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Autore: Ode To Joy    12/10/2021    1 recensioni
[Kageyama x Hinata]
[Iwaizumi x Oikawa]
[Atsumu x Hinata one-side]
Qualunque cosa accada, non smettere mai di guardare il cielo.
Dieci anni - o poco più - di Tobio e Shouyou raccontati in momenti.
[Spoiler!]
[Raccolta partecipante al Writober 2021 di Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#12 Preterist

 

Centomila vite fa, inseparabili

ora dove sei, adesso cosa fai?

D’improvviso penso a te

d’improvviso penso…

 
 

Dal cellulare di Tsukishima Kei.

 

T.K. - Congratulazioni per la tua convocazione in nazionale, mio Re. 

[11.14]

 

K.T. - Grazie.

[11.14]

 

T.K. - Nessun errore di battitura in sei lettere. Preoccupante: non sei contento di giocare alle Olimpiadi?

[11.16]

 

K.T. - Sì

[11.17]

 

T.K. - Sappi che per colpa tua, saremo costretti a fare vita sociale. Tadashi vuole festeggiare la notizia. 

[11.17]

 

K.T. - Grazie, mi dispiace.

[11.19]

 

T.K. - Grazie o mi dispiace? Scegli una delle due. Ehi, non per mettere in discussione i tuoi ben evidenti limiti cognitivi, ma ha capito che giocherai alle Olimpiadi di Rio?

[11.20]

 

K.T. - Non ho la maglia numero 9.

[11.21]

 

T.K. - Che vorrebbe dire? Ovvio che non hai la numero 9, sei l’ultimo arrivato. Non mi dirai che sei scontento per questo.

[11.22]


K.T. - Lascia stare.

[11.22]

 

...Che ti vorrei sentire anche per un istante

ti vorrei abbracciare come ho fatto sempre

ti vorrei guardare senza dire niente

lasciare indietro quello che non serve


-Tokyo 2016-

 

Ci fu un lasso di tempo imbarazzante tra il momento in cui Shouyou divenne qualcosa per lui e quello in cui Tobio se ne rese conto.

Non fu durante una partita.

Era già capitato che si lasciassero l’un l’altro senza fiato sul campo da gioco, ma Tobio non si era mai permesso di portare tali emozioni oltre quel confine. 

Aveva fatto di Shouyou l’esca perfetta. Era impossibile togliergli gli occhi di dosso - permettendo agli altri schiacciatori di fare quel che dovevano - tanto che lo stesso Tobio si era ritrovato ad alzargli la palla anche quando la strategia d’attacco non lo prevedeva.

Il loro era un fortunato caso di profonda intesa di gioco.

Allora perché Tobio non riusciva a togliergli gli occhi di dosso anche in contesti completamente slegati dalla pallavolo?



 

La ragazza seduta al bancone continuava a lanciargli occhiate insistenti.

Tobio non voleva darle corda, ma la sensazione di essere osservato gli imponeva di alzare lo sguardo nella sua direzione. A quel punto, lei gli sorrideva e lui chinava la testa sulla sua coca-cola light - per cui già Tsukishima lo aveva preso abbondantemente in giro.

“Ricordatemi perché siamo qui?” Tobio guardò il biondo alla sua destra.

“Non guardare storto me, mi sto ponendo la tua stessa domanda,” rispose Tsukishima, guardando Yamaguchi con astio.

Il diretto interessato sbuffò. “Avanti!” Cercò d’incoraggiarli. “Siamo probabilmente gli unici universitari a non aver mai fatto baldoria dal nostro trasferimento!”
“E non ti è venuto in mente il perché?” Indagò Tsukishima con sarcasmo. “L’unico ad avere un minimo d’intenzione di socializzare sei tu, e sei affetto da timidezza cronica.”

Tobio si ritrovò ad alzare lo sguardo ancora una volta e i suoi occhi incontrarono quelli della ragazza al bancone. Per l’ennesima volta, la evitò.

