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Autore: Altair13Sirio    09/10/2021    4 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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I fogli caddero sulla scrivania con un leggero fruscio, abbastanza compatti da non spargersi una volta fuori dalle mani di Hachi. L'uomo attese un secondo e osservò gli sguardi dei ragazzini che aveva di fronte, serioso come sempre.
<< Questi sono i risultati del vostro test di ieri mattina. >> Disse calmo. << Non volete dare un'occhiata? >>
Momo e Hoshi erano entrambi stanchi, gli occhi spenti e il volto pallido; la pioggia che avevano preso quella notte non era stata clemente con loro alla fine. Nonostante al loro ritorno dal bosco si fossero riscaldati a dovere, i loro corpi avevano preso troppo freddo per non sentire gli effetti della tempesta, alzando le proprie difese immunitarie dal giorno seguente in poi. Anche per questo la loro prova a bordo dell'Aros era stata posticipata al pomeriggio seguente, ma avrebbe potuto essere spostata ulteriormente se uno dei due lo avesse ritenuto necessario.
La ragazza allungò una mano e toccò la carta con le dita sfilando i fogli uno ad uno per poter afferrare solo il proprio compito, quindi indietreggiò sulla sedia e si mise a leggere con poche aspettative. Pochi secondi dopo alzò la testa e il suo sguardo si illuminò, pieno di sorpresa.
<< Settantaquattro percento? >> Esclamò incredula, voltandosi poi verso di Hoshi come per dirgli qualcosa.
Allo stesso modo, il ragazzo fu sorpreso di vedere il proprio voto raggiungere le tre cifre: punteggio pieno.
<< Il vostro lavoro delle ultime settimane ha dato i suoi frutti. >> Commentò soddisfatto Hachi sedendosi dall'altro lato della scrivania, accanto a Nana.
<< Come è possibile? >> Domandò Hoshi, visibilmente confuso. << Cioè, posso capire un ottanta percento… Novanta… Ma un punteggio massimo mi sembra assurdo, anche per me! >>
Nana incrociò le braccia e sorrise. << Perché? Non credi nelle tue capacità? >> Disse inarcando le sopracciglia.
Hoshi guardò un'altra volta il foglio con su scritto il cento in penna rossa e boccheggiò. << Non capisco… >>
<< Devo ammettere che anche noi eravamo sorpresi. >> Disse Hachi inspirando profondamente. << Tuttavia, questo prova ulteriormente che il tuo rendimento era dovuto a dei fattori esterni che ti impedivano di concentrarti o di tirare fuori il meglio di te. Pensi di sapere cosa abbia potuto causare questo risultato? >>
Il ragazzino abbassò lentamente il foglio di carta e si voltò a guardare Momo, che sorrise mestamente quando incrociò il suo sguardo. Non avevano parlato molto dopo la loro chiacchierata nel bosco, sembrava anzi che entrambi stessero evitando il confronto da quando erano tornati a Mistilteinn quella sera; ora però quel fugace scambio di sguardi li faceva sentire meglio entrambi.
<< Come pensavo. >> Disse Hachi abbandonandosi alla propria sedia, unendo le mani come un dirigente soddisfatto. << Allora alla fine siete riusciti a capire che cosa non andasse nella vostra relazione. E' ovvio che, una volta dette le cose come stanno, si riesce a lavorare a mente libera. E' un piacere sapere che siete riusciti a risolvere almeno una parte del problema. >>
L'uomo li guardò abbandonando quel cipiglio severo che lo distingueva quasi sempre e rimase in silenzio per un momento, poi lanciò un'occhiata a Nana al suo fianco come per chiederle l'autorizzazione a fare qualcosa e si sporse di nuovo in avanti. << Ora… Prima di passare alla prova pratica del vostro test, dovremmo discutere di alcune cose… >>
Hachi aprì un cassetto della scrivania e ne tirò fuori due serie di fotocopie. L'inchiostro nero brillava in controluce, specialmente nelle parti in grassetto dove c'era scritto "LETTERA DI CONGEDO". Le porse ai due ragazzi senza troppe cerimonie.
<< Che significa? >> Domandò istintivamente Momo, facendo andare lo sguardo prima alla lettera, poi ai visi di Nana e Hachi, impassibili. Gli adulti non si fecero attendere con le spiegazioni.
