarno curriculum? Licantropo esperto nello studio e nell'interpretazione di giovani rampolli Black diseredati?

Nonostante tutto, e per quanto sia tra le sue abilità più inutili, Remus sa perfettamente cosa passa nella testa dell'amico: e ora, ne ha la certezza senza doverlo neanche chiedere o interrogarmi una volta di troppo, non si tratta di nulla di buono.

In quel momento, in Sirius, non c'è nulla che sia sano. Tutto in lui sembra animato da una sinistra follia, quasi maniacale e - per assurdo - sorprendentemente razionale.

Ha sempre avuto un modo tutto strano, lui, di perdere la testa: ogni tanto scherza dicendo che la follia é insita nel suo corredo genetico, per questo non prende mai il sopravvento. É come qualcosa che c'è ma non prevale, semplicemente é lì. Come il mio sangue Black, conclude ogni volta con una risata amara.

"Sirius, calmati adesso..."

"Sirius!" gli fa il verso con voce stranamente ferma, calma. Leggermente più acuta del solito ma nulla di così preoccupante: questo, chiaramente, per qualcuno che non conosce Sirius. E che, soprattutto, non ha appena assistito alla scoperta del proprio futuro e di quello dei suoi migliori amici. "Dí un po', Remus. Non sarai un troppo calmo, tu?"

Il ragazzo prende un respiro profondo, ignora la bacchetta che sembra premere con forza contro di lui come a ricordargli della sua esistenza e si massaggia il collo con lentezza: "Non dire cazzate, adesso. Non é proprio il momento."

"Remus, Remmy, Rem," canticchia dolcemente. "Non lo trovo divertente? Il piccolo Peter," a questo punto la sua voce si carica di una nota sprezzante, dura e che Remus gli ha sentito usare solo in poche occasioni e unicamente verso la sua famiglia, "Così inutile, così poco dotato."

"Smettila, Sirius!"

"No! Non la smetto! Parliamone insieme, come due vecchi amici. Come sempre, no? Siamo sempre noi che rimaniamo a riflettere sulle cose, mentre James si lancia a capofitto e... e Peter che fa, Mooney?"

Il respiro per poco non gli si mozza nel pezzo. "Sirius! Non... voglio... parlare... di..."

"Di Peter," conclude per lui, caricando quel nome di un affetto smisurato.

Remus lo guarda negli occhi, alza finalmente lo sguardo e incrocia quello dell'amico: follia! Non c'è altro in quei pozzi grigi che una vena folle, pazza, insana.

Deglutisce.

"Non ci hai mai pensato m, Remmy Rem? Noi abbiamo dato tutto a Peter. Tutto! Popolarità, amici, potere, aiuto, compiti... e lui? Cosa ci ha dato il piccolo e timido Peter?"

Remus cerca di ignorare il leggero fischiare che gli invade le orecchie e chiude gli occhi per un istante.

"L'amicizia non funziona così, non é un dare per un avere. Non è uno scambio né la stipulazione di un patto magico."

"E invece sì!" é l'urlo di Sirius, che per poco non gli piomba addosso tanto é l'impeto. "Siamo Malandrini, siamo amici. Siamo Grifondoro! Abbiamo stretto un patto nel momento stesso in cui siamo diventati amici, ed era quello di non voltarci mai le spalle," parla senza prendere fiato, senza respirare tra una parole e l'altra. Svuota tutto e gli butta il contenuto di quel fardello addosso. "E per quanto mi riguarda, tradire il tuo migliore amico e consegnarlo a Voldemort, vuol dire tradire quel patto."

"Non sappiamo come siano andato realmente le cose."

"Se non la pensi come me, Remus, sei libero di andartene. Se vuoi perdonare quel topo di fogna, dopo aver saputo che sarà la causa dell'assassinio di James e Lily... non abbiamo più nulla da dirci."

"Ti abbiamo dato il beneficio del dubbio. Quando abbiamo saputo di Azkaban, non abbiamo dubitato neanche per un attimo che ci fosse un errore..."

"Ma io no!" lo interrompe, brusco e scattoso. E Remus si chiede quanto sia realmente capace di leggere il suo amico se non si è reso conto di un tormento del genere. Quando era concentrato su se stesso per non accorgersene? E James? E Peter? "Non c'è stata una sola notte, da quando ho letto quel dannato giornale, in cui non mi sia maledetto. In cui non sia rimasto sveglio, paralizzato dal terrore di ciò che sarei diventato... di ciò che avrei potuto farvi."

