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Autore: KurryKaira    18/10/2021    0 recensioni
In un tempo imprecisato, in quella rotta seguita da alcuni ragazzi e i loro grandi sogni, Sanji e Nami si ritrovano a vivere una piccola avventura da soli, cogliendo forse l'occasione per dirsi tante cose mai dette.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le onde sembravano infrangersi in quel cielo di stelle.
Era un tempo imprecisato in quella rotta seguita da alcuni ragazzi e i loro grandi sogni.
Il fumo di una sigaretta impregnava l'aria che fino a poco prima profumava di mandarini.
Guardava l'oceano lui, mani nelle tasche di pantaloni eleganti e una camicia bianca appena stropicciata dal vento. Le labbra semiaperte per buttare via quel fumo.
Era un tempo imprecisato e quel veliero solcava ancora una volta i mari. Non c'era la luna quella notte e quella ragazza dai capelli arancio sentì qualcosa nel petto vedendolo lì, bellissimo, a guardare il vuoto avanti a sé.
Era appena uscita da quella cabina che ancora aveva la luce accesa, quella da dove si sentivano ancora alcuni schiamazzi e ancora un leggero profumo di quegli agrumi.
Indossava un leggero vestito amaranto e gli si avvicinava piano, incrociando le mani al petto, quasi come se quella fosse l'ultima notte disponibile per poter parlare con lui.
Non c'era un motivo vero, ma sentì questo nel cuore. Che sfortuna, quella notte non c'era nemmeno la luna!
Inalando ancora un po' di quel fumo, quasi come se facesse bene, lui respirò a pieni polmoni e si voltò verso di lei accennando l'inizio di un ampio sorriso.
- Non rovinare tutto!!- Le urlò allora lei lanciandogli addosso uno dei sandali, lo colpì in piena testa facendogli chiaramente male. Ma lui sorrise, si accarezzò i capelli appena scompigliati e abbracciò quel sandalo come se esserne colpito fosse stato un dono.
Lei guardò la scena tra lo sconforto e l'imbarazzo, la voglia di parlargli si stava già frantumando.
Eppure quando poco prima l'aveva visto dall'oblò di quella cabina, così serio a guardare quel mare agitato, le era venuta quell'irrefrenabile voglia di dirgli quanto fosse bello, e soprattutto quanto fosse importante per lei.
Tutti in quel veliero erano importanti.
Tutti.
Ma sentiva in quel momento il bisogno di dirlo solo a lui, come se non ci sarebbero state altre occasioni.
Per un attimo pensò "e se lui andasse via ancora? Se mi abbandonasse di nuovo?" si corresse "se CI abbandonasse di nuovo!" Si corresse scuotendo la testa pentendosi di quel pensiero egoista.
Lì non esisteva nulla che fosse solo suo, si condivideva ogni cosa, purtroppo anche il denaro, pensò nervosa e purtroppo anche l'amore per i compagni.
Purtroppo pensò, in quell'impeto improvviso di averlo solo per sé.
Ma lui continuava a baciare quel sandalo in preda a mille moine, lei glielo strappò dalle mani rindossandolo.
- Piantala di fare il cretino, ho detto- sentenziò.
E lui obbedì tornando quasi serio, sorrise appena, come una persona normale sta volta:
- Com'era la cena?- Le chiese poggiando il braccio destro alla ringhiera in legno.
- Come se non lo sapessi- rispose lei affacciandosi a sua volta a guardare l'oceano così vicina a lui.
Il ragazzo dai sottili capelli biondi sorrise ancora una volta con estrema dolcezza nei suoi confronti, quel tipo di dolcezza che dedicava solo a lei.
E lei lo sapeva che per lui era speciale.
Tutti.
Tutti in quel veliero erano importanti.
Ma lei forse un po' di più.
Sorrise lei accennando, stranamente, un leggero rossore sulle gote continuando a guardare le onde con occhi sognanti.
Lui notò quel colorito simile al vestito da lei indossato, che novità poi, lui notava sempre ogni suo singolo dettaglio!
La trovò ancora più bella e preso nuovamente da un impeto d'amore (tanto per cambiare) ricominciò con le sue moine.
- Nami, amore!!- Esultò:- Sei arrossita forse per me??-
Lei sbuffò:- Anche se fosse sai come farmene pentire subito!-
Lui non demordeva muovendo le braccia al vento:- Comunque non l'hai negato!!-
Il fumo della sua sigaretta venne inalato anche dal naso della rossa che istintivamente tossì timidamente nascondendo un po' la bocca dietro la mano.
Lui tolse la sigaretta dalle labbra per allontanarla da lei tornando improvvisamente serio, lo faceva così spesso da sembrare quasi bipolare ogni tanto, lei ridacchiò.
Non c'era la luna, ma le stelle erano luminose e il cielo sembrava un vero e proprio zaffiro, e lei amava le gemme preziose. Anche se lui era sempre un cretino, il suo cretino, forse poteva anche dirgli quello che si portava nel cuore quella notte.