<< Secondo quello che ci hanno raccontato i vostri compagni di squadra, la sera che Momo è scappata Hoshi avrebbe detto di non aver mai voluto entrare a far parte del progetto Parasite. Dico bene o mi sbaglio? >>
Lo sguardo dell'uomo che aveva preso la parola andò rapidamente verso lo Stamen, che abbassò la testa con vergogna.
<< Sì, signore. >> Mormorò lui. Hachi annuì e proseguì.
<< A quanto pare, la tua famiglia ti avrebbe costretto ad entrare nel programma, e questa è una cosa che non possiamo tollerare. Con qualche telefonata, siamo riusciti a parlare con i tuoi genitori che ci hanno più o meno confermato di averti iscritto contro la tua volontà e che ti sei sempre opposto a questa storia… >>
Con un movimento continuo del braccio, Hachi avvicinò una delle due lettere al ragazzo e la fermò proprio davanti a lui.
<< Non abbiamo intenzione di tenere qui con noi ragazzi contro la loro volontà. Se firmi questa lettera, sarai libero di tornare a casa e non dovrai più preoccuparti di niente. >> Concluse l'uomo togliendo la mano dalla carta.
Hoshi fissò le lettere in stampatello sulla carta bianca e iniziò a tremare. Passarono minuti interi che il ragazzo percepì come ore senza che nessuno dicesse o facesse nulla. Quindi, quando Hoshi si fu deciso ad aprire la bocca, gli tremarono le labbra.
<< Non starete dicendo sul serio…? >>
I respiri del ragazzo si fecero affannosi, Hoshi non si era mai mostrato così spaventato di fronte a Momo e ai due adulti; anche questo in qualche modo mostrava quanto fosse cambiato da quando preferiva nascondere tutti i suoi sentimenti. Continuò a far andare lo sguardo dalla ragazza ai due adulti e gli chiese di nuovo se stessero facendo sul serio.
<< Tu stesso hai detto che non ti importa niente di noi e che vuoi solo tornare a casa e smettere di pensare a questa storia. >> Spiegò Hachi con voce ferma; erano le sue esatte parole di quella sera, eppure lo mettevano così a disagio ora che le sentiva dalla bocca di qualcun altro. Hoshi non riusciva a credere di aver fatto sentire Momo in questo modo.
Il tono che mantenne Hachi fu il più diplomatico possibile, non c'è nessun biasimo nella sua voce e anzi sembrava determinato a convincere Hoshi a continuare per la propria strada, se fosse stato quello che desiderava. << Ti stiamo dando una via d'uscita. >> Aggiunse alla fine l'uomo; eppure, pur sapendo che era stato quello che aveva desiderato per mesi, adesso Hoshi esitava.
<< Hai detto che questa cosa non poteva funzionare. >> Disse Nana torreggiando su di lui. Ora sembrava che stessero cercando di costringerlo ad accettare, oppure era solo il modo in cui Hoshi percepiva quella discussione?
<< L'I.P.U. non ha bisogno di mandare avanti progetti falliti. Qui si rischia la vita, immagino che ti fosse ben chiaro ormai. >>
<< Sì, ma questo… Questo l'ho detto prima… >> Hoshi balbettò e guardò il foglio di fronte a sé. Il ragazzo di due sere fa non avrebbe esitato a firmare, quello che adesso sedeva al fianco di Momo invece era completamente diverso. << Insomma, non potete fare questo dopo che sono successe tutte queste cose! >>
Gli sguardi dei due adulti guizzarono per un momento fino a incrociarsi, poi tornarono sul ragazzo e si avvicinarono all'unisono al ragazzo.
<< Oh? >> Fece Nana inarcando le sopracciglia. << Significa che è cambiato qualcosa? >>
Prima che Hoshi rispondesse, la voce di Momo attirò l'attenzione verso di sé. La ragazza alzò leggermente una mano, ma poi sembrò pentirsene e si limitò a farsi sentire con la voce.
<< Posso sapere perché ci sono due di quelle lettere? >>
Gli occhi del ragazzo andarono alla seconda lettera di congedo e poi tornò a fissare lei, che sembrava particolarmente a disagio in presenza del documento.