Remus fa un passo in avanti, poi un altro. Alza un braccio verso l'amico e glielo passa intorno alle spalle, in un abbraccio che è molto più simile al placcaggio di un ippogrifo.

Lo stringe con tutta la sua forza: umana e animalesca. Lo stringe fino a fargli male, fino a farsi male.

E Sirius si divincola, mormora in modo sconnesso "È colpa sua. Solo sua. È Peter", e poi ancora "Ci ha traditi. Ci ha traditi!".

Dopo un po' cede e Remus con lui. Si lascia andare a quell'abbraccio che ha la forza di un salvagente e si arpiona al busto dell'amico per non lasciarsi cadere. Per non affogare.

A Sirius scappa un singhiozzo, una lacrima gli bagna la guancia: ma non é sua, é di Remus. Che, in silenzio fino a quel momento, ha tenuto fino a scoppiare.

E ora si stringono, e singhiozzano, e tutto in loro sembra urlare di terrore - di orrore.

James morirà. Per colpa del piccolo Peter.

Lily morirà. Per colpa del timido Peter.

Il loro bambino, di un solo anno, rimarrà orfano. Per colpa dell' inutile Peter.

Sirius passerà tredici anni ad Azkaban. Per colpa del furbo Peter.

Peter.
 

⚡️
 

Quando si staccano James ha ancora il fiato corto, ma questa volta non trova assolutamente di che lamentarsene. I capelli sono più arruffati del solito, gli occhiali storti sul naso e la cravatta sorprendentemente allentata.

Le posizioni sono state invertite, e ora Lily si ritrova stretta in compressione tra il muro e il Grifondoro: un braccio di James sopra la testa, le guance rosse, le labbra gonfie - così invitanti, così piene, così tutto ciò che James ha sempre desiderato - e la camicetta stropicciata.

É bella, Lily. Bella e sensuale, e James si chiede se qualcuno l'abbia mai visto in quello stato o lui sia il primo. E improvvisamente si ritrova a essere geloso di un passato che non gli appartiene.

Ma Lily é bella e, a essere sinceri, neanche gli importa poi davvero se ne ha baciato altri di ragazzi. Se altri l'hanno toccata e altri l'hanno amata - anzi, no! James é sicuro che nessuno l'abbia mai amata come sta facendo lui in questo momento.

"Io..." abbassa lo sguardo, verso i loro corpi ancora aderenti e le dita stress e l'una contro l'altra. "James... io..."

Ma non c'è più bisogno di parlare perché lui ha già capito. Come un fulmine a ciel sereno, la realtà ripiomba tra di loro e capisce: quella é stata solo una parentesi, niente di più e niente di meno.

"Non dire nulla," la ferma James, prima ancora che possa formulare una frase di senso compiuto. "Ho già capito. Non mi va di sentirlo però."

"James..." Lily allunga una mano verso la sua, ma il Grifondoro é più veloce e fa un'ulteriore passo indietro. "Non é per te, davvero."

Gli sfugge una risata sprezzante. "Fammi indovinare. Il problema sei tu, non sono io?"

"No... non intendevo questo. Il problema siamo noi. Noi due insieme, intendo. E tutto quello che comporterebbe."

A James per poco non sfugge un'impressione. Sbatte ripetutamente le palpebre, invoca Merlino nella speranza di aver frainteso. Ma lo sguardo di Lily é inequivocabile.

"Questa é follia!" alza le braccia verso l'alto e fa per andarsene.

"James!" lo afferra per la manica del mantello, gli occhi nuovamente lucidi. Le labbra ancora così rosse e invitanti, ancora piene dei suoi baci.

"Sai, per anni ho..." si schiarisce la voce, "Ho desiderato sentirti pronunciare il mio nome. Niente Potter, solo James. E ora che lo fai, mi sembra di non voler sentire altro. Passerei le giornate a sentire il mio nome con la tua voce, e poi ti bacerei. E lo farei fino allo sfinimento. Ma ora non sono più sicuro che sia una cosa buona, non per me almeno."

"James!" Ripete lei e le sfugge un singhiozzo. "Non andartene... ti prego... capiscimi!"

"Cosa devo capire?! Cosa, Lily? Sono anni che ci provo e tu non hai fatto che dirmi in cosa sbagliato. E io ti ho ascoltato, sono migliorato... l'ho fatto per te! Ma ogni volta che sembro risolvere il problema che ci divide, tu ne crei un altro. E io non penso di farcela più."

