Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Marti Lestrange    10/10/2021    7 recensioni
Raccolta più o meno omogenea sulla famiglia Black; tra il canon e l'headcanon.
[Walburga può solo sperare che il loro nome travalichi i secoli e la storia, che trascenda persino il tempo e lo spazio, e ogni possibile dimensione. Tutto il mondo saprà quanto sono importanti i Black. E tutti li temeranno. Tutti aneleranno il loro appoggio, la loro ricchezza, la loro purezza. Saranno ricordati come una delle famiglie Purosangue più longeve e influenti. Tutti ricorderanno il loro nome. E i suoi figli saranno il tramite per questa memoria. I suoi figli saranno i fautori della loro grandezza. Toujours pur.]
— questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it
Indice:
I — Walburga
II — trittico [Bellatrix, Andromeda, Narcissa | Sirius, Regulus | Walburga, Alphard, Cygnus]
III — Druella
IV — Sirius|Regulus
V — Walburga
VI — Sirius
VII — Bellatrix
VIII — doppia flash [Walburga/Orion | Cygnus/Druella]; tematiche delicate
IX — Regulus
X — trittico [Alphard | Sirius | Lucretia]
XI — Walburga
XII — Alphard
XIII — Sirius
XIV — Sirius
XV — Narcissa
XVI — Walburga
XVII — Bella|Narcissa
XVIII — Andromeda
XIX — Bellatrix
XX — Narcissa
XXI — Regulus
XXII — Bellatrix
XXIII — Narcissa
XXIV — Bellatrix
XXV — Andromeda
XXVI — Sirius
XXVII — Bellatrix, Andromeda, Narcissa
XXVIII — Regulus
XXIX — Sirius
XXX — Andromeda
XXXI — Sirius
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Sirius, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'in the name of the Black.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
in the name of the Black.
 

Giorno 10;
latibulum (un posto nascosto, un rifugio);
❨ Alphard | Sirius | Lucretia ❩.

 


La sua piccola casa di Paddington è sempre stata il suo rifugio. L’appartamento non è grande, il letto è incastrato sotto la finestra e la notte entrano gli spifferi, il bagno è talmente piccolo che quando ti siedi sul gabinetto tocchi con le ginocchia la vasca da bagno, e non c’è spazio per molti libri, che Alphard accatasta per terra, dove capita, vicino al comodino così come alla poltrona nell’angolo, o accanto alla porta d’ingresso così quando entri devi stare attento a non farli cadere. È piccola ma è sua, solo sua, e ci sta bene. Durante la notte sente le ambulanze (ha scoperto che si chiamano così) dirette al St. Mary’s Hospital, e il loro suono incalzante lo tiene sveglio per delle ore, il cuore che palpita a mille nel petto e gli occhi che fissano il soffitto. Dal tetto può vedere la stazione di Paddington, invece, e sapere che ci sono treni carichi di Babbani che viaggiano su e giù lo conforta, lo fa sentire parte di un mondo che, anche se troppo grande e ostile, è pur sempre il mondo. Sa di non poterne far parte, lo sa benissimo. Gli è precluso, anche se scende alla drogheria di sotto a comprare il latte fresco ogni mattina, insieme al The Guardian (che legge per tenersi informato su ciò che gli succede intorno); gli è precluso, anche se ogni tanto cena al ristorante cinese in fondo alla strada e la proprietaria gli regala sempre qualcosa da portare a casa; gli è precluso, anche se non può fare a meno di sorridere al ragazzo che abita di fronte a lui, appartamento 9, e che ogni sera incrocia sul pianerottolo, è biondo e ha gli occhi azzurri, e Alphard davvero non dovrebbe, non dovrebbe e basta, e infatti non lo fa, ricambia il sorriso e il saluto e via, nulla di più, entra di corsa in casa e fa finta di non esistere. Il suo appartamento non lo fa mai sentire solo, però. Diluisce la sua solitudine, la trasforma in qualcosa di vivo e pulsante che lui riversa nelle sue letture, e nelle pagine che batte a macchina furiosamente, una sigaretta tra le labbra e troppe tazze di caffè (abitudini Babbane discutibili, ma che ci può fare?). La sua famiglia disapprova, ma finché si attiene al copione che è stato scritto per lui, allora che male c’è? Allora che male c’è a vivere facendo finta di essere (a)normale, lasciando a casa la bacchetta la mattina, fermandosi a comprare dei fiori freschi da mettere sul davanzale, chiacchierando con la signora Hu prima di rincasare, con gli jiaozi1 ancora caldi in un sacchetto, chiedendo al ragazzo biondo “ti va di bere qualcosa?” Allora che male c’è a rifugiarsi nel mondo? 

