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Autore: ClostridiumDiff2020    12/10/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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287 >>> 12. Together

 

 
Aveva chiesto del tempo e lo aveva lasciato da solo. Comprensibile ma adesso Émer si sentiva ancora più solo con i suoi dubbi. Si rigirava il bottone tra le dita sfiorando la foto.
Come poteva essere geloso di un rapporto che aveva iniziato ad esistere prima ancora che lui nascesse.
“Era mio fratello… Prima di incontrarlo, prima di entrare nell’esercito non sapevo cosa volesse dire avere una famiglia… Noi eravamo un tutt’uno e… Poi la guerra si è divorato tutto. La nostra amicizia, i nostri compagni…”
Émer sollevò lo sguardo, lo spettro era davanti a lui, i grandi occhi scuri puntati sulla foto.
“Se mi permettessi di salvarti, potresti tornare da lui” il solo dar voce al suo incubo gli causava dolore. “Riavresti la tua famiglia, i tuoi compagni… Un’altra possibilità assieme a… Fraech”
 
Lo spettro gli strappò con rabbia la foto di mano, i suoi occhi due pozzi di oscuro furore. “Non mi interessa tornare indietro… Non ho niente a cui tornare, sono tutti morti. Non puoi salvarli, e Fraech… Non so quale stronzata ti abbia raccontato ma… Non c’era niente che non abbia già sistematicamente distrutto… Non ho niente per cui vorrei vivere ancora… A parte forse…te…”
 
Cáel percepì le labbra del vivente premute contro le proprie, la sua rabbia si infrangeva contro la passione dell’altro. Émer si insinuava con irruenza, ricercando la conferma di quelle parole, inseguendo riagganciandosi alla sua anima.
Émer voleva trascinare quell’anima dentro di se e non lasciarla mai più andare, stringerla, trattenerla nel proprio cuore per il resto della propria vita.
Si accorse a malapena di scivolare nei ricordi.
 
Cáel poco prima stava baciando il vivente e poco dopo era nel suo corpo, ma non in un ricordo, stava osservando, respirando, assaporando l’adesso.
“Em… possiamo parlare?”
Garvin lo osservava dalla porta. Cáel si guardò le mani, era strano indossare la pelle di Émer, ma non si sentiva stretto in esso. Osservò il ragazzo che lo osservava dalla porta, lo ricordava molto più giovane, mentre cercava di confortare il giovane Émer e poi come una presenza che a malapena percepiva. Da quando era morto tutti i viventi gli erano sembrati come pallide ombre che a malapena scalfivano il suo ciclo di morte. Poi era arrivato Émer e attraverso di lui le sensazioni erano tornate. Eppure, Garvin era rimasto un rumore ovattato di sottofondo e adesso si stava sedendo davanti al suo pallido sconcertato volto.
“Em… Scusa se ti sono sembrato distante, se la mia reazione ti ha fatto temere che non ti credessi… è tutto così folle. E non il fatto che tu riesca a vedere gli spettri. Quello è forse la cosa più normale. Quello che mi lascia… incredulo è che tu mi abbia fatto comprendere che tu ne sei… Innamorato.
 
Cáel deglutì era strano che gli si dichiarasse così, attraverso la voce di un estraneo.
“Em… Sto male per te, perché questo amore ti farà solo soffrire, perché alla fine ci sarà sempre qualcosa che vi dividerà… Tu invecchierai, dovrai lasciare questo luogo e lui resterà qua… bloccato, congelato in un momento. Questo amore può portarti solo a un’inevitabile perdita, ne sei consapevole?”
 
Cáel si accorse di trattenere il respiro, non lo faceva da così tanto.
No, ora che qualcuno aveva dato voce ai suoi stessi timori si rendeva conto di quanto volesse ricusarli.
“No, non resterebbe solo il vuoto… Forse non potremo condividere una vita assieme ma lui mi ha offerto di restare in lui, tanto mi basta…”
Émer lo aveva invitato, spontaneamente più e più volte. Quella era la vera dichiarazione d’amore. Aveva accettato di mettere a rischio la sua stessa vita, per lui. Chi era quel mortale per dire che il loro rapporto non valesse il sacrificio. Come poteva definirlo con solo dolore?
Garvin lo scrutò perplesso e poi li vide, negli occhi dell’amico vi era uno sguardo estraneo, un riflesso oscuro che nulla aveva a che vedere con il dorato sguardo dell’Émer che conosceva da anni. Davanti a lui, nel corpo dell’amico vi era lo spettro.
“Sei… Tu sei Cáel… Che cosa?”
Cáel si sollevò in piedi “Siamo noi, siamo assieme… Questo sopravvivrà ai secoli, questo legame”
 
 
 
 
#WritOber2021#fanwriterit Day 12 - body swap
 

 

   
 
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