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Autore: Marti Lestrange    21/10/2021    6 recensioni
Raccolta più o meno omogenea sulla famiglia Black; tra il canon e l'headcanon.
[Walburga può solo sperare che il loro nome travalichi i secoli e la storia, che trascenda persino il tempo e lo spazio, e ogni possibile dimensione. Tutto il mondo saprà quanto sono importanti i Black. E tutti li temeranno. Tutti aneleranno il loro appoggio, la loro ricchezza, la loro purezza. Saranno ricordati come una delle famiglie Purosangue più longeve e influenti. Tutti ricorderanno il loro nome. E i suoi figli saranno il tramite per questa memoria. I suoi figli saranno i fautori della loro grandezza. Toujours pur.]
— questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it
Indice:
I — Walburga
II — trittico [Bellatrix, Andromeda, Narcissa | Sirius, Regulus | Walburga, Alphard, Cygnus]
III — Druella
IV — Sirius|Regulus
V — Walburga
VI — Sirius
VII — Bellatrix
VIII — doppia flash [Walburga/Orion | Cygnus/Druella]; tematiche delicate
IX — Regulus
X — trittico [Alphard | Sirius | Lucretia]
XI — Walburga
XII — Alphard
XIII — Sirius
XIV — Sirius
XV — Narcissa
XVI — Walburga
XVII — Bella|Narcissa
XVIII — Andromeda
XIX — Bellatrix
XX — Narcissa
XXI — Regulus
XXII — Bellatrix
XXIII — Narcissa
XXIV — Bellatrix
XXV — Andromeda
XXVI — Sirius
XXVII — Bellatrix, Andromeda, Narcissa
XXVIII — Regulus
XXIX — Sirius
XXX — Andromeda
XXXI — Sirius
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Remus/Sirius, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'in the name of the Black.'
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in the name of the Black.

 

Giorno 21;
noctiphobia (paura della notte, dell’oscurità);
❨ Regulus Black ❩.

 

Regulus stringe forte il cuscino. La notte è piena di ombre. La sua stanza diventa una terra straniera colma di mostri e fantasmi. Chiede a Walburga di lasciargli una candela accesa sul comodino. Sua madre annuisce e sorride, baciandogli la fronte. 

 

 

Regulus fissa la porta laddove fino ad un attimo prima stava suo fratello. Se n’è andato1. Nell’ingresso cominciano ad addensarsi le ombre. Si alza e fila in camera sua a passo lesto. Chissà se le ombre lo seguiranno fin là? Forse se chiude bene la porta non entreranno. 

 

Sente bussare mentre è già a letto. Suo padre spunta all’interno e Regulus è stupito dalla sua presenza. È sempre stato inconsistente, Orion. Non è mai stato capito, né da sua moglie né dai suoi figli. Regulus si è sempre chiesto se fosse silenzioso per scelta o perché costretto. Forse entrambe le cose. “Posso?” Chiede, e sembra quasi timido. Regulus annuisce, e suo padre viene a sedersi sul bordo del suo letto, dove l’ha visto solo poche altre volte, quand’era bambino. 

 

“Se n’è andato, quindi.”

Regulus sa benissimo di chi parla. “Già.”

“La casa sarà un po’ più vuota ora.” 

“Ho paura di sì.”

Silenzio.

“La mamma è tanto arrabbiata?”

Orion scrolla le spalle. “Le passerà. Col tempo. Forse.” Ha già più di qualche filo bianco nei capelli, Orion, e Regulus si chiede quand’è che è cominciato. 

 

“Le sei rimasto solo tu, Regulus.”

Questa consapevolezza gli schiaccia il petto e non sa nemmeno perché. Sente le ombre infittirsi tutt’intorno. 

“Non deluderla, d’accordo?”

Non può chiederglielo. Suo padre non può chiedergli tanto. Regulus non ne è certo, non può esserlo. 

Orion si alza e sospira. Sembra stanco. Regulus intravede un livido violaceo sul suo polso. Non fa domande di cui in verità ha sempre avuto una risposta. 

 

“Spengo la candela?”

Regulus scuote la testa. “No, per favore.”

“Hai ancora paura del buio?” Non c’è rimprovero, e non c’è ironia. Regulus annuisce senza parlare. 