 

[ 458 parole ]

 

⭐︎

 

Poco prima di Natale, Sirius ha preso un posto tutto suo, una piccola topaia ad Hammersmith con l’unica finestra incastrata tra una vecchia scala anti-incendio arrugginita e l’angolo del palazzo, una sola stanza con un letto singolo, un tavolo con tre sedie e una cucina bisunta, e un bagnetto un metro per un metro con una vasca ammaccata, e senza finestre2. Non è davvero niente di speciale, ma a Sirius piace. Lo sente suo in un modo in cui ha sentito sue solo poche altre cose — o persone — nella sua vita, è una strana sensazione che gli assale lo stomaco e si propaga come calore quando, a fine giornata, rientra a casa, stanco e ammaccato ma vivo, e fuori è notte fonda e si sentono solo alcune macchine sporadiche correre lungo la strada. I vicini sono rumorosi, ma a Sirius non ha mai dato fastidio, il rumore. C’è un signore che abita al piano di sopra che ogni domenica pomeriggio gli porta un pezzo di torta. La avvolge nella carta da forno che poi si unge di burro, e quando gli sorride sulla porta, tendendogli l’involto, gli dice sempre le solite cinque parole: “ho pensato potesse piacerti, Sirius.” Sirius. Lo dice con affetto, anche se non si conoscono affatto. Una domenica Sirius non lo vede arrivare e due giorni dopo scopre dalla figlia che è morto nel suo letto durante la notte, se n’è andato senza soffrire. Sirius non avrebbe mai pensato che quell’omino potesse lasciare un vuoto così grande, proprio in lui che non si affeziona a nessuno, a lui che rifugge ogni legame. L’appartamento viene occupato da una famiglia indiana e ora si sente odore di curry lungo le scale. Ci sono due bambini, due maschi, che giocano nel cortile spoglio del palazzo, si tirano un pallone. Urlano e ridono. È bello osservarli correre e immaginare che ci sia altro, oltre la magia, oltre la morte, oltre la mancanza. È bello osservarli e sapere che la famiglia esiste, che quel concetto tanto astratto quanto remoto e freddo, esiste, ed è là fuori, anche nei palazzi più grigi e spogli di Londra dove i fiori alle finestre appassiscono e il tetto perde quando piove e ogni tanto durante la notte si sente urlare. È bello osservarli e credere che, se solo le premesse fossero state altre, forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse lui e Regulus avrebbero potuto essere quei bambini vestiti di rosso e di verde e di blu, con le ginocchia sbucciate e le mani sporche di terra. Sirius distoglie sempre lo sguardo dalla finestra, finisce la sua sigaretta e l’accumula nel posacenere sul davanzale (abitudini Babbane discutibili, ma che ci può fare?). Si guarda intorno e si sente quasi al sicuro. Può scacciare via i pensieri bui, pensieri deleteri che non lo fanno dormire e sui quali, alla luce del giorno, non ha bisogno di indugiare oltre, quindi. Siede al tavolo e si apre una bottiglia di Whisky Incendiario. Si guarda intorno ancora una volta: l’appartamento non è granché, ma è tutto ciò che ha, è la sua unica protezione contro i ricordi, è il suo unico rifugio in mezzo alla morte.