Gli adulti indietreggiarono e si mandarono uno sguardo impassibile prima di rispondere.
<< E' una possibilità che ti stiamo dando, Momo. >> Disse Hachi del tutto serio. << Se Hoshi dovesse scegliere di andarsene, tu resteresti senza un partner. L'Aros è legato a te ormai, ma nella situazione attuale non è possibile stabilire una connessione con un nuovo Stamen in tempi brevi, costringendoti quindi a restare in panchina; una scelta per niente gratificante per te… >>
<< Quindi abbiamo pensato che avresti potuto voler lasciare la squadra. >> Concluse Nana spietata.
<< N-non lo farei mai! >> Reagì con veemenza la ragazza, stringendo i pugni e battendoli inavvertitamente sulle proprie ginocchia. Si ricompose dopo un istante e cercò di moderare i toni, vergognandosi di aver alzato la voce. << Cioè… Non potrei mai abbandonare la squadra… >>
<< E' nobile da parte tua, Momo. Apprezziamo la tua devozione alla causa, ma teniamo alla tua soddisfazione più della riuscita della missione; se dovessi avere dei dubbi non potremmo perdonarcelo. >> Spiegò la donna tenendo le braccia incrociate, gentile nei toni ma dallo sguardo freddo.
Momo abbassò lo sguardo timorosa, poi si girò per cercare qualche rassicurazione da Hoshi. Il ragazzo però era sconvolto come lei, non poté fare altro che sostenere il suo sguardo senza sapere cosa dire.
<< Io non… Non voglio andare via. >> Mormorò Momo girando lentamente la testa verso i due adulti. << Tuttavia, se pensate che la mia presenza qui sarebbe solo superflua, allora accetterò a malincuore il congedo. >>
Le spalle della ragazza si scaricarono di tutta la tensione raccolta fino a quel momento e Momo sembrò distrutta. Allungò la mano verso le fotocopie e le avvicinò agli occhi per leggere con più attenzione. Era così che finiva quella avventura; avrebbe dovuto aspettarselo che non sarebbe durato, era una cosa troppo bella per essere vera…
<< Se è necessario, metterò da parte i miei desideri… >> Sospirò rassegnata. Ma proprio mentre stava cominciando a leggere i documenti di congedo, Hoshi le strappò quei fogli dalle mani.
I due ragazzi si guardarono per un momento e Momo vide negli occhi di lui qualcosa che non aveva mai visto prima: aveva già visto la sua rabbia, la sua vergogna e il suo dispiacere; adesso negli occhi di Hoshi, Momo vide un risentimento che non credeva fosse possibile trovare in quel ragazzo.
<< E avresti intenzione di mollare tutto, dopo tutto quello che hai combinato per restare? >> Le disse stringendo ancora con forza i fogli e squadrandola con delusione.
<< Ma… >> Momo esitò un momento. << Hai detto tu che questa cosa non poteva funzionare… >>
<< E allora solo perché l'ho detto io, tu ci devi credere? >>
Nessuno si mosse dopo che il ragazzo ebbe liberato quella rabbia, specialmente Momo che sentì un tuffo al cuore a sentire quelle parole.
<< Io ho detto un sacco di cose sbagliate. Ho detto che eri un'idiota che non avrebbe mai imparato niente, ma quel compito che hai tra le mani dice il contrario! Ho detto che mi facevi paura, che le tue attenzioni erano soffocanti, ma quando te ne sei resa conto hai preferito sparire piuttosto che provocarmi dispiacere! Ho detto di non volere far parte di questa squadra, ma… >>
Hoshi si fermò un momento e guardò in direzione dei due adulti, compiaciuti di quegli sviluppi e ansiosi di conoscere il seguito. Tornò a guardare di fronte a sé e vide il volto triste di Momo; forse la ragazza si aspettava di venire demolita a parole ancora una volta, ma Hoshi aveva smesso di fare quelle cose. Dopo tutto quello che avevano passato in quei giorni, Hoshi avrebbe avuto solo parole di ammirazione per una persona che teneva così forte ai suoi sogni, anche se adesso stava per rinunciare a tutto.
