in the name of the Black.
Giorno 17;
alew (un pianto di disperazione);
❨ Bellatrix | Narcissa ❩.
Quando Andromeda se ne va, Bellatrix piange un pianto disperato. Non ha mai pianto tanto in tutta la sua vita, invero. Non sa nemmeno lei perché non riesca a fermarsi. Guarda sua sorella varcare la porta di casa Black per l’ultima volta ben sapendo che non l’avrebbe mai più attraversata, non come le altre volte, quando la vedeva uscire ma sapeva che sarebbe tornata, ché Dromeda torna sempre, alla fine, torna sempre a casa. Non le ha mai lasciate, ed è sempre sembrata lei, la sorella maggiore, forte come una roccia, severa ma tenera, colei che sapeva guidarle e indirizzarle, che sapeva rimproverarla senza rabbia e che sapeva cullare Cissy subito dopo un incubo. Tutte le altre volte, Dromeda è sempre tornata, ha aperto la porta ed eccola, i capelli castani scompigliati dal vento e gli occhi belli. C’è stato un tempo in cui Bellatrix Black ha pianto per sua sorella. Non ha pianto più, dopo. C’è stata solo la rabbia, dopo. La rabbia di chi è stata abbandonata, e lasciata indietro. Sua sorella ha preferito un uomo a loro, sua sorella ha scelto di voltare le spalle alla sua famiglia per amore. Che sciocca. Sciocca sciocca sciocca. Un giorno avrebbe pagato a caro prezzo le sue scelte. Un giorno avrebbe ricordato quel momento in cui ha oltrepassato quella soglia senza nemmeno voltarsi. Un giorno si sarebbe pentita, Andromeda Black. Intanto, Bella asciuga le sue lacrime.
[ 236 parole ]
⭐︎
Quando Andromeda se ne va, Narcissa non piange. Neanche una lacrima. Niente di niente. Chi lo avrebbe mai pensato? Chi, guardandola, avrebbe mai pensato che quella mite creatura vestita di luce non avrebbe versato neanche una singola lacrima guardando la sua amata sorella maggiore andarsene per sempre? Ché è un addio, lo sa bene, tutti lo sanno. Suo padre Cygnus lo ha messo ben in chiaro con poche, concise e glaciali parole: “Vuoi uscire da quella porta, Andromeda? Bene. Vuoi vivere per sempre nel peccato? Bene di nuovo. Vuoi accompagnarti a quella gente,” e calca quell’ultima parola con tutto il disprezzo che serba in corpo, quasi sputandola, condita di veleno, “per tutta la vita? In definitiva, bene anche questo. Sappi solo che quando metterai piedi fuori di qui, non ci sarà più alcuna possibilità per te di tornare indietro.” E tace. Sua madre Druella sta in piedi dietro la poltrona del marito, le labbra strette. Sembra imperturbabile. Non ha mai capito cosa provi in realtà, sua madre. Sempre se prova. Qualcosa. Qualsiasi cosa. E Narcissa si chiede se anche lei provi qualcosa, quando vede sua sorella uscire, e sua sorella la guarda un’ultima volta con occhi velati di lacrime, ché forse sperava che, tra tutti, almeno lei. E invece. Ignora le lacrime di Bella, ché non sa se siano autentiche. Ma non ignora il silenzio di Narcissa. La guarda con ancora un briciolo di speranza, ma lei volta la testa, sale le scale, e sparisce nella sua stanza. Si porta Bella con sé, la prende per mano, e aspetta che finisca di piangere sedendole accanto sul suo letto. La guarda asciugarsi le lacrime. Si concedono un abbraccio. E poi Narcissa esce.
[ 281 parole ]
⭐︎☆⭐︎
❨ note ❩
Riguardo questa doppia flash, ho sentimenti contrastanti, non chiedetemi perché. Ho cercato di interpretare un’opposizione, quella tra due sorelle molto diverse che affrontano in modi diversi la partenza di Andromeda, colei che faceva un po’ da collante tra loro. Penso sempre che Bella e Narcissa si siano un po’ perse, da un certo momento in poi, non le ho mai viste molto “affiatate”, se capite cosa voglio dire, nonostante combattessero dalla stessa parte.
Scusate la fretta ma oggi pomeriggio ho mille cose da fare! Ci leggiamo domani ♥︎