 

[ 527 parole ]

 

⭐︎

 

Ignatius le ha promesso che si sarebbero trasferiti presto. Le ha promesso una casa bassa con un piccolo giardino, lontano dagli affanni del centro città ma abbastanza comoda per lei. Le ha promesso che avrebbe potuto far crescere gli ortaggi di stagione in un piccolo orto sul retro, e che avrebbe potuto piantare un albero di ciliegie sul davanti. Ciò che a Lucretia manca di più di casa Black, nel Surrey3, è il giardino, dove sua madre Melania le ha insegnato come curare i loro fiori preferiti e dove le piaceva rifugiarsi nei lunghi pomeriggi estivi, proprio su quella panchina lontana dove poteva leggere in santa pace, oppure poteva sdraiarsi sul bordo della piscina o mettere i piedi a mollo nell’acqua verde di cloro. Era bello quando anche Orion la seguiva. Era un bambino tranquillo, suo fratello, e silenzioso. Si facevano compagnia e amavano le stesse cose. È durato finché lui non si è fidanzato con la cugina Walburga e lei non ha conosciuto Ignatius. Allora hanno preso le distanze dolcemente, senza urla o pianti o recriminazioni, ma come qualcosa che sfiorisce a passo lento e senza affanni. Per questo Ignatius le ha promesso un giardino. La casetta di Greenwich in effetti è molto carina, con i mattoni rossi e una porta bianca un po’ scrostata che però sistemeranno. Il giardino ha bisogno di essere rimesso a nuovo ma a Lucretia il lavoro manuale non spaventa, e stare fuori all’aria aperta l’aiuta a pensare. Da casa riesce a scorgere un abbozzo del Royal Observatory sulla collina, dove ogni tanto lei e Ignatius vanno a passeggiare. Greenwich le piace, è impregnata di quella patina di sospensione nel tempo che Londra a tratti sembra aver perso, e davvero è come stare in una città dentro la città, un conglomerato di case e palazzi e giardini sulle rive del Tamigi. Il suo scorrere placido l’aiuta a dormire nelle notti di silenzio, quando non vola una mosca e la gente dorme vestita per paura dei bombardamenti, e i palloni aerostatici volteggiano in cielo e le finestre sono tutte oscurate. Dormono abbracciati temendo di sentire suonare gli allarmi, Lucretia e Ignatius. Dormono abbracciati anche perché il letto che hanno scelto non è grandissimo. Dormono abbracciati soprattutto perché si amano, e hanno bisogno l’uno dell’altra, e sono reciprocamente tutto ciò che rimane in mezzo alla devastazione e all’assenza. E la loro casa diventa un rifugio, un luogo non-luogo fuori dal tempo e dallo spazio dove coltivare fiori, bere tè e caffè,  fumare una sigaretta (abitudini Babbane discutibili, ma che ci può fare?), mangiare le fragole e stare in pigiama tutto il giorno mentre fuori nevica. Quella casa diventa tutto ciò che resta, a Lucretia, quando Ignatius si spegne, e lei rimane sola al mondo, ma non completamente sola, solo diversamente completa. C’è sempre la sua casa che la fa sentire amata e accolta, anche alla fine, quando si spegne anche lei, seduta in poltrona, davanti alla portafinestra aperta sul giardino, mentre fuori si respira la primavera. 

 

[ 501 parole ]

 

⭐︎☆⭐︎

 


❨ Note ❩

1. Jiaozi: ravioli cinesi.

2. dalla mia you drew stars around my scars.

3. immagino che la casa d’infanzia di Lucretia e Orion si trovi nel Surrey.

 

Allora allora, oggi vi ho voluto proporre un altro trittico, tre visioni diverse ma in qualche modo parallele, del concetto di “rifugio”. Troviamo tre personaggi diversi e tre luoghi diversi (tra l’altro, i luoghi menzionati in rapporto con i vari personaggi fanno parte del mio headcanon), e tre modi diversi di considerare un rifugio. Iniziamo con Alphard che, dapprima, parte da casa sua, dal piccolo appartamento di Paddington, ma poi scopre che il mondo là fuori è il suo rifugio, e lui può davvero trovare protezione nel vasto mondo che lo circonda, se solo avesse il coraggio di fare un passo al di là della sua porta. Sirius trova rifugio all’interno, ma casa sua è un rifugio e una prigione insieme, ed è emblematico se associato a lui che trascorrerà tutti quegli anni dentro una cella (ingiustamente). Infine Lucretia, per la quale davvero casa sua è un rifugio, forse è quella che trova più protezione all’interno delle quattro mura di casa sua e di Ignatius a Greenwich che in qualsiasi altro luogo, tra l’altro in un periodo complesso come la Seconda Guerra Mondiale a Londra. 

 

Spero che queste tre flash vi siano piaciute, io ho adorato scriverle! 

 

A domani.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Marti Lestrange