Orion annuisce a sua volta. “Okay. Non preoccuparti. Te la lascio qui.”

Si dirige alla porta, ma si ferma poco prima di uscire. “Regulus?”

“Sì?”

“Anche io ne ho ancora paura.” Non aggiunge altro ed esce. 

 

Regulus pensa che non hanno mai parlato così tanto da tempo. 

 

 

C’è solo buio, in quella grotta. Buio, freddo, solitudine. Regulus non ha paura di ciò che sta per fare, ha paura di ciò che lo circonderà, ha paura di ciò che si annida nelle tenebre. Ha imparato a guardarci dentro, ha nuotato nelle loro profondità per anni, in quell’ammasso di ombre che era il suo mondo, la sua intera esistenza, la vita che conduceva al numero dodici, sì, ma anche fuori da esso. Non è mai stato davvero felice, Regulus. O almeno, poche volte. Sì, forse in qualche occasione, quando lui e Sirius erano piccoli e non sapevano cosa volesse dire soffrire — non sapevano cosa volesse dire vivere con quel peso addosso, con quell’ombra che ti navigava dentro, consumandoti, come una maledizione che nessuno avrebbe mai potuto spezzare. Per cui, Regulus non ha davvero paura, ha solo paura del buio, come sempre da quando era bambino e chiedeva a sua madre di lasciargli accesa una candela prima di andare. Ora è solo, e c’è solo acqua intorno, placida e pesante come olio scuro. Vede degli occhi acquattati nelle sue profondità, occhi che lo aspettano, occhi che lo cercano, mani protese ad afferrarlo e trascinarlo con sé. Sa che non c’è via d’uscita. È un viaggio di sola andata, questo. Ma continua ad andare avanti, a penetrare sempre di più nella notte nera. Ripensa a tutta la sua vita, ed è formata da tanti piccoli flash di colore: il verde delle tende del suo baldacchino in Serpeverde, ma anche il verde del campo da Quidditch, e il verde dei suoi occhi quando ogni tanto sorride; il rosso del maglione di Grifondoro quella volta che Sirius lo ha indossato al pranzo di famiglia per far arrabbiare Walburga, ma anche il rosso del sangue, e il rosso delle decorazioni di Natale in Sala Grande; il giallo dei capelli di Barty, biondo come miele, quando metteva la sua testa sul suo grembo e Regulus lo accarezzava piano e fuori pioveva, ma anche il giallo dei campi di grano in campagna, e del sole che ti batte sulla testa mentre ti bagni i piedi al ruscello; l’azzurro degli occhi di Josephine2 quando le ha fatto promettere di badare a Sirius, e di prendersi cura l’uno dell’altra, sulla porta di casa di suo fratello, quando l’ha vista l’ultima volta e lei piangeva, piangeva perché sapeva che qualcosa stava per succedere, e lei lo ha sempre capito, anche se non si sono mai amati (come potevano?), ma anche l’azzurro del cielo quando la primavera fa capolino a Hogwarts, e l’azzurro del mare della Cornovaglia a casa Greengrass3. Ora ogni luce è sparita, ogni colore è stato inghiottito dall’oscurità. C’è solo buio tutt’intorno. Regulus ha paura. E questa volta non c’è nessuna candela che rimarrà accesa sul comodino. Regulus ha paura, ma non si ferma. 

 

[ 835 parole ]

 

⭐︎☆⭐︎


 

❨ note ❩

1. Questo rimanda alla partenza di Sirius da Grimmauld Place, di cui avete letto qui, nel capitolo 6, ma anche qui, nel capitolo 14.
2. Josephine Greengrass l’avete conosciuta qui, vi ricordate?
3. Ho immaginato che i Greengrass possedessero una casa al mare in Cornovaglia e che i Black fossero spesso loro ospiti, visto e considerato l’accordo prematrimoniale tra Regulus e Josephine e le loro connessioni tra famiglie nella società Purosangue. 

 

Lo so, lo so. Per favore, non odiatemi. Secondo me sapevate che questo giorno sarebbe giunto. Dite la verità. Non ho granché da specificare in merito, tranne che ho lasciato un indizio su “qualcosa” che leggerete più avanti 👁

A domani ♥︎

 
   
 
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