<< Insomma, non voglio più andarmene. >> Concluse in modo insoddisfacentemente sbrigativo. << Sempre che tu non abbia qualcosa in contrario al riguardo. >>
Gli occhi di Momo si erano fatti lucidi a sentire quelle parole. Forse era per via di tutto lo stress che aveva dovuto affrontare in quel periodo, oppure perché in fondo era proprio questo che sperava di sentire e poter parlare apertamente con Hoshi per la prima volta fu una liberazione.
<< Io… Sarei felice di restare e continuare ad essere la tua partner. >> Disse lei asciugandosi le lacrime con un dito, sostenendo a malapena lo sguardo del ragazzo. << Sempre che sia tu a non avere nessun problema con ciò. >>
A questo punto Hoshi sorrise. Avevano davvero intenzione di passarsi la palla ancora a lungo oppure uno dei due avrebbe dato la schiacciata decisiva, chiudendo quella discussione? Si girò verso i due adulti e gli porse entrambe le lettere di congedo, sentendo il peso sul proprio petto svanire all'istante.
<< Queste non ci serviranno. >> Disse con sicurezza.
 
*
 
Dentro alla cabina di pilotaggio faceva freddo. Momo pensava che la tuta l'avrebbe protetta, ma non aveva messo in conto le sue condizioni fisiche in seguito alla pioggia dell'altra sera, che avrebbero rischiato di debilitarla anche durante la connessione. Tuttavia ormai erano lì, non importava se sarebbero stati troppo stanchi per pilotare, le loro strade erano state decise e questa volta le avrebbero percorse assieme.
<< Hoshi. >> Chiamò la ragazza voltandosi dall'altra parte, dove lo Stamen si era già posizionato sul sedile.
Lui alzò la testa in silenzio e un ciuffo di capelli gli si spostò dal viso.
Momo teneva le mani unite, si strofinava le dita con nervosismo pensando che forse stesse correndo un po' troppo e che la fiducia tra compagni si sarebbe stabilita in seguito, ma sentiva il bisogno di fare quella domanda.
<< Quando abbiamo litigato hai detto che certe cose non sono destinate a funzionare. >> Mormorò guardandosi le unghie. << Perché allora sei rimasto? Non sarà che ti ho fatto pena…? >>
<< No! >> La risposta di Hoshi arrivò istantanea. Temeva che avrebbe dato l'impressione sbagliata e per questo volle chiarire subito quella cosa. << Non è stato quello. Io ho detto tante cose cattive sul tuo conto… Ti ho trattata in modo ingiusto. E ho fatto e detto tutte quelle cose, prima ancora di poterti conoscere.
<< Pensavo di sapere tutto quanto, che niente al di fuori della mia sfera fosse veramente buono… Ma ho capito che non posso avere ragione su tutto, in fondo conosco molto poco del mondo. E l'unico modo per scoprire il mondo è proprio buttandomi nell'ignoto, cercare di capire quelle cose che mi mettono paura. Quindi… Voglio capire anche te, Momo. >>
Hoshi non se ne accorse durante il suo discorso, ma il volto della ragazza si colorò di nuovo un poco in quel momento. Quelle parole le scaldavano il cuore. Forse Hoshi non diceva sul serio e magari stava cercando di salvarsi in extremis dopo aver detto e fatto tante cose brutte, ma alle sue orecchie il ragazzo sembrò onesto e questo la rese felice.
<< E poi… >> Aggiunse dopo un poco il ragazzo. << Ho pensato che ci fosse un motivo se tra tanti candidati, proprio noi due siamo risultati compatibili! >>
Momo alzò lo sguardo. Si ricordò di come la compatibilità fra partner fosse una cosa così eccezionale in quel tempo, così rara e importante. Fino a quel momento non l'aveva mai vista come più che una casualità, ma se come diceva Hoshi si fosse trattato di qualcosa di più?
<< Hai ragione. >> Mormorò concedendosi un sorriso rilassato, e abbassò le mani.
Rimasero in silenzio per un secondo, poi la ragazza batté le mani con forza facendo sobbalzare il suo compagno di squadra e lo guardò con occhi diversi, carichi di determinazione.
<< Adesso mostriamo a questo ferrovecchio chi è che comanda! >> Esclamò stringendo i pugni, mostrando ad Hoshi di aver voltato definitivamente pagina.
   
 
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