Guardò l'oblò illuminato alla sua sinistra, vedeva le ombre dei loro compagni all'interno, strinse le spalle e lasciò cadere le braccia ai fianchi.
L'elegante pirata notò l'improvviso disagio della sua tanto amata donna.
- Qualcosa non va?- Le chiese.
- Vorrei parlarti- lo squadrò:- Fai il serio, promettimelo.-
Lui guardò altrove non così convinto:- Prometto!-
Poi esultò vedendola così imbarazzata e coi capelli scompigliati sul volto:- Non vorrai dichiararti finalmente??-
Gli urlò contro:- Lo hai appena promesso e che cavolo!!-
Lui tornò serio, più o meno:- Promesso!- Distolse lo sguardo spegnendo quel poco di sigaretta rimasto.
Quel cielo zaffiro ornato da bianche e luminose stelle si fondeva in quelle onde che da sempre accompagnavano il loro viaggio.
Si sentivano a casa in mezzo a quelle onde e lei, con la dolcezza di una bambina osò chiedere:
- Rimarremo compagni per sempre, vero?- 
Lui rimase serio, come promesso; lei allora si voltò a guardarlo, sorrideva pieno d'amore, pieno di un amore che sembrava vero e tenuto al caldo solo per lei.
Ma prima che potesse rispondere in maniera ovvia a quella domanda qualcosa di viscido si arrotolò attorno alla loro vita trascinandoli di prepotenza in quel mare.
L'urlo di lei attirò l'attenzione del resto della ciurma che uscendo dalla cabina non trovò più nessuno sul ponte. Allarmati si affacciarono in quel mare, notarono appena un'enorme piovra rubino dalla faccia a uncino trascinarli via.
Qualcuno si preoccupò.
- Povera Nami! Sarà molto arrabbiata!- Il ragazzo dai capelli crespi e il lungo naso.
- Ma povero Sanji anche!- Sinceramente preoccupata la renna.
E mentre lo spadaccino provava un totale disinteresse il capitano e l'altra donna ridacchiavano, chi più chi meno sguaiatamente.
- Che c'è da ridere?!- Sgridarono i due in pensiero e il capitano rispose:
- Che c'è da stare in pensiero?? Sanji saprà sicuramente cavarsela!-
Rispose allora anche il mezzo robot:- Ma sì, lasciamo che quei due si godano quest'avventura tutti soli!-
La donna continuò nel suo solito accennato a malizioso sorriso:- Sono sicura che Sanji ne sarà più che felice. Per quanto riguarda Nami...- sembrava volesse continuare ma non continuò affatto.
Il tutto ossa urlò invidioso:- Un'avventura solo con Nami!! Miserabile Sanji, che uomo fortunato!- Poi rise di gusto.
Rufy:- Zoro, che ne pensi??- Chiese visto che all'appello mancava solo lui.
Lo spadaccino lo guardò, si voltò tornando verso la cabina:- Spero che quel buono a nulla abbia cucinato abbastanza da coprire i pasti durante la sua assenza.-
Usop:- Buono a nulla... ma intanto ti godi la sua cucina...- lo guardò chiudersi la porta alle spalle per poi tornare a guardare l'oceano, sbuffò:- Sono comunque sempre in ansia per Nami. Mi consolerò sapendo che Sanji è con lei, come avete detto voi!-
Rufy:- Andrà tutto bene, lo sai!-
Usop:- Che ne pensi Chopper?- Guardò l'amico che a sua volta guardava l'oceano.
Chopper:- Penso che anche Nami saprebbe cavarsela in fondo!-
La donna dai lunghi capelli neri accarezzò lui il pelo come a confortarlo e seguì lo spadaccino nella cabina ancora illuminata.
E in effetti i compagni dei due malcapitati non si sbagliavano, la piovra rubino uncino le prese di santa ragione da quel cuoco ora visibilmente nervoso. Poi prendendo la donna tra le braccia riuscì a saltare, usando la testa dell'animale come trampolino, su un'isoletta nei pressi.
Si erano allontanati un po' dalla nave, tanto che non la vedevano più e senza Nami a navigare si chiedevano come gli altri avessero potuto rintracciarli.
- Che nervi- disse la ragazza fradicia ancora tra le braccia del ragazzo fradicio inginocchiato tra la sabbia:- Quando ti ho chiesto se saremo rimasti compagni per sempre intendevo anche con Rufy e gli altri. Chissà quando li rivedremo!-
Non si staccava dal collo di lui e lui, anche se ancora molto nervoso, la teneva a sé come se lasciarla andare fosse pericoloso.
- Stai bene, Nami?- Le chiese.
- Sì- scostò piano i capelli di lui come a lasciargli la fronte libera:- Calmati, sei più arrabbiato di me.-
- Ovvio, hai rischiato di farti male!- Lui si alzò tenendola ancora.
- Posso camminare da sola, sai?- Ma in realtà le piaceva essere coccolata da lui che infatti continuava a tenerla anche mentre si inoltrava in quell'isola.
