IX. Il ballo del giglio e della rosa
[Giglio]
[Giglio]
C’è musica che sa di erba appena tagliata: in un posto che è dentro di me e forse ti somiglia un po’ troppo per la mia sanità mentale, c’è un ballo.
E cantano le campanule, tintinnando felicemente, e suonano i denti di leone – vuoi che non ci sia posto anche per me, nel paese delle meraviglie?
Una rosa piange sangue e petali, in un angolo: ha pugnalato un giglio con spine che non sapeva d’avere e a stento se n’è resa conto. O, almeno, è quel che è facile credere – dirà mai, che s’è ferita da sola con i suoi stessi artigli?
Il giglio ride in un angolo: non aveva niente, ha vinto tutto – un fendente al cuore che ha evitato e le lacrime di un fiore che è bello, ma non gli basta.
Davvero non c’è più posto per me, nel paese delle meraviglie?
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