“Non è vero!” Esclamò Yamaguchi. “Avanti, ragazzi! Kageyama è stato convocato in nazionale! Dobbiamo festeggiare!”

“Potevamo andare a giocare a pallavolo per festeggiare,” disse Tobio, sorseggiando la sua coca-cola. Se non fosse stato maleducato, avrebbe tirato il bicchiere mezzo pieno in faccia alla tipa che continuava a trapanargli la testa con gli occhi.

“Per una volta, sono d’accordo col Re,” disse Tsukishima.

“In tre?” Domandò Yamaguchi. “Che volevate fare, passarvi la palla fino a notte inoltrata?”

Sia il moro che il biondo scrollarono le spalle, come a dire che non sarebbe stata del tutto una cattiva idea. Yamaguchi li liquidò entrambi con un’occhiata esasperata.

Per un po’, nessuno dei tre parlò e il brusio che regnava sul locale avvolse ogni cosa.

Fu Tsukishima a interrompere il silenzio, e come suo solito lo fece per dare fastidio. “Vostra Maestà, potreste fare qualcosa per quietare la vostra fan al bancone?”
Tobio per poco non si strozzò con la sua coca-cola light. 

Yamaguchi allungò il collo per curiosare. “Mi sembrava che guardasse nella nostra direzione…”

“Alla faccia di guardare, sta facendo la radiografia al nostro campione, qui,” ci mise il carico Tsukishima, ma più che divertito, sembrava annoiato.

“La conosci?” Domandò Yamaguchi al moro.

Tobio scosse la testa.

“E dove dovrebbe averla conosciuta?” Tsukishima ridacchiò, sarcastico. “Vuoi andarci a parlare?”

Un altro segno di diniego.

“Vuoi cambiare tavolo?” Propose Yamaguchi, con gentilezza.

Tobio non rispose a parole, si alzò e basta, ma non si era reso conto che la sua ammiratrice - forse stanca di attendere una prima mossa da parte sua - si era allontanata dal bancone per avvicinarsi al suo tavolo. 

Se la ritrovò davanti, avvolta in un tubino nero che lasciava poco all’immaginazione ma non tanto volgare da intaccare la sua bellezza. Non che Tobio ne sapesse molto: non le aveva mai guardate le ragazze. Guardò quella, solo perché ce l’aveva davanti.

Qualunque cosa ci si aspettasse da lui, non la fece.

Non ci riuscì.

Non era Shouyou. Nessuno lo era. E Tobio non sapeva che farsene di tutti gli altri.

Lei sorrise e fece per aprire bocca.

A salvare Tobio fu una pacca sulla spalla. 

“Eccolo qui, il nuovo prodigio della nazionale.” Iwaizumi Hajime gli sorrise come se fossero due vecchi amici riuniti dal caso. “Tu e i tuoi compagni volete fare due parole con dei vecchi senpai?”

Incapace di dire alcunché, Tobio sbirciò oltre la sua spalla e vide Bokuto, Kuroo e Ushijima seduti a un tavolo in un angolo. I primi due erano intenti a salutarlo, mentre l’ultimo - quello di cui era da poco divenuto compagno di squadra - lo fissava e basta.

“Kuro, guarda, c’è coso!” Esclamò l’ex capitano della Fukurodani.

“Oh, sì, e chi se lo dimentica coso!”  

“Devo andarmene da qui,” sibilò Tsukishima, ma Yamaguchi gli impedì di fare anche solo un passo. 

“Ci uniremo a voi molto volentieri!” Esclamò, rivolgendosi a Iwaizumi.

Comprendendo di non aver alcun diritto di parola sugli eventi, Tobio si limitò a lanciare un’ultima occhiata alla ragazza col tubino nero: se ne era andata.

Meglio così, pensò e seguì Iwaizumi.


e anche se qui in fondo non è così male

e anche se non è il giorno di Natale

ti vorrei sentire anche per un istante

capire che anche per te è importante.

[Lorenzo Fragola - “D’improvviso”]

 
   
 
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