La sabbia lasciava posto a un piccolo bosco con alberi sottili e molto molto alti. Solo in fondo la chioma e alcune liane, per il resto si vedevano solo questi tristi tronchi giallognoli.
Mentre il pirata si addentrava con in braccio la piratessa gli animaletti del luogo guardavano incuriositi per poi allontanarsi impauriti, non avevano torto visto che il cuoco sembrava guardarli immaginando già nella sua testa ricette su ricette chiedendosi quanto sarebbero dovuti rimanere sul posto.
La fronte corrucciata dalla rabbia si rilassò solo nel momento in cui connesse che si trovava solo soletto con la sua donna preferita su quella che forse era un'isola deserta. E ricominciando con le sue moine lasciò finalmente la ragazza libera di camminare, lei lo ignorava guardandosi intorno, disegnando nella sua testa ogni dettaglio di quell'isola a lei sconosciuta, perché il suo sogno di disegnare la mappa del mondo non lo aveva mai abbandonato.
Poi tornando alla realtà, con le mani ai fianchi un po' scorbutica, disse:- Troviamo un posto dove passare la notte, ormai è tardi. Domani cercheremo di farci rintracciare dagli altri!-
Lui le saltò addosso sbavando:- Nami!! Vuoi forse dormire abbracciata a me?? Ti difendo io dai lupi!!-
Nami:- Ho visto al massimo conigli- lo schivò lasciandolo cadere.
Trovarono una grotta, piccola e buia, il muschio la ricopriva quasi del tutto.
Gli abiti bagnati rendevano la loro pelle ruvida dal freddo, decisero così di accendere un fuoco, cosa molto semplice per il ragazzo, e starsene un po' rilassati intorno ad esso prima di poter prendere sonno.
Appena gli abiti si asciugarono i due ragazzi si stesero lasciando ancora un po' il fuoco acceso. Rimasero, come detto da lui, l'uno accanto all'altra. Lui però, dopo qualche battutina iniziale, rimase composto e delicato al suo fianco.
Sanji:- Ti va ancora di continuare il discorso che cercavi di farmi?- Con estrema dolcezza fumando un'ultima sigaretta prima di lasciarsi andare al sonno.
La ragazza lo guardava stesa alla sua destra, erano entrambi sul fianco in modo che i loro occhi si potessero guardare.
Nami:- Non ricordo- lo ricordava invece, aveva un'incredibile voglia di dirgli quanto fosse bello, e lo pensava ancora, ma conoscendolo, in un momento simile, le sarebbe semplicemente saltato addosso.
Sorrise soffocando una risata pensando che tutto sommato, in fondo, non le sarebbe dispiaciuto. Sfiorò lui la mano molto delicatamente evitando il suo sguardo. Lui le scostò una ciocca dei capelli dal viso, proprio come lei aveva fatto non troppo tempo prima. Lui la guardava senza timore, con una serietà che quasi la spaventava, ricambiò lo sguardo con un po' di ritardo lei, sorridendo.
Sanji:- Andrà tutto bene.-
Nami:- Non ho paura se sono con te- ammise sincera.
Spensero il fuoco e si addormentarono vicini in quella grotta buia e un po' fredda.
Passarono poche ore di sonno profondo e l'alba cominciava a intravedersi.
Avrebbero dormito ancora se un ruggito violento non li avesse svegliati di soprassalto.
La leggera luce dell'alba illuminava ora appena la grotta, tanto da farli notare quel grosso orso bruno che li aspettava all'entrata.
Per l'esattezza un'orsa, lo si capiva dai due adorabili fiocchetti rosa attorno alle morbide orecchie pelose e il vivace rossetto attorno al muso.
L'orsa attaccò senza una ragione la giovane donna che ancora assonnata faticò a difendersi, ma il compagno, agile, la spinse via da quegli artigli salvandole la vita. Nami finì contro la parete facendosi male appena, mentre il ragazzo si prese in pieno il colpo, la camicia si aprì sotto quegli artigli lasciando il petto del pirata sanguinare.
- Sanji!!- Urlò la piratessa preoccupata ma lui senza pensare al dolore si alzò da terra coprendo col suo corpo quello della ragazza.
- Nami!- Disse non distogliendo lo sguardo da quell'animale:- Scusa, per colpa mia ti sei fatta male!- Riferito allo spintone.
Nami:- Scherzi?! Se non lo avessi fatto sarei morta!-
Lui sorrise, continuando a guardare minaccioso quell'orsa:- Avrei dovuto trovare un modo più elegante di difenderti, sono stato così rozzo! Quand'è così penso di non essere degno di te!- Disse forse con sarcasmo, lei coprendosi dietro le sue spalle imbarazzata:- Piantala, cretino!-
Quell'animale si soffermò a guardare quella scena emozionata, gli occhi visibilmente lucidi. Non ci volle molto ai due per intuire cosa quell'orsa stesse pensando: si era chiaramente, follemente, innamorata del principe biondo.
Sanji rabbrividì e Nami poggiò le mani sulle sue spalle come per tenerlo a sé.
  
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