"Non dire così," si porta una mano alle labbra per soffocare l'ennesimo singhiozzo, e James deve appellarsi a tutta la sua forza e autocontrollo per non mollare tutto e correre da lei. Alzare un mignolo, stringerlo al suo e poi tenerla stretta fra le sue braccia. "Come faccio... come facciamo. Io... ci sono troppe implicazioni, troppe conseguenze. Non é solo un bacio il nostro, non siamo solo due persone che si piacciono."

E James vorrebbe davvero poter essere contento. Sorridere trionfo, correre dai Malandrini - Remus, Sirius... e Peter? - e gridare euforico: perché alla fine ce l'ha fatta, ha conquistato Lily Evans. Che poi lui sia finito irrimediabilmente innamorato di lei, nel frattempo, é solo una questione collaterale.

Ma non ci riesce: non c'è il benché minimo di entusiasmo in lui, perché quella in realtà é la dichiarazione più amara che abbia mai ricevuto.

"Ho capito, Lily. Va bene così," mormora. È cani, troppo calmo.

"No! Non hai capito. Io... James non ci riesco, ti guardo e penso solo che tra quattro anni..." s'interrompe, non riuscendo ad andare avanti. "Mi piaci e penso solo a quanto dolore questa cosa può comportare."

James annuisce lentamente, ha capito. Ma per davvero! Non é un assenso tanto per il suo, un contentino dato per chiudere una conversazione.

James ha capito perché Lily, con lui, non ha mai avuto bisogno di tante spiegazioni. A lui non servivano mai.

"Ci vediamo in giro, Lily."

Il problema é che a Lily basterebbe che James insistesse un attimo solo di più. Che la prendesse e la baciasse proprio come ha appena fatto: in modo sconvolgente, totalizzante, paralizzante. Perché Lily di ragazzi ne ha già baciato nella sua vita, ma uno così - capace di ridurti in poltiglia qualsiasi pensiero - non l'ha mai ricevuto.

E Lily a James non lo dice, ma da quella sera comincerà a considera proprio quello il suo primo vero bacio. Perché non possono esisterne altri prima e neanche dopo. C'è solo lui.

Ma James questo non lo sa, non ha la minima idea che alla ragazza basterebbe un bacio, una stretta e un sussurro per capitolare. E lui, per Lily, farebbe qualsiasi cosa. Anche se questo volesse dire fare un passo indietro, e poi un altro e infine altri cinque.

Infila le mani nelle tasche, James. Si schiarisce la voce, sistema il cavalo dei pantaloni in un gesto naturale, capace di non attirare l'attenzione e che passa inosservato.

Le indirizza un ultimo cenno della testa. Poi, già rivolto per tre quarti verso il corridoio opposto, si ferma:

"Sei sicura?"

Lily non risponde. E tanto gli basta per andarsene.

Non lo sa, James, che se l'avesse baciata, Lily non lo avrebbe fatto più smettere.

 

⚡️

 

Quando Sirius esce d'aula abbandonata lascia dietro di sé la figura ancora ingobbita di Remus. Non si sono detti più nulla, non dopo quell'abbraccio che sapeva di mille parole e neanche un silenzio.

Si sono schiariti la voce, hanno preso le distanze e Sirius é uscito barcollante dall'aula. Non gli importa di Trasfigurare il suo aspetto, non gli interessa neanche che qualcuno potrebbe riconoscerlo come il pazzo-non-omicidi che si è fatto tredici anni ad Azkaban.

A Sirius non importa, perché vuole solo evadere da quelle mura. Da quella situazione e da quella via.

Ma lui non lo sa, in realtà, che non è solo. Che sparse nel castello ci sono altre tre persone che sono il suo specchio: le loro anime si riflettono, i loro dolori si intersecano e i loro cuori sanguinano insieme.

Non lo sa di certo, Sirius, che mentre si lascia scivolare contro un angolo di muro, con i singhiozzi così forti da non riuscire neanche a mantenerlo in piedi, ben dislocati nelle mura di Hogwarts ci sono altre tre persone piegate proprio come lui. Spezzate.

Non lo immagina neanche che, fermo ancora nell'aula dimenticata, Remus Lupin abbia dato un calcio a tutto ciò che aveva davanti prima di crollare a terra, sconfitto. Lui, il mostro, l'unico sopravvissuto tra i suoi amici. Lui, l'unico che avrebbe meritato una sorte del genere.

Non lo immagina che, nascosta nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Lily Evans per poco non si strappa la divisa di dosso nel tentativo di tornare a respirare. Di togliersi quella gabbia di dosso e soprattutto l'odore di James ancora indelebile sulle labbra.

E non lo immagina proprio, questo proprio no altrimenti sarebbe già uscito di senno dritto dritto verso la follia, che nascosto nell'angolo più alto della Torre di Astronomia, James cade distrutto proprio in quel momento: si lascia cadere, sconfitto, esausto, chiedendosi per cosa ne valga la pena.

 

⚡️
 

Quando quella sera, oltrepassato l'orario di cena e sfiorato quello del Coprifuoco, i tre Malandrini si accingono a tornare in Sala Comune non se lo aspettano di certo di trovarsi tutti e tre, contemporaneamente, davanti il quadro della Signora Grassa.

Né, tantomeno, si aspettano l'arrivo barcollante ed esausto di Lily pochi minuti più tardi.

Improvvisamente, tra loro, cala un silenzio imbarazzante, pesante. Carico di significati.

Lily e James non si guardano, fanno di tutto per evitarsi con gli occhi e mantenere le distanze il più possibile. Remus lo nota subito ma lascia andare la questione

A prendere la parola è proprio la ragazza, dopo alcuni secondi in cui tutti loro hanno continuato a guardare fisso le punte delle scarpe: "Guazzabuglio," mormora con voce incerta e fioca.

Il quadro di apre, lasciandoli passare, e insieme - riflette Sirius - formano proprio un bel quadro della disperazione.

"Ehi, ragazzi!" James Sirius corre verso di loro ma neanche un guizzo attraversa i loro occhi nel vederlo arrivare.

James Sirius che, i quattro ragazzi come per uno scherzo del destino fanno lo stesso pensiero tutto insieme, non ha mai conosciuto i suoi nonni - che ora sono lì davanti a lui e neanche lo sa.

James Sirius il cui padre é organo, perché James e Lily sono morti per salvarlo. A soli ventuno anni.

Solo quattro anni ancora.

"Non eravate a cena!" il ragazzo sorride amichevole e indica con un cenno del capo i compagni con cui é seduto.

Lily stringe gli occhi e individua velocemente una buona parte della famiglia Weasley, più la presenza insolita di Al Potter e Scorpius Malfoy.

"Visto che domani é sabato stiamo organizzando un torneo di Sparaschiocco. Volete giocare? Così siamo pari."

Con grande sorpresa di tutto, a rispondere é proprio Lily: "Sì," é veloce, istantanea. Come un bisogno primordiale. "Io ci sono, contatemi."

"Grande! Voi?"

Remus e Sirius si guardano indecisi, nessuno dei due è realmente in vena di giocare. Poi però incontrano gli occhi di James, e qualcosa nel suo sguardo li lascia senza parole:

"Anche io gioco! Grazie James," replica. "Devo solo... solo andare un attimo in camera. Torno subito."

E così dicendo, con il mantello ben stretto sotto la divisa, corre su per il dormitorio.

Infine, anche Remus e Sirius vinto dall'insolito atteggiamento degli altri due, si lasciano convincere.

"Ehi, ragazzi!" Lily Luna sorride e ondeggia i lunghi capelli rossi, "Che bello che ci siete anche voi! Però siete avvertiti, noi siamo davvero competitivi."

"Ehi," é Fred, questa volta. Lo stesso tono spensierato di sempre mentre James scende gli ultimi gradini e li raggiunge: "Cosa sono quelle facce? Sembra che abbiate incontrato dei morti."






 

Note a piè di pagina:

Come vedete sono molto più attiva perché ho finalmente dato quegli esami che mi stavano facendo uscire pazza. Il capitolo è parecchio lungo e vi avviso anche che lo sarà io prossimo (già scritto, solo da rileggere).
Le cose cominciano a entrare nel vivo della storia, a breve (ops, spoiler) ci sarà anche la scoperta da parte della Nuova Generazione e... Natale! Cosa succederà secondo voi?

Spero che la storia vi piaccia e anche la piccola parentesi che faccio ogni tanto su Lyn Baston e James Sirius (miei piccoli pezzi di cuore) vi interessi.

Se vi andasse di cogliere alcune piccole informazioni che dissemino nei capitoli, molte cose le potete trovare in una One-Shot che ho pubblicato "una vita di prime volte - James secondo Lily".

 

   
 
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